Non intendo dilungarmi troppo a scrivere di Atlantide, anche perché su questo misterioso e immaginario continente sono stati scritti fiumi di parole. In questo post desidero solo dare un’idea molto semplice e schematica delle “teorie” che riguardano Atlantide.
Partiamo dall’inizio. Atlantide è un’isola immaginaria che gli antichi greci credevano sorgesse nell’oceano Atlantico oltre le colonne d’Ercole, citata nei Dialoghi (Crizia e Timeo) di Platone.
Nel Timeo, Atlantide è descritta come una terra favolosa, un potente impero marittimo, pieno di splendide e ricche città, inghiottito in una sola notte dall’oceano nel 9600 a.C.. Atlantide estendeva i suoi domini a territori in Africa ed Europa, dall’Egitto all’Etruria.
Molti pensano che dietro al mito ci sia probabilmente la memoria di un remoto cataclisma di origine vulcanica in un’isoletta del Mediterraneo (si tratta di Santorini, Thera in greco, in cui nel 1600 a.C. avvenne una disastrosa eruzione) poi ingigantita dalla fantasia e dai racconti fino a diventare un vasto e misterioso continente, fonte di ispirazione per scrittori e filosofi di ogni tempo, tra cui Bacone (La nuova Atlantide, 1627), Olof Rudbeck (Atlantide o la culla dell’umanità, 1702, in cui la Svezia è identificata con la mitica terra di Platone) Pierre Benoît (Atlantide, 1919, in cui si narra l’avventura di due ufficiali francesi in una favolosa città sotterranea, residuo del mitico continente, dominata dalla crudele regina Antinea).
Oltre queste ipotesi scientifiche sono proliferate negli ultimi decenni altre ipotesi, nettamente più fantasiose, che vedrebbero Atlantide identificata con il Mar dei Sargassi, la Bolivia, con l’isola di Creta, con la Sardegna e con l’isola di Cipro. Insomma, Atlantide sarebbe un po’ dovunque e un po’ da nessuna parte
Il nome di Atlantide fu dato dai geologi anche ad un ipotetico continente esteso, nelle epoche fra il Cambriano e il Cenozoico, su gran parte dell’oceano Atlantico e successivamente scomparso: Groenlandia, Azzorre e Canarie ne sarebbero i resti. In realtà queste isole hanno origini geologiche molto diverse tra loro e quindi si tende ormai a considerarle delle entità separate dal punto di vista dell’evoluzione geologica e non facenti parte di uno stesso continente.
C’è qualcosa di vero nel mito di Atlantide?
Molti affermano che nel mondo si troverebbero innumerevoli tracce di una civiltà antidiluviana, ma se si guarda bene a tutti questi studi si nota come non siano stati condotti con il giusto spirito che dovrebbe animare un ricercatore e cioè quello di scoprire la verità. Uno storico, ad esempio, che nelle sue ricerche dovesse solo avallare le sue personali convinzioni o teorie non arriverebbe mai a nulla di buono.
Per tutti coloro che ancora credono nel mito del continente perduto consiglio di leggere questo articolo, verso l’isola che non c’è, di Massimo Polidoro. Da questo stesso articolo cito un breve ma significativo brano:
“La ricerca di Atlantide colpisce le corde più profonde del cuore per il senso della malinconica perdita di una cosa meravigliosa, una perfezione felice che un tempo apparteneva al genere umano. E così risveglia quella speranza che quasi tutti noi portiamo dentro: la speranza tante volte accarezzata e tante volte delusa che certamente chissà dove, chissà quando, possa esistere una terra di pace e di abbondanza, di bellezza e di giustizia, dove noi, da quelle povere creature che siamo, potremmo essere felici…”