Secondo lei, indossando questo accessorio le donne migliorano il tono muscolare delle gambe e della pelvi, un effetto che avrebbe dirette conseguenze sul piacere sessuale.
L’urologa ha studiato 66 donne sotto i 50 anni, misurando l’attività elettrica dei muscoli pelvici mentre tenevano il piede in diverse posizioni. Il risultato è stato che l’attività minore si otteneva con il piede a 15 gradi, corrispondente a un tacco di 7 centimetri.
Secondo me, invece, ciò che ha fatto la nostra urologa è l'esatto opposto di una ricerca scientifica ed ha agito con una superficialità davvero irritante! La scienza cerca ciò che è vero, non ciò che ci piace!
Infatti nelle scienze sperimentali che studiano il comportamento umano e animale si fanno notevoli sforzi sia per evitare inganni da parte dei soggetti sperimentali, sia per ridurre al minimo l’effetto dei pregiudizi di chi svolge gli esperimenti. Questi pregiudizi possono assumere varie forme. Per esempio, un gruppo di ricerca può ricevere finanziamenti da aziende che hanno interesse a orientare i risultati in una direzione a loro favorevole. Questo può essere il caso di test clinici finanziati da aziende farmaceutiche.
Qui invece non si è fatto nulla per evitare i pregiudizi e la ricercatrice ammette candidamente di avere un debole per i tacchi alti e, zac! Trova che i tacchi alti hanno un risvolto positivo! Si tratta di un atteggiamento inqualificabile!
Io farei ripetere gli studi ad un altro ricercatore, meno "coinvolto", per avere la certezza della validità dei risultati trovati...
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Verrà trasmessa verso la stella Polare all'una di questa notte. Ma com'è venuta questa idea di tramettere nello spazio la famosa canzone dei Beatles, che è diventata un inno del pacifismo?
