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Terremoto in Emilia: si poteva prevedere?

La pressione dell’Appennino è il motore dei guai sismici che hanno causato il terremoto tra Modena e Ferrara. Ogni volta che c’è un terremoto che preoccupa, ricomincia il tormentone: “si poteva prevedere?”. Oppure: “si era previsto tutto, ma non ci ha creduto nessuno?”. Ovviamente non stiamo parlando di veggenti o di sensitivi, che riescono a prevedere di tutto, ma solo DOPO che è successo… Stavolta stiamo parlando di veri metodi scientifici per prevedere in maniera efficace i terremoti.
Si tratta di studiosi, sia italiani che stranieri, che hanno sviluppato due algoritmi che ci danno un’ottima speranza di prevedere i terremoti.
L’allarme sull’evento sismico in Emilia era stato portato pochi giorni fa alla Commissione Grandi Rischi da un gruppo di studiosi italiani. Giuliano Panza, ordinario di sismologia dell’Università di Trieste e i colleghi del centro di Fisica Teorica di Miramare. Si sono presentati con una mappa d’Italia, sulla mappa era segnata una zona che, con il loro metodo d’analisi, certamente avrebbe visto un terremoto di magnitudo significativa. Era proprio “quella zona” dell’Emilia. In questo caso la loro indicazione era a medio termine, cioè il sisma si sarebbe dovuto verificare entro settembre 2012.
Come hanno fatto? A questo “sistema” il gruppo lavora da 6 anni con 2 algoritmi che si che chiamano CN ed M8. Utilizzano l’informazione contenuta nei cataloghi dei terremoti e individuano attenzione nell’attività sismica moderata quelle variazioni che possono essere considerate precursori di un forte terremoto. L’analisi consente di determinare gli intervalli temporali in cui risulta aumentata, rispetto alle condizioni normali, la probabilità in cui si verifichi un sisma di magnitudo superiore. E’ l’applicazione italiana di studi che vengono fatti anche da altri gruppi internazionali. L’algoritmo CN si chiama così, infatti, perché basato su dati della California e del Nevada. L’algoritmo M8 si chiama così perché è preposto alla previsione di terremoti di magnitudo di almeno 8.
La loro attendibilità è rispettivamente superiore al 95% per uno, al 99% per l’altro, afferma il professor Panza, che presentò il metodo in una prolusione per l’inaugurazione dell’Anno Accademico a Trieste 3 anni fa. Si è passati, dice, dalla fase in cui si diceva “impossibile prevedere i terremoti” a quella in cui “si possono prevedere” anche se con una incertezza.
Queste previsioni sono utili, oppure restano troppo vaghe? La risposta è che attualmente non sono ancora in grado di permettere l’evacuazione di popolazioni o cose simili. Sono però molto utili, se disponibili in tempo, per verificare lo stato di sicurezza di strutture importanti, per organizzare il sistema della Protezione Civile, per migliorare l’informazione della popolazione in caso di evento sismico.
Una cosa però è da notare. Forse sta per finire l’era delle “previsioni” di terremoti da parte di veggenti e sensitivi. Ebbene sì, erano loro, di solito a prevedere (si fa per dire) questi eventi, perché la scienza ancora non ci riusciva. Adesso il loro ciarlatanesco interesse si dovrà fatalmente spostare da qualche altra parte. La cosa mi atterrisce un po’. A cosa guarderanno adesso questi profeti di sventure?


Commenti

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. precisione di qualche centinaio di km e intervallo di tempo di 1-2 anni?
    sgomberiamo 50 mila persone per 1-2 anni via da casa?!

    Sarà pure precisa al 95% la previsione, su terremoti con un periodo di ritorno di 475 anni (come il sesto grado in emilia dal procedimento di disaggregazione sui tracciati sismici dell'INGV), ma è pur sempre impensabile applicarla alla società italiana.

    Senza contare che poi se declami il terremoto o al contrario che non arriva il terremoto, qualche magistrato pirla ti indaga per o procurato allarme o omicidio, come successo rispettivamente con il metodo non scientifico ed inverificato di Giuliani o con i capi della protezione civile.

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  3. Infatti avevo scritto che sono previsioni abbastanza inutili per l'evacuazione. In Italia pochi sono consapevoli dei piccoli a faticosi passi che la scienza compie per capire come prevedere terremoti ed eruzioni. Vorrebbero tutto e subito, non si rendono conto che è con la continua ricerca che si fanno le scoperte... Questo metodo di previsione è sicuramente un piccolo progresso.

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