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Celle solari che si possono dipingere sulla plastica!

Potete immaginare delle celle solari che stanno dentro un barattolo invece di stare un ingombrante pannello solare e che si possono dipingere su una superficie di plastica? Lo so, lo potete immaginare benissimo, tanto voi che seguite costantemente i progressi della tecnologia ormai siete abituati a tutto e avrete già capito che qualcuno sta sviluppando proprio questo tipo di tecnologia.

Vi racconto come stanno andando le cose. Alcuni ricercatori della University of Southern California stanno sviluppando un nuovo tipo di cella solare basata su nanocristalli talmente piccoli che 250 miliardi di essi potrebbero stare comodamente in un’area equivalente a quella della punta di uno spillo. Ma è proprio grazie alla piccola dimensione di questi nanocristalli che è possibile ricavarne un inchiostro da stendere o stampare su superfici lisce.

Questa scoperta è importante perché potrebbe aprire la strada a celle solari che possono essere stampate su plastica anziché su vetro e che hanno quindi anche il vantaggio di poter essere piegate e sagomate molto facilmente per adattarsi a qualunque situazione.

celle solari liquide

Le celle solari a nanocristalli liquidi hanno il vantaggio di essere più economiche delle classiche celle solari al silicio che vengono utilizzate nella stragrande maggioranza dei pannelli solari in commercio, ma non hanno altrettanta efficienza nel convertire la luce solare in energia elettrica. In passato si era tentato di realizzare in questo modo le celle solari, ma le difficoltà legate alla scarsa efficienza erano risultate insuperabili. I nanocristalli non riuscivano a fare scorrere la corrente elettrica tra loro. Gli scienziati della University of Southern California sono riusciti ad ovviare all’inconveniente realizzando un “legante” sintetico che costruisce dei piccoli “ponti” che collegano tra loro i nanocristalli aumentando così la conducibilità elettrica.

Il difetto decisivo per questa tecnologia nascente è il fatto che il rivestimento superficiale dei nanocristalli è composta da seleniuro di cadmio, un semiconduttore che risulta impossibile da immettere sul mercato a causa della sua tossicità. Anche se questo problema ferma in partenza la commerciabilità delle “vernici” per fare celle solari, non ferma certo la creatività dei ricercatori. C’è già qualcuno che sta cercando di studiare nanocristalli con rivestimento che non contiene cadmio


Commenti

  1. Il silicio c'è in abbondanza in natura a differenza del selenio e del cadmio...

    ma il problema è forse quello di mettere i nanocristalli sulla plastica (casomai un polimero).
    1) i polimeri vengono creati con il petrolio
    2) il sole degrada i polimeri invecchiandoli... dopo 10 anni di esposizione butti via tutto.

    RispondiElimina
  2. In effetti i problemi tecnici ci sono in questo caso, ma a furia di cercare l'evoluzione delle tecnologie continua :-)

    RispondiElimina
  3. hehe, arriverà prima o poi il genio che metterà i dissipatori delle CPU sotto i nanocristalli, magari con un po' di pasta termica, per smaltire il calore in un impianto solare termico retrostante ed aumentare così l'efficienza delle celle fotovoltaiche.

    Anche perchè i Solyndra si son rivelati un mezzo fallimento...dovevano produrre il 20% in più di energia, ed invece ne producono il 5% in meno.
    (solyndra senza specchio di concentrazione sottostante)

    ^_^'''

    RispondiElimina
  4. Si lotta con i punti percentuali di efficienza...

    RispondiElimina

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