giovedì 17 novembre 2011

Blog scientifici italiani


Mi è sempre frullata per la testa l’idea di redigere un censimento dei blog scientifici italiani. Però sono sufficientemente pigro da non essermi mai cimentato in questa difficile impresa. Per fortuna molti altri non sono pigri come me e in particolare chi cura il blog Il Chimico Impertinente non è affatto pigro, visto che un censimento dei blog scientifici italiani lo ha già messo online Occhiolino.

blog scientifici

Si tratta di un progetto ambizioso e quindi deve essere assolutamente appoggiato Sorriso.
Sono catalogati ben 295 (se ho contato bene) blog di argomento scientifico, un bel numero che è destinato a crescere sempre più. Di questo sono contento, perché la divulgazione degli argomenti scientifici è una cosa molto importante. Sono ormai troppi i messaggi che vengono dai mass media che tendono a sminuire la scienza e a farla sembrare quasi “pericolosa”. Non sono solo gli “intellettuali” che professano la supremazia della cultura umanistica a spingere al disprezzo della scienza, ma anche una categoria molto eterogenea di cultori di pseudoscienze sempre più presenti in televisione e su internet. Si tratta di “studiosi” del paranormale, di contattisti UFO, di sedicenti “veggenti” che prevedono catastrofi e ripetute fini del mondo (!) e tanti altri personaggi che vengono sempre più spesso invitati in trasmissioni televisive (al solo scopo di aumentare l’audience) o che pubblicano blog che (purtroppo) contano migliaia di visite giornaliere.

C’è un modo per contrastare questo andazzo? Ovvio che c’è, divulgare ogni tipo di argomento scientifico con passione e competenza come, fortunatamente, tantissimi sanno fare e fanno ormai da tempo.

Se qualcuno pensa che il proprio blog abbia i requisiti necessari per essere inserito nell’elenco, può visitare la pagina del censimento per richiedere l’inserimento tramite commenti.

mercoledì 16 novembre 2011

Pannelli solari e ambiente

Negli Stati Uniti, vicino a Los Angeles, si stanno installando un milione di pannelli solari che daranno energia a 100000 abitazioni. Per fare tutto ciò si sta sfruttando una vasta area desertica. Di solito il fotovoltaico ruba grandi superfici di terreno alle coltivazioni. Per fortuna sono state elaborate delle brillanti soluzioni per questo problema.

Tra Mantova e Piacenza si stanno usando pannelli solari fotovoltaici "sospesi" sui campi coltivati che inseguono il movimento diurno del Sole e non tolgono un solo centimetro alle coltivazioni (si estendono per ben 21 ettari). In questo modo possono fornire energia a 2500 persone.

Nel seguente filmato possiamo vedere questo interessante impianto fotovoltaico che non disturba l'agricoltura. Si tratta di un modello di sfruttamento a basso impatto ecologico che potrebbe avere un grande successo nell'immediato futuro.

Buona visione a tutti.

Lenti a contatto: ecco come si fanno! (video)

In alcuni documentari ho già visto come si fabbricano le lenti, come quelle degli occhiali o dei telescopi, ma non avevo mai pensato ad un’altra cosa: come si fabbricano le lenti a contatto? Le lenti a contatto sono molto piccole e sottili, quindi sicuramente richiederanno delle tecniche di lavorazione particolari. Ho cercato subito qualcosa su internet e ho trovato questo breve documentario (il filmato dura poco più di 4 minuti e mezzo) di Discovery Science.

Nel video scopriamo che le lenti a contatto esistono da oltre un secolo e che le lenti a contatto moderne sono morbide, mentre quelle del passato erano rigide e scomode da mettere a contatto con gli occhi. La produzione di una sola lente richiede un complesso procedimento a 14 stadi. Si tratta di una procedura davvero molto interessante che richiede l’uso di computer e di parti meccaniche di estrema precisione. Vi consiglio di vedere il filmato perché è davvero sorprendente vedere come si passa da un semplice pezzo di materiale polimerico ad una lente a contatto morbida già pronta per essere “indossata”.

Buona visione di questo interessante frammento di Discovery Science che spiega come si fabbricano le lenti a contatto.


martedì 15 novembre 2011

Criteri di uguaglianza dei triangoli

In questo post possiamo vedere una spiegazione dei criteri di uguaglianza (isometria o congruenza) dei triangoli. Tali criteri sono tre e si trovano già esposti negli Elementi di Euclide (300 a.C. circa). Soltanto il fatto di porsi le questioni cui rispondono questi criteri, cioè se sia possibile dedurre l’uguaglianza di due triangoli dall’uguaglianza di certi lati o angoli, implica già un atteggiamento razionale, che non si appaga della pura e semplice verifica sperimentale.

E’ perciò naturale che soltanto in una sistemazione razionale della geometria, come quella di Euclide, i casi di uguaglianza vengano trattati in maniera esauriente. Però non si esclude che qualcuno di essi potesse essere stato conosciuto più anticamente, visto che anche in Talete si ravvisano le prime tendenze alla razionalità che si affermò più tardi nella Scuola Pitagorica.

Ecco i tre criteri di uguaglianza dei triangoli. Nei filmati si può vedere una spiegazione più approfondita (non li ho realizzati io Occhiolino).

 

1) Primo criterio di uguaglianza (isometria) dei triangoli.

Se due triangoli hanno due lati e l’angolo tra essi compreso, rispettivamente, isometrici (uguali/congruenti), allora essi sono isometrici (uguali/congruenti).

 

2) Secondo criterio generalizzato di isometria dei triangoli.

Due triangoli che hanno ordinatamente isometrici un lato e due angoli qualunque, sono isometrici.

 

3) Terzo criterio di isometria dei triangoli.

Se due triangoli hanno i tre lati rispettivamente isometrici, allora sono isometrici.


lunedì 14 novembre 2011

I tipi di materasso. Quali sono i più comodi?

Negli ultimi anni sono stati realizzati molti tipi diversi di materassi, soprattutto per soddisfare esigenze di comodità ed ergonomia. Un materasso che induce il corpo ad assumere posizioni scomode o scorrette (ad esempio non segue la colonna vertebrale) può compromettere la qualità del sonno o può causare vari tipi di dolori.

materasso

Ci sono anche altri parametri da considerare, come la traspirazione, cioè la capacità di assorbire l’umidità del corpo umano, l’isolamento termico e la frequenza di manutenzione. Non bisogna dimenticare nemmeno l’aspetto che riguarda le allergie. Molti tipi di materasso diventano un vero e proprio “allevamento di acari” e quindi possono creare fastidi ai soggetti che soffrono di allergie.

Quali sono le tipologie di materasso che si possono trovare? Ecco un piccolo elenco corredato da tabelle che ne spiegano pregi e difetti.

 

Materasso di lana

materasso di lana

Artigianale Traspirazione Segue la colonna vertebrale Manutenzione Adatto agli allergici
Buona No Frequente e costosa No

 

Materasso a molle

materasso a molle

Artigianale Traspirazione Segue la colonna vertebrale Manutenzione Adatto agli allergici
No Buona (adatto a chi suda molto) In maniera parziale Nulla

 

Materasso in lattice

materasso in lattice

Artigianale Traspirazione Segue la colonna vertebrale Manutenzione Adatto agli allergici
No Ottima. E’ consigliabile usare una base che consenta lo smaltimento dell’umidità prodotta dal corpo umano. In maniera totale Nulla

 

Materasso in poliuretano

materasso in poliuretano

Artigianale Traspirazione Segue la colonna vertebrale Manutenzione Adatto agli allergici
No Buona. E’ un ottimo isolante ed è adatto per i climi freddi. In maniera quasi perfetta Nulla Sì. Contrasta la formazione degli acari.

 

Materasso ad acqua

materasso ad acqua

Artigianale Traspirazione Segue la colonna vertebrale Manutenzione Adatto agli allergici
A volte Pessima Di solito vengono usati per prevenire le piaghe da decubito a causa del fatto che l’acqua (liquido incomprimibile) obbedisce al principio di Pascal e quindi il materasso segue perfettamente le posizioni del corpo umano.    

 

Materasso ad aria

materasso ad aria

Artigianale Traspirazione Segue la colonna vertebrale Manutenzione Adatto agli allergici
No Non ottimale Di solito viene usato per prevenire le piaghe da decubito, ma è meno efficace del materasso ad acqua perché l’aria è comprimibile, quindi non segue alla perfezione la posizione del corpo. Si buca spesso

 

Materasso di origine vegetale

Artigianale Traspirazione Segue la colonna vertebrale Manutenzione Adatto agli allergici
Sì. E’ ottenuto materiali  occasionali come foglie,
felci, torba, fieno ed erbe aromatiche.
Non si conosce bene l’efficacia. ? ? ?

 

Futon

Artigianale Traspirazione Segue la colonna vertebrale Manutenzione Adatto agli allergici
? Non segue la colonna vertebrale, ma sta diventando sempre più di moda in occidente (è un tipo di letto di origine giapponese) Non frequente ?

domenica 13 novembre 2011

Acrofobia

L’acrofobia è il timore ossessivo di cadere nel vuoto, che si prova affacciandosi da un luogo elevato. L’etimologia del termine ha origine dal greco antico, infatti àkron significa “cima” o “sommità”, mentre phòbos significa “paura” o “timore”.

acrofobia

Spesso al timore irrazionale di cadere si sostituisce una altrettanto irrazionale tentazione di buttarsi giù e per questo motivo si cerca in ogni modo di stare lontani da finestre, balconi, burroni o altri luoghi molti alti.

L’acrofobia è una fobia e quindi rientra in un’ampia varietà di forme di nevrosi. Capire l’origine dell’acrofobia non è facile e si possono formulare due ipotesi. La prima ipotesi è che questa paura dell’altezza sia l’espressione di un conflitto interiore del soggetto, quindi è come se fosse la “rappresentazione simbolica” del suo conflitto interiore. La seconda ipotesi invece è che sia dovuta a traumi che hanno a che fare con l’altezza, ad esempio una caduta da un luogo alto avvenuta nell’infanzia.

Una spiegazione inaspettata dell’acrofobia ci viene invece da uno studio condotto da Russell Jackson della California State University di San Marcos. Secondo questo studio l’acrofobia sarebbe causata da un’errata percezione delle distanze verticali, gli acrofobici quindi tenderebbero a sovrastimare le distanze verticali e ciò causerebbe la sensazione abnorme di paura. E’ una spiegazione che potrebbe andare bene, ma la angosciosa e ossessiva tentazione di buttarsi giù che sperimentano molti acrofobici, come si potrebbe inquadrare nell’ipotesi di Russell Jackson?

Ma quali sono i sintomi tipici dell’acrofobia? Anche i sintomi si possono dividere in due categorie: i sintomi fisici e quelli psichici. I sintomi fisici più comuni sono la tachicardia, la debolezza, la sudorazione e l’agitazione che possono sfociare anche in un attacco di panico. I sintomi psichici invece riguardano i comportamenti di “evitamento” dei luoghi alti. Quando questi comportamenti diventano estremamente frequenti possono ridurre le capacità sociali dell’individuo che cerca di uscire sempre meno di casa. Tutto ciò può degenerare anche nella depressione. Il tutto diventa assolutamente invalidante come possiamo leggere in questa testimonianza: “acrofobia che cambia la vita”.

Esiste una cura per l’acrofobia? Di solito si tende ad usare terapie basate su una graduale esposizione del soggetto a grandi altezze (terapia da esposizione). Ad esempio la persona viene fatta salire nei piani alti di un palazzo (di solito gli acrofobici non hanno affatto bisogno di vere grandi altezze per cominciare a percepire la loro angoscia) e si cerca di farla avvicinare molto gradualmente ad una finestra. Il tutto ovviamente viene fatto con la supervisione di uno psicoterapeuta che guida il paziente in questo procedimento.

Recentemente è stato sperimentato anche un rimedio basato sulla somministrazione di una pillola al cortisolo. Il cortisolo è una sostanza che dovrebbe, in qualche modo, annullare la sensazione di paura. In questo modo la terapia al cortisolo potrebbe affiancarsi alla “terapia da esposizione”. Ovviamente anche in questo caso bisogna sempre fare attenzione a tutte quelle terapie che vengono pubblicizzate come “miracolose” o anche semplicemente “definitive”. Se si legge bene l’articolo linkato prima si nota che il cortisolo è considerato come una sostanza senza effetti collaterali, ma se si segue il link “cortisolo” si legge invece che il cortisolo non è affatto così innocuo. Inoltre non sembra nemmeno che abbia gli effetti psichici indicati, come quello di inibire la paura.

Un rimedio che secondo me invece potrebbe essere molto efficace è quello di utilizzare la terapia da esposizione con la realtà virtuale! Il paziente viene sottoposto a stimoli in realtà virtuale, come salire su un elevatore di un cantiere di costruzione di un palazzo, senza alcun pericolo reale. Si tratta del Virtual Reality Medical Center. Un metodo che unisce la psicologia con le moderne tecniche informatiche!

Una curiosità. Sembra che non esista nessuna correlazione tra acrofobia e paura di volare. La differenza probabilmente è dovuta al fatto che non c’è collegamento visivo tra l’aereo e il terreno circostante. Esistono abilissimi piloti d’aereo che sono acrofobici, ma quando pilotano l’aereo non hanno nessuna paura, invece quando si trovano nei pressi una scogliera o salgono su un edificio alto la loro paura si manifesta in tutta la sua drammaticità.


sabato 12 novembre 2011

Astronauti che cadono sulla Luna

Tutti noi abbiamo sperimentato la durezza del suolo terrestre, ogni volta che siamo caduti. Alcuni uomini hanno avuto un'altra esperienza: sono caduti sulla Luna! Si tratta, ovviamente, degli astronauti.

Lo so, l'accelerazione di gravità sulla Luna è solo un sesto di quella che c'è sulla Terra e quindi la caduta è meno "rovinosa", ma sono sicuro che arrivare sul suolo con quella scomodissima tuta spaziale non sia una cosa molto piacevole. A questo punto la battuta viene spontanea: ma siamo mai stati sulla Luna? Certo, alcuni ci sono anche caduti!

In questo filmato possiamo vedere un mix di astronauti che cadono sulla Luna. Non so se è realmente divertente, ma ci fa capire che anche uomini "eroici" come gli astronauti possono inciampare ogni tanto...

Buona visione a tutti.

Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...