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giovedì 11 aprile 2013

I misteri delle lune di Giove

Giove è un pianeta molto interessante, ma le sue lune lo sono ancora di più. Sotto la superficie ghiacciata di Europa probabilmente c'è un oceano di acqua liquida che potrebbe persino ospitare alcune forme di vita. Sul satellite più vicino a Giove, Io, c'è sicuramente molta "attività" perché è un luogo in cui avvengono immense e frequenti eruzioni vulcaniche. Tali eruzioni sembrano causati dagli effetti mareali di Giove e dalle lune Europa e Ganimede. In realtà i modelli matematici che dovrebbero spiegare questa attività vulcanica non coincidono con l'effettiva distribuzione di vulcani sulla superficie di Io.

Nel seguente filmato potete vedere maggiori dettagli sugli affascinanti misteri delle lune di Giove.

Buona visione a tutti.

mercoledì 13 marzo 2013

Cosa sono gli asteroidi?

La Terra è stata bersagliata da un numero enorme di asteroidi, soprattutto in epoche molto remote (da 3,9 a 3,7 miliardi di anni fa). Ancora oggi il pericolo di impatto con un asteroide non è affatto sceso a zero. Anche le comete possono avere impatti con il nostro pianeta. Ma cosa sono esattamente gli asteroidi (e le comete)? In questo filmato ce lo spiega il divulgatore scientifico Luigi Bignami. Ci illustrerà anche quali sono i pericoli di impatto con corpi celesti più o meno grandi e qual è la differenza tra pianeti e asteroidi.

Buona visione a tutti.


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giovedì 7 marzo 2013

Meteorite in Russia: è rimasto qualcosa?

Sono passate poche settimane dall’evento, ma il ricordo dello spettacolare (e impressionante) meteorite caduto in Russia è ancora molto vivo. Quando i meteoriti cadono, lasciano delle scie nell’atmosfera formate da materiale incandescente. Questo materiale incandescente è costituito da metalli che si solidificano sotto forma di microsferule che vengono chiamate microsferule cosmiche. Ce ne parla in questo filmato il geologo e giornalista scientifico Franco Foresta Martin.

Buona visione a tutti.


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martedì 5 marzo 2013

La Terra senza la Luna

Cosa accadrebbe alla Terra se la Luna, come per magia, sparisse? E come sarebbe la Terra se la Luna non fosse mai esistita? Questo documentario mostra quanto è importante la Luna per lo sviluppo della vita sulla Terra. Di fatto questo “sasso” spaziale ha influenzato pesantemente l’evoluzione del nostro pianeta e ha favorito il sorgere della vita e l’incremento della biodiversità. Se la Terra non avesse avuto un satellite così grande, la sua struttura attuale sarebbe profondamente diversa da quella che osserviamo e noi, probabilmente, non saremmo mai esistiti…

Quasi 45 minuti di documentario da non perdere assolutamente e che ci fa meditare profondamente. Soprattutto fa crollare le certezze di tutti coloro che sono convinti che la vita intelligente deve essere molto diffusa nell’Universo.

Buona visione a tutti.


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Quando morirà il Sole?

Il nostro Sole è una stella e, come tutte le altre stelle, è destinato a “morire”. In questo caso per morire si intende naturalmente la fine della sua capacità di emettere energia come lo fa adesso, con le relative trasformazioni della sua struttura e delle sue dimensioni. Questo evento avverrà tra circa 5 miliardi di anni e quindi non ci interesserà direttamente, ma interesserà una ipotetica umanità evoluta di quel futuro remotissimo. In effetti non siamo nemmeno sicuri che l’umanità esisterà ancora in un’epoca così lontana. In questo filmato l’astrofisico Gianluca Masi ci spiega come avverrà la fine del nostro Sole.

Buona visione e buon ascolto.


venerdì 15 febbraio 2013

Meteorite in Russia (video)

Le immagini video del meteorite in Russia hanno fatto il giro del mondo. Si è trattato di un evento spettacolare, ma ha purtroppo causato quasi mille feriti. L'evento è accaduto nelle vicinanze della città di Chelyabinsk (Russia). L'oggetto, entrando in atmosfera, ha creato una vistosa scia ed ha generato un'onda d'urto che ha rotto i vetri delle abitazioni. La maggior parte dei feriti infatti sono persone che sono state colpite da schegge di vetro.

L'oggetto si è completamente disintegrato prima di toccare il suolo e il suo diametro (stimato) era di circa un metro. Ovviamente non c'è nessuna correlazione tra questo evento e il passaggio ravvicinato (previsto per oggi 15 febbraio 2013) dell'asteroide 2012 DA14. Gli orari sono diversi e anche le orbite dei due oggetti sono molto diverse. L'asteroide 2012 DA14 ha un diametro molto maggiore (circa 40 metri) e se fosse caduto avrebbe creato danni molto maggiori.

E' interessante far notare che grazie ai potenti telescopi moderni, dotati di sensori sensibili a livelli luminosi molto bassi, è possibile scoprire e tenere d'occhio asteroidi che hanno un diametro di poche decine di metri; fino a pochi decenni fa non era possibile fare neanche questo. Non si ancora in grado di monitorare oggetti di dimensioni dell'ordine di un metro, ma non è detto che nel futuro non si possa ottenere questo risultato. Per fortuna, più gli oggetti sono piccoli, meno danni e meno vittime possono fare...

Ho selezionato un paio di filmati che mi hanno impressionato.

Nel primo video si vede la scia luminosa lasciata dall'oggetto durante l'ingresso in atmosfera, fino alla disintegrazione.



Nel secondo video possiamo vedere l'entità dell'onda d'urto causata dall'esplosione del meteorite.

sabato 9 febbraio 2013

Nebulosa Testa di Cavallo

Conoscete la Nebulosa Testa di Cavallo? Si tratta di un famoso complesso di nebulose di vario tipo (oscure, a riflessione, ad emissione) che ricordano approssimativamente il profilo di una testa di cavallo. In realtà il profilo della testa di cavallo è dovuto alla nebulosa oscura B33, che si staglia su una lunga e debole nebulosa ad emissione (IC 434). Vicino alla testa di cavallo si osserva anche la nebulosa a riflessione NCG 2023 (in basso a sinistra nella foto). Si tratta di una zona del cielo difficile da fotografare, soprattutto dai nostri cieli italiani molto inquinati da una illuminazione sprecona.

La notte del 5 febbraio 2013 anche io ho tentato di riprendere questa famosa nebulosa e il risultato è quello che potete vedere in questo post. Non può competere con le favolose immagini che alcuni astroimagers riescono a sfornare, ma per me è una piccola soddisfazione avere fotografato questo oggetto che tanto ammiravo nelle foto dei libri di astronomia quando ero piccolo.

nebulosa Testa di Cavallo

Dati della foto:

Telescopi o obiettivi di acquisizione:Celestron CPC-800

Camere di acquisizione: Canon EOS 600D / Rebel T3i

Riduttori di focale: Antares Antares f/6.3 SCT

Software: photoshopChristian Buil's IRIS

Date: 05 febbraio 2013

Pose: 91x60" ISO800

Integrazione: 1.5 ore


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mercoledì 16 gennaio 2013

L’uomo che corre tra le stelle

Il titolo del post è romantico, ma corrisponde “quasi” a verità. In effetti c’è una nebulosa nella costellazione di Orione che viene chiamata “The Running Man” a causa della sua forma. Si tratta della nebulosa catalogata come NGC 1977 che è una regione nebulare a riflessione e ad emissione associata a numerose stelle blu. La nebulosa è inframezzata da alcune nebulose oscure ed è proprio da queste che NGC 1977 prende il nome “L’uomo che corre”. Stavolta la pareidolia si rende utile Sorriso. Osservando bene la foto, infatti, sembra di vedere un uomo scuro che corre tra le stelle.

Questa bellissima regione nebulare appare facilmente nelle foto a lunga posa con strumenti piccoli o anche visualmente, ma solo in maniera parziale e con telescopi molto potenti. Ecco la foto che ho realizzato io, spero che vi piaccia Occhiolino:

NGC 1977 the running man

Dati dell’immagine:

Telescopi o obiettivi di acquisizione:Celestron CPC-800

Camere di acquisizione: Canon EOS 600D / Rebel T3i

Riduttori di focale: Antares Antares f/6.3 SCT

Software: photoshopDeepskystacker

Pose: 70x40" ISO1600

Integrazione: 0.8 ore

Larghezza del campo: 25.76 minuti d'arco

Altezza del campo: 17.34 minuti d'arco


mercoledì 9 gennaio 2013

12 miliardi di anni luce!

Il quasar APM 08279+5255 si trova a 12 miliardi di anni luce :shock: La notizia più interessante è che questo quasar, visibile nella costellazione della Lince, nonostante l'enorme distanza, è facilmente fotografabile con strumenti da astrofili come il mio. La sua magnitudine, nel rosso, è 15,2 e la sua magnitudine assoluta è di -33,2 :shock: , il che significa che se fosse posto a 10 parsec (32,6 anni luce) da noi, sarebbe molto più luminoso del Sole! 8)
Per giustificare una tale colossale emissione di energia gli astrofisici hanno ipotizzato la presenza al suo interno di un buco nero con una massa di 20 miliardi di volte quella del Sole. Nel 2011 si è scoperto che in questo quasar è presente una enorme quantità d'acqua, visibile nelle osservazioni spettroscopiche. Si tratta di 10 elevato a 18 volte la massa di tutta l'acqua presente nel nostro pianeta.
Davvero incredibile. E tutto questo lo si è potuto scoprire dal puntino luminoso che vi mostro subito:

(Clicca sull’immagine per vederla ingrandita e per leggere le specifiche tecniche della foto).

Anche se questa immagine è l'antitesi della spettacolarità (l’ho convertita in negativo per evidenziare meglio il puntino luminoso), è sempre affascinante sapere che i fotoni raccolti dal sensore della mia reflex digitale sono partiti ben 12 miliardi di anni fa, quando ancora non esisteva né la Terra, né il Sole e forse nemmeno la nostra Via Lattea! Quando l'universo era nato da appena 1,7 miliardi di anni. Meditiamoci! :D


venerdì 28 dicembre 2012

Animazione di Giove e satellite Io

E’ la mia prima animazione planetaria, quindi è normale che faccia un po’ schifo Occhiolino. Nonostante tutto la pubblico, tanto voi siete sempre molto buoni con me Sorriso. Si tratta di una animazione della rotazione del pianeta Giove il 27 dicembre 2012. Sull’atmosfera gassosa del grande pianeta si proietta l’ombra del satellite Io. Si notino anche i movimenti delle nubi dell’atmosfera gioviana. Per fare questa animazione ho usato 10 foto ottenute da altrettanti filmati da circa 2000 fotogrammi ciascuno. Da ogni filmato ho selezionato i 500 migliori fotogrammi con il software Registax 6 per ottenere le immagini finali. Il telescopio usato è un Celestron CPC-800, per i filmati la camera di acquisizione è una reflex digitale Canon EOS 600d. Per allungare la focale allo scopo di ottenere un notevole ingrandimento ho usato una lente di barlow 2,5x.

Buona visione dell’animazione di Giove e del satellite Io.

(cliccare sull’immagine per vedere l’animazione)


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domenica 16 dicembre 2012

Nebulosa di Orione (M42) fotografata da me

Le mie foto astronomiche non sono né professionali né perfette, ma mi vanto del fatto che mantengono quel connotato “amatoriale” che dovrebbe contraddistinguere ogni attività di un astrofilo. Qualche giorno fa ho potuto realizzare il sogno di qualunque astrofilo principiante nel campo dell’astrofotografia: immortalare la più che famosa nebulosa di Orione.

Questa bellissima nebulosa, che nel catalogo di Messier è indicata come M42, è una regione di gas e polveri lontana 1270 anni luce da noi. In questa zona dello spazio si stanno formando numerose nuove stelle; questa è la cosa più affascinante. Non c’è bisogno di un telescopio per poterla vedere, basta l’occhio nudo e con un binocolo si ottiene una visione già affascinante, perché si nota benissimo la nebulosità che incorpora una gran quantità di stelle molto brillanti.

Con un piccolo telescopio, se il cielo è limpido e osserviamo da un luogo lontano da disturbi dovuti all’illuminazione, la visione diventa davvero spettacolare. La nube luminosa si spezza in una infinità di dettagli, di disomogeneità, di chiaroscuri, di rivoli di luce, di baffi luminosi. C’è da restare davvero a bocca aperta!

I risultati più sbalorditivi (per un astrofilo) si ottengono con i moderni sensori CCD o con le reflex digitali, sempre più sensibili e privi di rumore elettronico. Basta googlare un po’ per trovare foto realizzate da dilettanti che sono dei veri capolavori. Tra questi capolavori NON si possono certo annoverare le mie foto Occhiolino; infatti per il momento accontentatevi di questa immagine. In futuro cercherò di fare di meglio.

m42rsred

Scheda tecnica

Telescopi o obiettivi di acquisizione: Celestron CPC-800
Camere di acquisizione: Canon EOS 600D / Rebel T3i
Riduttori di focale: Antares Antares f/6.3 SCT
Software: Christian Buil's Iris, Adobe Photoshop
Risoluzione: 3012x3129 pixel
Date: 14 dicembre 2012
Pose: 13x30" ISO800
Integrazione: 0.1 ore
Dark: ~11
Flat: ~11
Bias: ~11

Se avete la curiosità di capire come si realizza una foto astronomica di questo tipo, potete leggere questa guida realizzata da Michelangelo Rezzonico. Buona lettura a tutti gli interessati.


lunedì 26 novembre 2012

Foto crateri lunari: Platone e Gassendi

In una rara serata con un seeing decente, sono riuscito a fare qualche foto lunare con risultati apprezzabili. Il 25 novembre 2012 ho ripreso i crateri Platone e Gassendi. Si tratta di due spettacolari crateri ben visibili anche con piccoli telescopi. Platone ha un diametro di 109 chilometri e si è formato 3,84 miliardi di anni fa. Sul suo fondo piatto è possibile vedere alcuni piccoli crateri da impatto se la turbolenza atmosferica è abbastanza contenuta (seeing buono). Nella mia immagine alcuni di questi piccoli crateri sono ben visibili, chiaro segno che il seeing era favorevole. Ecco la foto.

plato

 

Il cratere Gassendi ha una larghezza massima di 110 chilometri e una profondità di 1,9 chilometri. La caratteristica più interessante di questo cratere è che al suo interno presenta delle rimae, cioè delle formazioni geologiche simili a delle fenditure nel terreno. Anche nella mia foto si possono vedere alcune di queste “spaccature” all’interno del cratere.

gassendi

Per ottenere delle foto planetarie e lunari in questa “era digitale” si usa un procedimento abbastanza complicato. Infatti la foto non consiste in un singolo “scatto”, ma si fa un intero filmato del soggetto con una fotocamera digitale o con una camera CCD dedicata alle riprese planetarie. Anche una semplice webcam o una telecamera digitale possono essere utilizzare per acquisire il filmato, ma i migliori risultati si ottengono con le camere CCD specifiche per le riprese planetarie. I singoli fotogrammi del filmato (devono essere più di un migliaio, corrispondenti a una durata del filmato di alcuni minuti) vengono allineati e sovrapposti da un apposito software (ad esempio Registax) per minimizzare gli effetti della turbolenza atmosferica. L’immagine finale ottenuta può essere ulteriormente sottoposta a ritocchi per fare “uscire” ogni minimo dettaglio con normali software di fotoritocco, come Gimp o Photoshop.

Le foto sono state ottenute con un telescopio Celestron CPC-800, fotocamera reflex digitale Canon EOS 600d. I filmati sono stati acquisiti con il software Backyard EOS. 1000 fotogrammi per ciascun filmato. Per Platone sono stati allineati e sovrapposti 300 fotogrammi, per Gassendi 200.

Per altri dettagli tecnici:

Platone

Gassendi


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domenica 18 novembre 2012

Foto di Giove - 1 novembre 2012

Questa è una foto di Giove realizzata da me con il mio telescopio e con la mia fotocamera reflex digitale. Non è un’immagine straordinaria, ma mette in evidenza come si possano ottenere delle immagini astronomiche planetarie apprezzabili con attrezzature alla portata di tutti. Il mio telescopio infatti è reperibile (nuovo) a circa 2000 euro, mentre la fotocamera digitale si può trovare a meno di 700 euro. Nel mercato dell’usato, poi, si possono trovare anche a prezzi più bassi.

C’è da fare una considerazione. Con una camera CCD planetaria è possibile ottenere risultati migliori di questi anche spendendo meno, ma la camera CCD planetaria si può usare solo per questo tipo di riprese, la reflex digitale invece è utilizzabile per le foto planetarie, lunari, di oggetti del profondo cielo e anche per le foto delle vacanzeOcchiolino

La foto è stata ottenuta giorno 1 novembre 2012, telescopio Celestron CPC-800, fotocamera reflex digitale Canon 600D, lente di barlow 2,5x. Il seeing era mediocre. Per fare una foto del genere non si scatta un singolo fotogramma, ma c’è un metodo più complesso. Si gira un filmato per riprendere circa un migliaio di fotogrammi e anche di più. Con un apposito software i fotogrammi vengono allineati e sovrapposti per ottenere il risultato “grezzo”. Questa immagine grezza viene elaborata ulteriormente per “tirare fuori” tutti i dettagli possibili. Infine l’immagine può essere ritoccata ulteriormente con software come Photoshop o Gimp per gli ultimi ritocchi “cosmetici”.

Si può ottenere un’immagine ancora migliore con questa attrezzatura? Certamente. Basta che la turbolenza atmosferica sia inferiore. Avevo già scritto che quando ho realizzato questa immagine il seeing era mediocre, ma se fosse capitata una serata con atmosfera più “ferma” si sarebbero mostrati molti più dettagli. Sto ancora aspettando una serata buona, ma durante questo mese di novembre c’è sempre stato maltempo o seeing ancora peggiore, perché il passaggio delle perturbazioni determina una turbolenza molto forte anche quando il cielo è sereno. Si spera che a dicembre si presentino delle serate migliori dal punto di vista meteo e anche del seeing. Il 3 dicembre 2012 Giove sarà in opposizione, quindi sarà visibile per tutta la notte e si troverà alla minima distanza dalla Terra. Un’ottima occasione per riuscire a tirare fuori delle belle foto del gigante gassoso, spero migliori di questa… Occhiolino

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giovedì 15 novembre 2012

Residuo di supernova: crab nebula

I residui di supernova sono delle nebulose che nascono dall'esplosione di una stella giunta alla fine del suo ciclo evolutivo. Si tratta di esplosioni violentissime che possono capitare a stelle che hanno una massa molto maggiore di quella del Sole. Stiamo parlando del fenomeno della supernova.

In questo post vi mostro una foto di uno dei più famosi residui di supernova: la crab nebula (in italiano: nebulosa granchio o del granchio). Nel famoso catalogo di Messier viene catalogata con il numero 1, quindi viene chiamata M1, che sta proprio per Messier 1.

Questa bella nebulosa si trova a circa 6500 anni luce di distanza da noi e si è formata nel 1054 in seguito all'esplosione di una supernova. La brillante esplosione fu osservata nell'anno 1054 da astronomi cinesi che riportarono che fu così brillante che fu visibile per 23 giorni consecutivi anche di giorno e per più di un anno di notte. All'interno della nebulosa nel 1968 fu trovata una pulsar che indica la presenza di una stella di neutroni.

Non potete capire che emozione è stata per me riuscire a fotografare un simile oggetto celeste! Lo ammiravo nei libri di astronomia quando ero bambino. Anche se questa foto è di modestissima qualità rispetto a quelle realizzate da altri astrofili o dai grandi telescopi degli osservatori astronomici, per me è comunque una grande soddisfazione!


 (Clicca sull'immagine per vederla ingrandita)

Ecco cosa ho usato per realizzare questa foto:

Telescopio Celestron CPC-800.
Fotocamera digitale Canon EOS 600D.
Sovrapposizione di 10 pose da 60 secondi ciascuna a ISO 1600, allineate e sovrapposte con il software Iris. Fotoritocco con Photoshop 5.5.

mercoledì 17 ottobre 2012

Il pianeta di Alfa Centauri

Alfa Centauri è una delle stelle più vicine a noi. Non è visibile dall'emisfero nord, ma per chi abita in zone come sud America, Australia, sud Africa, Alfa Centauri è una bella stella tra le più brillanti del cielo.

In realtà Alfa Centauri è un sistema multiplo formato da tre stelle. Le componenti A e B sono molto ravvicinate tra loro e sono due stelle con una massa e luminosità molto simili a quelle del Sole, mentre la componente C (chiamata anche Proxima Centauri) è una piccola e fredda nana rossa. Proxima Centauri è la stella che detiene il record della stella più vicina con una distanza di 4,23 anni luce. Le componenti A e B invece distano 4,36 anni luce.

Un confronto delle dimensioni relative del Sole e Alfa Centauri A, B, C (Proxima).


La scoperta è che Alfa Centauri B ha un pianeta di dimensioni simili alla Terra, ma che orbita così vicino alla stella da essere un mondo torrido e sicuramente inospitale per qualsiasi forma di vita.

La sua massa è 1,13 volte quella della Terra ed è una delle più piccole masse planetarie extrasolari che siano mai state rilevate, segno che la sensibilità di rilevazioni dei pianeti sta migliorando! Il suo periodo orbitale è di soli 3,24 giorni terrestri e la distanza dalla stella è di soli 6 milioni di chilometri. Per confronto, il torrido Mercurio non si avvicina mai a meno di 46 milioni di chilometri dal Sole.

In fondo Alfa Centauri B è un poco più fredda del Sole, ma questo non aiuta il nuovo pianeta scoperto ad essere un luogo più ospitale e non vi può esistere vita e nemmeno acqua allo stato liquido. Quindi non sembra una scoperta poi così importante, ma in realtà lo è.

Il fatto è che la scoperta è frutto di una misura di eccezionale precisione dell'effetto Doppler che mostra gli spostamenti di Alfa Centauri B. Quando due corpi sono legati gravitazionalmente essi orbitano attorno al centro di massa del sistema. Se un corpo è più massiccio dell'altro, questo percorrerà un'orbita più piccola a velocità più bassa. Tra una stella e un pianeta c'è una differenza di massa notevole, quindi il pianeta farà percorrere alla stella un'orbita molto piccola attorno al centro di massa e con una velocità decisamente molto bassa.

Per fortuna un pianeta che orbita molto vicino alla stella provoca degli spostamenti un po' più ampi e veloci, come nel caso del nostro nuovo pianeta. In questo modo è stato possibile rilevarlo anche se ha una massa molto piccola.

L'effetto Doppler che è stato misurato sulla luce di Alfa Centauri B mostra una velocità di mezzo metro al secondo. Meno di un uomo che sta passeggiando! Si tratta di un segnale davvero molto debole! E' un vero miracolo che un segnale così debole sia potuto emergere dal rumore di fondo.

L'impresa è stata realizzata grazie alle osservazioni compiute con lo spettrografo HARPS (High Accuracy Radial velocity Planet Searcher) durante una campagna di osservazioni delle 10 stelle più vicine.

Il grafico sotto mostra l'effetto del pianeta sulla stella. RV significa "Radial Velocity" ed è la velocità "avanti e indietro" che ha la stella "spostata" dal pianeta. Nell'asse x invece vediamo il tempo orbitale indicato come frazione dell'orbita di 3,24 giorni.


Il grafico mostra l'andamento sinusoidale che indica la presenza di un pianeta.

Davvero eccezionale!

Mi dispiace solo per i credenti della vita aliena. Per la scoperta del primo pianeta davvero abitabile si dovrà aspettare ancora un po'.

venerdì 28 settembre 2012

Super cometa in arrivo sarà visibile ad occhio nudo nel 2013

L'hanno annunciata come una super cometa, ma ancora è troppo presto per dire se la cometa denominata C/2012 S1 (ISON) sarà veramente uno spettacolo o sarà una delusione. Nel passato molte comete che promettevano di diventare visibili ad occhio nudo hanno deluso le aspettative, al contrario è anche successo che comete che sembravano a prima vista più "tranquille" hanno offerto uno spettacolo non indifferente. Il problema è che le comete sono degli oggetti piuttosto "imprevedibili" su tempi lunghi.

Per capire il motivo della imprevedibilità delle comete giova ricordare un attimo cosa è una cometa. Si tratta di oggetti celesti molto piccoli, di solito con un diametro che non supera le poche decine di chilometri, ma composti prevalentemente di ghiaccio (si tratta di biossido di carbonio, metano e acqua ghiacciati). Il ghiaccio evapora quando l'oggetto si avvicina sufficientemente al Sole lungo la sua orbita fortemente allungata. E' questo fenomeno di evaporazione che forma la spettacolare "coda" che fa delle comete uno degli spettacoli celesti più "terrificanti".

La cometa Ikeya Seki del 1965. Secondo alcuni astronomi la cometa ISON potrebbe offrire uno spettacolo simile a quello di questa cometa passata quasi 50 anni fa.

Il problema è proprio questo, il materiale che può evaporare da questa cometa è poco o molto? Ecco in cosa consiste l'imprevedibilità delle comete; per la cometa ISON lo sapremo solo quando sarà abbastanza vicina al Sole da esibire una coda e questo non avverrà prima di ottobre-novembre 2013. In ogni caso, se le previsioni più ottimistiche (attenzione: le più ottimistiche) degli astronomi si verificheranno, questa cometa potrebbe diventare un vero spettacolo. Dovrebbe diventare facilmente visibile ad occhio nudo. Il massimo avvicinamento al Sole è previsto per il 28 novembre 2013 e la cometa gli passerà molto vicino, a soli 1,2 milioni di chilometri di distanza. Ovviamente nei giorni vicini al 28 novembre la cometa non sarà visibile perché troppo vicina al Sole, ma dovrebbe essere facilmente osservabile nei giorni precedenti e successivi.

Noi attendiamo pazienti, ma saremo pronti con i nostri telescopi e con le nostre fotocamere per immortalare questo probabile spettacolo celeste.

giovedì 20 settembre 2012

La galassia più lontana mai vista si trova a 13,2 miliardi di anni luce

A causa della velocità finita della luce, ogni volta che guardiamo lontano, guardiamo anche nel passato. A causa di ciò l'oggetto astronomico più lontano che sia mai stato scoperto è anche l'oggetto più antico che si conosca.

La galassia più distante


Con il telescopio Spitzer, della NASA, è stata scoperta una galassia distante 13,2 miliardi di anni luce. Si tratta di MACS 1149-JD. La sua luce è partita quando l'universo aveva un'età di poco meno di 500 milioni di anni. Ma perché questa scoperta è importante?

Perché ci mostra la presenza di galassie in un periodo della vita dell'Universo poco dopo l'era in cui c'è stata la transizione tra uno stato "opaco" in cui la luce non riusciva ad attraversare lunghe distanze nello spazio, ed uno stato "trasparente" quando la radiazione riusciva invece ad attraversare la materia.

Fonte: http://www.spitzer.caltech.edu/news/1450-ssc2012-12-NASA-Telescopes-Spy-Ultra-Distant-Galaxy

mercoledì 12 settembre 2012

L'energia oscura esiste veramente

L'energia oscura, la misteriosa "entità" che accelera l'espansione dell'Universo, esiste davvero, come dimostrano alcuni recenti studi svolti dagli astrofisici. Dopo uno studio durato due anni, un team internazionale di studiosi ha concluso che la probabilità che l'energia oscura esista veramente è del 99,996 percento.

L'energia oscura è uno dei misteri scientifici più affascinanti della nostra epoca, forse è per questo che molti studiosi dubitino persino della sua reale esistenza. I nuovi studi però ci hanno dato un nuovo livello di confidenza e ci hanno persino fornito una probabilità che le misure siano consistenti anziché essere delle fluttuazioni statistiche.



Sfortunatamente il fatto di essere abbastanza sicuri che esista non ci aiuta molto, infatti nessuno ancora ha la minima idea di cosa sia l'energia oscura. Fu osservata la prima volta nel 1998 quando un team di ricercatori scoprì che l'espansione dell'Universo è accelerata, scoperta che è valsa il premio Nobel per la Fisica nel 2011.

L'energia oscura rappresenta il 73% dell'intera massa dell'Universo, dove il 23% è dovuta alla materia oscura (che è altrettanto misteriosa, anche se qualche ipotesi è stata formulata), e solo il 4% dell'Universo è formato dalla materia che ben conosciamo.

Le scoperte fatte nel passato sono affascinanti, ma i territori sconosciuti della conoscenza lo sono ancora di più, perché sono una sfida per il pensiero e l'ingegno umano. Speriamo di avere la fortuna di vivere abbastanza perché qualche genio (o qualche team di ricercatori) arrivi alla spiegazione dell'energia oscura (e anche della materia oscura, ovviamente).

Io sono fiducioso.

giovedì 6 settembre 2012

Luigi Prestinenza non è più con noi

In realtà dire che Luigi Prestinenza non è più con noi non è corretto, perché resterà sempre nei nostri ricordi. Prestinenza era un giornalista sportivo e scientifico e un appassionato di astronomia, è scomparso il 4 settembre 2012. Io non mi sono mai interessato di calcio e quindi lo conosco soprattutto come astrofilo. Aveva fondato il Gruppo Astrofili Catanesi nel 1977 ed era stato presidente di questa associazione fino al 2003. In questi lunghi anni ha contagiato la sua passione per le stelle a tantissimi giovani (e anche meno giovani). Il gruppo Astrofili Catanesi è cresciuto grazie a lui.

Non ho avuto la fortuna di conoscerlo in maniera approfondita. Ricordo di averlo incontrato la prima volta nella sede del gruppo astrofili nel periodo in cui l'ho frequentato la prima volta, pressappoco nell'anno 1984. Era molto contento di vedere un nuovo iscritto così giovane (avevo 16 anni) e mi mostrò una bella foto (erano i tempi gloriosi in si facevano ancora le fotografie stampate su carta...) di una nebulosa fatta da un membro del gruppo. Disse di non ricordarsi il nome di quella nebulosa, che ce l'aveva sulla punta della lingua, ma non riusciva proprio ad uscirgli quel nome. Io non slancio giovanile dissi subito: "è la nebulosa Laguna!". Ecco, esattamente! Bravo! Da allora sono rimasto sempre con la sensazione che avesse voluto mettermi alla prova. Ora ne sono sicuro: non esiste un astrofilo esperto che non riesce a ricordare la nebulosa Laguna ;-)

Quelli che lo conoscevano meglio sicuramente possono raccontare molti e più interessanti aneddoti, ma tutti sono concordi nel dire che era un grande uomo che trasmetteva passione, carisma, carica, energia.

A tutti ha lasciato qualcosa. Nonostante la scomparsa del 4 settembre 2012, a 83 anni, crediamo che dalla sua vita possa nascere ancora qualcosa di molto buono grazie a tutto ciò che ci ha insegnato.

domenica 2 settembre 2012

I colori delle stelle

Avete mai notato, magari in una bella notte stellata in qualche luogo buio, che le stelle sono colorate? In effetti non è facile percepire ad occhio nudo i colori delle stelle, ma alcune stelle molto luminose permettono di vedere una lieve sfumatura della loro luce che ne indica il colore. Ad esempio Antares è una stella che rivela facilmente il suo colore arancione-rossastro. In questo caso il colore è talmente evidente che gli antichi la chiamarono Antares che significa "rivale di Marte" perché la sua luce somigliava a quella del pianeta rosso. Antares è la stella più luminosa della costellazione dello Scorpione ed è anche una delle stelle più luminose del cielo. E' facilmente visibile per tutto il periodo estivo.

Antares circondata da gas e polveri. Nelle foto è possibile vedere i gas illuminati da quella stella  molto luminosa.


Un'altra stella che mostra abbastanza facilmente il suo colore è Vega. Appare nel periodo estivo e, stando attenti, la sua luce mostra una sfumatura vagamente azzurrina. Anche alcune stelle della costellazione di Orione emettono luce tendente all'azzurro, mentre la stella più luminosa del cielo, Sirio, appare di un colore bianco puro. Arturo rivela un colore arancione e Capella vagamente giallastro.

Tranne che per le stelle più luminose, il nostro occhio non è in grado di percepire alcun colore definito. Le stelle più deboli ci appaiono indistintamente bianche. Perché? Il nostro occhio perde efficienza nella percezione dei colori quando la luminosità è bassa. Basta entrare in una stanza poco illuminata o in penombra per avere una visione quasi senza colori.

Con un telescopio, anche piccolo, la storia cambia. La luce raccolta da un telescopio è molto più grande di quella raccolta dall'occhio a causa della maggiore superficie delle lenti/specchi, quindi è possibile vedere i colori di molte più stelle e il colore delle stelle già visibile ad occhio nudo diventa assolutamente evidente.

Albireo è una stella binaria formata da due componenti che presentano colori ben visibili anche in un piccolo telescopio.


Qual è il significato fisico del colore delle stelle? Il colore delle stelle dipende dalla loro temperatura. Le stelle azzurre sono le più calde con temperature che variano tra i 30000 e i 10000 gradi, quelle bianche hanno temperature tra i 10000 e i 7000 gradi, le gialle tra i 7000 e i 5000, arancioni tra 5000 e 3500. Le più fredde sono rosse ed hanno temperature tra i 3500 e i 2500 gradi. (Le temperature che ho indicato sono intese in gradi Kelvin).

Il Sole, con la sua temperatura di 5800 gradi è classificabile come una stella gialla (anche se questa classificazione non deve essere presa alla lettera).

La prossima volta che vi capita di guadare il cielo in una notte senza Luna e lontano da fonti luminose, fate caso ai colori delle stelle e pensate alle temperature di quelle azzurre! Altro che solleone!

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