lunedì 15 febbraio 2010

L’energia del futuro

 

Quali saranno le fonti energetiche del futuro? E’ possibile creare un elenco di queste fonti? Alcune fonti di energia appartengono già al presente, come quella nucleare, solare, eolica. Sono fonti che ancora stentano a sostituire il petrolio e il carbone, ma questo avviene forse solo per cattiva volontà più che per limiti tecnologici o per scarsa efficienza.

Quindi l’energia solare e quella eolica, ad esempio, non sono più “fantascienza”, ma fanno parte della nostra quotidianità e ne faranno ancora più parte nei prossimi decenni. Ma allora quali saranno le “vereenergie del futuro? Insomma, cosa bolle nella pentola degli studi scientifici?

1) La prima energia del futuro, secondo me, sarà la fusione nucleare. Lo dico perché la fusione nucleare non è altro che la stessa energia che fa brillare le stelle. Per l’efficienza e per l’abbondanza di energia che è in grado di produrre, la fusione nucleare potrebbe costituire la soluzione quasi “definitiva” per i nostri problemi energetici. Il problema è che ottenerla è davvero difficile, molto difficile, tanto che per un suo reale sfruttamento se ne parla “forse” tra diversi decenni. La fusione nucleare, quando sarà possibile sfruttarla, cambierà il mondo e la società umana in maniera profonda, perché l’energia a quel punto non sarà più un problema.

2) I biocombustibili. Quello dei biocombustibili è un altro campo molto promettente. Questi combustibili sarebbero ottenuti tramite il “lavoro” svolto da alcuni microorganismi geneticamente modificati in grado di “digerire” alcune sostanze facilmente reperibili trasformandole in composti chimici più complessi che verrebbero utilizzati come carburanti. Per fare un esempio l’Escherichia Coli (un batterio normalmente presente all’interno dell’intestino), se opportunamente modificato dal punto di vista genetico, diventa capace di digerire la cellulosa trasformandola in una miscela di molecole complesse in grado di fornire molta energia nella combustione. Per dirla in maniera semplice, questi batteri fanno fermentare legno e paglia e il prodotto della fermentazione è un ottimo carburante! Davvero molto interessante.

3) Idrogeno dalle biomasse. L’idrogeno è un gas che in atmosfera brucia dando come unico prodotto di combustione l’acqua, si tratta quindi di un gas che non inquina. Inoltre, poiché potenzialmente disponibile in grande quantità (si tratta dell’elemento chimico più abbondante nell’Universo), sarebbe una fonte energetica virtualmente inesauribile. Il sistema oggetto di studio per lo sfruttamento dell’idrogeno è la cosiddetta “cella a combustibile”. Una cella a combustibile è un dispositivo elettrochimico che converte direttamente l’energia di un combustibile in elettricità e calore senza passare attraverso cicli termici e quindi senza risentire delle limitazioni imposte a questi ultimi dalla termodinamica. In sostanza funziona in modo analogo ad una batteria, in quanto produce energia elettrica attraverso un processo elettrochimico; a differenza di quest’ultima, tuttavia, consuma sostanze provenienti dall’esterno ed è quindi in grado di funzionare senza interruzioni, finché al sistema viene fornito combustibile. Il problema maggiore da risolvere per quanto riguarda l’idrogeno è che, nonostante sia un elemento chimico abbondante nell’Universo, è assai raro sul nostro pianeta, almeno allo stato gassoso, anche se è presente in abbondanza legato all’ossigeno dell’acqua. Pertanto occorre ottenerlo da altre sostanze, cosa che non è sempre facile o economica. Di solito è possibile ottenerlo dall’acqua, dagli idrocarburi, da alcune sostanze minerali, dagli organismi animali e vegetali.

4) Il mare. Il mare è una immensa fonte di energia, il problema è come riuscire a sfruttare tanta furia energetica. Nel passato sono stati fatti svariati tentativi di sfruttare l’energia delle onde e delle maree, ma con scarso successo a causa della scarsa efficienza. L’investimento era superiore all’energia che si poteva effettivamente ottenere. Adesso però si stanno cercando nuove soluzioni, più economiche ed efficienti. La più promettente sembra il progetto Pelamis (dal latino: serpente di mare). Si tratta di un sistema basato su una struttura semisommersa di galleggianti che, grazie al movimento dettato dalle onde agisce su dei pistoni idraulici accoppiati a dei generatori in grado di trasformare l'energia meccanica in energia elettrica.

Le nuove fonti energetiche sono necessarie

Quali che siano i metodi usati in futuro per produrre energia, una rivoluzione ormai è assolutamente necessaria. Il rapido aumento dell’inquinamento e delle necessità energetiche rende automaticamente le vecchie fonti obsolete. Si tratterà di una rivoluzione lenta e graduale, o sarà improvvisa? Questo è difficile da prevedere, ma noi siamo qui ad assistere ;-)

p.s. non ti dimenticare di lasciare un commento a questo articolo. Grazie ;-)

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2 commenti:

  1. E' da un sacco che si parla di fusione nucleare, possibile che sia così difficile da fare? Sti scienziati, ah! Non sono più quelli di una volta! *_*

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  2. Il problema è che non è facile da innescare perché occorrono temperature e pressioni altissime (le stelle non hanno problemi perché la forza di gravità le produce facilmente nel loro nucleo). Per noi è più difficile. Finora l'energia necessaria per innescare la reazione è stata superiore a quella che si riesce a ricavare. Gli scienziati sono quelli di una volta, sono i fondi per la ricerca che sono diminuiti drasticamente! Soprattutto qui in Italia... :-(

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