sabato 14 maggio 2011

Il siluro

 

Il siluro è un pesce d’acqua dolce della famiglia dei siluridi (Silurus glanis), diffuso nelle acque interne dell’Europa Centrale, misura fino a 3 metri di lunghezza e pesa 200 kg. Ha una testa molto grossa, un corpo di forma cilindro-conica e una bocca larga munita di piccoli denti. Attorno alla bocca sono inseriti otto barbigli. La pinna dorsale e quelle pettorali sono dotate di un aculeo connesso a una ghiandola velenifera. Il corpo è di colore brunastro e variegato. Vive nelle acque dell’Europa centrale: durante il giorno resta immobile nel fango, mentre di notte si trasforma in un vorace predatore.

pesce siluro

Il pesce siluro è tra i maggiori predatori delle acque interne e si alimenta di pesce come anguille e i ciprinidi. Gli esemplari più grandi si nutrono anche di rane, ratti e uccelli selvatici.


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venerdì 13 maggio 2011

Energie rinnovabili: il fotovoltaico

 

Da varie fonti autorevoli arriva la notizia che entro il 2050 le energie rinnovabili, come quella solare, quella eolica e quella geotermica, potrebbero soddisfare quasi il 100% del fabbisogno energetico mondiale.

Tra queste forme di energie rinnovabili, una delle più promettenti è l’energia che proviene da comparto fotovoltaico, cioè dai pannelli solari fotovoltaici, quelli che trasformano l’energia solare in corrente elettrica (i pannelli solari termici invece sono quelli che sfruttano il Sole per produrre acqua calda).

Il progresso tecnologico che negli ultimi anni ha coinvolto il settore fotovoltaico è stato davvero rapidissimo. Si è passati dalle celle solari (sono i costituenti dei pannelli solari) basate sul silicio fino alle moderne (ed efficientissime) celle solari fotovoltaiche a film sottile. Gli ultimi sviluppi si concentrano addirittura su celle solari fatte con materiale organico che sfruttano la luce solare allo stesso modo di come fanno le foglie delle piante. In pochi anni si è aumentata l’efficienza e sono diminuiti anche i prezzi. Ancora il cammino è lungo, ma per fortuna la strada ormai è segnata e le scoperte tecnologiche si susseguono ad un ritmo sempre più serrato.

Nei prossimi decenni assisteremo quindi ad una vera trasformazione delle fonti energetiche. E’ difficile prevedere gli scenari del futuro, ma non penso di commettere un errore pensando che entro i prossimi trenta e quaranta anni tutte le case avranno i pannelli solari, oppure attingeranno la corrente elettrica da grandi centrali solari o eoliche costruite nelle periferie delle città.

pannelli solari in casa

La cosa a cui mi diverto di più a fantasticare però è la rivoluzione dei trasporti. Automobili elettriche con pannelli solari incorporati, aerei ad energia solare (come il già operativo Solar Impulse), treni alimentati ancora una volta ad energia solare. Questo scenario sarebbe davvero un sogno! Sorriso Tutto questo avverrà realmente? Io spero di sì e visto l’interesse sempre crescente nei confronti delle fonti energetiche rinnovabili sono abbastanza sicuro che questo sogno diventerà realtà.

Ma cosa sono esattamente i pannelli solari fotovoltaici e come fanno a produrre energia elettrica? Nel seguente filmato possiamo vedere una spiegazione semplice e chiara del funzionamento dei pannelli solari fotovoltaici, dei finanziamenti pubblici disponibili per l’installazione di un impianto solare e del tempo di ritorno dell’investimento.

Buona visione.

Energie rinnovabili: fotovoltaico


Blogger non funziona, ma adesso sembra tutto a posto.

Perché Blogger non funziona? In realtà non è tutto a posto, anche in questo blog i post più recenti sembrano spariti. A quanto pare i tecnici di Blogger si stanno adoperando per ripristinare i post e i commenti spariti, come possiamo leggere in questo comunicato.

 Ma cosa è successo esattamente? Sembra che durante una normale operazione di manutenzione si è verificato un danneggiamento dei dati. Il servizio blogger è stato quindi messo in modalità di sola lettura. Per quanto riguarda i post e i commenti spariti aspettiamo ancora un po' per vedere se è vero che sono in grado di ripristinarli ;-)

Per coloro che mi leggono spesso (e meno spesso), non preoccupatevi, da domenica in poi sarò di nuovo online a pieno ritmo.



mercoledì 11 maggio 2011

Ragazze in bikini… di epoca romana!

 

Quando fu inventato il costume da bagno detto bikini? Dalle foto che vi facci vedere capiremo subito che il bikini non è per nulla una moda moderna. Nelle immagini di questo post, possiamo infatti vedere i famosi mosaici della Villa Romana del Casale, presso Piazza Armerina (EN) che mostra delle ragazze in bikini. Ovviamente non si trattava di costumi da bagno, ma di “indumenti sportivi”. In epoca romana infatti non esisteva il concetto di “bagno a mare” che nascerà solo molto più tardi, intorno al 1870.

I mosaici mostrano diverse ragazze impegnate in attività sportive mentre indossano il bikini.

Ragazze in bikini Villa del Casale Piazza Armerina

 

Ragazze in bikini Villa del Casale

 

In questo dettaglio possiamo vederne due mentre giocano con la palla.

Ragazze in bikini Villa del Casale 2

 

In quest’altro dettaglio possiamo vederne una impegnata nel gioco con i pesi (a sinistra) e nel lancio del disco (a destra).

Ragazze in bikini Villa del Casale 3

 

La Villa Romana del Casale fu costruita tra il III e il IV secolo d.C. Si tratta di una delle più straordinarie testimonianze della civiltà romana ed è ancora ben conservata. Andate a visitarla, se vi capita di passare nelle vicinanze di Enna! Sorriso Non ci sono solo le ragazze in bikini, ma anche altri mosaici davvero meravigliosi.


Imprinting

 

Imprinting è un termine inglese che significa “impressione”; in etologia identifica una forma di apprendimento che ha luogo nelle primissime fasi della vita di alcune specie animali e si manifesta con un forte attaccamento verso il primo animale, di solito un genitore, con il piccolo viene a contatto rimanendone, per l’appunto, “impressionato”.

In seguito ad alcuni esperimenti condotti sui pulcini di varie specie di uccelli si è osservato che essi tendono a seguire sempre l’oggetto del loro imprinting: questo comportamento è appunto conosciuto come “reazione del seguire”. Il primo scienziato a svolgere osservazioni scientifiche sull’imprinting fu l’etologo austriaco Konrad Lorenz, che studiò e descrisse in modo approfondito il comportamento di alcuni uccelli, in particolare delle oche e delle taccole.

Ma come si è arrivati a comprendere questi fatti? E’ una giornata di primavera del 1910, ad Altenberg, cittadina a pochi chilometri da Vienna vicino alle rive del Danubio, un bambino di 6 anni gioca con un anatroccolo di pochi giorni. Si accorge che l’uccellino lo segue ovunque. Quel bambino, il cui nome e Konrad Lorenz, scoprirà il fenomeno dell’imprinting e diventerà uno dei fondatori dell’etologia moderna. Quel bambino continuerà a seguire le oche e le anatre per tutta la vita, e loro seguiranno lui, lo accompagneranno a vincere un premio Nobel. Nel seguente documentario possiamo seguire la vita e le idee rivoluzionarie del famoso etologo austriaco.

Durata 8 minuti e 8 secondi

 

Durata: 8 minuti e 10 secondi

 

Durata: 6 minuti e 37 secondi


Due placche tettoniche si allontanano: alcune foto meravigliose!

 

E’ possibile visualizzare in qualche modo l’allontanamento di due placche tettoniche? Esiste uno stupendo fondale dell’Islanda in cui questo notevole spettacolo è ben visibile, come documentato da queste spettacolari foto. L’Islanda è una zona in cui si stanno separando le due placche Euroasiatica e Nord Americana. Anche se sappiamo che il movimento tra placche tettoniche è un movimento molto lento, può comunque lasciare tracce ben visibili anche in tempi relativamente brevi.

Alex Mustard, 36 anni, è un sub inglese che ha documentato, con queste meravigliose immagini subacquee, il movimento delle placche tettoniche, o almeno le “prove” di questo movimento.

La zona dell’Islanda è attraversata dalla dorsale medio atlantica, una catena montuosa quasi del tutto sottomarina da cui sgorga continuamente magma proveniente dal mantello terrestre. La continua fuoriuscita di nuovo materiale dalle profondità è proprio ciò che provoca l’allontanamento delle placche. Nelle foto possiamo vedere dei meravigliosi canyons sottomarini che testimoniano l’avvenuto allontanamento delle due placche tettoniche.

La prima cosa che si nota è che l’acqua è davvero limpidissima; lo stesso Mustard ha detto che si tratta dell’acqua più limpida in cui gli sia mai capitato di immergersi.

 

 

Nell’immagine sotto possiamo vedere le placche tettoniche del nostro pianeta. Possiamo vedere come l’Islanda si trovi in una linea di contatto (faglia) tra la placca Nord Americana e quella Euroasiatica.


martedì 10 maggio 2011

Morgantina

 

Avete mai sentito parlare della zona archeologica di Morgantina? Fino a poco tempo fa io ne avevo sentito parlare vagamente, sapevo che era meta abituale di turisti e di gite scolastiche, ma non mi ero informato più di tanto. Alcuni giorni fa ci sono andato e sono rimasto davvero stupito dalla bellezza di questo sito. Ho letto che Morgantina è stata definita “la Pompei di Sicilia” e dopo aver visto i resti di questa meravigliosa città non posso che confermare appieno questa denominazione.

vista aerea di Morgantina

Partiamo da un po’ di storia, poi vi spiegherò qualcosa di più mostrandovi le foto che io stesso ho fatto a Morgantina.

Morgantina è una città decantata dai più grandi storici dell’antichità, fu fondata sulla collina della Cittadella (presso l’attuale comune di Aidone, in Sicilia) da re Morges, capo di una tribù sicula (XI sec. a.C.).

Dominata dai Greci dalla metà del VI sec. a.C., venne distrutta nel 459 a.C. da re Ducezio, capo carismatico ed erede dei Siculi, il quale distrusse la città originaria rifondandone una nuova sul terreno di Serra Orlando.

La città raggiunse un notevole sviluppo economico, politico e sociale nella metà del III sec. a.C., sotto il regno di Gerone II. Alleatasi con i Cartaginesi durante la Seconda Guerra Punica, venne punita duramente dai Romani (211 a.C.) che la occuparono per più di due secoli, fino all’abbandono totale avvenuto tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C.

Gli scavi condotti dagli archeologi statunitensi sin dal 1955, hanno riportato alla luce una città intatta, nella quale si rivivono intensamente le strutture della “polis” greca. In 12 chilometri quadrati di area archeologica è stato scavato ancora solo il 10%. Non a caso Sjoquist, il primo archeologo che effettuò scavi sistematici nell’area, la chiamò, come avevo già riferito prima, la “Pompei sicula”.

Vediamo quali sono le strutture più interessanti che potete vedere a Morgantina.

 

La Casa del Saluto (detta anche Casa del Capitello Dorico)

E’ forse uno dei resti più famosi di Morgantina. Si tratta di una costruzione molto elegante con pavimenti in cocciopesto e mosaico, ornato da disegni geometrici. La casa prende il suo nome da una scritta in mosaico EYEXEI (letteralmente: stai bene) posta all’ingresso di un ambiente dove è stata rinvenuta una vasca da bagno (conservata attualmente al Museo Archeologico di Aidone). Il quadriportico colonnato, senza tetto nella parte centrale, serviva per la raccolta dell’acqua piovana.

Casa del Saluto

 

Casa di Ganimede

Da come si presenta doveva, senza dubbio, appartenere ad una personalità molto ricca e in vista tra i ceti sociali più nobili della città. La sua forma rettangolare presenta sette colonne sui lati lunghi e tre sui lati corti che circondano un cortile per la raccolta di acqua piovana. Le colonne sono in pietra arenaria in stile Dorico. Sul lato sinistro due ambienti conservano i più antichi mosaici dell’arte ellenistica occidentale. Il primo raffigura il “Ratto di Ganimede”, figlio di Troo, mentre viene rapito da Zeus che nell’occasione assunse le sembianze di un’aquila. Nel secondo ambiente è visibile un meandro ornato da foglie di edera, simboli della vittoria in una competizione sportiva.

Casa di Ganimede

 

Teatro

Costruito nel IV secolo a.C. era composto da: cavea, orchestra ed edificio scenico. La cavea costruita con blocchi di pietra squadrata, è divisa in sei settori da cinque scalette verticali dove trovavano posto gli spettatori. Sul terzo gradino, dall’alto in basso del settore centrale si trovava una dedica a Dionisio: Nello spazio riservato all’orchestra, vicino i primi gradini, trovava posto il coro.

Teatro di Morgantina

 

Fornace grande

Tra le più ampie fornaci conosciute del mondo antico, la “Fornace grande” possiede due corridoi di approvvigionamento (o praefurnia) contrapposti, collegati ad una camera di combustione di forma ovale tramite passaggi voltati in laterizio, le cui pareti vetrificate testimoniano danni determinati dalle alte temperature. La camera di combustione era coperta da un piano forato sostenuto da archi in laterizio di cui si conservano le basi. A differenza della gran parte delle fornaci, edificate con materiale di riutilizzo, la “Fornace grande” venne costruita con mattoni appositamente prodotti. In essa venivano prodotti materiali fittili di grandi dimensioni, come tegole, condutture e grandi contenitori per derrate. L’ubicazione della fornace, a ridosso di una parte delle fortificazioni greche, indica che queste non erano più in uso quando essa venne costruita.

Fornace grande

 

Ekklesiasterion

L’ekklesiasterion, luogo di riunione dell’assemblea cittadina, si configura come un complesso costituito da tre ampie gradinate che si incontrano formando angoli ottusi. In una prima fase furono realizzate solo la scalinata occidentale e quella centrale, ambedue dotate di dodici file di gradini. In un secondo momento venne aggiunta la scalinata più breve, quella orientale, insieme a tre nuove file di gradini nella parte superiore dell’insieme. Del béma o piattaforma dell’oratore si conserva soltanto il primo filare di blocchi. La presenza di un luogo destinato alle assemblee pubbliche, indica che nel III secolo a.C. la città godeva di una, seppur parziale, autonomia. L’ampio complesso dell’ekklesiasterion, che si adatta alla configurazione della vallata dell’agorà, non è allineato con l’impianto ortogonale della città. Oltre ad avere una funzione pubblica, le gradinate servivano, infatti, da terrazzamento, fornendo anche un agevole accesso ai tre lati dell’agorà superiore.

Ekklesiasterion

 

Non dimenticate a questo punto di andare a visitare il Museo Archeologico di Aidone. Qui sono esposti tutti i ritrovamenti del sito di Morgantina. Molto interessanti sono gli argenti “sacri agli dei” (davvero stupendi) e la famosa venere di Morgantina (che sarà in esposizione a partire dal 17 maggio 2011).


Le cimici

 

Le cimici sono insetti con un apparato boccale che taglia e succhia. Ci sono circa 82000 specie di cimici e se la maggior parte di queste vive sulla terra, alcune delle più grandi e più “feroci” vivono nei laghi e negli stagni. Le cimici usano la loro bocca perforante per mangiare vari tipi di cibo. Alcune, comprese le cimici d’acqua, attaccano altri animali. Dopo averli infilzati con le parti della bocca, ne succhiano le sostanze nutritive. Altre, tra cui gli afidi, cimici del terreno e le cicale, si nutrono di piante e bevono una linfa ricca di zucchero. Le cimici escono dalla uova come ninfe, simili in forma ai loro genitori. Cambiano la pelle fino a sei volte prima di diventare adulte, e durante questo processo, spesso cambiano colore. Le cimici arlecchine dell’Australia (vedi immagine sotto) da adulte sono di un arancio vivace, mentre da ninfe hanno un colore arancio e acciaio.

cimice arlecchino

 

BOCCHE AFFILATE

L’apparato boccale di una cimice è molto lungo e forma un organo chiamato rostro che contiene un tubo centrale con uno stiletto appuntito su entrambi il lati. All’interno del tubo vi sono due canali vuoti, che trasportano liquidi. Per nutrirsi, la cimice punge un animale o una pianta con lo stiletto e spinge il tubo nella ferita. Poi, rilascia della saliva da uno dei canali e succhia il cibo dall’altro. Quando non è usato, il rostro spesso si ritira contro il corpo.

 

PREDE MALEODORANTI

Se minacciate, le cimici verdi (foto sotto a sinistra) secernono dalle zampe posteriori una sostanza dall’odore pungente. Molte, comprese la specie del Borneo nell’immagine sotto a destra, sono vivacemente colorate per mettere in guardia gli uccelli.

cimice verde cimice del Borneo

 

CAMMINARE SULL’ACQUA

L’idrometra è una cimice dalle lunghe zampe che vice sulla superficie dell’acqua.

idrometra

 

CIMICI DEI LETTI

Le cimici dei letti usano il loro apparato boccale per nutrirsi di sangue umano. Sono attive di notte e si nascondono nel letto e nelle lenzuola durante il giorno. Con il diffondersi dei moderni insetticidi, sono quasi scomparse.

cimici dei letti


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lunedì 9 maggio 2011

Gli animali più numerosi

 

Quali sono gli animali più numerosi? Gli zoologi dividono gli animali in due grandi gruppi: i vertebrati (dotati di colonna vertebrale) e gli invertebrati. Spesso quando si parla di animali pensiamo a quelli che si conoscono meglio e che sono evolutivamente più vicini a noi, come gli uccelli o i mammiferi. In realtà la parte più grande del regno animale è rappresentata dagli invertebrati, animali privi di scheletro interno, che comprendono addirittura il 95% delle specie viventi. Si tratta per lo più di animali di piccole dimensioni, a parte il calamaro gigante (vedi foto sotto) che è il più grande invertebrato vivente e uno degli animali più grandi in generale, e che con i tentacoli può arrivare a venti metri di lunghezza.

calamaro gigante

Gli invertebrati vivono in tutti gli ambienti acquatici e terrestri. I più numerosi sono gli insetti. Sono invertebrati anche le spugne, le meduse e i coralli, i vermi, gli aracnidi, i crostacei, i molluschi e gli echinodermi, tutti animali molto diversi tra loro sia per l’aspetto sia per lo stile di vita. Si potrebbe perfino dire che sono più diversi tra loro una medusa e una formica che una formica e un elefante!

Nessuno può dire con certezza quanti siano gli invertebrati che vivono oggi sulla Terra. Di certo, sono molte le specie che ancora non sono state scoperte dagli scienziati e moltissime sono quelle che scompaiono ogni anno a causa della distruzione degli ambienti naturali.

Secondo le stime, le specie di invertebrati sarebbero più di 1,3 milioni.

Ci chiediamo una cosa: come fanno gli invertebrati a vivere senza scheletro interno? Molti invertebrati hanno uno scheletro idrostatico, cioè un corpo pieno di liquido in modo da mantenere una forma e una posizione nello spazio (per esempio le meduse o i vermi). Altri hanno un guscio rigido che dà forma e protezione (per esempio i crostacei, i molluschi e gli insetti). Le vespe, come gli altri insetti, hanno un corpo rivestito da un esoscheletro, cioè uno scheletro esterno.

vespa

Una curiosità

Tra gli invertebrati ci sono animali con strane abitudini: le formiche del miele per esempio immagazzinano nel loro corpo una sostanza simile al miele, diventando gonfie come palloncini (come si vede nella foto mostrata sotto). Pensate che alcune popolazioni indigene, in Australia o in America centrale, le mangiano come caramelle! Sorriso

Un piccolo appunto sulle modalità di riproduzione. Alcuni invertebrati, come le spugne e alcuni celenterati, si riproducono senza bisogno di accoppiamento tra un maschi e una femmina, con una modalità di riproduzione “asessuata”, per esempio per gemmazione: sull’individuo adulto si formano dei bottoncini simili a gemme da cui si sviluppano nuovi individui, identici in tutto e per tutto al genitore. Nella foto possiamo vedere la gemmazione in un’Hydra.

Altri invertebrati, come le cavallette, hanno una riproduzione sessuata: le cellule sessuali di un maschio e di una femmina si incontrano nell’accoppiamento e danno origine a un nuovo individuo simile ma non identico ai genitori.

cavallette


sabato 7 maggio 2011

Ruote quadrate

 

E’ possibile pedalare con un bicicletta con le ruote quadrate? Nel filmato che vi presento alla fine di questo post si vede benissimo che si può fare, purché si abbiano le giuste conoscenze di matematica Occhiolino In che senso bisogna conoscere la matematica per pedalare con una bici a ruote quadrate?

Se la superficie a contatto con le ruote quadrate fosse una normale superficie piatta, capiamo subito che pedalare sarebbe estremamente difficile, ma nel filmato vediamo che la superficie ha un profilo particolare. Ciascuna “gobba” della carreggiata in realtà ha la forma di una curva che si chiama “catenaria”. La catenaria è la curva che formerebbe una catena che viene appesa ai due capi in due perni posti alla stessa altezza, come vediamo nella figura animata sotto:

L’equazione della catenaria è:

dove a è la distanza del punto più basso della curva dall’asse y, cosh è il coseno iperbolico, e è il numero di Nepero.

Nel nostro caso le gobbe hanno una forma di catenaria, ma la concavità è rivolta verso il basso. L’analisi matematica può essere usata per mostrare che questo profilo di catenaria delle gobbe, permette alle ruote quadrate di girare alla perfezione. Per capire meglio osserviamo l’immagine sotto in cui riusciamo ad intuire come possano scorrere le ruote.

Il risultato è quello che possiamo ammirare nel filmato, in cui vediamo le bici a ruote quadrate (in realtà sono dei tricicli) che sfrecciano muovendosi agevolmente nella particolare superficie descritta prima. Buona visione.

Bici a ruote quadrate (durata: 36 secondi)

Il video è stato ripreso durante il The World Science Festival Street Fair svoltosi a New Jork il 14 giugno 2009. Questa è solo una parte di una mostra itinerante che si chiama Math Midway. Per avere maggiori informazioni potete vedere a questo indirizzo http://www.mathmidway.org.


venerdì 6 maggio 2011

Mangiare la pizza fa ingrassare?

 

Molti si chiedono se mangiare la pizza fa davvero ingrassare. Teoricamente sì, perché, a secondo degli ingredienti, le quantità di calorie e di carboidrati di solito sono piuttosto cospicue! Avevo già scritto anni fa un articolo sull’opportunità o meno di mangiare la pizza quando si è a dieta. Tuttavia ho notato che la pizza, se mangiata il sabato sera in pizzeria, può produrre sgradite sorprese con la bilancia la mattina dopo. Il problema è la classica pizza in pizzeria con gli amici e in comitiva di solito è accompagnata da porzione di patatine fritte, da Coca Cola, da birra, da dolce finale. E poi molta, moltissima acqua. La pizza fa venire sete e senza accorgersene, si beve più del solito.

pizza

Questo stato di cose si può tradurre in un aumento di peso di oltre due chili! Sorpresa

A me infatti capita sempre dopo queste serate di pizza di avere un aumento di oltre due chili. Ma niente paura, questi due chili si perdono subito in un paio di giorni, perché in realtà sono costituiti in gran parte dai liquidi in più che sono stati bevuti, come dicevo prima, per accompagnare la pizza. La ritenzione idrica può quindi far prendere qualche piccolo spavento davanti alla bilancia Occhiolino.

E’ ovvio che la pizza mangiata troppo spesso, produce alla fine un aumento di peso “vero” e non apparente, come nell’esempio precedente. Per fortuna si tratta di un alimento sano a cui non vale proprio la pena di rinunciare per periodi troppo lunghi. Per molto tempo l’ho mangiata per circa 2 volte al mese e anche di più, senza averne nessuna conseguenza a livello di aumento di peso. Al momento attuale la frequenza si è un po’ ridotta, anche perché in questo periodo mi stanno appassionando altri alimenti, basati sul kamut o la soia.

A proposito di kamut e di soia, le pizze si possono facilmente preparare con questi due ingredienti, utili soprattutto a chi ha scoperto di avere una intolleranza al glutine. Io non ho questa intolleranza, ma mi piace lo stesso provare nuovi tipi di ingredienti e vi consiglio di provarli anche voi. Le pizze fatte con la farina di kamut o con la farina di soia si possono preparare facilmente a casa, basta eseguire una piccola ricerca su Google (o altri motori di ricerca) per trovare innumerevoli ricette per questo tipo di pizze.

Buona ricerca Occhiolino e buon appetito…


Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...