venerdì 12 ottobre 2012

Un criceto sul mare...

Cosa ci fa un criceto sul mare? Non è l'inizio di una barzelletta, ma una bizzarra invenzione di Chris Todd che ha costruito una gigantesca "ruota" come quella in cui corrono i criceti, per navigare dal Galles all'Irlanda. La traversata, della lunghezza di 66 miglia, non è andata a buon fine. A circa metà strada il sul fantastico "Treadalo" ha avuto problemi ed è stato caricato a bordo di una imbarcazione di appoggio.



In ogni caso il trentacinquenne Todd non si è dato per vinto ed ha dichiarato che riproverà ad effettuare la traversata a fine ottobre 2012. Vedremo come andrà a finire. Intanto vediamo in questo video il funzionamento della sua barca a propulsione umana che utilizza una gigantesca "ruota per criceti". Buona visione a tutti del filmato.

mercoledì 10 ottobre 2012

La storia delle conchiglie

Il tipo molluschi raggruppa 130000 specie dall'enorme variabilità di forme, tale da essere rappresentata da organismi diversi da loro come la patella  e la seppia. I più conosciuti sono quelli dotati di un rivestimento esterno di natura calcarea, la conchiglia. Sin dall'antichità, l'uomo fu talmente attratto da queste forme che esse costituirono oggetto di venerazione. Nella mitologia si possono leggere motivi ricorrenti che vi fanno riferimento: Afrodite, dea dell'amore e della bellezza, nasce emergendo dalle onde del mare appoggiata su una conchiglia. Per le forme eleganti, le conchiglie giocarono un ruolo importante nel campo delle soluzioni decorative, nella pittura, nella scultura e anche nell'architettura. Nel Rinascimento ne sono esempio "La nascita di Venere" di Botticelli, che dipinse una personale interpretazione della conchiglia Pecten come piano d'appoggio della dea, e la "Casa delle Conchiglie" a Salamanca in Spagna, dove le finestre e la porta principale sono incorniciate da una decorazione fittissima di conchiglie.

Un esempio di varietà di forme delle conchiglie.


Proseguendo nel tempo, un'epoca, il rococò, trae addirittura il nome dal francese "rocaille" che designava un particolare tipo di decorazione a conchiglie e a pietre. Nel XIX secolo, in seguito ai viaggi e alle nuove scoperte, le conchiglie assunsero un importante ruolo nel campo del collezionismo. In un certo senso questa tendenza fu iniziata in Gran Bretagna da Giorgio IV che fece edificare il Padiglione delle conchiglie a Brighton. Le conchiglie, per le loro forme e varietà così diverse, sono sempre state quindi motivo d'interesse da parte dell'uomo. Attualmente, pur avendo perso ogni valore mistico e ogni significato nella ricerca stilistica, nei musei di storia naturale stimolano ancora l'interesse del pubblico. Oggi il commercio di conchiglie è in una fase di notevole sviluppo dovuto alla facilità con cui si possono reperire sul mercato (oggi ancora di più grazie ad internet), anche le più rare e belle; ovviamente per gli esemplari piuttosto rari, esistono ancora dei vincoli, dovuto all'alto valore commerciale e alle protezioni contro la pesca indiscriminata.

I super batteri che producono oro a 24 carati!

Un team di ricercatori della Michigan State University hanno scoperto un batterio in grado di resistere a incredibili livelli di tossicità per creare oro a 24 carati. Questo processo chimico è stato battezzato alchimia microbica, aiuterà gli scienziati a trasformare sostanze prive di valore in oro.

Ovviamente non è esattamente come il sogno degli alchimisti che speravano di trasformare il piombo in oro, ma la sostanza di partenza l'oro lo deve già contenere. La sostanza di cui si nutre questo batterio, noto come Cupriavidus metallidurans, è il cloruro d'oro AuCl (chiamato anche "oro liquido") che è una sostanza fortemente tossica.

Il valore commerciale e scientifico della scoperta sembra che sia modesto anche perché il cloruro d'oro è piuttosto raro in natura, ma il fatto che esistano dei batteri che sono in grado di estrarre da alcune sostanze dei metalli puri è comunque piuttosto interessante.

I ricercatori hanno trasformato questo metodo in un'opera d'arte, come potete vedere, tra l'altro, nel seguente filmato. Buona visione a tutti.

martedì 9 ottobre 2012

Molluschi velenosi

Tra le varietà di animali rappresentate dai molluschi ne esistono alcune munite di apparato velenifero: i Conidi (Gasteropodi) e i polpi (Cefalopodi). I primi sono diffusi soprattutto nella regione indo-pacifica; i loro morsi procurano fitte dolorose e cui sintomi iniziali sono: ischemia localizzata (mancanza di sangue nella zona colpita), cianosi (colorazione bluastra della zona colpita), insensibilità della zona circostante la ferita, bruciore pungente. Nei casi più gravi  l'insensibilità può diffondersi in tutto il corpo ed essere accompagnata da paralisi, da stato comatoso cui fa seguito la morte per insufficienza cardiaca.

Un esemplare di Conus Geographus, considerato uno dei più velenosi del suo genere.


I secondi, cioè il polpi e specialmente quelli di piccole dimensioni, appartengono al genere Octopus. E' stata descritta accuratamente una serie di casi accaduti in Australia quando Octopus Maculatus causò molti incidenti. Il suo morso lascia due piccole ferite determinate dalle mascelle. La prima sensazione è di bruciore e di prurito, cui può seguire emorragia. Nella zona circostante la ferita possono apparire: edema (cioè un gonfiore determinato da afflusso di sangue), rossore ed infiammazione. Tra i sintomi si possono elencare anche: arsura, difficoltà di deglutizione, vomito, perdita del controllo muscolare, difficoltà nella respirazione e impossibilità di parlare. Nei casi più gravi può sopraggiungere la morte. Di fatto non esistono antidodi specifici.

Octopus Maculatus

Celle solari: scienziati tedeschi riescono a raddoppiarne l'efficienza

Uno dei più gravi problemi delle celle solari basate sul silicio è la loro bassa efficienza. Recentemente sono state sviluppate delle celle solari "black" che permettono di assorbire energia dalla maggior parte dello spettro luminoso, comprese le frequenze dell'infrarosso. Alcuni ricercatori del Fraunhofer Institute (Germania) sono riusciti a raddoppiare l'efficienza delle celle solari al silicio nero. Sono riusciti a combinare un normale pannello fotovoltaico con il silicio nero per creare un pannello solare molto efficiente che riesce a sfruttare l'energia solare in maniera molto proficua.

Il silicio nero viene ottenuto dal normale silicio irradiandolo con un laser in un ambiente ricco di zolfo. Il silicio integra lo zolfo nella sua struttura interna dopo essere stato colpito dagli impulsi laser. E' questo arricchimento di zolfo che conferisce al silicio il caratteristico colore nero.



Nel silicio normale le radiazioni infrarosse non hanno abbastanza energia per eccitare gli elettroni nella banda di conduzione necessari per generare la corrente elettrica. Incorporando lo zolfo si forma un livello intermedio nel reticolo atomico. Questo livello energetico crea un gradino che permette agli elettroni di saltare nella banda energetica di conduzione.

Adesso alcuni campioni di celle solari al silicio nero sono in produzione. Il Fraunhofer Institute sta preparando lo sviluppo di sistemi laser per la produzione in massa di silicio nero in maniera tale che ai produttori di pannelli solari tocchi solamente l'assemblaggio meccanico degli stessi.

venerdì 28 settembre 2012

Super cometa in arrivo sarà visibile ad occhio nudo nel 2013

L'hanno annunciata come una super cometa, ma ancora è troppo presto per dire se la cometa denominata C/2012 S1 (ISON) sarà veramente uno spettacolo o sarà una delusione. Nel passato molte comete che promettevano di diventare visibili ad occhio nudo hanno deluso le aspettative, al contrario è anche successo che comete che sembravano a prima vista più "tranquille" hanno offerto uno spettacolo non indifferente. Il problema è che le comete sono degli oggetti piuttosto "imprevedibili" su tempi lunghi.

Per capire il motivo della imprevedibilità delle comete giova ricordare un attimo cosa è una cometa. Si tratta di oggetti celesti molto piccoli, di solito con un diametro che non supera le poche decine di chilometri, ma composti prevalentemente di ghiaccio (si tratta di biossido di carbonio, metano e acqua ghiacciati). Il ghiaccio evapora quando l'oggetto si avvicina sufficientemente al Sole lungo la sua orbita fortemente allungata. E' questo fenomeno di evaporazione che forma la spettacolare "coda" che fa delle comete uno degli spettacoli celesti più "terrificanti".

La cometa Ikeya Seki del 1965. Secondo alcuni astronomi la cometa ISON potrebbe offrire uno spettacolo simile a quello di questa cometa passata quasi 50 anni fa.

Il problema è proprio questo, il materiale che può evaporare da questa cometa è poco o molto? Ecco in cosa consiste l'imprevedibilità delle comete; per la cometa ISON lo sapremo solo quando sarà abbastanza vicina al Sole da esibire una coda e questo non avverrà prima di ottobre-novembre 2013. In ogni caso, se le previsioni più ottimistiche (attenzione: le più ottimistiche) degli astronomi si verificheranno, questa cometa potrebbe diventare un vero spettacolo. Dovrebbe diventare facilmente visibile ad occhio nudo. Il massimo avvicinamento al Sole è previsto per il 28 novembre 2013 e la cometa gli passerà molto vicino, a soli 1,2 milioni di chilometri di distanza. Ovviamente nei giorni vicini al 28 novembre la cometa non sarà visibile perché troppo vicina al Sole, ma dovrebbe essere facilmente osservabile nei giorni precedenti e successivi.

Noi attendiamo pazienti, ma saremo pronti con i nostri telescopi e con le nostre fotocamere per immortalare questo probabile spettacolo celeste.

Pala eolica fai da te

Pala eolica fai da te? Questo post lo avrei potuto intitolare anche "tanto per non dimenticare", visto che è da un po' di tempo che non pubblico filmati di geniali costruttori fai da te di turbine eoliche o di pannelli solari. Ma oggi (ma non solo oggi) ho intenzione di rimediare e vi mostro questo breve filmato di una turbina eolica fai da te di cui non possediamo in verità molte informazioni. Chi ha postato il filmato su YouTube ha accompagnato il video con un lapidario: "motore di betoniera monofase modificato con calamite al neodimio", ma so per certo che per gli esperti di fai da te questa breve frase possa essere una miniera di utilissime informazioni. Per chi non è così esperto resta l'ammirazione nei confronti di coloro che riescono, magari riciclando materiali in disuso, a costruire delle piccole fonti di energia rinnovabile che, nel loro piccolo, possono aiutare a diffondere una nuova cultura dell'energia.

Buona visione del filmato.

giovedì 27 settembre 2012

Gli OGM sono davvero mostri nel piatto?

Sugli OGM c'è molta disinformazione. Molte case produttrici si "vantano" nelle loro pubblicità di produrre alimenti senza OGM, come se si trattasse di qualcosa di molto positivo, come se un alimento che contiene OGM sia dannoso per la salute. Ma è proprio vero che gli OGM sono dei mostri nei nostri piatti?

Leggendo sul web o vedendo la televisione avrete certamente percepito che sugli OGM si propagano in maniera incontrollata degli "allarmi" sugli OGM che poi non trovano nessuna conferma scientifica.

Ma quanti di voi sanno "veramente" cosa sono gli OGM e come vengono ottenuti? Siete così sicuri che mangiare gli OGM possa modificare il nostro codice genetico? Ne capite così tanto di genetica da poter dare una risposta sicura?

Nel filmato che vi propongo un esperto (Dario Bressanini) spiega cosa sono gli OGM, perché non sono pericolosi e perché invece potrebbero essere una grande opportunità. Buona visione del filmato.



I filmati successivi li potete trovare qui: http://www.youtube.com/user/dariobressanini/videos?view=0

Aglio e cipolla: la scienza in cucina.

Molti dicono che la cucina è un'arte, ma non è tutto: la cucina è anche scienza. Nella preparazione e nella cottura dei cibi entrano in gioco anche importanti processi chimici e fisici che sono fondamentali per esaltare i sapori e preservare i valori nutrizionali dei cibi. In questo filmato un docente di chimica ci parla delle proprietà dell'aglio e della cipolla che sono degli ingredienti che spesso vengono usati nella nostra cucina mediterranea.

Buona visione del filmato.

lunedì 24 settembre 2012

Cosa sono i bivalvi?

I Bivalvi (detti anche Lamellibranchi o Pelecipodi) sono tra i molluschi più specializzati. Ciò è dovuto alla risposta adattativa dell'ambiente in cui vivono e che in genere è costituito da fondi sabbiosi o fangosi o da rocce tenere di natura calcarea.

Alcuni molluschi bivalvi nel loro habitat roccioso.

Il corpo, a simmetria bilaterale e compresso lateralmente, è coperto dal mantello che si diparte dal dorso suddividendosi in in due lembi che possono essere uniti in parte o totalmente lungo l'asse ventrale. Il mantello secerne una conchiglia divisa in due valve generalmente uguali, di forma tonda o allungata od ovale, poste l'una a destra e l'altra a sinistra del corpo, che hanno la funzione di proteggerlo racchiudendolo totalmente. Ciò non ha validità generale: in alcune specie le dimensioni della conchiglia sono così ridotte da lasciare in parte il corpo scoperto.

Questo presenta capo indistinto, una massa di visceri addossata dorsalmente, il piede forgiato a scure (da cui il nome Pelecipodi) di cui l'animale si serve soprattutto per saltare o per solcare il fango o la sabbia. Talvolta il piede è assente, come nei generi Mytilus e Pinna, che vivono fissati ad un substrato: in questi casi l'ancoraggio è garantito da una sostanza filamentosa, proteica (bisso), che solidifica a contatto con l'acqua ed è prodotta da una speciale ghiandola.

Alcuni esemplari di Mylilus Edulis attaccati al substrato attraverso il bisso.

La respirazione avviene tramite branchie laminari (da cui il nome di Lamellibranchi) che cooperano nell'assunzione dell'alimento sovente formato da particelle sospese nell'acqua. Il sistema circolatorio è costituito dal cuore formato da due atrii, un ventricolo ed una serie di vasi. La maggior parte delle specie è ermafrodita.

giovedì 20 settembre 2012

La galassia più lontana mai vista si trova a 13,2 miliardi di anni luce

A causa della velocità finita della luce, ogni volta che guardiamo lontano, guardiamo anche nel passato. A causa di ciò l'oggetto astronomico più lontano che sia mai stato scoperto è anche l'oggetto più antico che si conosca.

La galassia più distante


Con il telescopio Spitzer, della NASA, è stata scoperta una galassia distante 13,2 miliardi di anni luce. Si tratta di MACS 1149-JD. La sua luce è partita quando l'universo aveva un'età di poco meno di 500 milioni di anni. Ma perché questa scoperta è importante?

Perché ci mostra la presenza di galassie in un periodo della vita dell'Universo poco dopo l'era in cui c'è stata la transizione tra uno stato "opaco" in cui la luce non riusciva ad attraversare lunghe distanze nello spazio, ed uno stato "trasparente" quando la radiazione riusciva invece ad attraversare la materia.

Fonte: http://www.spitzer.caltech.edu/news/1450-ssc2012-12-NASA-Telescopes-Spy-Ultra-Distant-Galaxy

Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...