Avete mai sentito parlare della zona archeologica di Morgantina? Fino a poco tempo fa io ne avevo sentito parlare vagamente, sapevo che era meta abituale di turisti e di gite scolastiche, ma non mi ero informato più di tanto. Alcuni giorni fa ci sono andato e sono rimasto davvero stupito dalla bellezza di questo sito. Ho letto che Morgantina è stata definita “la Pompei di Sicilia” e dopo aver visto i resti di questa meravigliosa città non posso che confermare appieno questa denominazione.
Partiamo da un po’ di storia, poi vi spiegherò qualcosa di più mostrandovi le foto che io stesso ho fatto a Morgantina.
Morgantina è una città decantata dai più grandi storici dell’antichità, fu fondata sulla collina della Cittadella (presso l’attuale comune di Aidone, in Sicilia) da re Morges, capo di una tribù sicula (XI sec. a.C.).
Dominata dai Greci dalla metà del VI sec. a.C., venne distrutta nel 459 a.C. da re Ducezio, capo carismatico ed erede dei Siculi, il quale distrusse la città originaria rifondandone una nuova sul terreno di Serra Orlando.
La città raggiunse un notevole sviluppo economico, politico e sociale nella metà del III sec. a.C., sotto il regno di Gerone II. Alleatasi con i Cartaginesi durante la Seconda Guerra Punica, venne punita duramente dai Romani (211 a.C.) che la occuparono per più di due secoli, fino all’abbandono totale avvenuto tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C.
Gli scavi condotti dagli archeologi statunitensi sin dal 1955, hanno riportato alla luce una città intatta, nella quale si rivivono intensamente le strutture della “polis” greca. In 12 chilometri quadrati di area archeologica è stato scavato ancora solo il 10%. Non a caso Sjoquist, il primo archeologo che effettuò scavi sistematici nell’area, la chiamò, come avevo già riferito prima, la “Pompei sicula”.
Vediamo quali sono le strutture più interessanti che potete vedere a Morgantina.
La Casa del Saluto (detta anche Casa del Capitello Dorico)
E’ forse uno dei resti più famosi di Morgantina. Si tratta di una costruzione molto elegante con pavimenti in cocciopesto e mosaico, ornato da disegni geometrici. La casa prende il suo nome da una scritta in mosaico EYEXEI (letteralmente: stai bene) posta all’ingresso di un ambiente dove è stata rinvenuta una vasca da bagno (conservata attualmente al Museo Archeologico di Aidone). Il quadriportico colonnato, senza tetto nella parte centrale, serviva per la raccolta dell’acqua piovana.
Casa di Ganimede
Da come si presenta doveva, senza dubbio, appartenere ad una personalità molto ricca e in vista tra i ceti sociali più nobili della città. La sua forma rettangolare presenta sette colonne sui lati lunghi e tre sui lati corti che circondano un cortile per la raccolta di acqua piovana. Le colonne sono in pietra arenaria in stile Dorico. Sul lato sinistro due ambienti conservano i più antichi mosaici dell’arte ellenistica occidentale. Il primo raffigura il “Ratto di Ganimede”, figlio di Troo, mentre viene rapito da Zeus che nell’occasione assunse le sembianze di un’aquila. Nel secondo ambiente è visibile un meandro ornato da foglie di edera, simboli della vittoria in una competizione sportiva.
Teatro
Costruito nel IV secolo a.C. era composto da: cavea, orchestra ed edificio scenico. La cavea costruita con blocchi di pietra squadrata, è divisa in sei settori da cinque scalette verticali dove trovavano posto gli spettatori. Sul terzo gradino, dall’alto in basso del settore centrale si trovava una dedica a Dionisio: Nello spazio riservato all’orchestra, vicino i primi gradini, trovava posto il coro.
Fornace grande
Tra le più ampie fornaci conosciute del mondo antico, la “Fornace grande” possiede due corridoi di approvvigionamento (o praefurnia) contrapposti, collegati ad una camera di combustione di forma ovale tramite passaggi voltati in laterizio, le cui pareti vetrificate testimoniano danni determinati dalle alte temperature. La camera di combustione era coperta da un piano forato sostenuto da archi in laterizio di cui si conservano le basi. A differenza della gran parte delle fornaci, edificate con materiale di riutilizzo, la “Fornace grande” venne costruita con mattoni appositamente prodotti. In essa venivano prodotti materiali fittili di grandi dimensioni, come tegole, condutture e grandi contenitori per derrate. L’ubicazione della fornace, a ridosso di una parte delle fortificazioni greche, indica che queste non erano più in uso quando essa venne costruita.
Ekklesiasterion
L’ekklesiasterion, luogo di riunione dell’assemblea cittadina, si configura come un complesso costituito da tre ampie gradinate che si incontrano formando angoli ottusi. In una prima fase furono realizzate solo la scalinata occidentale e quella centrale, ambedue dotate di dodici file di gradini. In un secondo momento venne aggiunta la scalinata più breve, quella orientale, insieme a tre nuove file di gradini nella parte superiore dell’insieme. Del béma o piattaforma dell’oratore si conserva soltanto il primo filare di blocchi. La presenza di un luogo destinato alle assemblee pubbliche, indica che nel III secolo a.C. la città godeva di una, seppur parziale, autonomia. L’ampio complesso dell’ekklesiasterion, che si adatta alla configurazione della vallata dell’agorà, non è allineato con l’impianto ortogonale della città. Oltre ad avere una funzione pubblica, le gradinate servivano, infatti, da terrazzamento, fornendo anche un agevole accesso ai tre lati dell’agorà superiore.
Non dimenticate a questo punto di andare a visitare il Museo Archeologico di Aidone. Qui sono esposti tutti i ritrovamenti del sito di Morgantina. Molto interessanti sono gli argenti “sacri agli dei” (davvero stupendi) e la famosa venere di Morgantina (che sarà in esposizione a partire dal 17 maggio 2011).