giovedì 24 marzo 2011

L’utilizzo dell’energia geotermica

 

Mai come in questo momento il problema energia preoccupa per il presente e per il futuro. In Italia abbiamo fonti alternative possibili come il geotermico, ma bisogna conoscerne bene le caratteristiche, vediamo perché.

Sarà anche la scoperta dell’acqua calda, ma è gratis. Si tratta dell’energia termica che esce dalle viscere incandescenti del pianeta come da un’immane pentola a pressione. L’Italia è stata la prima a sfruttarla all’inizio del novecento in Toscana per produrre anche elettricità. I tubi (visibili nel filmato) portano il vapore alla turbina, quindi a quell’oggetto che trasforma l’energia termica che contiene questo fluido in energia che a sua volta, nell’alternatore, viene trasformata in energia elettrica e distribuita nella rete elettrica nazionale.

Il calore della Terra gode di incentivi verdi e piace anche alle regioni. Con i 600 megawatt di Larderello e il raddoppio delle centrali di Piancastagnaio e Santa Fiora, ora a 60 megawatt, la Toscana supererà quel 20% di energie rinnovabili che l’Europa chiede entro il 2020.

Ma questo tipo di energia è davvero rinnovabile?

Non la pensa così Andrea Borgia, uno dei massimi esperti di energia geotermica. Borgia spiega che si estrae il calore delle rocce, ma i tempi che occorrono per ricaricare il loro calore sono molto lunghi, dell’ordine delle migliaia di anni.

Anche sulla sostenibilità idrica i comitati locali sollevano obiezioni. Un sondaggio della regione Toscana confermerebbe che i 4 milioni di tonnellate di vapore acqueo consumati dalle centrali, stanno depauperando le sorgenti amiatine, che dissetano 700000 persone, tra Siena, Grosseto e Viterbo. Per Enel questo è impossibile. I meccanismi di circolazione che interessano il vapore acqueo, secondo Enel, sono diversi, sono di scala regionale molto più ampia e sono totalmente distinti da quelli che interessano invece i circuiti potabili.

Ma Borgia non ha dubbi: nell’acquifero superficiale la falda ha una forte depressione e questa depressione indica che l’acqua va verso il basso.

Poi ci sono le sostanze che il vapore rilascia nell’aria e nell’acqua. Per la sola Piancastagnaio, Enel dichiara migliaia di tonnellate annue di acido borico, solfuri, ammoniaca, mercurio, arsenico, radon e metalli pesanti. Ovviamente vengono o diluite o abbattute e quindi, camino per camino, stanno nei limiti, anche se per l’ARPAT sarebbe più corretto considerare i 12 camini come un’unica fonte di emissione.

Come se non bastasse, pochi mesi fa il CNR e l’Università di Pisa, per conto della Regione Toscana, avevano osservato un significativo aumento di mortalità. Si tratta di un eccesso del 13% in più rispetto ai comuni limitrofi che hanno le stesse caratteristiche socioeconomiche e del 13,7% rispetto ai valori medi “standard” della regione Toscana.

Eppure un geotermico buono, più pulito e sostenibile esiste. Se di nuova centrale sull’Amiata si deve parlare, l’Enel si impegni a realizzare una tecnologia che riduca il più possibile gli impatti ambientali. A breve saranno anche visitate le centrali geotermiche che sono state realizzate negli Stati Uniti. Si tratta di centrali a “ciclo chiuso” con impatto più sostenibile.

Buona visione del filmato.

Energia geotermica


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Impianto geotermico domestico

 

Un esempio di impianto geotermico domestico. Il filmato presentato mostra il funzionamento di un impianto geotermico in una casa. Vengono descritti tutti i modi possibili per sfruttare il calore della terra per aumentare la temperatura dell'acqua e di conseguenza spendere meno in riscaldamento per portare l'acqua alla temperatura desiderata. Bisogna considerare che un normale impianto riesce a scaldare l'acqua fino a 22 gradi. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito http://www.recanatiservice.it/index.htm.

Negli impianti geotermici di questo tipo si sfrutta il sottosuolo come serbatoio termico dal quale estrarre calore durante la stagione invernale ed al quale cederne durante la stagione estiva. Si tratta di un metodo geotermico con il quale qualsiasi edificio, in qualsiasi luogo del nostro pianeta, può riscaldarsi e raffrescarsi, invece di usare la classica caldaia d'inverno ed il condizionatore d'estate. Ovviamente è applicabile in qualsiasi regione d’Italia, in qualsiasi tipologia di sottosuolo e in qualsiasi situazione geografica. Quindi anche al al mare, in montagna, in pianura, in collina, in riva ad un lago, in città, in campagna, non ci sono limitazioni di questo tipo.

Insomma, si tratta di una una fonte energetica molto interessante, anche se poco conosciuta, ma che vale la pena di essere presa seriamente in considerazione.

Buona visione del filmato.

Impianto geotermico domestico


mercoledì 23 marzo 2011

Siamo tutti marziani?

 

Siamo tutti marziani? La domanda non sorge certo spontanea, perché infatti dovremmo essere marziani? Per gli scienziati invece la domanda non è per nulla oziosa e potrebbe avere un fondamento scientifico. Secondo molti studiosi dei pianeti la vita potrebbe avere avuto origine su Marte e poi sarebbe giunta sulla Terra “a bordo” dei meteoriti. Se è stato davvero così, alcuni studiosi del MIT e dell’Università di Harvard avrebbero trovato il modo di fornire la prova definitiva.

meteoriti da Marte

Per individuare tracce di vita passata o presente su Marte, una strategia promettente sarebbe quella di trovare porzioni di DNA o RNA che sono universalmente presenti in questo tipo di molecole sulla Terra. Questa è la strategia perseguita da una ricerca del MIT condotta da Christopher Carr e da Clarissa Lui, in collaborazione con Maria Zuber, capo del Department of Earth, Atmospheric and Planetary Sciences (EAPS), e Gary Ruvkun, un biologo molecolare del Massachusetts General Hospital e Harvard University, che per primo ha ideato lo strumento adatto ed ha messo insieme la squadra di ricercatori. Lui ha presentato una sintesi del funzionamento del loro strumento, chiamato Search for Extra-Terrestrial genoma (SETG), alla conferenza IEEE Aerospace questo mese a Big Sky, nel Montana (USA).

L’idea si basa sul fatto che, miliardi di anni fa, le condizioni climatiche di Marte e della Terra erano molto simili. Anzi, sembra che in quella remota epoca Marte avrebbe potuto essere anche più adatto della Terra per ospitare la vita. Inoltre si stima che più di un miliardo di tonnellate di rocce marziane siano state espulse da Marte e cadute sulla Terra a causa di impatti di asteroidi e meteoriti sul pianeta rosso. Come ultimo indizio, sappiamo che i microorganismi potrebbero sopravvivere ad un lungo viaggio nello spazio se racchiusi all’interno delle rocce.

In questo modo l’ipotesi che la vita sia iniziata in realtà prima su Marte e poi si sia diffusa con le meteoriti sulla Terra diventa del tutto plausibile. Per questo motivo noi, che siamo i discendenti dei primi microorganismi “caduti” sulla Terra, che erano marziani, saremmo quindi tutti discendenti dei marziani.

siamo tutti marziani

Se siamo tutti discendenti dei microorganismi marziani, allora avremmo molte cose da imparare sulle nostre origini biologiche studiando la biochimica di Marte. Le origini della vita che sono state cancellate sulla Terra, potrebbero essersi conservate intatte nel suolo ghiacciato di Marte.

Il dispositivo ideato dai ricercatori del MIT  dovrebbe prelevare campioni di suolo marziano e isolare eventuali microbi che potrebbero essere presenti, o resti di microbi (che potrebbero essersi conservati per circa un milione di anni ancora vitali e quindi contengono DNA), e separare il materiale genetico per poter utilizzare le tecniche biochimiche standard allo scopo di analizzare la loro sequenza genetica.

In questo modo si potrebbe stabilire facilmente se c’è un legame tra la vita terrestre e l’eventuale vita marziana. Si tratta di uno studio affascinante e questo nuovo strumento di analisi potrebbe essere utilizzato in una futura (ma non ancora approvata) missione spaziale su Marte.


La nebulosa Red Square (quadrato rosso)

 

Cosa potrebbe far apparire una nebulosa di forma quadrata? Ancora non si sa bene. Il caldo sistema stellare MWC 922 appare associato ad una nebulosa dalla forma davvero particolare, la nebulosa Red Square (quadrato rosso). L’immagine presentata sotto è una sovrapposizione di esposizioni nell’infrarosso del telescopio Hale dell’osservatorio di Monte Palomar (California) e del telescopio Keck-2 del Mauna Kea nelle Hawaii.

La migliore ipotesi che spiega la forma quadrata di questa meravigliosa nebulosa è che la stella o le stelle presenti nel suo centro abbiano espulso dei getti di gas di forma conica durante una fase avanzata della loro vita stellare. La particolare prospettiva da cui vediamo questi coni di gas spiegano gli angoli retti che osserviamo nella forma della nebulosa.

Alcuni ricercatori hanno pensato che questi coni di gas, visti da un angolo prospettico diverso, apparirebbero simili agli anelli giganti della supernova 1987a (qui ne potete vedere una foto) e questo farebbe pensare che la stella al centro della nebulosa Red Square potrebbe un giorno esplodere come supernova.


martedì 22 marzo 2011

Eolo

 

Eolo è il dio dei venti nella mitologia greca e figlio di Poseidone, vive nell'isola di Lipari, nelle Eolie, con i sei figli e le sei figlie godendo di perenni feste. La sua prerogativa è quella di governare i venti, eccitandoli o frenandoli a sua volontà. In un episodio dell'Odissea, Ulisse approda all'isola di Eolo, che lo accoglie amichevolmente e lo ospita per un mese. Al momento della sua partenza gli consegna un otre dove stavano rinchiusi tutti i venti, fuorché quello che doveva portare direttamente Ulisse a Itaca. ma i compagni di Ulisse, mentre lui dorme, pensando che l'otre fosse pieno di vino lo aprono, scatenando una tempesta che riporta la nave alle isole Eolie. Ma Eolo, indovinando che Ulisse, a causa dei guai che gli capitano, sia vittima della collera di qualche Dio, non vuole più avere nulla a che fare con lui e lo caccia via.

Da Eolo deriva l’aggettivo “eolico” che riguarda tutto ciò che deriva dall’azione del vento (energia eolica, erosione eolica, ecc…).


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Cos’è un firewall e a cosa serve?

 

Ogni sistema connesso a una rete può essere oggetto di tentativi d'accesso da parte di utenti non autorizzati. Esistono differenti soluzioni per proteggere il sistema da tentativi di accesso non autorizzati. Una di queste, chiamata firewall (letteralmente: “muro di fuoco”), permette di eseguire dinamicamente una selezione dei pacchetti di rete provenienti dall'esterno verso l'interno e viceversa.

Un sistema di firewall può svolgere le seguenti funzioni:

•    filtro ed analisi dei pacchetti: verifica i pacchetti inviati alla macchina e stabilisce, secondo una maglia di regole definite dall'amministratore, quali possono passare e quali no;

•    blocco di contenuti e di protocolli: è possibile strutturare il firewall in modo da bloccare protocolli di rete specifici e il contenuto dei pacchetti di rete;

•    autenticazione di utenti: un firewall può definire politiche di autenticazione degli utenti, di connessione e sessione, creando un flusso di dati sicuro (attraverso meccanismi di crittografia) con la macchina client.

Il traffico di una rete è formato da una sequenza di pacchetti. Ogni pacchetto è composto di un'intestazione (header) che definisce diverse caratteristiche del pacchetto (tra cui la destinazione, l'origine, il tipo, e altre informazioni amministrative) e un corpo (body) che contiene il contenuto dell'informazione trasmessa via rete.

Un firewall esegue un filtro dei pacchetti, cioè ne analizza l'intestazione e decide cosa fare. Il pacchetto può essere:

— rifiutato (deny), il pacchetto non viene preso in carico, come se non fosse mai stato ricevuto;

— accettato (accept), il pacchetto viene accettato e preso in consegna;

— respinto (reject), simile a rifiutato, ma il mittente è avvisato del rifiuto.

Uno dei software che si occupano di fornire servizi firewall in Linux si chiama iptables. Esso è un insieme di tools per la gestione delle funzioni di filtro sui pacchetti di rete.


lunedì 21 marzo 2011

Il tifo

 

Il tifo è la malattia più diffusa tra gli uomini e in molti casi i pazienti sono inguaribili Sorriso. La malattia può manifestarsi secondo due forme diverse:

a) prima forma; colpisce a causa di un batterio;

b) seconda forma; colpisce a causa di un goal, di un palo, di una bandiera a scacchi, di una schiacciata o di una meta Occhiolino

In entrambi i casi si perde la lucidità, come se una coltre di “fumo” o di vapore, in greco typhos, avvolgesse il malato. E proprio a questa parola si rifece il termine tifo per evidenziare i momenti di offuscamento dovuti alla malattia batterica. Poi, quando si ebbero i primi casi di perdita della ragione negli stadi o davanti alla televisione, la parola tifo tornò utile per definire quella febbre contagiosa che colpiva gli spettatori.

Oggi la medicina ha finalmente trovato il vaccino che sconfigge i batteri, mentre per il tifo sportivo non c’è ancora nessun rimedio Occhiolino


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Mania

 

La mania è uno stato psicopatologico caratterizzato da alterazioni del tono dell’umore, ipereccitazione, euforia, logorrea (tendenza a parlare eccessivamente), iperattività motoria. Chi è affetto da manie ha una sfrenata volontà di dimostrare le proprie capacità attraverso una serie di azioni scarsamente basate sulla realtà, che lo mettono in contrasto con l’ambiente.

Nelle forme più lievi (ipomania) si osserva gaiezza, loquacità, iperattività e incapacità di soffermarsi in modo conclusivo su qualche compito. Nelle forme più gravi, alla socievolezza può sostituirsi malumore, litigiosità, fino al cosiddetto “furore maniacale”.

La mania è una fase della psicosi maniaco-depressiva, in cui si alternano fasi di tristezza, sensi di colpa e mancanza di stima a episodi maniacali, cioè di euforia, di eccessiva allegria e fiducia in se stessi. Nell’uso comune il termine viene erroneamente adoperato nel significato di “idea fissa” o di delirio.


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domenica 20 marzo 2011

Lego Star Wars: la storia di Guerre Stellari più veloce e spiritosa

 

Tutta la storia della Trilogia originale della saga di Star Wars raccontata con il Lego con la tecnica dello “stop motion” in poco più di due minuti. Rappresentata così veloce, la storia diventa davvero ironica e a tratti anche comica. I tre film, Una Nuova Speranza, L’impero Colpisce Ancora e Il Ritorno dello Jedi come non li avete mai visti Sorriso

A questo punto vi lascio alla visione (davvero rapidissima) dei nostri eroi di Guerre Stellari.

Buon divertimento Sorriso

La più veloce e divertente storia di Guerre Stellari con il Lego


4 anni del Potere della Fantasia

 

Era il 20 marzo del 2007 quando ho scritto il primo post del blog Il Potere della Fantasia. Da allora sono passati esattamente quattro anni e il blog è cresciuto più di quanto mi aspettassi e adesso, dopo avere visto passare più di 2 milioni di visitatori Sorriso, mi sento il dovere di tirare un po’ le somme della mia esperienza di blogger.

Fare il blogger è bello, lo ammetto Occhiolino. La cosa mi diverte, anche se adesso sta cominciando a diventare abbastanza impegnativo. Mantenere il ritmo di due post al giorno non è sempre facile, perché significa avere sempre alcune idee pronte per ogni giorno. A volte le idee non vengono e si soffre della “crisi della pagina bianca”. Per fortuna non capita spesso, anche perché gli argomenti scientifici non mancano mai, quindi quando dico che a volte manca qualche idea mi riferisco al fatto che non sempre si riesce a trovare il modo migliore per esprimere certi concetti.

Per il futuro ho intenzione di ampliare gli argomenti che tratto, aggiungendo dei post sul cinema, sulle tecniche cinematografiche, sugli effetti speciali e su come realizzare anche dei semplici effetti speciali su foto e filmati fatti in casa. Ovviamente non vi farò mancare mai i soliti argomenti di Fisica, Matematica, energie rinnovabili, vulcani, astronomia, ecc… Sorriso

Buona lettura e continuate a leggermi numerosi.


sabato 19 marzo 2011

Crittografia

 

La crittografia è la tecnica che consente di rendere visibili le informazioni soltanto alle persone a cui sono destinate. Per esempio, in una comunicazione, i messaggi trasmessi tra gli interlocutori vengono crittografati per renderli illeggibili tranne che agli interlocutori stessi. La crittografia è nota fin dall’antichità e si è sviluppata, nel corso del tempo, soprattutto in campo militare, basandosi generalmente su algoritmi matematici.

crittografia

Il messaggio che può essere letto da tutti si chiama testo in chiaro. Tramite i metodi di cifratura (codifica) si trasforma in testo cifrato in cui l’informazione viene codificata e resa illeggibile. L’operazione inversa, chiamata decifrazione (decodifica), serve per ricostruire il testo in chiaro a partire dal testo cifrato.

La codifica e la decodifica sono eseguite da uno o più algoritmi crittografici. Questi algoritmi implementano le funzioni matematiche e vengono utilizzati insieme ad una chiave, solitamente in numero molto grande. Un sistema di crittografia usa gli algoritmi crittografici e la chiave per codificare e decodificare i testi in chiaro.

Testo in chiaro –> Cifratura (algoritmo + chiave) –> testo cifrato –> Decifrazione (algoritmo + chiave) –> Testo in chiaro

La paternità dell’invenzione della crittografia è attribuita a Giulio Cesare che, durante le battaglie, spediva dispacci usando simboli alfabetici che differivano di una costante nota (chiave) dall’alfabeto naturale. Se per esempio la chiave è 3, l’algoritmo crittografico di Giulio Cesare prende tutte le occorrenze della lettera A (posizione 1 dell’alfabeto) e le sostituisce con la lettera D (posizione 4 nell’alfabeto), la B con la E, la C con la F e così via fino alla Z con la C.

ABCDEFGHILMNOPQRSTUVZ diventa:

DEFGHILMNOPQRSTUVZABC

Supponendo di avere come testo in chiaro le parole “GIULIO CESARE” la codifica con chiave 3 genera il seguente testo cifrato: “LNAOR FHVDUH”.

Chi riceve il messaggio cifrato, per poter risalire al messaggio originale, deve conoscere la chiave usata. A questo punto applica l’opportuno algoritmo di decodifica e sostituisce le lettere usando il valore della chiave segreta. Questo sistema di crittografia è noto con il nome di cifrario a sostituzione.

Un altro sistema di crittografia e il cifrario a trasposizione, in cui la chiave (una parola) serve per spezzare il messaggio su più righe e successivamente per ordinare le colonne risultanti ottenendo il testo cifrato. Con questa tecnica, non si sostituiscono le lettere del messaggio originale, ma si scambiano in modo opportuno per rendere illeggibile il messaggio.

Ovviamente l’algoritmo di Giulio Cesare non è un buon algoritmo per garantire la sicurezza dei messaggi, perché può essere violato molto facilmente anche non conoscendo la chiave. Se il crittoanalista conosce il testo cifrato e sa che l’algoritmo utilizzato è quello di Giulio Cesare, può provare in modo esaustivo tutte le chiavi finché non ottiene il testo in chiaro. La ricerca esaustiva può essere eseguita perché il numero di chiavi da provare è piccolo, infatti con l’alfabeto italiano ci sono 21 possibili chiavi.

Le tecniche crittografiche possono essere classificate in due principali sistemi: a chiave simmetrica e a chiave asimmetrica.

La crittografia a chiave simmetrica è un sistema di codifica convenzionale nel quale viene utilizzata una sola chiave per cifrare e decifrare i messaggi. Il mittente e il destinatario devono conoscere la stessa chiave per potersi scambiare i messaggi in modo sicuro. Il cifrario a sostituzione, usato da Giulio Cesare, è un esempio di crittografia a chiave simmetrica. La chiave utilizzata può essere interpretata come un numero molto grande e la sua dimensione viene misurata in numero di bit: più grande è la chiave è più difficile sarà il compito di chi vuole infrangere i messaggi cifrati. Per esempio se la chiave e lunga 10 bit esistono 210 (1024) differenti chiavi, se la chiave è 20 bit esistono 220 (1048576) differenti chiavi e così via. Una chiave a 40 bit è ritenuta abbastanza sicura, perché chi volesse decifrare i messaggi dovrebbe cercare tra 240 possibili chiavi, cioè tra 1099511627776 possibili chiavi. Supponendo di provare una chiave ogni millisecondo, servirebbero circa 109 secondi, cioè poco meno di 32 anni!

La crittografia a chiave asimmetrica, chiamata anche crittografia a chiave pubblica, è stata introdotta nel 1975 con l’obiettivo di risolvere il problema della distribuzione sicura delle chiavi.

Il termine asimmetrica si riferisce al fatto che il sistema utilizza una coppia di chiavi.

- una chiave pubblica, per l’operazione di cifratura;

- una chiave privata, per l’operazione di decifrazione.

Le due chiavi sono correlate matematicamente, per cui i messaggi codificati con la chiave pubblica possono essere codificati soltanto che chi possiede la chiave privata. La particolarità e la forza di questo sistema crittografico è che, anche conoscendo la chiave pubblica, non è possibile risalire alla corrispondente chiave privata. La coppia di chiavi viene generata da un software opportuno. Ogni persona che vuole ricevere i messaggi cifrati deve fornirsi di una coppia di chiavi: la chiave privata viene tenuta segreta, mentre la chiave pubblica viene distribuita liberamente a tutte le persone con cui si vuole comunicare.

Il mittente di un messaggio deve conoscere la chiave pubblica del destinatario e successivamente può codificare il messaggio usando questa chiave. Il testo cifrato può essere codificato soltanto da chi possiede la chiave privata correlata con la chiave pubblica con cui è stato cifrato il messaggio. Il destinatario, essendo in possesso di questa chiave privata e segreta può leggere il messaggio dopo averlo decifrato.

Il vantaggio del sistema crittografico a chiave asimmetrica è che il mittente e il destinatario non devono condividere una chiave segreta. I mittenti dei messaggi devono solo conoscere la chiave pubblica del destinatario mentre la chiave privata deve essere conservata in modo segreto dal destinatario.

Un algoritmo crittografico a chiave simmetrica è RSA (iniziali dei creatori: Rivest, Shamir, Adleman). Questo algoritmo si basa sulla difficoltà di fattorizzare numero molto grandi, anche di trecento cifre (10300).


Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...