lunedì 21 marzo 2011

Mania

 

La mania è uno stato psicopatologico caratterizzato da alterazioni del tono dell’umore, ipereccitazione, euforia, logorrea (tendenza a parlare eccessivamente), iperattività motoria. Chi è affetto da manie ha una sfrenata volontà di dimostrare le proprie capacità attraverso una serie di azioni scarsamente basate sulla realtà, che lo mettono in contrasto con l’ambiente.

Nelle forme più lievi (ipomania) si osserva gaiezza, loquacità, iperattività e incapacità di soffermarsi in modo conclusivo su qualche compito. Nelle forme più gravi, alla socievolezza può sostituirsi malumore, litigiosità, fino al cosiddetto “furore maniacale”.

La mania è una fase della psicosi maniaco-depressiva, in cui si alternano fasi di tristezza, sensi di colpa e mancanza di stima a episodi maniacali, cioè di euforia, di eccessiva allegria e fiducia in se stessi. Nell’uso comune il termine viene erroneamente adoperato nel significato di “idea fissa” o di delirio.


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domenica 20 marzo 2011

Lego Star Wars: la storia di Guerre Stellari più veloce e spiritosa

 

Tutta la storia della Trilogia originale della saga di Star Wars raccontata con il Lego con la tecnica dello “stop motion” in poco più di due minuti. Rappresentata così veloce, la storia diventa davvero ironica e a tratti anche comica. I tre film, Una Nuova Speranza, L’impero Colpisce Ancora e Il Ritorno dello Jedi come non li avete mai visti Sorriso

A questo punto vi lascio alla visione (davvero rapidissima) dei nostri eroi di Guerre Stellari.

Buon divertimento Sorriso

La più veloce e divertente storia di Guerre Stellari con il Lego


4 anni del Potere della Fantasia

 

Era il 20 marzo del 2007 quando ho scritto il primo post del blog Il Potere della Fantasia. Da allora sono passati esattamente quattro anni e il blog è cresciuto più di quanto mi aspettassi e adesso, dopo avere visto passare più di 2 milioni di visitatori Sorriso, mi sento il dovere di tirare un po’ le somme della mia esperienza di blogger.

Fare il blogger è bello, lo ammetto Occhiolino. La cosa mi diverte, anche se adesso sta cominciando a diventare abbastanza impegnativo. Mantenere il ritmo di due post al giorno non è sempre facile, perché significa avere sempre alcune idee pronte per ogni giorno. A volte le idee non vengono e si soffre della “crisi della pagina bianca”. Per fortuna non capita spesso, anche perché gli argomenti scientifici non mancano mai, quindi quando dico che a volte manca qualche idea mi riferisco al fatto che non sempre si riesce a trovare il modo migliore per esprimere certi concetti.

Per il futuro ho intenzione di ampliare gli argomenti che tratto, aggiungendo dei post sul cinema, sulle tecniche cinematografiche, sugli effetti speciali e su come realizzare anche dei semplici effetti speciali su foto e filmati fatti in casa. Ovviamente non vi farò mancare mai i soliti argomenti di Fisica, Matematica, energie rinnovabili, vulcani, astronomia, ecc… Sorriso

Buona lettura e continuate a leggermi numerosi.


sabato 19 marzo 2011

Crittografia

 

La crittografia è la tecnica che consente di rendere visibili le informazioni soltanto alle persone a cui sono destinate. Per esempio, in una comunicazione, i messaggi trasmessi tra gli interlocutori vengono crittografati per renderli illeggibili tranne che agli interlocutori stessi. La crittografia è nota fin dall’antichità e si è sviluppata, nel corso del tempo, soprattutto in campo militare, basandosi generalmente su algoritmi matematici.

crittografia

Il messaggio che può essere letto da tutti si chiama testo in chiaro. Tramite i metodi di cifratura (codifica) si trasforma in testo cifrato in cui l’informazione viene codificata e resa illeggibile. L’operazione inversa, chiamata decifrazione (decodifica), serve per ricostruire il testo in chiaro a partire dal testo cifrato.

La codifica e la decodifica sono eseguite da uno o più algoritmi crittografici. Questi algoritmi implementano le funzioni matematiche e vengono utilizzati insieme ad una chiave, solitamente in numero molto grande. Un sistema di crittografia usa gli algoritmi crittografici e la chiave per codificare e decodificare i testi in chiaro.

Testo in chiaro –> Cifratura (algoritmo + chiave) –> testo cifrato –> Decifrazione (algoritmo + chiave) –> Testo in chiaro

La paternità dell’invenzione della crittografia è attribuita a Giulio Cesare che, durante le battaglie, spediva dispacci usando simboli alfabetici che differivano di una costante nota (chiave) dall’alfabeto naturale. Se per esempio la chiave è 3, l’algoritmo crittografico di Giulio Cesare prende tutte le occorrenze della lettera A (posizione 1 dell’alfabeto) e le sostituisce con la lettera D (posizione 4 nell’alfabeto), la B con la E, la C con la F e così via fino alla Z con la C.

ABCDEFGHILMNOPQRSTUVZ diventa:

DEFGHILMNOPQRSTUVZABC

Supponendo di avere come testo in chiaro le parole “GIULIO CESARE” la codifica con chiave 3 genera il seguente testo cifrato: “LNAOR FHVDUH”.

Chi riceve il messaggio cifrato, per poter risalire al messaggio originale, deve conoscere la chiave usata. A questo punto applica l’opportuno algoritmo di decodifica e sostituisce le lettere usando il valore della chiave segreta. Questo sistema di crittografia è noto con il nome di cifrario a sostituzione.

Un altro sistema di crittografia e il cifrario a trasposizione, in cui la chiave (una parola) serve per spezzare il messaggio su più righe e successivamente per ordinare le colonne risultanti ottenendo il testo cifrato. Con questa tecnica, non si sostituiscono le lettere del messaggio originale, ma si scambiano in modo opportuno per rendere illeggibile il messaggio.

Ovviamente l’algoritmo di Giulio Cesare non è un buon algoritmo per garantire la sicurezza dei messaggi, perché può essere violato molto facilmente anche non conoscendo la chiave. Se il crittoanalista conosce il testo cifrato e sa che l’algoritmo utilizzato è quello di Giulio Cesare, può provare in modo esaustivo tutte le chiavi finché non ottiene il testo in chiaro. La ricerca esaustiva può essere eseguita perché il numero di chiavi da provare è piccolo, infatti con l’alfabeto italiano ci sono 21 possibili chiavi.

Le tecniche crittografiche possono essere classificate in due principali sistemi: a chiave simmetrica e a chiave asimmetrica.

La crittografia a chiave simmetrica è un sistema di codifica convenzionale nel quale viene utilizzata una sola chiave per cifrare e decifrare i messaggi. Il mittente e il destinatario devono conoscere la stessa chiave per potersi scambiare i messaggi in modo sicuro. Il cifrario a sostituzione, usato da Giulio Cesare, è un esempio di crittografia a chiave simmetrica. La chiave utilizzata può essere interpretata come un numero molto grande e la sua dimensione viene misurata in numero di bit: più grande è la chiave è più difficile sarà il compito di chi vuole infrangere i messaggi cifrati. Per esempio se la chiave e lunga 10 bit esistono 210 (1024) differenti chiavi, se la chiave è 20 bit esistono 220 (1048576) differenti chiavi e così via. Una chiave a 40 bit è ritenuta abbastanza sicura, perché chi volesse decifrare i messaggi dovrebbe cercare tra 240 possibili chiavi, cioè tra 1099511627776 possibili chiavi. Supponendo di provare una chiave ogni millisecondo, servirebbero circa 109 secondi, cioè poco meno di 32 anni!

La crittografia a chiave asimmetrica, chiamata anche crittografia a chiave pubblica, è stata introdotta nel 1975 con l’obiettivo di risolvere il problema della distribuzione sicura delle chiavi.

Il termine asimmetrica si riferisce al fatto che il sistema utilizza una coppia di chiavi.

- una chiave pubblica, per l’operazione di cifratura;

- una chiave privata, per l’operazione di decifrazione.

Le due chiavi sono correlate matematicamente, per cui i messaggi codificati con la chiave pubblica possono essere codificati soltanto che chi possiede la chiave privata. La particolarità e la forza di questo sistema crittografico è che, anche conoscendo la chiave pubblica, non è possibile risalire alla corrispondente chiave privata. La coppia di chiavi viene generata da un software opportuno. Ogni persona che vuole ricevere i messaggi cifrati deve fornirsi di una coppia di chiavi: la chiave privata viene tenuta segreta, mentre la chiave pubblica viene distribuita liberamente a tutte le persone con cui si vuole comunicare.

Il mittente di un messaggio deve conoscere la chiave pubblica del destinatario e successivamente può codificare il messaggio usando questa chiave. Il testo cifrato può essere codificato soltanto da chi possiede la chiave privata correlata con la chiave pubblica con cui è stato cifrato il messaggio. Il destinatario, essendo in possesso di questa chiave privata e segreta può leggere il messaggio dopo averlo decifrato.

Il vantaggio del sistema crittografico a chiave asimmetrica è che il mittente e il destinatario non devono condividere una chiave segreta. I mittenti dei messaggi devono solo conoscere la chiave pubblica del destinatario mentre la chiave privata deve essere conservata in modo segreto dal destinatario.

Un algoritmo crittografico a chiave simmetrica è RSA (iniziali dei creatori: Rivest, Shamir, Adleman). Questo algoritmo si basa sulla difficoltà di fattorizzare numero molto grandi, anche di trecento cifre (10300).


Attacco in Libia proprio il giorno di San Giuseppe!

 

Oggi, giorno 19 marzo 2011, comincia l’attacco in Libia da parte della Francia. Per ora mi riesce difficile capire quali saranno le conseguenze di una simile azione, ma la storia insegna che le guerre si sa come cominciano e non si sa come (e quando) finiscono.

attacco in Libia

Iniziare una guerra, qualunque sia la ragione per cui la si è cominciata, è sempre una brutta cosa. Speriamo bene… Per il momento sembra che non ci sia un pericolo (immediato) per l’Italia.


venerdì 18 marzo 2011

Effetto Joule: ecco perché funziona il ferro da stiro!

 

Effetto Joule.

Diversi elettrodomestici come il tostapane e il ferro da stiro, una volta collegati alla presa della corrente, si riscaldano notevolmente. Qual è la spiegazione di questo fenomeno?

ferro da stiro tostapane

Sappiamo che l’energia non si crea dal nulla. Vediamo allora in quale maniera si ottiene l’energia termica finale a partire da quella elettrica iniziale.

Nel generatore le cariche acquistano energia potenziale e nel conduttore collegato al generatore stesso, gli elettroni, a causa delle forze del campo elettrico, si mettono in movimento, per cui la loro energia potenziale inizia a trasformarsi in energia cinetica. Tuttavia, gli elettroni non si spostano in uno spazio vuoto. Considerata la struttura del conduttore, dopo un percorso più o meno breve essi urtano contro gli ioni del reticolo cristallino, i quali accrescono così la loro energia di oscillazione a scapito di quella cinetica delle particelle cariche.

effetto Joule

Dopodiché, gli elettroni, la cui velocità in seguito all’urto è diminuita, vengono nuovamente accelerati dalle forze del campo elettrico: il processo si ripete. Tali eventi, che a livello microscopico provocano un aumento dell’energia cinetica media di oscillazione degli ioni del reticolo, equivalgono a livello macroscopico a un innalzamento della temperatura del conduttore. Questo fenomeno viene definito effetto Joule.

L’effetto Joule è quindi quel processo fisico nel quale l’energia elettrica si dissipa, al passaggio della corrente attraverso i conduttori, sotto forma di calore.

Se non ci fosse l’effetto Joule, una volta innescata, la corrente elettrica all’interno del conduttore potrebbe essere mantenuta all’infinito, senza più la necessità di continuare a far funzionare il generatore… Purtroppo non è così, tranne nel caso particolare dei superconduttori.

Cerchiamo adesso di quantificare le conseguenze dell’effetto Joule.

In base al principio di conservazione dell’energia, possiamo dedurre che tutta l’energia termica Q (calore) dissipata deve essere uguale al lavoro LAB compiuto dalle forze del campo elettrico per spostare la carica q da un estremo A all’altro estremo B del conduttore, tra i quali si ha la differenza di potenziale :

Q = LAB

Conseguentemente, la potenza P = Q/Δt perduta nell’intervallo di tempo Δt in seguito al passaggio nel conduttore della corrente elettrica I, che provoca una perdita di energia sotto forma di calore Q, coincide con il rapporto P = LAB/Δt.

Ricorrendo alla definizione di differenza di potenziale e a quella di intensità di corrente elettrica, con alcuni semplici passaggi si trova la relazione:

P = I·ΔV

Tale legge, che prende il nome di legge di Joule, se facciamo ricorso alla prima legge di Ohm (ΔV = R·I), assume l’espressione piuttosto significativa:

P = R·I2

La potenza dissipata per effetto Joule da una corrente elettrica che attraversa un conduttore è direttamente proporzionale:

  • alla resistenza R del conduttore;
  • al quadrato dell’intensità di corrente I.

Dal momento che questa potenza deve essere resa disponibile dal generatore per garantire il passaggio della corrente, ne segue che P = R·I2 (oppure P = I·ΔV) rappresenta anche la potenza che deve essere fornita dal generatore continuamente per mantenere in circolo la corrente I.


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La luna piena più grande il 19 marzo 2011, ma non è vero!

 

Il web ormai è pieno di notizie scientifiche imprecise e impregnate di catastrofismo. L’ultima che ho intercettato è quella della Luna piena più grande, fenomeno che accadrà domani 19 marzo 2011.

In giro per la rete potete trovare di tutto. Catastrofi annunciate, terremoti, inondazioni, sfiga per tutti i gusti.

apogeo e perigeo

Per fortuna non è vero niente, perché di catastrofi ne succedono già abbastanza e non c’è affatto bisogno di collegarle ad eventi che non possono provocarle.

1) Prima di tutto non è vero che la Luna piena del 19 marzo 2011 è la più vicina dal 1992. Guardiamo questa tabella (tratta da qui):

Data Distanza (Km)
19/01/1992 356550
08/03/1993 356528
10/01/2005 356570
12/12/2008 356566
19/03/2011 356575

Come potete vedere dal 1992 ci sono stati altri 3 eventi di Luna piena più vicina rispetto a quello del 19 marzo 2011.

2) La Luna si trova al Perigeo (punto dell’orbita più vicino alla Terra) ogni 27 giorni e mezzo, anche se in quel momento non capita sempre che si trovi nella fase di Luna piena. Non mi risulta che avvengano catastrofi ogni 27 giorni e mezzo (purtroppo possono capitare anche più spesso…)

3) Non c’è nessuna correlazione tra distanza lunare e catastrofi naturali, come si è potuto osservare in secoli di rilevazioni e osservazioni.

L’unica correlazione che sono riuscito a rilevare è quella tra le catastrofi e coloro che le sfruttano per sembrare superiori agli altri, dotati di maggiori poteri, di maggiori conoscenze, di superiore intelligenza.

In realtà sono loro la vera catastrofe, perché con la loro ignoranza, presunzione e maniacale desiderio di mettersi in mostra, infestano un mezzo di comunicazione meraviglioso come internet e riescono persino ad influenzare i programmi televisivi.

Buona Luna piena Occhiolino


giovedì 17 marzo 2011

Cos’è una nevrosi?

 

Spesso mi capita di sentire una domanda: cos’è esattamente una nevrosi? Che differenza c’è con la psicosi? La nevrosi è essenzialmente una forma di disadattamento per cui un individuo non riesce ad affrontare le proprie ansie, lo stress e i conflitti interiori. Il nevrotico (cioè un individuo affetto da nevrosi) sviluppa sintomi di disagio che ostacolano una vita normale, ma non cade ancora nella psicosi, senza quindi un grave squilibrio della personalità, alienazione mentale o perdita di lucidità. Le nevrosi si manifestano con sintomi di varia natura, sia fisici che psichici: stati di ansia, debolezza, fobie, ossessioni, insicurezza, reazioni inadeguate, eccessiva sudorazione e tachicardia.

nevrosi

Si distinguono vari tipi di nevrosi:

- Nevrosi coatte. Possono esprimersi in pensieri ricorrenti, impulsi irresistibili a ripetere azioni sempre identiche, spesso associate a fobie.

- Nevrosi d’angoscia. Sono caratterizzate da un timore ingiustificato.

- Nevrosi da trauma. Sono scatenate da un da un evento particolarmente sconvolgente.

- Nevrosi isterica. Detta anche isteria, è una forma nevrotica caratterizzata da manifestazioni somatiche e psichiche che insorgono con la tendenza alla drammatizzazione e all'esagerazione. È legata a uno spostamento sul piano organico di problematiche psicologiche; è anche detta isteria di conversione.

I sintomi di questi disturbi psichici sono interpretati dalla psicoanalisi come espressione di un conflitto interno al soggetto. La terapia si basa essenzialmente su interventi di psicoterapia e di ordine familiare, ambientale e sociale.


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Cosa sono le radiazioni?

 

I materiali delle centrali nucleari rilasciano radiazioni ionizzanti, cioè onde elettromagnetiche che vanno a modificare la chimica e la fisica delle nostre cellule, dei nostri tessuti e quindi del nostro corpo.

Le onde elettromagnetiche, se hanno un’energia sufficiente, possono determinare la ionizzazione degli atomi. In pratica, l’atomo colpito dalla radiazione, perde uno o più elettroni. Questa perdita di elettroni causa una modificazione della struttura molecolare delle molecole organiche che costituiscono il nostro corpo. Una dose di radiazioni modesta non provoca danni visibili, anche perché ogni giorno siamo sottoposti a radiazioni ionizzanti di origine ambientale. Quando però la dose di radioattività supera un certo limite la morte può essere istantanea.

Le cellule più vulnerabili alle radiazioni sono le cellule del sangue, quelle che rivestono l’apparato gastroenterico e quelle del sistema nervoso centrale. Una delle conseguenze più gravi è però la possibilità delle radiazioni ionizzanti di spezzare la catena di DNA che si ricompatta in seguito in maniera differente, causando malformazioni nelle generazioni successive.

Nel filmato seguente potete seguire in servizio che illustra in modo chiaro ed esaustivo il perché le radiazioni siano così pericolose e letali.

Buona visione.

Cosa sono le radiazioni e come agiscono


Buon compleanno Italy

 

Stamattina, 17 marzo 2011, un augurio “internazionale” all’Italia Occhiolino. 150 anni dell’Unità d’Italia. Anche Google stamattina ci ha regalato questo bellissimo logo:


mercoledì 16 marzo 2011

Gli animali possono prevedere i terremoti e i maremoti?

 

Spesso sembra che gli animali percepiscano cose che gli esseri umani non possono percepire. Però finora non sembra che ci siano molte testimonianze di animali che hanno in qualche modo “previstoil terremoto e lo tsunami avvenuti in Giappone giorno 11 marzo 2011. C’è da dire che dopo il disastro e con il pericolo nucleare imminente, l’attenzione non si è di certo focalizzata sugli animali. Nei prossimi mesi potremo saperne di più riguardo a come gli animali del Giappone hanno reagito a questo disastro geologico.

tsunami Giappone

Sappiamo però che gli animali delle zone colpite dallo tsunami del 2004, che coinvolse l’Oceano Indiano, ebbero qualche reazione interessante prima del disastro. Molti testimoni riferirono che gli animali selvaggi, come gli elefanti e le scimmie, si spostarono verso le zone più alte. Anche gli animali domestici mostrarono un livello di irrequietezza anomalo.

Questo significa che gli animali possono davvero predire le catastrofi naturali?

Gli animali selvatici per sopravvivere nel loro ambiente devono avere dei sensi molto sviluppati. L’olfatto, la vista, l’udito e anche la capacità di percepire le vibrazioni devono essere sviluppati al massimo. La loro sensibilità è notoriamente molto superiore a quella degli esseri umani. Sembra che alcune specie siano persino in grado di percepire e utilizzare i campi elettromagnetici per orientarsi o per trovare le prede. Questa è una capacità totalmente assente negli uomini.

Per quanto strano possa sembrare, sia che si tratti dell’acutezza dei normali cinque sensi, sia che si tratti di un sesto senso che noi umani non possediamo, non c’è nulla di paranormale nelle straordinarie capacità degli animali.

In effetti alcune ricerche stanno studiando la capacità degli animali nel percepire le avvisaglie di tali disastri in modo da essere utilizzati come un sistema di allarme precoce.


Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...