Ancora una volta un articolo sulla fine del mondo? Qualcuno starà pensando che sono un inguaribile catastrofista o persino un pericoloso menagramo della rete. In realtà scrivo questi articoli per prendere in giro quelli che credono che la fine del mondo sia vicina (o che in qualche modo sia prevedibile) e non per dargli ragione.
Però stavolta il mio discorso si fa più serio (non tremate per favore). Infatti gli altri metodi per prevedere la fine del mondo sono stati bollati come pseudoscientifici (profezie Maya e company), ma forse non tutti sanno che in realtà esiste un modo per calcolare la data della fine del mondo in modo più scientifico!
A questo punto non ci credete più? Non ve lo consiglio, non si sa mai…
Dovete sapere che in matematica viene definita una funzione, chiamata logistica, che descrive la crescita di alcune popolazioni. Se disegniamo la curva relativa a questa funzione otteniamo un grafico come questo:
Come vedete una popolazione (di conigli, di batteri, di esseri umani, ecc…) all’inizio cresce lentamente, poi la crescita accelera e infine, quando gli individui sono diventati numerosi, intervengono dei fattori che ne rallentano la crescita. La popolazione alla fine non cresce più e si assesta attorno ad un valore costante asintotico.
Se disegniamo la curva della crescita della popolazione mondiale umana otteniamo questo grafico [fonte]:
Dal grafico vediamo che il massimo della popolazione mondiale si dovrebbe raggiungere circa nell’anno 2150 con poco meno di 10,5 miliardi di abitanti. Dopo il 2150 la popolazione quindi non dovrebbe crescere più.
Sfortunatamente sembra che, di solito, i sistemi che seguono un andamento di tipo logistico cessano di esistere quando raggiungono il 95% della loro crescita massima teorica!
Il 95% della crescita massima teorica verrebbe raggiunto esattamente nel 2068. E’ questa la “vera” data della fine del mondo?
Ovviamente no, e per due buoni motivi. Il primo è che la curva logistica che è stata calcolata non è detto che sia quella reale, soprattutto perché non conosciamo l’andamento della popolazione prima del 1900 visto che non abbiamo dati affidabili prima di quel periodo.
Il secondo motivo è che l’esistenza umana non è così deterministica da poter essere assimilata ad una funzione matematica, quindi potrebbero avvenire tantissimi avvenimenti che possono cambiare la storia dell’umanità e che non possiamo prevedere e nemmeno immaginare.
Conclusione
La fine del mondo non è un problema scientifico o matematico, come potrebbe sembrare a prima vista, ma un problema psicologico. Sono le nostre paure e le nostre ossessioni che si proiettano in una sadica, irreversibile catastrofe finale che ci perseguita come un incubo (soprattutto negli ultimi anni, amplificata da televisione, cinema e internet).
Come si fa a evitare questa paura? Cercando di essere creativi e razionali nello stesso tempo, vivere bene la vita, cercare l’amore e l’amicizia ed essere curiosi di tutto. Sono consigli banali che chiunque vi potrebbe dare, ma non sapete quante sono le persone che non sono interessate a queste cose!