venerdì 14 gennaio 2011

Cos’è il CERN?

 

CERN è la sigla del Consiglio Europeo per la Ricerca Nucleare. Il CERN fu istituito nel 1954 in seguito alla convenzione di Parigi del 1° luglio 1953, in cui dodici paesi europei, fra cui l’Italia, si unirono allo scopo di promuovere la ricerca scientifica sulle particelle elementari, collaborare agli esperimenti e condividere i risultati.

Fino a quel momento i laboratori più attrezzati e moderni si trovavano soprattutto negli Stati Uniti e questo spingeva molti scienziati europei a emigrare per poter svolgere in modo adeguato le proprie ricerche; la nascita del CERN rappresentò invece una nuova opportunità per riportare all’avanguardia la ricerca nucleare in Europa.

Sono stati raggiunti anche risultati inaspettati che hanno cambiato la storia della comunicazione. Infatti nel 1989, al CERN nacque il progetto WWW, sigla di world wide web, per lo scambio di dati a distanza fra scienziati, dando il via alla grande diffusione di internet come strumento comunicativo.

Il CERN è situato presso la città di Ginevra a occupa un’ampia area di confine tra Francia e Svizzera. Presso il CERN dal 1989 fino al 2000 funzionò il LEP (Large Electron Positron Collider), un enorme acceleratore di particelle elementari a forma di anello con una circonferenza di 26,7 Km (vedi immagine sotto), posto a circa 100 metri di profondità; nella stessa galleria è stato realizzato il dispositivo LHC (Large Hadron Collider) in cui già a partire dal 2008 vengono accelerate particelle ad altissima energia. Si tratta del più potente acceleratore di particelle che sia mai stato realizzato al mondo.

CERN

Per quanto riguarda LHC vi rimando ad alcuni post di questo stesso blog che potrebbero interessarvi:

Cosa è l’LHC? In questo video una bellissima spiegazione!

Come funziona il Large Hadron Collider (LHC)


La leva

 

La leva è la più semplice delle macchine, cioè gli strumenti creati per eseguire un lavoro. La leva è uno strumento costituito da un corpo rigido, di solito un’asta, che si appoggia a un punto fisso, detto fulcro. Nella leva agiscono due forze: quella che compie il lavoro vero e proprio, detta forza motrice, e un’altra che si oppone al lavoro della forza precedente, la resistenza.

A seconda della posizione del fulcro e dei punti di applicazione della forza motrice e della resistenza, le leve si classificano in tre tipi diversi:

le leve di primo genere, in cui il fulcro si trova tra la forza motrice e la resistenza come un remo o il piede di porco;

le leve di secondo genere, in cui la resistenza è posta tra il fulcro e la forza motrice come nella carriola;

le leve di terzo genere, in cui la forza motrice si applica tra il fulcro e la resistenza, per esempio il nostro braccio quando cerchiamo di sollevare un peso.

Leve di primo genere: il fulcro è posizionato tra forza motrice e resistenza.
 
Leve di secondo genere: la resistenza è posizionata tra fulcro e forza motrice.
 
Leve di terzo genere: la forza motrice è posizionata tra fulcro e resistenza.
 

Una leva è vantaggiosa quando permette di vincere una resistenza molto grande con una piccola forza motrice. Le leve di secondo genere sono sempre vantaggiose; quelle di terzo genere non lo sono mai, mentre quelle di primo genere sono vantaggiose quando il fulcro si trova più vicino alla resistenza che alla forza motrice.


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mercoledì 12 gennaio 2011

Etna in eruzione (12 gennaio 2011)

 

Da alcune ore l’Etna si è risvegliato è da segni di attività. Per il momento sembra che ci sia solo una lieve attività stromboliana (emissione esplosiva di brandelli di lava fusa) e forse una colata poco estesa. Per il momento vi segnalo solo l’indirizzo internet della webcam puntata sulla parte sommitale dell’Etna e vi posto un filmato che mostra in modo eloquente ciò che gli abitanti del versante sud dell’Etna stanno vedendo se si affacciano dalla finestra.

Buona visione.

Aggiornamento del 13 gennaio 2011.

Durante la notte tra il 12 e il 13 gennaio l’attività eruttiva ha subito un notevole incremento ed è stata emessa anche una spettacolare colata che si è riversata nella Valle del Bove. Nel seguente filmato possiamo vedere delle spettacolari immagini riprese da Giarre (CT).


Scoperto il primo pianeta extrasolare roccioso e stavolta con certezza!

 

Gli astronomi hanno appena annunciato la scoperta del primo pianeta orbitante attorno ad un’altra stella che certamente non è un gigante gassoso. Anzi, dovrebbe avere una densità simile a quella di un metallo e di dimensioni di poco maggiori di quelle della Terra!

Kepler-10b

Il pianeta (nella foto sopra ne vediamo una rappresentazione pittorica), scoperto dal telescopio orbitante della NASA Kepler, è stato battezzato provvisoriamente Kepler-10b. La stella (Kepler-10) ha dimensioni simili a quelle del nostro Sole e si trova ad una distanza di circa 560 anni luce.

Kepler-10b è stato individuato perché nel suo moto orbitale passa davanti alla stella attorno a cui orbita causando una mini-eclisse e facendo diminuire leggermente la luce proveniente dalla stella stessa. Sapendo quanto è grande la stella e quanta luce viene bloccata, si può misurare anche quanto è grande il pianeta (più il pianeta è grande, più luce viene bloccata). Dalle misurazioni fatte risulta che Kepler-10b ha un diametro che è solo 1,4 volte più grande di quello della Terra (la massa è 4,6 volte maggiore). Quindi Kepler-10b è il più piccolo pianeta extrasolare che sia mai stato scoperto!

Purtroppo sappiamo già che non è un pianeta abitabile perché orbita molto vicino alla stella Kepler 10 (circa 3 milioni di chilometri, cioè 20 volte più vicino di Mercurio rispetto al Sole) e quindi è letteralmente “bruciato” dalla sua vicinanza. Si può stimare che sulla sua superficie illuminata ci sia un inferno di metallo fuso e ribollente a 1300 gradi!

Un mondo inospitale ma che inaugura una (si spera) nutrita serie di scoperte di pianeti extrasolari di dimensioni simili a quelle della Terra, e alcuni saranno certamente più ospitali ;-)

Nel seguente filmato possiamo vedere i dettagli (in inglese) della scoperta spiegati dalla NASA.

Buona visione.


Fibonacci e la famosa “successione di Fibonacci”

 

Leonardo Fibonacci è un matematico italiano, nato a Pisa nel 1170 e morto dopo il 1240. Fibonacci (che deriva da filius Bonacci, cioè figlio di Bonacci, essendo suo padre Guglielmo dei Bonacci), detto anche Leonardo Pisano, studiò e visse a lungo in Algeria, dove entrò in contatto con la matematica araba e la scienza orientale in genere.

Fibonacci

Nel 1200 Fibonacci tornò a Pisa e, nel 1202, pubblicò il Liber Abaci, con il quale introdusse in Occidente le conoscenze matematiche che aveva appreso durante i suoi viaggi.

Proprio da queste conoscenze deriva la matematica di cui facciamo uso oggi; i numeri di uso comune sono infatti i numeri arabi. Il nome di Fibonacci è legato anche alla successione numerica che porta il suo nome (successione di Fibonacci), una sequenza di numeri interi i cui primi due termini sono due 1, e il seguente si ricava sommando i due precedenti. Quindi il terzo numero di Fibonacci è il 2 (1 + 1), il quarto è 3 (2 + 1), il quinto è 5 (2 + 3) e così via.

1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, …

Oggi la successione di Fibonacci viene applicata in numerosi campi della matematica e persino della biologia e della musica.

Anche il mondo del cinema è rimasto affascinato dalla successione di Fibonacci come dimostra questo spezzone tratto dal film “Dopo Mezzanotte” di Davide Ferrario (2004).

Buona visione.

La serie di Fibonacci


martedì 11 gennaio 2011

Alchimia

 

L’alchimia è un’antica dottrina di impronta iniziatica e magico-religiosa, nella quale procedimenti tecnici (come la fusione dei metalli) si associavano a dottrine filosofiche a sfondo magico.

L’alchimia nacque nell’antico Egitto, dove i segreti artigianali degli orafi, dei tessitori e dei tintori assunsero con il tempo significati occulti, cioè segreti, e da lì si diffuse in tutto il mondo.

alchimia

Fondamento dell’alchimia è la convinzione di poter trasformare metalli vili come il ferro in metalli nobili, in particolare l’oro. Sembra che il significato di questa trasformazione sia anche (e soprattutto) simbolico.

Il processo per raggiungere questa perfezione è detto “Grande Opera” che consiste nella riduzione dei metalli alla materia originaria, l’acqua divina, all’origine di tutte le cose. Il mezzo con cui compiere questa “trasmutazione” sarebbe la ricercatissima pietra filosofale, capace di trasformare in oro ogni metallo con cui veniva a contatto.

Da questa pietra si poteva ottenere una polvere, chiamata al-iksir (da cui deriva il termine “elisir”, che in arabo significa medicina) per realizzare l’”elisir di lunga vita”, una sostanza in grado di regalare l’eterna giovinezza: l’unico alchimista ricordato per avere raggiunto tale impossibile risultato è Nicolas Flamel. Ovviamente è opportuno ricordare il significato simbolico (anziché quello letterale) di queste trasformazioni alchemiche.

In campo pratico gli alchimisti inventarono l’alambicco e le varie tecniche per la realizzazione di leghe con l’oro. Nel rinascimento l’alchimia fu considerata come “mistero salvifico cristiano”, che avrà seguito nella dottrina dei controversi e leggendari Cavalieri di Rosa Croce.

L’alchimia non può essere considerata una scienza moderna ma qualcosa di simile ad una forma d’arte mista a spiritualità, tuttavia nel passato portò alla creazione di numerosi strumenti di laboratorio che sarebbero poi serviti alla ricerca chimica; sviluppò inoltre le tecniche della distillazione, sublimazione, calcinazione e filtrazione attraverso innumerevoli esperienze.

Un esempio di procedimento alchemico ancora utilizzato nella nostra epoca moderna è la realizzazione della spada dei Samurai, la mitica katana. La costruzione della lama, dalla fusione del metallo, fino alla lavorazione e lucidatura della lama stessa, è in tutto e per tutto un procedimento alchemico che viene eseguito da artigiani che hanno decenni di esperienza. In commercio esistono delle katana costruite con procedimenti industriali, ma non hanno la stessa qualità e bellezza di quelle costruite artigianalmente. Tra una katana di produzione in serie e una katana artigianale c’è in pratica la stessa differenza che passa tra i cibi fatti da un cuoco e i cibi comprati surgelati al supermercato.

In questo suggestivo documentario realizzato dal National Geographic possiamo vedere come viene realizzata una katana e seguire passo passo il procedimento alchemico alla base della sua costruzione. Questo permetterà anche di intuire meglio l’essenza dell’alchimia.

Buona visione.

La spada dei Samurai


Abaco

 

L’abaco è uno strumento che permette di eseguire calcoli numerici elementari. L’abaco (o abbaco) può essere orizzontale a tavoletta con scanalature parallele o verticale con asticelle parallele.

abaco

Si utilizzano piccoli oggetti come sassolini, palline, anelli che assumono un particolare valore numerico a seconda della fila e della posizione in cui sono collocati.

Era già conosciuto e usato dalle antiche popolazioni mesopotamiche, dagli Egizi, Greci e Romani. L’abaco (ancora in uso in Estremo Oriente) è giunto fino a noi e a scuola è utilizzato per i primi calcoli e per spiegare la differenza fra unità, decine e centinaia.

Il pallottoliere (immagine sotto) è un’evoluzione dell’abaco nato in epoca romana. Era una sorta di “calcolatrice tascabile” dell’antichità.

pallottoliere


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lunedì 10 gennaio 2011

La molecola

 

Una molecola è una particella che rappresenta la più piccola parte di una sostanza chimica capace di conservare le proprietà chimico-fisiche della sostanza stessa. Una molecola può essere formata da un solo atomo, da due o più atomi di uno stesso elemento chimico (come le molecole di ossigeno, O2, formate da due atomi) oppure, ed è il caso più frequente, da due o più atomi di elementi diversi: in quest’ultimo caso si parla di composti chimici (come per esempio l’acqua, formata da due atomi di idrogeno e da uno di ossigeno: in formula H2O).

Le molecole di grandi dimensioni come quelle di molte sostanze organiche sono dette macromolecole. Il peso molecolare è dato dalla somma dei pesi atomici degli atomi che compongono la molecola.

Gli atomi sono uniti nelle molecole per mezzo di un legame chimico.

In questo documentario (in due parti) possiamo vedere alcune osservazioni ed esperimenti per dimostrare la struttura molecolare della materia.

Buona visione.

Le molecole (prima parte)

 

Le molecole (seconda parte)


Esplode fabbrica di botti a Santa Venerina (CT)

 

Si tratta di una tragedia che si aggiunge alle ormai consuete stragi dei botti di capodanno. Stamattina 10 gennaio 2011, presso Santa Venerina (CT) è esplosa una fabbrica di botti e ciò ha causato due morti e un ferito. Si tratta del romeno Petru Merla, di 39 anni e di Giuseppe Adornetto, di 75 anni, di Mascali. Il ferito è Gaetano Spina, di 45 anni, figlio del proprietario dell’azienda. Il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo ha espresso il cordoglio per le vittime dell'esplosione.

Un evento simile era già successo 13 anni fa, nel 1998, sempre a Santa Venerina. Infatti il 13 maggio del 1998 l’esplosione uccise il proprietario della fabbrica, Maurizio Viola, di 36 anni, sposato e con un figlio di 10 anni, che era subentrato al padre nella gestione dell' azienda; e due suoi dipendenti: Salvatore Costantino, di 65 anni, che due mesi dopo sarebbe andato in pensione, e Gaetano Fichera, di 25.

Inutile dire che queste fabbriche di botti sono un continuo pericolo per tutti coloro che ci lavorano e per coloro che abitano vicino.


domenica 9 gennaio 2011

Il fullerene C60

 

In questo breve filmato possiamo vedere una simulazione 3D della struttura della molecola di fullerene C60. Il fullerene è formato quindi da 60 atomi di carbonio (la sua simmetria è sferica ed ha la stessa struttura di un pallone da calcio, formato dall’unione di superfici esagonali e pentagonali) ed ha delle caratteristiche chimico-fisiche davvero interessanti.

Buona visione del filmato.

Fullerene C60


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Bubble car EN-V: l’auto del futuro è stata presentata a Las Vegas

 

E’ da decenni che ci presentano “l’auto del futuro”, ma è da altrettanti decenni che queste auto non riescono a convincere nessuno. La storia si ripete con questa “automobilina” che fa il suo debutto al Ces 2011, la fiera tecnologica in Nevada. Si chiama EN-V (acronimo di Electric Networked-Vehicle) ed è un mini veicolo elettrico a due posti progettato dalla General Motors. Ha solo 2 ruote, un'autonomia di 65 km e sfrutta la tecnologia dei segway per mantenersi in equilibrio. Il punto forte? E' facile da parcheggiare. Ideale per le città.

In definitiva si tratta di una bubble car, un veicolo che in realtà potrebbe essere più utile in un campo da golf che nelle strade cittadine. Personalmente non mi convince molto, sarà perché ancora la “grande idea” che rivoluzionerà il mondo degli autotrasporti non è venuta a nessuno? Prima o poi verrà Occhiolino ne sono sicuro.

Buona visione del filmato.

EN-V l’auto del futuro


Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...