sabato 8 gennaio 2011

Come studiare bene, alcuni consigli utili

 

Per ottenere soddisfacenti risultati di apprendimento in un tempo prestabilito, occorre impadronirsi di una serie di tecniche di lavoro utili per favorire la memorizzazione, la sintesi e la rielaborazione personale dei contenuti. Lo studente che avrà imparato a trarre il meglio dagli strumenti a sua disposizione riuscirà a ottimizzare il proprio tempo e, in definitiva, a trascorrere meno ore sui libri. Questo però è l'approdo finale di un esercizio costante, giornaliero, di applicazione metodica, che all'inizio potrà sembrare forse noioso, ma che non tarderà a dare i suoi frutti.


Prendere appunti

prendere appunti

Una prima operazione, che si raccomanda a tutti gli studenti di non trascurare, è quella di prendere appunti durante le lezioni. Sarebbe opportuno portare in classe un unico quaderno ad anelli con fogli staccabili, in cui raccogliere gli appunti di tutte le materie; a casa poi lo studente si preoccuperà di curare l'elaborazione dei vari quaderni disciplinari. Prendere appunti, infatti, è un esercizio che inizia a scuola, ma che poi continua a casa, perché le note scritte velocemente in classe hanno sempre bisogno di essere riordinate e, talvolta, integrate.

Il quaderno degli appunti è un po' come il diario personale, ed è giusto che la sua organizzazione sia lasciata alla libertà degli studenti: c'è chi si inventa una specie di stenografia fatta di abbreviazioni per scrivere più rapidamente (cmq al posto di "comunque" , x' invece di "perché", a. per "anno", sec. per "secondo" e così via), chi usa pennarelli di colori diversi, chi evidenzia in colore i passi importanti, chi inserisce immagini, grafici e tabelle.

Indipendentemente dalle strategie utilizzate, è importante ricordare che prendere appunti non è un'operazione passiva, ma un vero e proprio esercizio che mette alla prova le abilità dello studente, in modo particolare la capacità di ascoltare in modo attivo e di operare, già durante le lezioni in classe, una selezione e una sintesi dei contenuti. Infatti non è necessario scrivere da forsennati come sotto dettatura, per timore di perdere anche solo una parola di quello che dice l'insegnante; è assai più utile esercitarsi a riassumere il contenuto delle spiegazioni, annotando solo le informazioni essenziali. Naturalmente si può chiedere la collaborazione del professore, che sarà ben felice di venire incontro alle esigenze dei suoi volenterosi allievi rallentando il ritmo dell'esposizione o dando espressa indicazione delle informazioni salienti e di quelle accessorie.

In conclusione, prendere appunti in classe, per annotare i passaggi principali della spiegazione degli insegnanti, è un'ottima abitudine, che aiuta non soltanto a non perdere la concentrazione, ma anche a esercitare le proprie capacità di sintesi e di rielaborazione dei contenuti.


Organizzatori anticipati, riassunti e mappe concettuali

mappa concettuale

Spesso, nei libri di testo, all'inizio di ogni unità di apprendimento si trova una breve introduzione che anticipa allo studente i contenuti che incontrerà. Nel linguaggio della pedagogia, questo tipo di espediente si chiama organizzatore anticipato e serve a fare entrare lo studente nell'ambiente concettuale dell'unità, e a sollecitare la sua curiosità e le sue aspettative.

Anche nel quaderno degli appunti personali potrebbero essere inseriti degli organizzatori anticipati, come breve introduzione (bastano poche righe) ad ogni lezione. Naturalmente non dovranno essere scritti in classe, ma a casa, alla fine dell'attività di rielaborazione degli appunti. Quando gli allievi ripasseranno i contenuti sul loro quaderno, gli organizzatori serviranno a rammentare sinteticamente l'argomento di quella lezione.

Il riassunto è un esercizio un po' trascurato in classe, ma utilissimo per imparare a scrivere, esercitando le capacità di comprensione e di sintesi. Provate ogni tanto (una volta al mese può bastare) a fare un riassunto di un'unità di apprendimento del libro di testo, stabilendone in anticipo la lunghezza: le vostre abilità di scrittura miglioreranno sensibilmente.

La maggior parte dei libri di testo contiene, in fondo a ogni unità, una mappa concettuale, che riassume in modo schematico i contenuti presentati, con l'aiuto di elaborazioni grafiche che visualizzano l'articolazione delle informazioni. Si tratta di sussidi utili, ma ogni studente dovrebbe elaborare le proprie mappe concettuali, questo perché ognuno ha il proprio stile cognitivo e di apprendimento.


Personalizzare il libro di testo

sottolineare il libro

Che noia quei libri di testo nuovi fiammanti, appena usciti dalla cartoleria, con le pagine belle pulite! Perché non renderli "nostri" personalizzandoli con note a margine (come facevano i monaci medievali nei preziosi codici), con sottolineature di colore diverso, con le spiegazioni dei termini difficili?

I libri di testo sono strumenti di lavoro che devono recare le tracce dell'impegno degli studenti, anche perché sono proprio quelle "tracce" a rendere più veloci ed efficaci non solo la memorizzazione, ma anche il ripasso.


venerdì 7 gennaio 2011

Scoperte per caso: la scienza fortunata

 

Molte importanti scoperte scientifiche sono avvenute per caso. Infatti determinati eventi fortuiti (verificatisi cioè al di fuori di ogni intenzionalità) sono stati all'origine di scoperte che hanno contribuito al progresso umano.

dea bendata

Citiamo alcuni esempi.

Hertz notò un giorno che l'apparecchio intorno a cui stava lavorando provocava scintille su un altro che si trovava nello stesso locale, e questa circostanza gli permise di scoprire le onde elettromagnetiche.

Röentgen una volta si dimenticò di togliere uno speciale schermo fluorescente dal tavolo su cui stava lavorando a una lampada a raggi catodici; questa dimenticanza portò alla scoperta dei raggi X.

In fotografia, la proprietà dei sali d'argento di sensibilizzare la carta alla luce fu scoperta da Daguerre e dal suo socio quando si accorsero che un cucchiaio d'argento aveva lasciato la sua immagine sulla superficie metallica iodizzata sulla quale era stato posato. Daguerre non sarebbe mai arrivato alla scoperta del pigmento sensibile alla luce se, per farla, avesse dovuto esaminare una per una tutte le innumerevoli sostanze chimiche conosciute.

Ma la vicenda di Alexander Fleming è davvero straordinaria.

Da giovane, Alexander Fleming non poté seguire gli studi di medicina per mancanza di mezzi. A Londra, mentre era occupato in un'altra attività, gli capitò di partecipare a una partita di water-polo contro la squadra del St. Mary's Hospital. Poi gli morì un parente che, inaspettatamente, gli lasciò un legato: quanto bastava per permettergli di frequentare una scuola di medicina; e Fleming scelse il St. Mary's Hospital, proprio per il breve contatto che aveva avuto in precedenza con la sua squadra di water-polo. Si dette il caso che al St. Mary's Hospital lavorasse il grande batteriologo sir Almroth Wright, che stava studiando le reazioni dell'organismo umano alle infezioni dei batteri e stava elaborando e sperimentando la teoria sulle vaccinazioni. Presto Fleming se ne interessò e si trovò a lavorare nell'ambiente ideale e con il maestro ideale per questo genere di studi. .Durante la prima guerra mondiale, poi, Fleming dovette dedicarsi alla cura dei soldati feriti in combattimento e si rese conto sempre di più della scarsa efficacia dei disinfettanti in uso, nocivi ai tessuti della ferita non meno che ai batteri. Molti anni dopo, coltivando una goccia di muco nasale, notò che questo sembrava arrestare gradualmente la proliferazione batterica. A seguito di questa osservazione, scopri il lisozima, un antibiotico naturale nocivo ai batteri ma innocuo all'uomo. Purtroppo la sua efficacia era molto scarsa.
Fu con questa esperienza all'attivo che Fleming un giorno si accorse che un vetrino di coltura era stato contaminato da una muffa posatasi dall'aria. Capitano tutti i giorni inconvenienti del genere, ma Fleming, invece di buttar via il vetrino, lo esaminò e si accorse che la proliferazione batterica si era arrestata tutt'intorno alla muffa. La straordinarietà dell'evento stava nel fatto che, sebbene il penicillium notatum fosse solo una delle molte centinaia di muffe che potevano posarsi sul vetrino, era tuttavia l'unica ad esercitare quel tipo di azione. Difatti, tutti i tentativi compiuti sfruttando le enormi possibilità della scienza moderna e indirizzati specificamente alla ricerca di altre muffe, non sono riusciti a trovare nulla di altrettanto efficace di questa muffa, messa a disposizione dal caso.
La concatenazione delle circostanze non si era ancora esaurita. Fleming aveva studiato il comportamento della penicillina nelle infezioni del corpo umano ma non aveva sufficienti nozioni chimiche per renderla abbastanza stabile da poterla usare come farmaco. Dovettero passare ancora molti anni prima che, a Oxford, Chaim e altri prendessero l'iniziativa, tutta personale, di studiare l'aspetto chimico del problema. Da questo momento le cose procedettero rapidamente e le necessità impellenti della seconda guerra mondiale trasformarono la penicillina in un antibiotico pratico e di portentosa efficacia.
La partita di water-polo che aveva determinato, da parte di Fleming, la scelta del St. Mary's Hospital, e lo aveva messo indirettamente in contatto con sir Almroth Wright, l'inaspettata eredità, l'esperienza acquisita in guerra, la scoperta del lisozima, il vetrino contaminato per caso dalla più potente delle muffe, la decisione di stabilizzare chimicamente la penicillina, ecco una catena di eventi che non fu il risultato di una scelta logica.


Mancanza di ispirazione? Niente paura, perché…

 

… in tal caso si scrive un post di cazzeggio come questo :-).

Tutti quelli che scrivono hanno sempre dei momenti in cui manca l’ispirazione, ma per un blogger non c’è pericolo: basta scrivere un post in cui si parla del fatto che manca l’ispirazione. La fortuna del blogger è che esiste l’autoreferenzialità. Uno scrittore non ha la stessa buona sorte. Ovviamente potrebbe scrivere un romanzo in cui narra la vicenda di uno scrittore che ha perso l’ispirazione, ma non suonerebbe molto originale e poi non saprebbe come scrivere il finale ;-)

E siccome anche io in questo post non so come scrivere la conclusione, non la scrivo! :-)


mercoledì 5 gennaio 2011

Una bambina di 10 anni scopre una supernova!

 

Si chiama Kathryn Aurora Gray e, con  i suoi 10 anni, è la persona più giovane del mondo ad avere scoperto una supernova. Una supernova è una stella che è esplosa alla fine del suo ciclo vitale e a causa dell’esplosione diventa così luminosa da diventare visibile a distanze galattiche. E’ una condizione transitoria che dura poche settimane, perché dopo l’esplosione la stella diminuisce rapidamente la sua luminosità.

bambina di 10 anni scopre una supernova

Kathryn ha fatto la sua scoperta durante un fine settimana sotto la supervisione di suo padre Paul Gray e con l'aiuto di un amico di famiglia, David Lane, entrambi da molti anni appassionati di astronomia e che sono stati co-accreditati per quanto riguarda la scoperta.

La supernova, di magnitudine 17, è stata osservata nella galassia UGC 3.378 (distante circa 240 milioni di anni luce) visibile nella costellazione della Giraffa.

Sono contento che persone così giovani siano coinvolte in passioni così belle, creative, stimolanti come l’astronomia. Complimenti a Kathryn e che questa sia solo la prima di una lunga serie di scoperte :-)


martedì 4 gennaio 2011

La comunicazione non verbale: i vari tipi di segnali.

 

Nell'interazione comunicativa quotidiana, la comunicazione non verbale completa, accompagna e specifica ulteriormente quella verbale. In questo senso è considerata efficace per trasmettere l'aspetto di relazione: un'apostrofe come «Disgraziato che non sei altro!», proferita con un sorriso, con un tono scherzoso e magari con una pacca sulla schiena, rassicura chi la riceve sulle intenzioni amichevoli di chi la pronuncia.

espressioni del viso

Diverse ricerche hanno mostrato il peso degli elementi non verbali nella ricezione di un messaggio: secondo recenti studi, nell'interpretazione di un messaggio le parole da sole hanno un peso inferiore al 10% e sono molto più importanti altri elementi, quali il tono della voce, i gesti e le espressioni con cui vengono accompagnate.

Sono state tentate diverse classificazioni dei segnali usati nella comunicazione non verbale; sommariamente, possiamo riconoscerne 8 gruppi principali:

segnali prosodici: si trasmettono con la voce e comprendono tutti quegli elementi che creano una sorta di melodia e musicalità del parlato, come la forza vocale, il ritmo, l'intonazione, la velocità di eloquio, l'enfasi (cioè la sottolineatura di una parola o di parte di essa);

segnali paralinguistici: sono componenti vocali della comunicazione verbale non dotati di musicalità, come le pause, le esitazioni, i borbottii, i colpi di tosse, i sospiri;

aspetto esteriore: è il complesso dei segnali che si legano alla nostra immagine, come l'abbigliamento, il trucco, gli ornamenti, le decorazioni del corpo (tatuaggi, piercing), le acconciature;

segnali prossemici: coincidono con l'uso (consapevole o meno) dello spazio nella comunicazione. Si pensi alla distanza interpersonale, all'orientazione dei corpi, alla disposizione e ai movimenti degli interlocutori nell'ambiente.;

segnali posturali: comprendono tutte le posizioni assunte dal corpo durante la comunicazione, ad esempio rigida, tesa, rilassata, con il busto proteso in avanti, con le braccia conserte, frontale, di tre quarti;

espressioni del viso: comprendono tutti i tratti della mimica facciale utilizzabili a fini comunicativi, dal riso al sorriso, alle smorfie di disgusto, al broncio, all'alzata di sopracciglia;

segnali gestuali: si ottengono con movimenti delle mani e del capo. Una qualche forma di gestualità accompagna sempre la comunicazione, ma con intensità e frequenza che tendenzialmente sono legate all'educazione ricevuta e alla cultura di appartenenza: ci sono infatti popolazioni che incoraggiano la comunicazione a gesti, mentre altre la reprimono, considerandola disdicevole;

contatti: sono tutti quei segnali che si avvalgono del canale motorio-tattile come la stretta di mano, l'abbraccio, il bacio di saluto, il braccio intorno alla vita, il gesto di "dare il 5" (diffuso tra gli sportivi) o il, grooming (cioè la pulizia reciproca di pelle e capelli, che da noi non usa, ma che alcune popolazioni praticano per rilassarsi e rinsaldare i rapporti sociali).


Il moto perpetuo tra realtà e fantasia

 

Il moto perpetuo è un “mito” della pseudoscienza duro a morire. Ne avevo già parlato su questo blog nell’articolo dal titolo: “Il moto perpetuo (non esiste)”. Riprendo l’argomento facendo notare ancora una volta che su YouTube e su molti siti internet si trovano filmati che mostrano dispositivi che promettono di produrre energia infinita gratis.

Questi filmati spesso sono in realtà dei fake e bisogna stare attenti a non cadere nella “rete” di ragionamenti (o sarebbe meglio dire sragionamenti) apparentemente logici di coloro che li propongono. Questi (pseudo) ragionamenti di solito sono di questo tipo:

1) Esiste un modo per ottenere energia illimitata gratis. Le leggi della Fisica che gli scienziati ci insegnano sono sbagliate.

2) Esiste un complotto portato avanti dai “petrolieri teso a nascondere qualsiasi fonte di energia alternativa illimitata e gratuita per evitare di perdere i loro lauti guadagni.

contenitore che si autoriempie

Queste due argomentazioni sembrano plausibili e perfettamente logiche e, in particolare, la 2) sembra davvero inattaccabile.

Vi faro capire perché invece sono due argomentazioni davvero debolissime.

Partiamo dal ragionamento 1). Ottenere energia illimitata gratis non è possibile, ma non perché gli scienziati hanno “pontificato” che non si può fare punto e basta, bensì perché le leggi della Fisica sono ormai verificate in maniera sicura. Ad esempio nessuno mette più in dubbio che la Terra è rotonda oppure che orbiti attorno al Sole, perché non si tratta più di ipotesi (come potevano essere considerate secoli fa) ma di realtà. Se qualcuno continuasse a pensare che è il Sole che gira attorno alla Terra, oppure che la Terra è piatta, non potrebbe più fare né astronomia né esplorazioni geografiche. Le sue sarebbero solo fantasie e basta. Allo stesso modo non è possibile fare Fisica se si pensa che la legge di conservazione dell’energia non sia valida.

Su wikipedia leggiamo:

“Vi sono due generi di moto perpetuo, che si dicono rispettivamente di prima e di seconda specie, a seconda che la loro realizzazione violi il primo o solamente il secondo principio della termodinamica.

Prima specie

Appartiene a questa categoria una macchina che produca in uscita una quantità di energia maggiore di quella che consuma. Una volta avviata la macchina funzionerebbe indefinitamente autoalimentandosi, in evidente violazione del principio di conservazione dell'energia (primo principio della termodinamica). Molte delle proposte per queste macchine utilizzano magneti come fonti di energia dal nulla ed impiegano sistemi ad attrito nullo. Se molti di questi sistemi possono marciare anche per lungo tempo prima di fermarsi, da essi non è fisicamente possibile estrarre energia gratuita.

Seconda specie

Dispositivi di questo tipo dovrebbero essere in grado di convertire interamente il calore estratto da una sola sorgente a temperatura costante in lavoro. Ciò è in violazione del secondo principio della termodinamica: un esempio di macchina a moto perpetuo di seconda specie sarebbe una nave capace di avanzare sottraendo calore all'acqua del mare e trasformando quel calore in energia cinetica, senza cederne una parte ad una sorgente più fredda dell'acqua di mare. Il primo principio della termodinamica sarebbe rispettato da tale macchina termica a rendimento unitario. Oggi si considera comunemente il secondo principio come una conseguenza della meccanica statistica, e la sua validità è ritenuta un fatto meramente probabilistico. Di conseguenza sono possibili violazioni del secondo principio, sia pure con probabilità piccolissima; quella che resta esclusa è la possibilità di provocare tali violazioni in modo riproducibile e quindi utilizzabile.”

Guardiamo questo filmato:

Motore magnetico

Come possiamo vedere chi ha costruito questo “motore magnetico” ha fatto una grande fatica per non ottenere praticamente nulla di interessante. Pur essendo in grado di generare movimento (ma non si sa per quanto tempo, poiché ci vengono mostrati solo pochi secondi di rotazione e per di più al rallentatore) non sarà mai in grado di generare energia.

Quello che sto per dire potrà sembrare molto pesante, ma tutti quelli che sprecano il loro tempo con questi marchingegni insultano tutti coloro che studiano con impegno e sofferenza come ottenere nuove fonti di energia e ottimizzare quelle che già esistono. Offendono tutti coloro che hanno fatto enormi sacrifici per avere un pizzico di conoscenza scientifica.


E adesso analizziamo il ragionamento 2).

“…sono le speculazioni delle multinazionali petrolifere che tentano di fermare il progresso scientifico per scopi puramente economici, se questi motori magnetici venissero utilizzati non ci sarebbe più bisogno del petrolio e dell'energia nucleare.”

Affermazioni simili le leggiamo un po’ dappertutto su internet. Ma anche se sembra quasi inattaccabile, questo è il ragionamento di gran lunga più debole. Questo perché ci si mette solo dal punto di vista dei petrolieri. Per loro una fonte di energia alternativa che riuscisse a risolvere i problemi energetici dell’umanità non sarebbe conveniente dal punto di vista economico (dimentichiamo però che risolverebbe anche i loro problemi), ma per coloro che inventano un dispositivo capace di estrarre energia dal nulla sarebbe conveniente e anche molto! Pensate se un’azienda avesse la possibilità di costruire una macchina del genere… farebbe di tutto per ottenere un risultato del genere e non si farebbe certo fermare dai… petrolieri! L’ipotesi del complotto mondiale dei petrolieri si scioglie così come neve al sole.

Il ragionamento 2) è simile a quello che fanno coloro che vendono i numeri vincenti al lotto: ma se sono vincenti, perché non se li giocano loro?

Anche in questo caso sono costretto a dire che tutti coloro che diffondono su internet o sui vari media idee del genere fanno del male e offendono l’intelligenza delle persone che lavorano.


Conclusione

Esiste una sola conclusione ed è definitiva. Raramente nel campo della scienza mi azzardo a dire che una cosa è sicuramente impossibile e questo è uno dei rari casi. Il moto perpetuo è impossibile così com’è impossibile che la Terra sia piatta o che il Sole giri attorno alla Terra o che si possa costruire una scala come questa:

scala di Escher


lunedì 3 gennaio 2011

Eclissi di Sole del 4 gennaio 2011

 

L'eclissi parziale di Sole del 4 Gennaio 2011 inizierà alle ore 07:45 e finirà alle 10:40. Precisamente sappiamo che raggiungerà il massimo alle 09:06 a Palermo, alle 09:11 a Roma e alle 9:12 a Milano. Durante il massimo verrà coperta il 70% dell’area solare.
La prima eclissi del nuovo anno sarà visibile anche in Sardegna.
A tutti coloro che hanno intenzione di godersi la magia dell'eclissi di Sole, si consiglia di trovarsi in un posto dove l'orizzonte è sgombro poiché il Sole agli orari dell’eclissi sarà abbastanza basso sull'orizzonte.

Sotto potete vedere una cartina delle zone della Terra interessate dall’eclissi.

eclissi parziale di sole del 4 gennaio 2011

Ovviamente fate bene attenzione a NON GUARDARE il Sole direttamente ad occhio nudo (e nemmeno con gli occhiali da sole) perché si possono riportare danni permanenti alla vista se non addirittura la cecità. Sembra impossibile, ma ad ogni eclissi le persone che finiscono al pronto soccorso sono decine. Naturalmente non rischiatevi di guardare attraverso telescopi o binocoli, se non forniti di appositi filtri e niente vetri affumicati, pellicole, radiografie, cd, tutte soluzioni pericolosissime! Per un’osservazione sicura seguite i consigli di questa guida.

Il modo migliore per osservare questa eclissi è quella della “proiezione con oculare” (metodo che userò io per fare qualche foto), oppure sarà possibile seguirla in diretta via internet presso il seguente sito: eclissi 4 gennaio in diretta.

Speriamo che ci sia tempo buono e, se posso, domani mattina stesso vi presenterò anche qualche foto realizzata da me Sorriso


La macchina del tempo. Documentario National Geographic.

 

I viaggi nel tempo sono un sogno dell’umanità da molto tempo. La possibilità di poter andare nel passato o nel futuro da sempre affascina gli scrittori di fantascienza o i registi cinematografici. Basti pensare a romanzi come “La macchina del tempo” di Herbert George Wells, oppure alla serie di film “Ritorno al futuro” diretti da Robert Zemeckis e che hanno decretato il successo dell’attore Michael J. Fox.

Secondo alcuni scienziati viaggiare nel tempo non solo è possibile ma addirittura inevitabile. In questo stupendo documentario realizzato dal National Geographic, possiamo vedere il punto della situazione sulla possibilità di viaggiare nel tempo e di costruire una vera macchina del tempo rendendo finalmente realtà un sogno meraviglioso. Infatti alcuni scienziati stanno studiando il problema da vari punti di vista e sembra che la soluzione sia ormai vicina…

Buona visione del documentario.

La macchina del tempo


Telescopio spaziale Hubble. 15 anni di fantastiche scoperte!

 

In questo meraviglioso documentario, a cura dell’ESA, viene raccontata la storia del più potente telescopio mai realizzato, il telescopio spaziale Hubble.

Si tratta di un viaggio attraverso lo spazio e il tempo di uno strumento che ha enormemente ampliato la nostra conoscenza dell’Universo arrivando a mettere alla prova tutte le nostre conoscenze scientifiche. Si tratta di 15 anni di scoperte che sono state realizzate grazie al fatto che questo telescopio, essendo nello spazio, non viene disturbato dalle distorsioni ottiche dovute alla presenza dell’atmosfera. Ciò ha permesso di ottenere delle immagini di oggetti astronomici senza precedenti con una definizione sconosciuta per i telescopi da terra.

Nel 2004 Hubble ad esempio ci ha regalato la splendida immagine dello “Hubble Ultra Deep Field”: la più profonda immagine dell'universo nel campo delle radiazioni visibili, che mostra le più vecchie galassie mai viste, formate 13 miliardi di anni fa.

Buona visione del documentario.

Telescopio spaziale Hubble


domenica 2 gennaio 2011

Skyline, invasione aliena nel 2011

 

Le invasioni aliene vanno di moda negli ultimi tempi e la cinematografia se n’è accorta. Nei primi giorni di questo 2011 viene già presentata una pellicola che tratta il classico tema dell’invasione aliena. Si tratta di Skyline, un film che uscirà nelle sale cinematografiche il 14 gennaio 2011.

A prima vista sembra una storia abbastanza “classica”. La narrazione prende spunto da una affermazione del famoso fisico Stephen Hawking, che nel 2010 disse che non era prudente mandare segnali radio nello spazio, perché se gli alieni dovessero esistere realmente, potrebbero captarli, rintracciarci e venire da noi… A quel punto sarebbero guai grossi!

Questa, a grandi linee, la trama. A Los Angeles, dopo una notte di bagordi, un gruppo di amici nota una serie di raggi di luce che scendono dal cielo. I raggi svegliano tutta la città e iniziano ad attirare le persone come le fiamme attirano le falene. I ragazzi scopriranno presto che una volta attirate dalla luce ed entratevi in contatto, le persone svaniscono nel nulla e che queste forze aliene minacciano di cancellare l'intera popolazione mondiale dalla faccia della Terra.

Buona visione del trailer del film Skyline.

Skyline, trailer in italiano


Come si forma un vulcano. Ecco dove è nato l’Etna.

 

La domanda sembrerebbe banale: dove è nato il vulcano Etna? Beh, è nato esattamente dove si trova adesso, mica i vulcani se ne vanno a passeggio! Questo non è esatto: il centro eruttivo dell’Etna si è spostato di molti chilometri dall’epoca (circa 500000 – 600000 anni fa) della nascita del vulcano.

La cosa interessante è che attualmente è possibile vedere le zone in cui iniziarono le prime eruzioni sottomarine dell’Etna. Tra l’altro queste zone sono tra le più belle coste marine della Sicilia Orientale. Sto parlando di Acitrezza e del lungomare di Catania.

E’ proprio nell’area di Acitrezza che si riconoscono “dal vivo” le fasi che hanno portato alla nascita dell’Etna, avvenuta nel Pleistocene medio (circa 600000 – 500000 anni fa) da un sistema di fratture eruttive presenti nel fondale del golfo pre-etneo che si apriva lungo la costa orientale della Sicilia e che separava l’altopiano Ibleo (a sud) dalla catena dei monti Peloritani (a nord).

La spinta della subsidente zolla africana sotto quella eurasiatica ha generato una intensa attività tettonica che ha determinato la creazione dei vulcani esplosivi dell’arcipelago delle Eolie, e la formazione, nel golfo pre-etneo, di fratture di distensione dalle quali è risalito, attraversando un fondale argilloso, il magma che ha dato inizio all’edificio del vulcano Etna.

basalti colonnari Aci Trezza

L’origine dei basalti colonnari (che vediamo nella foto sopra) è legata ai processi magmatici in cui il magma, raffreddandosi lentamente ed in modo uniforme, cristallizzando, attraverso un processo di contrazione, ha creato una perfetta fessurazione verticale, formando delle colonne prismatiche, di colore grigio, come una sorta di imponente schiera di canne d’organo.

Passeggiando lungo il caratteristico lungomare di Catania (bellissimo ma gestito male dal Comune) è possibile osservare anche delle tipiche strutture (vedi foto sotto) dette “lava a corda”. Queste colate laviche solidificate sono chiamate anche pahoehoe che è una parola tratta dalla lingua delle popolazioni hawaiane che significa "pietre su cui si può camminare". Esse si formano quando la lava ancora fluida scorre al di sotto di una sottile crosta ancora plastica che si raggrinza e si piega formando creste sottili. Anche queste strutture si possono fare risalire alla nascita dell’Etna e testimoniano un’attività vulcanica simile a quella dei vulcani a scudo delle isole Hawaii.

lava a corde

Altri dettagli sulla formazione dell’Etna li potete trovare qui.


Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...