martedì 4 gennaio 2011

La comunicazione non verbale: i vari tipi di segnali.

 

Nell'interazione comunicativa quotidiana, la comunicazione non verbale completa, accompagna e specifica ulteriormente quella verbale. In questo senso è considerata efficace per trasmettere l'aspetto di relazione: un'apostrofe come «Disgraziato che non sei altro!», proferita con un sorriso, con un tono scherzoso e magari con una pacca sulla schiena, rassicura chi la riceve sulle intenzioni amichevoli di chi la pronuncia.

espressioni del viso

Diverse ricerche hanno mostrato il peso degli elementi non verbali nella ricezione di un messaggio: secondo recenti studi, nell'interpretazione di un messaggio le parole da sole hanno un peso inferiore al 10% e sono molto più importanti altri elementi, quali il tono della voce, i gesti e le espressioni con cui vengono accompagnate.

Sono state tentate diverse classificazioni dei segnali usati nella comunicazione non verbale; sommariamente, possiamo riconoscerne 8 gruppi principali:

segnali prosodici: si trasmettono con la voce e comprendono tutti quegli elementi che creano una sorta di melodia e musicalità del parlato, come la forza vocale, il ritmo, l'intonazione, la velocità di eloquio, l'enfasi (cioè la sottolineatura di una parola o di parte di essa);

segnali paralinguistici: sono componenti vocali della comunicazione verbale non dotati di musicalità, come le pause, le esitazioni, i borbottii, i colpi di tosse, i sospiri;

aspetto esteriore: è il complesso dei segnali che si legano alla nostra immagine, come l'abbigliamento, il trucco, gli ornamenti, le decorazioni del corpo (tatuaggi, piercing), le acconciature;

segnali prossemici: coincidono con l'uso (consapevole o meno) dello spazio nella comunicazione. Si pensi alla distanza interpersonale, all'orientazione dei corpi, alla disposizione e ai movimenti degli interlocutori nell'ambiente.;

segnali posturali: comprendono tutte le posizioni assunte dal corpo durante la comunicazione, ad esempio rigida, tesa, rilassata, con il busto proteso in avanti, con le braccia conserte, frontale, di tre quarti;

espressioni del viso: comprendono tutti i tratti della mimica facciale utilizzabili a fini comunicativi, dal riso al sorriso, alle smorfie di disgusto, al broncio, all'alzata di sopracciglia;

segnali gestuali: si ottengono con movimenti delle mani e del capo. Una qualche forma di gestualità accompagna sempre la comunicazione, ma con intensità e frequenza che tendenzialmente sono legate all'educazione ricevuta e alla cultura di appartenenza: ci sono infatti popolazioni che incoraggiano la comunicazione a gesti, mentre altre la reprimono, considerandola disdicevole;

contatti: sono tutti quei segnali che si avvalgono del canale motorio-tattile come la stretta di mano, l'abbraccio, il bacio di saluto, il braccio intorno alla vita, il gesto di "dare il 5" (diffuso tra gli sportivi) o il, grooming (cioè la pulizia reciproca di pelle e capelli, che da noi non usa, ma che alcune popolazioni praticano per rilassarsi e rinsaldare i rapporti sociali).


Il moto perpetuo tra realtà e fantasia

 

Il moto perpetuo è un “mito” della pseudoscienza duro a morire. Ne avevo già parlato su questo blog nell’articolo dal titolo: “Il moto perpetuo (non esiste)”. Riprendo l’argomento facendo notare ancora una volta che su YouTube e su molti siti internet si trovano filmati che mostrano dispositivi che promettono di produrre energia infinita gratis.

Questi filmati spesso sono in realtà dei fake e bisogna stare attenti a non cadere nella “rete” di ragionamenti (o sarebbe meglio dire sragionamenti) apparentemente logici di coloro che li propongono. Questi (pseudo) ragionamenti di solito sono di questo tipo:

1) Esiste un modo per ottenere energia illimitata gratis. Le leggi della Fisica che gli scienziati ci insegnano sono sbagliate.

2) Esiste un complotto portato avanti dai “petrolieri teso a nascondere qualsiasi fonte di energia alternativa illimitata e gratuita per evitare di perdere i loro lauti guadagni.

contenitore che si autoriempie

Queste due argomentazioni sembrano plausibili e perfettamente logiche e, in particolare, la 2) sembra davvero inattaccabile.

Vi faro capire perché invece sono due argomentazioni davvero debolissime.

Partiamo dal ragionamento 1). Ottenere energia illimitata gratis non è possibile, ma non perché gli scienziati hanno “pontificato” che non si può fare punto e basta, bensì perché le leggi della Fisica sono ormai verificate in maniera sicura. Ad esempio nessuno mette più in dubbio che la Terra è rotonda oppure che orbiti attorno al Sole, perché non si tratta più di ipotesi (come potevano essere considerate secoli fa) ma di realtà. Se qualcuno continuasse a pensare che è il Sole che gira attorno alla Terra, oppure che la Terra è piatta, non potrebbe più fare né astronomia né esplorazioni geografiche. Le sue sarebbero solo fantasie e basta. Allo stesso modo non è possibile fare Fisica se si pensa che la legge di conservazione dell’energia non sia valida.

Su wikipedia leggiamo:

“Vi sono due generi di moto perpetuo, che si dicono rispettivamente di prima e di seconda specie, a seconda che la loro realizzazione violi il primo o solamente il secondo principio della termodinamica.

Prima specie

Appartiene a questa categoria una macchina che produca in uscita una quantità di energia maggiore di quella che consuma. Una volta avviata la macchina funzionerebbe indefinitamente autoalimentandosi, in evidente violazione del principio di conservazione dell'energia (primo principio della termodinamica). Molte delle proposte per queste macchine utilizzano magneti come fonti di energia dal nulla ed impiegano sistemi ad attrito nullo. Se molti di questi sistemi possono marciare anche per lungo tempo prima di fermarsi, da essi non è fisicamente possibile estrarre energia gratuita.

Seconda specie

Dispositivi di questo tipo dovrebbero essere in grado di convertire interamente il calore estratto da una sola sorgente a temperatura costante in lavoro. Ciò è in violazione del secondo principio della termodinamica: un esempio di macchina a moto perpetuo di seconda specie sarebbe una nave capace di avanzare sottraendo calore all'acqua del mare e trasformando quel calore in energia cinetica, senza cederne una parte ad una sorgente più fredda dell'acqua di mare. Il primo principio della termodinamica sarebbe rispettato da tale macchina termica a rendimento unitario. Oggi si considera comunemente il secondo principio come una conseguenza della meccanica statistica, e la sua validità è ritenuta un fatto meramente probabilistico. Di conseguenza sono possibili violazioni del secondo principio, sia pure con probabilità piccolissima; quella che resta esclusa è la possibilità di provocare tali violazioni in modo riproducibile e quindi utilizzabile.”

Guardiamo questo filmato:

Motore magnetico

Come possiamo vedere chi ha costruito questo “motore magnetico” ha fatto una grande fatica per non ottenere praticamente nulla di interessante. Pur essendo in grado di generare movimento (ma non si sa per quanto tempo, poiché ci vengono mostrati solo pochi secondi di rotazione e per di più al rallentatore) non sarà mai in grado di generare energia.

Quello che sto per dire potrà sembrare molto pesante, ma tutti quelli che sprecano il loro tempo con questi marchingegni insultano tutti coloro che studiano con impegno e sofferenza come ottenere nuove fonti di energia e ottimizzare quelle che già esistono. Offendono tutti coloro che hanno fatto enormi sacrifici per avere un pizzico di conoscenza scientifica.


E adesso analizziamo il ragionamento 2).

“…sono le speculazioni delle multinazionali petrolifere che tentano di fermare il progresso scientifico per scopi puramente economici, se questi motori magnetici venissero utilizzati non ci sarebbe più bisogno del petrolio e dell'energia nucleare.”

Affermazioni simili le leggiamo un po’ dappertutto su internet. Ma anche se sembra quasi inattaccabile, questo è il ragionamento di gran lunga più debole. Questo perché ci si mette solo dal punto di vista dei petrolieri. Per loro una fonte di energia alternativa che riuscisse a risolvere i problemi energetici dell’umanità non sarebbe conveniente dal punto di vista economico (dimentichiamo però che risolverebbe anche i loro problemi), ma per coloro che inventano un dispositivo capace di estrarre energia dal nulla sarebbe conveniente e anche molto! Pensate se un’azienda avesse la possibilità di costruire una macchina del genere… farebbe di tutto per ottenere un risultato del genere e non si farebbe certo fermare dai… petrolieri! L’ipotesi del complotto mondiale dei petrolieri si scioglie così come neve al sole.

Il ragionamento 2) è simile a quello che fanno coloro che vendono i numeri vincenti al lotto: ma se sono vincenti, perché non se li giocano loro?

Anche in questo caso sono costretto a dire che tutti coloro che diffondono su internet o sui vari media idee del genere fanno del male e offendono l’intelligenza delle persone che lavorano.


Conclusione

Esiste una sola conclusione ed è definitiva. Raramente nel campo della scienza mi azzardo a dire che una cosa è sicuramente impossibile e questo è uno dei rari casi. Il moto perpetuo è impossibile così com’è impossibile che la Terra sia piatta o che il Sole giri attorno alla Terra o che si possa costruire una scala come questa:

scala di Escher


lunedì 3 gennaio 2011

Eclissi di Sole del 4 gennaio 2011

 

L'eclissi parziale di Sole del 4 Gennaio 2011 inizierà alle ore 07:45 e finirà alle 10:40. Precisamente sappiamo che raggiungerà il massimo alle 09:06 a Palermo, alle 09:11 a Roma e alle 9:12 a Milano. Durante il massimo verrà coperta il 70% dell’area solare.
La prima eclissi del nuovo anno sarà visibile anche in Sardegna.
A tutti coloro che hanno intenzione di godersi la magia dell'eclissi di Sole, si consiglia di trovarsi in un posto dove l'orizzonte è sgombro poiché il Sole agli orari dell’eclissi sarà abbastanza basso sull'orizzonte.

Sotto potete vedere una cartina delle zone della Terra interessate dall’eclissi.

eclissi parziale di sole del 4 gennaio 2011

Ovviamente fate bene attenzione a NON GUARDARE il Sole direttamente ad occhio nudo (e nemmeno con gli occhiali da sole) perché si possono riportare danni permanenti alla vista se non addirittura la cecità. Sembra impossibile, ma ad ogni eclissi le persone che finiscono al pronto soccorso sono decine. Naturalmente non rischiatevi di guardare attraverso telescopi o binocoli, se non forniti di appositi filtri e niente vetri affumicati, pellicole, radiografie, cd, tutte soluzioni pericolosissime! Per un’osservazione sicura seguite i consigli di questa guida.

Il modo migliore per osservare questa eclissi è quella della “proiezione con oculare” (metodo che userò io per fare qualche foto), oppure sarà possibile seguirla in diretta via internet presso il seguente sito: eclissi 4 gennaio in diretta.

Speriamo che ci sia tempo buono e, se posso, domani mattina stesso vi presenterò anche qualche foto realizzata da me Sorriso


La macchina del tempo. Documentario National Geographic.

 

I viaggi nel tempo sono un sogno dell’umanità da molto tempo. La possibilità di poter andare nel passato o nel futuro da sempre affascina gli scrittori di fantascienza o i registi cinematografici. Basti pensare a romanzi come “La macchina del tempo” di Herbert George Wells, oppure alla serie di film “Ritorno al futuro” diretti da Robert Zemeckis e che hanno decretato il successo dell’attore Michael J. Fox.

Secondo alcuni scienziati viaggiare nel tempo non solo è possibile ma addirittura inevitabile. In questo stupendo documentario realizzato dal National Geographic, possiamo vedere il punto della situazione sulla possibilità di viaggiare nel tempo e di costruire una vera macchina del tempo rendendo finalmente realtà un sogno meraviglioso. Infatti alcuni scienziati stanno studiando il problema da vari punti di vista e sembra che la soluzione sia ormai vicina…

Buona visione del documentario.

La macchina del tempo


Telescopio spaziale Hubble. 15 anni di fantastiche scoperte!

 

In questo meraviglioso documentario, a cura dell’ESA, viene raccontata la storia del più potente telescopio mai realizzato, il telescopio spaziale Hubble.

Si tratta di un viaggio attraverso lo spazio e il tempo di uno strumento che ha enormemente ampliato la nostra conoscenza dell’Universo arrivando a mettere alla prova tutte le nostre conoscenze scientifiche. Si tratta di 15 anni di scoperte che sono state realizzate grazie al fatto che questo telescopio, essendo nello spazio, non viene disturbato dalle distorsioni ottiche dovute alla presenza dell’atmosfera. Ciò ha permesso di ottenere delle immagini di oggetti astronomici senza precedenti con una definizione sconosciuta per i telescopi da terra.

Nel 2004 Hubble ad esempio ci ha regalato la splendida immagine dello “Hubble Ultra Deep Field”: la più profonda immagine dell'universo nel campo delle radiazioni visibili, che mostra le più vecchie galassie mai viste, formate 13 miliardi di anni fa.

Buona visione del documentario.

Telescopio spaziale Hubble


domenica 2 gennaio 2011

Skyline, invasione aliena nel 2011

 

Le invasioni aliene vanno di moda negli ultimi tempi e la cinematografia se n’è accorta. Nei primi giorni di questo 2011 viene già presentata una pellicola che tratta il classico tema dell’invasione aliena. Si tratta di Skyline, un film che uscirà nelle sale cinematografiche il 14 gennaio 2011.

A prima vista sembra una storia abbastanza “classica”. La narrazione prende spunto da una affermazione del famoso fisico Stephen Hawking, che nel 2010 disse che non era prudente mandare segnali radio nello spazio, perché se gli alieni dovessero esistere realmente, potrebbero captarli, rintracciarci e venire da noi… A quel punto sarebbero guai grossi!

Questa, a grandi linee, la trama. A Los Angeles, dopo una notte di bagordi, un gruppo di amici nota una serie di raggi di luce che scendono dal cielo. I raggi svegliano tutta la città e iniziano ad attirare le persone come le fiamme attirano le falene. I ragazzi scopriranno presto che una volta attirate dalla luce ed entratevi in contatto, le persone svaniscono nel nulla e che queste forze aliene minacciano di cancellare l'intera popolazione mondiale dalla faccia della Terra.

Buona visione del trailer del film Skyline.

Skyline, trailer in italiano


Come si forma un vulcano. Ecco dove è nato l’Etna.

 

La domanda sembrerebbe banale: dove è nato il vulcano Etna? Beh, è nato esattamente dove si trova adesso, mica i vulcani se ne vanno a passeggio! Questo non è esatto: il centro eruttivo dell’Etna si è spostato di molti chilometri dall’epoca (circa 500000 – 600000 anni fa) della nascita del vulcano.

La cosa interessante è che attualmente è possibile vedere le zone in cui iniziarono le prime eruzioni sottomarine dell’Etna. Tra l’altro queste zone sono tra le più belle coste marine della Sicilia Orientale. Sto parlando di Acitrezza e del lungomare di Catania.

E’ proprio nell’area di Acitrezza che si riconoscono “dal vivo” le fasi che hanno portato alla nascita dell’Etna, avvenuta nel Pleistocene medio (circa 600000 – 500000 anni fa) da un sistema di fratture eruttive presenti nel fondale del golfo pre-etneo che si apriva lungo la costa orientale della Sicilia e che separava l’altopiano Ibleo (a sud) dalla catena dei monti Peloritani (a nord).

La spinta della subsidente zolla africana sotto quella eurasiatica ha generato una intensa attività tettonica che ha determinato la creazione dei vulcani esplosivi dell’arcipelago delle Eolie, e la formazione, nel golfo pre-etneo, di fratture di distensione dalle quali è risalito, attraversando un fondale argilloso, il magma che ha dato inizio all’edificio del vulcano Etna.

basalti colonnari Aci Trezza

L’origine dei basalti colonnari (che vediamo nella foto sopra) è legata ai processi magmatici in cui il magma, raffreddandosi lentamente ed in modo uniforme, cristallizzando, attraverso un processo di contrazione, ha creato una perfetta fessurazione verticale, formando delle colonne prismatiche, di colore grigio, come una sorta di imponente schiera di canne d’organo.

Passeggiando lungo il caratteristico lungomare di Catania (bellissimo ma gestito male dal Comune) è possibile osservare anche delle tipiche strutture (vedi foto sotto) dette “lava a corda”. Queste colate laviche solidificate sono chiamate anche pahoehoe che è una parola tratta dalla lingua delle popolazioni hawaiane che significa "pietre su cui si può camminare". Esse si formano quando la lava ancora fluida scorre al di sotto di una sottile crosta ancora plastica che si raggrinza e si piega formando creste sottili. Anche queste strutture si possono fare risalire alla nascita dell’Etna e testimoniano un’attività vulcanica simile a quella dei vulcani a scudo delle isole Hawaii.

lava a corde

Altri dettagli sulla formazione dell’Etna li potete trovare qui.


sabato 1 gennaio 2011

Buon 2011 a tutti i lettori del Potere della Fantasia

 

Con questo post colgo l’occasione di augurare buon anno a tutti i lettori di questo blog. Comincio così questo 2011 e spero che sia felice e piacevole per tutti voi.

Questo blog ha iniziato ad esistere nel 2007 e fino a questo momento ha percorso molta strada. Questa per me è una grande soddisfazione e spero di poter crescere ancora e di potervi sempre proporre argomenti interessanti e stimolanti.

Buon 2011 a tutti Sorriso

Buon 2011


venerdì 31 dicembre 2010

Le migliori 14 immagini astronomiche del 2010

 

Chiudiamo questo 2010 con una classifica, ma non con una classifica “banale” come quelle che vedrete nei programmi televisivi di oggi, bensì una classifica “importante”. In questo filmato infatti potete ammirare le migliori 14 immagini astronomiche del 2010! (fonte http://blogs.discovermagazine.com/badastronomy/2010/12/14/the-top-14-astronomy-pictures-of-2010/).

Lustratevi gli occhi e stupitevi, perché il 2010 ha portato grandi risultati per l’astronomia e per tutta la ricerca scientifica in generale. Si spera che anche il 2011 sia altrettanto ricco di scoperte astronomiche e scientifiche.

Buona visione delle 14 più belle immagini astronomiche del 2010.

Le migliori 14 immagini astronomiche del 2010


giovedì 30 dicembre 2010

Effetto placebo: funziona anche se i pazienti sanno che stanno prendendo un finto farmaco

 

Alcuni scienziati hanno scoperto che i pazienti possono trovare beneficio da un farmaco fittizio anche se sanno perfettamente che questo non contiene alcun principio attivo. Questo nuovo studio mostra quindi che l’effetto placebo funziona anche nel caso in cui medico non “inganna” il paziente.

pillole

Quando un paziente affetto da un disturbo viene sottoposto ad un rimedio simulato (ad esempio gli viene somministrata una pillola di zucchero) e, nonostante tutto, si riesce a registrare un miglioramento oggettivo della sua condizione, si parla di effetto placebo.

L’opinione più diffusa era che l’effetto placebo può funzionare solo se il paziente crede che il farmaco che gli viene somministrato è davvero efficace, cioè contiene effettivamente un principio attivo. I farmaci “finti” vengono usati per testare i farmaci sperimentali per confronto. Un farmaco, per essere considerato realmente efficace, deve superare il placebo.

Il professor Ted Kaptchuk del Harvard Medical School Osher Research Center, ha diviso 80 pazienti che soffrivano della sindrome del colon irritabile in due gruppi. Il primo gruppo non ha ricevuto nessun trattamento, il secondo gruppo è stato trattato con un placebo. A pazienti di questo secondo gruppo è stata somministrata un piccola fatta con sostanza inerte (zucchero), ma gli è stato detto che alcuni studi clinici avevano dimostrato che questo tipo di pillole aveva mostrato una certa efficacia nella cura della sindrome del colon irritabile attraverso meccanismi di autoguarigione che coinvolgevano il sistema mente-corpo.

Sorprendentemente si è visto che il secondo gruppo ha ottenuto un miglioramento significativamente più alto rispetto al gruppo che non riceveva nessun trattamento. Come dire: meglio una pillola finta (sapendo che è finta) piuttosto che non curarsi affatto!

Si tratta di un risultato molto interessante, perché mostra come il placebo funziona anche se si sa che è un placebo e questo potrebbe essere sfruttato nei trattamenti medici per potenziarne gli effetti. In conclusione, il pensiero positivo funziona Occhiolino.


mercoledì 29 dicembre 2010

L’orario migliore per pubblicare un post su un blog

 

L’orario di uscita di un post su un blog o su un sito può avere degli effetti sorprendenti sul gradimento del nuovo post. Occorre ragionare in questo modo: bisogna essere in grado di rivolgerci alla nostra “audience” quando è più probabile che i singoli navigatori siano davanti al computer. Se, ad esempio, il nostro pubblico prevalente è composto da operatori di borsa, bisogna cadenzare i post in maniera tale che escano prima delle attività delle borse e ovviamente non all’ora di cena. Se invece il nostro blog/sito è dedicato ad argomenti che interessano agli adolescenti, è meglio pubblicare i post nel pomeriggio o comunque dopo l’orario scolastico, solo in estate o durante le vacanze si potranno pubblicare anche di mattina.

orario migliore

Ovviamente i lettori possono visitare il blog in qualsiasi momento, anche alle 4 del mattino se soffrono di insonnia, oppure anche il giorno dopo. Però il massimo risultato si ottiene quanto il post viene pubblicato prima dell’orario del picco di visite. Nel caso di questo blog, osservando le statistiche, il picco massimo di traffico avviene verso le 18, ma ho notato anche un “picco secondario” verso le 11. Per questo motivo, secondo me, la scelta migliore per il mio blog potrebbe essere di pubblicare prima delle 11. Chi non ha avuto la possibilità di leggerlo entro le 11, potrà farlo comunque alle 18. In ogni caso non mi conviene pubblicare post dopo le 19, quando cioè il traffico nel mio blog comincia a diminuire.

Secondo alcuni blogger la questione è più complessa. Infatti i motori di ricerca non sono sensibili all’orario di pubblicazione, perché sono più attenti alla qualità dei contenuti. L’orario di pubblicazione sarebbe più importante per catturare l’attenzione dei lettori abituali che leggono il blog perché lo conoscono già da tempo. Secondo altri blogger invece l’orario di pubblicazione avrebbe un’influenza così trascurabile sul numero di visitatori da essere una cosa che si può tranquillamente ignorare.

In ogni caso farò alcuni esperimenti per vedere se in effetti l’orario di pubblicazione ha degli “effetti misurabili” sul numero di visitatori e fra un mesetto vi farò conoscere i risultati. Buona navigazione :-) Se invece voi avete già fatto degli esperimenti di questo genere, condivideteli nei commenti.


Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...