Come funziona un fornello a induzione? Il principio di funzionamento non è difficile da capire e si può illustrare come segue.
Ogni piastra della cucina a induzione contiene una bobina induttiva (vedi immagine sotto) attraverso la quale scorre una corrente alternata a con una frequenza che varia tra i 20 e i 100 kHz. Questa corrente variabile genera un campo magnetico variabile con la stessa frequenza che attraversa, senza ostacoli, il piano di cottura di vetroceramica e si infiltra nella pentola situata sul piano di cottura.
Il campo magnetico crea, nel fondo della pentola elettricamente conduttivo, una corrente parassita. Questa corrente è dovuta al fenomeno dell’induzione elettromagnetica. Il fondo delle pentole è fabbricato con un materiale (infatti non tutti i tipi di pentole sono compatibili) in cui, alla frequenza utilizzata, la corrente parassita dissipa una grande quantità di calore. Questo fenomeno avviene nei materiali magnetici particolarmente permeabili.
Il campo alternato si spinge inoltre sulla superficie esterna del fondo della pentola (skin effect) aumentando la resistenza elettrica e producendo di conseguenza un maggiore riscaldamento. Inoltre, il campo magnetico alternato genera demagnetizzazioni nei fondi delle pentole, le quali contribuiscono a loro volta a produrre calore (perdite per isteresi).
L’interno di un fornello a induzione con la bobina induttiva ben visibile. |
Questa tecnologia innovativa della cottura, tramite la generazione di un campo elettromagnetico, si è tradotta in un miglioramento delle prestazioni, una riduzione dei consumi, una totale assenza di dispersione di calore, ed un aumento della sicurezza in cucina. Basti pensare che i piani cottura ad induzione sfruttano al massimo l'energia assorbita con un rendimento del 90% mentre i tradizionali fornelli, per la natura del loro principio di funzionamento, rendono solo il 40-60% disperdendo circa la metà dell'energia nell'ambiente circostante.
Unico neo di questa tecnologia è forse il notevole investimento economico necessario. Infatti per poter allacciare questo tipo di piano cottura alla rete elettrica di casa è necessaria molta potenza. In Italia la normale potenza elettrica installata nelle abitazioni è di 3 kW: i piani a induzione invece hanno bisogno almeno di 4,5 o 6 kW. Se siete interessati, dovrete richiedere, dunque, un contratto di vendita con potenza superiore. Tradotto in costi, il passaggio comporterà un aumento della bolletta, sia per le quote fisse sia per quelle al consumo. Esistono tuttavia piani cottura "intelligenti" di ultima generazione dotati di un software per l'ottimizzazione dei consumi in grado di mantenere un basso tenore di assorbimento, solitamente entro i 3 kW massimi.
In definitiva l’installazione di un piano cottura a induzione non sempre può essere considerato un affare.
Inoltre, come avevo scritto prima, non tutte le pentole sono adatte per i fornelli a induzione. Generalmente i recipienti compatibili con l'induzione sono:
- acciaio smaltato con o senza rivestimento antiaderente.
- ghisa con o senza fondo smaltato.
- acciaio inox adatti all'induzione
- alluminio con fondo speciale.
Anche questi tipi di pentole di solito costano molto e contribuiscono ad aumentare l’investimento iniziale.
Nel filmato possiamo vedere un fornello a induzione “in azione”. Si noti come l’acqua della pentola sia in ebollizione mentre la banconota poggiata sul piano cottura non si bruci.
Buona visione.
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