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Uscire dall'euro: conviene davvero?

Da molto tempo numerose persone affermano con forza che uscire dall'euro porterebbe dei grandi vantaggi dal punto di vista della crisi economica. Gli "esperti" che ne parlano sono sempre molto sicuri delle loro argomentazioni e prospettano sempre degli scenari molto foschi se l'Italia dovesse permanere a restare con l'euro.

In questo servizio vediamo di capire se l'uscita dall'euro sia davvero così indolore e portatrice di benefici come molti prospettano. Se ne parla con Giovanni Caccavello, studente alla University of Strathclyde.

Buona visione del filmato.

Commenti

  1. Il problema è che i milianti politici dal basso della loro stupidità sono continti che o è carne, o è pesce.
    Invece per esempio nella questione Euro esistono almeno tre varianti oltre bene entrare male uscire, bene uscire male entrare.
    Per esempio per semplice logica esiste la possibilità che sia male entrare come male usicre dall'euro... oppure che sia bene usire tanto quanto star nell'euro.
    Oppure il problema potrebbe essere mal posto, specie se non si considera che non è l'euro che indebolisce il paese (la discussione è tutta incentrata sulla valuta o sulle leggi) quando per altri è palese che sia la delocalizzazione in paesi dal minor costo della vita con la libera circolazione non tanto delle merci, quando delle industrie ad essere il problema. Licenzi qui, non crei reddito e vendi qui, quindi rendi impossibile a nuove imprese di emergere. Oppure come fatto da FCA, molli l'Italia perchè su 2.5 miliardi di fatturato con mercato fermo pagavi 600 milioni di tasse e vai come sede fiscale a Londra dove paghi non il 38% ma il 12% di tasse, specie per i prossimi 10 anni in cui saranno da vendere auto ad emissioni < 120 g/km e le previsioni UE dicono che entro il 2018 un terzo del parco autoveicoli UE sarà modificato con veicoli basso emissivi. In compenso gli italiani dovranno pagare 600 milioni di IMU in più per i prossimi anni per compensare la fuga di John Elkann, che intanto ci trolla dicendo che in Italia i giovani non hanno lavoro perchè stanno bene a casa, invece di dire che i giovani stanno a casa perchè non hanno lavoro.
    Ed in effetti la risposta più probabile su Euro Si Euro No è che indipendentemente da cosa si sceglie...rimaniamo con la stessa politica che da 20 anni ha mandato in bancarotta il paese. La politica di Tremonti che in tv diceva che tutto andava bene, mentre a Belsito diceva di portare i fondi pubblici frodati allo Stato con la Lega in Tanzania perchè l'euro sarebbe caduta. La stessa politica che precarizza il lavoro e permette alle industrie dell'Etna valley di licenziare (o di tutti gli altri Elettrolux, Perugina, ecc...) e delocalizzare all'estero. Perchè dal Venzuela all'Ucraina è evidente che non conta un beneamato la forma politica, ma se vi sono gli uomini sbagliati che si sia di una fazione o dell'altra, fuori o dentro l'euro, il paese va a rotoli. Dato poi che queste crisi sono ampiamente previste dal neo-malthusianesimo con l'esaurirsi delle risorse fossili, magari una riflessione più accurata andrebbe fatta sulle prospettive future non solo dell'Italia, ma di tutti i paesi del mondo.

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