Visualizzazione post con etichetta Astronomia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Astronomia. Mostra tutti i post

martedì 20 settembre 2016

Quale telescopio per iniziare?

Molti astrofili hanno scritto qualcosa per spiegare qual è il miglior telescopio per iniziare ad osservare. Anche io vorrei contribuire ad aiutare tutti quegli appassionati di astronomia che desiderano cominciare a fare osservazioni al telescopio a fare una buona scelta.

Ecco i miei 7 consigli:

1) Non avere fretta di comprare

Lo so, spesso i parenti o gli amici ti mettono fretta, perché vogliono regalarti un telescopio per il compleanno o dopo il diploma. Però la fretta è cattiva consigliera. Quasi tutti i telescopi amatoriali in commercio non costano poco e quelli che costano poco sono davvero di bassa qualità. L’acquisto di un telescopio è una spesa impegnativa, quindi non va fatta a cuor leggero. Il pericolo di trovarsi tra le mani uno strumento non soddisfacente è molto concreto.

 

2) Osservate prima con lo strumento di un amico o con gli strumenti di un gruppo di astrofili

Star party

L’osservazione al telescopio può essere deludente per coloro che non sono esperti. I pianeti appaiono come dei minuscoli pallini con qualche macchia e altri oggetti come galassie e nebulose appaiono, nel migliore dei casi, come delle macchioline fosforescenti e, se si osserva da cieli cittadini inquinati dall’illuminazione pubblica, non si vedono affatto. Se non avete nessun amico munito di telescopio, la cosa migliore è recarsi ad uno star party o a una serata osservativa di un gruppo astrofili e osservare con i loro telescopi. Gli astrofili, inoltre, potranno darvi preziosi consigli per la scelta del vostro primo telescopio. Qui potete trovare un elenco dei principali gruppi astrofili in Italia, raggruppati per regioni.

 

3) Quanto ingrandisce?

E’ la prima domanda che fa un non esperto. La risposta è semplice e spiazzante: non ha quasi nessuna importanza! Gli strumenti astronomici funzionano bene in un certo intervallo di ingrandimenti a seconda di svariati fattori, come la dimensione, il tipo di telescopio, e non ultima, la qualità del cielo. Qui potete trovare un interessante articolo che tratta l’argomento del massimo ingrandimento di uno strumento astronomico.

 

4) Il primo telescopio? L’occhio…

In realtà il primo strumento astronomico ce lo portiamo addosso e sono i nostri occhi. A occhio nudo si possono fare interessanti osservazioni astronomiche. Intanto possiamo imparare a distinguere le costellazioni e questa è un’esperienza molto importante. Inoltre ad occhio nudo si possono osservare fenomeni affascinanti come quello delle stelle cadenti.

 

5) Il binocolo

Dopo avere imparato le costellazioni ad occhio nudo, possiamo cominciare ad osservare il cielo con un binocolo, anche con uno di quelli comprati dai cinesi. Questo strumento ci permetterà di “prendere dimestichezza” con gli oggetti visibili in cielo. Inoltre ci farà capire che differenza c’è tra un cielo inquinato di una città e il cielo buio e limpido di zone isolate o in alta montagna. Un binocolo può regalare visioni meravigliose di piccole zone della Via Lattea o di grandi ammassi stellari (come le Pleiadi). Io, ad esempio, prima di comprare un telescopio, ho osservato per più di un anno con un binocolo.

 

6) Al telescopio gli oggetti non si vedono come in fotografia

Sicuramente sarete rimasti affascinati dalle meravigliose foto di oggetti celesti presenti sul web. Quando si accosta l’occhio all’oculare non si vede nulla di tutto questo. L’occhio non è in grado di accumulare la luce raccolta dal telescopio, mentre le foto sono fatte con pose lunghe anche decine di ore. Anche i colori sono visibili con difficoltà ad occhio, se non in poche stelle luminose. Tutto apparirà molto più fioco e di colore grigio. Se volete avere un’idea di come appaiono gli oggetti astronomici al telescopio, potete guardare dei disegni come quelli presenti nel sito deep-sky watch. E ricordatevi che questi disegni sono stati realizzati da un esperto sotto cieli molto bui, quindi voi potreste vedere anche molto meno. Per fortuna la visione telescopica migliora molto con l’allenamento, quindi anche voi, se vi siete esercitati bene ad occhio nudo e poi con un binocolo, quando osserverete con un telescopio sotto un buon cielo avrete visioni simili a quei disegni. Un altro articolo molto interessante sul confronto tra fotografia e osservazione visuale è questo: Cosa si vede con un telescopio amatoriale?

 

7) Ma alla fine, quale telescopio devo comprare?

Se hai avuto la pazienza di leggere fino al punto 6) allora significa che possiamo cominciare a parlare di un telescopio. In realtà, se avete già una buona esperienza di osservazione ad occhio nudo e/o con un binocolo, questo è il vero momento di pensare all’acquisto di un telescopio. A questo punto dobbiamo vedere se preferite:

1) Osservazione deep-sky di oggetti come nebulose, galassie e ammassi stellari.

2) Osservazione di Luna e pianeti.

3) Fotografia (lunare.planetaria o deep-sky).

Se siete attratti dall’osservazione deep-sky, allora significa che avete bisogno di un cielo molto buio, lontano da fonti di inquinamento luminoso e quindi dovete prepararvi a salire a bordo della vostra automobile e allontanarvi da qualsiasi centro abitato. Il telescopio più adatto per questo tipo di osservazioni è il riflettore Dobson.

E’ un riflettore in configurazione ottica Newton, di solito molto leggero (tranne se è proprio di grandi dimensioni), facile da smontare e da trasportare e dal prezzo abbordabile.

Se invece vi piacciono di più le osservazioni di Luna e pianeti, vi occorre un telescopio con lunga focale e buona apertura. Il tipo più conveniente per rapporto qualità/prezzo è un telescopio Schmidt-Cassegrain. La cosa più interessante è che per l’osservazione di Luna e pianeti non è necessario andare dove il cielo è buio, ma le osservazioni si possono compiere anche dal balcone di un condominio in piena città.

Sono telescopi molto compatti e facilmente portatili fino ad un diametro di 20 cm di obiettivo. Di solito questo non è un problema, perché, come dicevo, non c’è bisogno di trasportarli in luoghi lontani.

Ovviamente con un Dobson si potranno osservare lo stesso i pianeti e con lo Schmidt-Cassegrain si possono vedere anche nebulose e galassie, ma non sono i campi di osservazione più congeniali. Con il Dobson non sarà facile raggiungere gli alti ingrandimenti per l’osservazione planetaria (300x e oltre) perché le corte focali di cui sono dotati lo rendono difficile. Con gli Schmidt-Cassegrain invece sarà difficile arrivare a diametri generosi a causa dei prezzi molto alti.

Riassumendo…

1) Conviene cominciare a occhio nudo o con un binocolo.

2) Quando si riescono a distinguere costellazioni e oggetti celesti si può pensare ad un telescopio.

3) A questo punto avrete sicuramente deciso qual è il campo di osservazione che vi appassiona di più.

4) Se vi piacciono nebulose, galassie, ammassi stellari, allora conviene comprare un telescopio Dobson di almeno 20-25 cm di obiettivo.

5) Se amate pianeti e Luna, allora il vostro primo telescopio sarà uno Schmidt-Cassegrain di almeno 20 cm di obiettivo.

Spero di esservi stato utile, e BUONE OSSERVAZIONI Smile


giovedì 15 settembre 2016

Tutti gli oggetti del catalogo di Messier fotografati da me

In 4 anni sono riuscito a fotografare tutti i 110 oggetti del catalogo di Messier. Nonostante possa sembrare un’impresa titanica, è stato un passatempo affascinante e piacevole e per niente uno stress. La maggior parte delle mie foto sono state fatte con tempi di integrazione ridicoli, ma gli oggetti si vedono lo stesso e alcuni anche abbastanza bene. Il catalogo degli oggetti di Messier è importante, non solo perché è il primo catalogo che fu redatto per classificare gli oggetti deep sky, ma anche perché contiene oggetti di vario tipo. Ci sono nebulose ad emissione, oscure, a riflessione, galassie, nebulose planetarie, ammassi aperti e globulari. Una varietà di oggetti cosmici rappresentativi tra tutto ciò che si può vedere con piccoli telescopi.

Ho raccolto le 110 foto di questi oggetti in un filmato che qui vi presento in questo post. Per i dettagli tecnici delle foto, potete collegarvi qui.

Buona visione a tutti.


mercoledì 14 settembre 2016

Congiunzione Giove–Venere del 27 agosto del 2016

La congiunzione stretta tra Giove e Venere del 27 agosto 2016 non è stata osservata e fotografata da molti. Il motivo è che questa congiunzione si è presentata molto bassa sull'orizzonte subito dopo il tramonto del Sole. All'orario di questo scatto (le 20:18, ora locale) questi oggetti erano alti solo 3° dall'orizzonte. Dalle brumose città italiane con l'orizzonte ingombro di palazzi sarà stata un'osservazione quasi impossibile. Io ho avuto la fortuna, in quel momento, di trovarmi nel pressi di monte Soro, sui monti Nebrodi, con alcuni amici del Gruppo Astrofili Catanesi, a circa 1400 metri di altezza, con un bel cielo e con l'orizzonte occidentale sgombro di ostacoli. A occhio nudo è stata una visione affascinante. Vedere i due pianeti più luminosi del cielo così vicini (4 primi di separazione: 8 volte meno del diametro lunare) era davvero impressionante. Per fortuna sono riuscito a fare una foto con il Celestron CPC-800 a cui avevo già montato la Canon 600D. Nella foto si riescono persino a scorgere i satelliti di Giove, come vedere dalle mie annotazioni.

Dati dello scatto.
Scatto singolo a 100 ISO, tempo di esposizione 1 sec. Canon 600D, riduttore di focale Antares f/6,3 + riduttore 0,8x. Elaborazione con Photoshop.

Congiunzione Giove - Venere del 27 agosto 2016


mercoledì 4 maggio 2016

Tre pianeti simili alla Terra attorno ad una stella nana ultrafredda

Una scoperta molto interessante è quella che è stata fatta da un gruppo di astronomi che ha utilizzato i telescopi dell’ESO in Cile. Si tratta della stella nana ultrafredda trappist-1 (distanza 40 anni luce) attorno alla quale orbitano tre pianeti di dimensioni e temperature superficiali simili a quelle di Venere o della Terra. Questo sistema planetario è davvero “mini” e somiglia più al sistema di lune maggiori di Giove piuttosto che al nostro Sistema Solare.

Tuttavia bisogna dire che è certamente un sistema planetario molto interessante perché pianeti del genere potrebbero essere degli ottimi candidati per cercare tracce di forme di vita.

Nel seguente filmato possiamo vedere il servizio dell’INAF dedicato a trappist-1 e ai suoi tre pianeti di “taglia” terrestre.

Buona visione a tutti.


Technorati Tags:

lunedì 2 maggio 2016

Turbina eolica fai da te che fa funzionare una radio!

Ecco una piccola turbina eolica fa da te, facile da costruire e che è in grado di far funzionare una radio. Cosa serve?

Un tubo in PVC, pale di un’elica, un motore a corrente continua e dei fili. Con questi semplici componenti possiamo costruire una turbina eolica in grado di alimentare una radio o di accendere delle piccole luci a led. Se si aggiunge anche una batteria e un inverter è possibile anche alimentare anche altri dispositivi a corrente alternata.

Un sistema del genere può essere utile in quei casi in cui non ci si può collegare alla rete elettrica (ovviamente solo per alimentare piccoli dispositivi), oppure può essere interessante anche come semplice esperienza didattica. Quella che si vede nel filmato presentato è una versione “portatile” montabile e smontabile in maniera rapida, ma nulla vieta di poter realizzare un sistema equivalente, più grande, che usa una postazione fissa con un supporto più stabile cementato al terreno.

Nel video seguente possiamo vedere questa affascinante turbina eolica fai da te.


Technorati Tags:

venerdì 29 aprile 2016

Makemake ha un satellite tutto per sé (video)

La Wide Field Camera 3 del telescopio spaziale Hubble ha permesso di identificare un satellite che orbita attorno al pianeta nano Makemake. Le osservazioni effettuate hanno permesso di stimare le dimensioni di questo oggetto (che per il momento è stato denominato MK2) in 150 km di diametro. Per stimare eccentricità, periodo ed asse maggiore dell’orbita di MK2 si dovranno fare ulteriori osservazioni.

La debole luminosità della luna, ben 1300 volte più scura di Makemake, sarebbe dovuta alla sua scarsa forza di gravità che non le permetterebbe di trattenere le particelle di ghiaccio che sublimano (passando dallo stato solido al gassoso) quando la luce solare è più intensa.

Il pianeta nano Makemake è esso stesso una scoperta recente dato che è stato individuato solo nel 2005. Nel 2008 la IAU (International Astronomical Union) l’ha riconosciuto ufficialmente come pianeta nano. Il nome deriva da quello di una divinità della mitologia del popolo dell’isola di Pasqua o Rapa Nui.

Indicata dalla freccia possiamo vedere MK2, la luna del pianeta nano Makemake.

Questa scoperta è importante per due motivi. Il primo è che grazie ad MK2 sarà possibile misurare la massa di Makemake con maggiore precisione rispetto al passato. La misura della massa permetterà, indirettamente, di risalire alle sue dimensioni e anche di farci un’idea (a partire dalla densità) della sua composizione chimica. Inoltre la scoperta di una luna di un pianeta nano così lontano è un ulteriore progresso nelle indagini astronomiche sui corpi celesti della fascia di Kuiper.

Il secondo motivo è che il telescopio spaziale Hubble, in servizio da 26 anni, riesce ancora ed essere utile per fare nuove scoperte. Hubble infatti ha una lunga storia di contributi fondamentali allo studio di oggetti lontani del sistema solare. Dobbiamo a lui, ad esempio, la scoperta di 4 dei 5 satelliti di Plutone, il pianeta nano visitato dalla sonda New Horizons lo scorso luglio.

Nel seguente video potete vedere il servizio, a cura dell’INAF, dedicato alla scoperta del satellite di Makemake. Buona visione a tutti.


Technorati Tags:

sabato 23 aprile 2016

Olimpiadi di Astronomia 2016. Le finali a Milano.

Al Museo di Scienze e Tecnologie di Milano si è svolta la XIV edizione delle Olimpiadi italiane di Astronomia. 40 ragazzi erano in finalisti di questa edizione che erano stati selezionati in precedenti gare locali. I quesiti proposti in questa finale hanno riguardato argomenti molto interessanti e anche molto attuali, come ad esempio il calcolo dell’energia prodotta dalla fusione di due buchi neri. Questa domanda fa riferimento, ovviamente, alla recente scoperta delle onde gravitazionali.

Questi i nomi dei “magnifici 10” vincitori della XIV edizione delle Olimpiadi Italiane di Astronomia, emersi tra i 40 ragazzi che sono arrivati alla finale di Milano: Tommaso Frigerio (di Arona), Marco Moretti Adimari – (di Pieve di Cadore), Lorenzo Pica Ciamarra (di Naoli), Vincenzo Sorrentino (di Cittanova), Augusto Giuseppe Suraci (di Reggio Calabria), Pietro Benotto (di Fossano), Mariastella Cascone (di Catania), Jacopo Guoyi Chen (di Velletri), Nikita Deniskin (di Napoli) e Flavio Salvati (di Fiumicino), i primi 5 nella categoria Junior, gli altri nella categoria Senior. Sei di loro rappresenteranno l’Italia alle XXI Olimpiadi Internazionali di Astronomia che quest’anno si terranno a Plovdiv in Bulgaria, dal 5 al 13 ottobre prossimi.

Per maggiori dettagli potete vedere questo video a cura di INAF TV.

Buona visione a tutti.


domenica 20 settembre 2015

Raffreddamento DSLR molto artigianale…

Molti astrofili usano una ventola per pc per stabilizzare la temperatura della propria fotocamera digitale durante le lunghe pose. La ventola ovviamente non è in grado di abbassare la temperatura al di sotto della temperatura ambiente. Su internet ho visto altri che hanno usato delle "cold box" (ad esempio qui) o hanno persino smontato la fotocamera per mettere a contatto il sensore con un "dito freddo" (cold finger) in rame raffreddato da una cella di Peltier che aveva però bisogno di un pesante dissipatore di calore (vedi ad esempio qui).

Mi sono chiesto: non esiste una via di mezzo tra la ventola e il sistema di raffreddamento con cella di Peltier (che tra l'altro richiede anche alimentazione elettrica e quindi ulteriori cavi elettrici)?

Personalmente ho trovato molto utili dei sacchetti di fluido refrigerante (nel congelatore si solidifica) che è possibile mettere a contatto con la parte posteriore della fotocamera (come nelle foto). Questi sacchetti si possono trovare nei supermercati.

CIMG7761

CIMG7762

Con una temperatura ambiente di 26 °C (dentro il mio studio) ho fatto una serie di dark (durata 300 secondi a 800 ISO), prima senza nessun tipo di raffreddamento (nemmeno la ventola) e poi con il sacchetto refrigerante.

- Senza raffreddamento dopo circa 45 minuti si è raggiunta una temperatura di equilibrio di ben 40 °C.

- Con il sacchetto refrigerante dopo 45 minuti si è raggiunta invece la temperatura di 20 °C (6 gradi sotto la temperatura ambiente).

20gradiC

Ho fatto un confronto tra un dark a 40 °C e uno a 20 °C facendo uno stretching delle immagini.

Confronto20e40

La differenza è evidente. Con una ventola non si sarebbe potuto scendere a meno di 35 °C, con il sacchetto refrigerante si è arrivati a 20 °C.

Nei giorni precedenti a questa prova avevo tentato di fare direttamente foto astronomiche con questo sistema di raffreddamento, ma in condizioni diverse. Avevo fatto pose di soli 30 s (senza autoguida) e a 3200 ISO. Temperatura ambientale di 24 °C (all’aperto!). Il soggetto fotografato è l’ammasso globulare M15. Sono solo 34 pose da 30 secondi a 3200 ISO, tutte con una temperatura del sensore di 19 °C. (Celestron CPC-800, f/10).

m15

Come si vede, nonostante i 3200 ISO e la poca integrazione, il rumore a 19 °C è decisamente sotto controllo.

Questa è la nebulosa M76 (“Piccolo Manubrio”). Sono 105 pose da da 30 secondi 3200 ISO a 19 °C (temp. ambientale 23 °C). Celestron CPC-800, f/8,5 (con il riduttore di focale di un rifrattore). Anche in questo caso il rumore è sotto controllo.

m76

Nelle prossime serate tenterò di fare pose più lunghe con autoguida e a 800 ISO (e anche a 1600 ISO), e se mi capita una serata più fresca si raggiungeranno temperature ben più basse!

Osservazioni su questa “tecnica”..

1) Ho visto che a 24 °C di temperatura ambientale il sacchetto resta “solido” per quasi due ore. Se si vuole continuare a fotografare a questa temperatura bisogna sostituire il sacchetto con un altro. Ovviamente se c’è più freddo dura di più.

2) Non è possibile usare i sacchetti in uscite in luoghi dove non c’è corrente elettrica e un congelatore che mantenga i sacchetti ghiacciati.

3) E’ una tecnica più efficiente con tutte quelle fotocamere che hanno lo schermo girevole, perché è possibile poggiare il sacchetto sul dorso della fotocamera.

4) Non è facile ancorare il sacchetto con gli elastici in maniera tale che non si muova durante la sessione fotografica.

5) I sacchetti pesano circa 600 g. Questo peso aggiuntivo potrebbe causare delle torsioni nel treno ottico o problemi di inseguimento durante le lunghe pose.

6) Potrebbe causare problemi di condensa.

Appena faccio qualche altro test vi faccio sapere.


martedì 14 luglio 2015

La sonda New Horizons é appena passata vicino a Plutone

La minima distanza di avvicinamento a Plutone della sonda New Horizons è stata raggiunta da alcuni minuti. Alcune foto molto interessanti del remoto “pianeta nano” e del suo satellite Caronte sono già state trasmesse nei giorni scorsi dalla sonda (vedi foto sotto). Nelle prossime ore la sonda orienterà le sue antenne verso la Terra per cominciare a trasmettere i dati raccolti durante il flyby al suo massimo avvicinamento.

Plutone

 

Caronte

domenica 22 marzo 2015

Che cos’è la materia oscura? (video)

La materia oscura è uno degli argomenti scientifici più stimolanti degli ultimi decenni. Non sempre è facile, a livello divulgativo, spiegare esattamente di cosa si tratta. Spesso è molto facile creare dei fraintendimenti causati dalla necessaria semplificazione usata per spiegare certi argomenti ai “non addetti ai lavori”. Per fortuna si riescono a trovare dei giovani divulgatori che riescono a spiegare cose complicate con parole semplici senza perdere in precisione e rigore.

La materia oscura è uno dei problemi aperti della scienza contemporanea. In questo video il giovane divulgatore Adrian Fartrade spiega molto bene cosa è la materia oscura, come è stata scoperta e quali sono le ipotesi più accreditate che possono spiegare questo affascinante mistero.

Buona visione a tutti.


martedì 10 febbraio 2015

I Pilastri della Creazione (video)

I Pilastri della Creazione sono delle formazioni nebulari presenti all’interno del vasto complesso nebulare denominato M16 (nebulosa Aquila). Non difficile da vedere anche con un binocolo nella costellazione del Sagittario, la nebulosa Aquila è una delle più belle del cielo estivo. Per osservare i Pilastri della Creazione, invece, occorre usare un telescopio potente sotto un cielo molto scuro, oppure si possono vedere molto più facilmente nelle fotografie a lunga posa con telescopi non necessariamente molto grandi. La foto sotto mostra i Pilastri della Creazione in una immagine realizzata da me sommando 38 pose da 4 minuti ciascuna.

Pilastri della Creazione

L’immagine è un dettaglio della seguente, che mostra tutta (o quasi) l’estensione della nebulosa M16. Cliccando sulla miniatura la potete vedere ingrandita e potete leggere anche le informazioni tecniche della foto.

Recentemente il Telescopio Spaziale Hubble ha realizzato un’altra immagine dei Pilastri della Creazione, dopo 20 anni dalla prima che era stata fatta. Nel seguente video possiamo vedere l'immagine astronomica più celebre commentata, per il pubblico di Media INAF, dalla persona che prima al mondo ebbe occasione d’ammirarla: Paul Scowen, l’astronomo dell’Arizona State University che nel 1995, insieme al collega Jeff Hester, coordinò la prima serie d’osservazioni della Nebulosa dell’Aquila con Hubble.

Guardando questo oggetto ciò che vediamo è l’ambiente nel quale si formano le stelle quando si separano dalla loro culla stellare. Si formano nel cuore di una nube molto densa di gas molecolare e spazzano via l’ambiente circostante mano a mano che si accendono ed emettono una radiazione intensa che comincia a scavare un buco all’interno della nube molecolare e quando, alla fine, questa bolla si estende fino a raggiungere il bordo esterno della nube molecolare, esplode, e quello che ora si vede è ciò che noi chiamiamo una nebulosa.

Nel filmato tutti i dettagli dell’intervista.

Buona visione a tutti.


mercoledì 4 febbraio 2015

Cielo di febbraio 2015 (video)

Cosa si potrà osservare nelle notti di febbraio 2015? Verso sud si consiglia di osservare i due ammassi aperti M46 ed M47. Venere sarà sempre più facile da osservare nel cielo del tramonto verso ovest. Giove sarà osservabile per quasi tutta la notte mentre Saturno sorgerà nelle ultime ore della notte. La Luna sarà piena il 4 febbraio e nuova il 19.

Nel filmato maggiori dettagli.

Buona visione a tutti.


Tag di Technorati:

sabato 31 gennaio 2015

Un’altra Terra e un altro Sole. Il sistema di Kepler-444.

Un sistema planetario antichissimo: Kepler-444. Questa stella e i suoi 5 pianeti conosciuti si sono formati 11,2 miliardi di anni fa, quando l’Universo era ancora giovane (età dell’Universo: 13,8 miliardi di anni). Le dimensioni di questi 5 pianeti sono comprese tra quelle di Mercurio e quelle di Venere, si tratta quindi di pianeti rocciosi di dimensioni paragonabili a quelle della Terra. E’ una scoperta importante perché ci fa capire che i pianeti rocciosi simili alla Terra si sono cominciati a formare sin dalle fasi primordiali della vita dell’Universo. Da ciò si affaccia un’ipotesi affascinante e cioè che la vita possa essersi sviluppata molto presto nell’Universo e nella nostra Galassia.

Kepler-444

(Una raffigurazione pittorica del sistema planetario Kepler-444).

Nel seguente filmato possiamo ascoltare l’intervista a Alessandro Sozzetti dell’INAF-Osservatorio Astrofisico di Torino, fra i firmatari dell’articolo su Kepler-444, che attualmente di trova in Cile per attività di ricerca.

Buona visione e buon ascolto.


sabato 24 gennaio 2015

Civetta, uomo che corre e vortice, tre sorprendenti oggetti celesti

Nel cielo invernale è possibile fotografare molti oggetti celesti davvero sorprendenti. Partiamo da una nebulosa a riflessione e ad emissione nella ricca costellazione di Orione. Si tratta di NGC 1977, chiamata “The Running Man” (l’uomo che corre). Il suo nome è dovuto ai contorni di una nebulosa oscura al suo interno che ricordano una forma umana nell’atto di correre. Ecco la foto che ho fatto la sera del 21 gennaio 2015.

ngc1977maximgrezzo Scaled_elab_small

SCHEDA TECNICA

Telescopi o obiettivi di acquisizione:Celestron CPC-800

Camere di acquisizione: Canon EOS 600D / Rebel T3i

Montature: Celestron HD Pro Wedge

Telescopi o obiettivi di guida: Orion Mini Guidescope

Camere di guida: ZW Optical ASI120MC

Riduttori di focale: Antares f/6.3 SCT

Software: Stark Labs PHD GUIDING 1.14.2, Maxim DLphotoshopO'Telescope BackyardEOS

Risoluzione: 4490x2991

Date: 21 gennaio 2015

Pose: 39x240" ISO800 21C

Integrazione: 2.6 ore

Dark: ~11

Flat: ~15

Dark dei flat: ~15

Bias: ~21

Giorno lunare medio: 0.50 giorni

Fase lunare media: 0.28%

Scala del Cielo Scuro Bortle: 7.00

Centro AR: 83,845 gradi

Centro DEC: -4,784 gradi

Campionamento: 0,726 arcsec/pixel

Orientazione: -177,829 gradi

Raggio del campo: 0,544 gradi


Nel mese di gennaio, a tarda notte, cominciano a farsi vedere le costellazioni tipiche dei mesi primaverili. Anche l’Orsa Maggiore comincia ad alzarsi sull’orizzonte in direzione nord-est per mostrare le sue leggendarie sette stelle principali. In questa costellazione sono visibili numerose galassie e una delle più belle è sicuramente M51, la “Galassia Vortice”, in realtà formata da due galassie molto vicine tra loro. Si tratta del prototipo delle galassie interagenti e in cui è facile vedere gli effetti di marea gravitazionale che deformano il normale aspetto delle galassie. Ecco la foto realizzata la notte del 15 gennaio 2015.

bau

SCHEDA TECNICA

Telescopi o obiettivi di acquisizione:Celestron CPC-800

Camere di acquisizione: Canon EOS 600D / Rebel T3i

Montature: Celestron HD Pro Wedge

Telescopi o obiettivi di guida: Orion Mini Guidescope

Camere di guida: ZW Optical ASI120MC

Riduttori di focale: riduttore spianatore 0,8x

Software: DeepSkyStackerIrisMaxim DL, photoshop

Risoluzione: 5118x3409

Date: 15 gennaio 2015

Pose: 24x300" ISO800 20C

Integrazione: 2.0 ore

Dark: ~11

Flat: ~11

Dark dei flat: ~15

Bias: ~21

Giorno lunare medio: 23.65 giorni

Fase lunare media: 34.33%

Scala del Cielo Scuro Bortle: 7.00

Centro AR: 202,467 gradi

Centro DEC: 47,242 gradi

Orientazione: -178,370 gradi

Raggio del campo: 0,427 gradi


Sempre nella costellazione dell’Orsa Maggiore è possibile ammirare M97, detta “Nebulosa Civetta” o “Nebulosa Gufo”, una nebulosa planetaria ben visibile anche con piccoli telescopi. Deve il suo nome al fatto di avere due zone più scure all’interno di una forma circolare, queste zone scure sembrano due grandi occhi di una civetta o di un gufo. M 97 dista circa 2600 anni luce da noi. Questa la foto realizzata la notte del 21 gennaio 2015.

M97maximgrezzo Scaled_elab_small

SCHEDA TECNICA

Telescopi o obiettivi di acquisizione:Celestron CPC-800

Camere di acquisizione: Canon EOS 600D / Rebel T3i

Montature: Celestron HD Pro Wedge

Telescopi o obiettivi di guida: Orion Mini Guidescope

Camere di guida: ZW Optical ASI120MC

Riduttori di focale: Antares f/6.3 SCT

Software: Stark Labs PHD GUIDING 1.14.2, Maxim DLphotoshopO'Telescope BackyardEOS

Risoluzione: 4467x2975

Date: 21 gennaio 2015

Pose: 17x240" ISO800 20C

Integrazione: 1.1 ore

Dark: ~11

Flat: ~15

Dark dei flat: ~15

Bias: ~21

Giorno lunare medio: 0.50 giorni

Fase lunare media: 0.28%

Scala del Cielo Scuro Bortle: 7.00

Centro AR: 168,697 gradi

Centro DEC: 55,020 gradi

Campionamento: 0,725 arcsec/pixel

Orientazione: -177,010 gradi

Raggio del campo: 0,541 gradi


mercoledì 21 gennaio 2015

La sonda New Horizons si avvicina a Plutone

Ha viaggiato per nove anni per raggiungere Plutone. La sonda New Horizons sta per giungere nelle vicinanze del suo traguardo: l’osservazione di uno dei pianeti (nani) più interessanti del Sistema Solare. A fine dicembre 2014 la sonda ha acceso i suoi strumenti per cominciare le sue osservazioni. A partire da domenica 25 gennaio 2015 la sonda comincerà a scattare immagini del misterioso Plutone. Se devo essere sincero, la mia curiosità è davvero alle stelle (!), perché sin da bambino (sì, quando ancora era considerato un pianeta) Plutone era il più misterioso dei corpi celesti appartenenti al nostro sistema planetario. Finalmente l’attesa sta quasi per finire e vedremo il vero aspetto di Plutone e delle sue 5 lune. Sono quasi sicuro che saranno scoperte anche altre lune. Dopo il 25 gennaio scriverò un altro post per tenervi informati sugli sviluppi della missione.

Intanto guardatevi il filmato, a cura dell’INAF, dedicato alla missione New Horizons su Plutone.

Buona visione a tutti.


Tag di Technorati: ,,

domenica 11 gennaio 2015

Cometa C/2014 Q2 Lovejoy. Le mie foto.

Nei giorni scorsi ho avuto la fortuna di poter fotografare la cometa protagonista dei nostri cieli in queste settimane. Si tratta della C/2014 Q2 Lovejoy, una cometa che nei giorni scorsi è diventata abbastanza luminosa da essere al limite della visibilità ad occhio nudo. Nelle foto è possibile mettere in evidenza una debole coda. Non si tratta della cometa più spettacolare degli ultimi anni, ma certamente vale la pena cercare di osservarla visualmente o di fotografarla.

Ecco le mie due foto, la prima del 23/12/2014 e la seconda del 07/01/2015.

(cliccare sulla foto per vederla ingrandita)

Telescopi o obiettivi di acquisizione:Celestron CPC-800

Camere di acquisizione: Canon EOS 600D / Rebel T3i

Riduttori di focale: Antares f/6.3 SCT

Software: DeepSkyStackerIrisphotoshop, O'Telescope BackyardEOS

Risoluzione: 4484x2989

Date: 23 dicembre 2014

Pose: 23x30" ISO1600 20C

Integrazione: 0.2 ore

Dark: ~21

Flat: ~11

Dark dei flat: ~21

Bias: ~21

Giorno lunare medio: 1.02 giorni

Fase lunare media: 1.17%

Scala del Cielo Scuro Bortle: 7.00


Telescopi o obiettivi di acquisizione:Celestron CPC-800

Camere di acquisizione: Canon EOS 600D / Rebel T3i

Montature: Celestron HD Pro Wedge

Telescopi o obiettivi di guida: Orion Mini Guidescope

Camere di guida: ZW Optical ASI120MC

Riduttori di focale: Antares f/6.3 SCT

Software: DeepSkyStackerStark Labs PHD GUIDING 1.14.2photoshop, O'Telescope BackyardEOS

Risoluzione: 4962x3197

Date: 07 gennaio 2015

Pose: 25x120" ISO1600 20C

Integrazione: 0.8 ore

Dark: ~11

Flat: ~15

Dark dei flat: ~15

Bias: ~21

Giorno lunare medio: 16.42 giorni

Fase lunare media: 96.92%

Scala del Cielo Scuro Bortle: 7.00


giovedì 1 gennaio 2015

Storia di un avvistamento UFO

Sono un astrofilo con alle spalle circa 33 anni di esperienza osservativa. Negli ultimi 3 anni mi sto dedicando anche alla fotografia (potete vedere le mie foto a questo link). Nel mio diario, in data 12 ottobre 1985 leggo:

“12/10/1985. Serata limpida. Oggetti osservati: Tr. 2, St 23, H1, NGC 381, 136, 7788, 133, 225, 1501, 891, 1444, 253, 288. Durante la serata ho visto un oggetto strano di colore giallastro solcare il cielo a velocità sostenuta.

UFO

C’è anche un piccolo disegno dell’oggetto “misterioso”. Perché è così importante questo avvistamento? Forse perché conferma l’esistenza degli UFO? Lo vedremo presto. In realtà è importante perché è l’unico oggetto “strano” che ho visto nei miei 33 anni di osservazioni astronomiche. E’ stato quindi l’unico che non sono riuscito a identificare, almeno in un primo momento. Non essendo riuscito a identificarlo, per molti anni ho creduto di avere visto un UFO, nel senso di “oggetto volante non identificato”; ovviamente non mi è mai passato per la testa di avere visto una “astronave aliena”.

Due anni fa, però, ho visto qualcosa che mi ha fatto capire cos’era quello strano oggetto…

Prima di svelarvi la soluzione di questo mistero, vorrei far notare una caratteristica tipica degli avvistamenti UFO effettuati da osservatori occasionali. Di solito si tratta di situazioni del tipo:

“Circa 20 (o qualsiasi altro numero, ma sempre molto alto) anni fa, uscivo dal ristorante di sera…”, oppure “Ero in macchina e dal finestrino ho visto…”. Poi le testimonianze continuano generalmente con la descrizione dell’oggetto, ad esempio sfere di luce, dischi, sigari, ecc… e a volte con la descrizione di movimenti rapidi, con curve a gomito “impossibili da eseguire per aerei o elicotteri”.

Il denominatore comune di questi avvistamenti è però uno: la maggior parte dei testimoni fornisce una collocazione temporale (e spaziale) molto vaga, infatti difficilmente ricordano il giorno esatto dell’avvistamento e molti addirittura non riescono a ricordare nemmeno l’anno! Il giorno viene ricordato solo se l’avvistamento avviene a ridosso di date particolari, come matrimoni, battesimi, festività, ecc…

I singoli avvistamenti quindi si possono considerare delle prove dell’esistenza degli UFO? Generalmente no, dato che sono spesso molto “imprecisi”. Ma qualcuno potrebbe pensare: gli UFO li ho visti io stesso, li ha visti mio zio, li ha visti il mio amico, li ha visti mio cugino, li hanno visti MIGLIAIA di persone. Sommando tutti questi avvistamenti (e sono MOLTE migliaia), non si possono avere più avere dubbi: gli UFO esistono con assoluta certezza!

E invece non è così… sommando anche moltissimi avvistamenti di scarsa qualità, non otteniamo affatto una prova di qualità. Perché? Perché non possiamo affatto sommarli. Se non si sa nemmeno l’anno dell’avvistamento, possiamo fare dei “confronti incrociati”? Ovviamente no, ed è proprio per questo che anche se ci sono milioni di avvistamenti “scadenti”, questi non si possono cumulare per determinare una prova valida. In tutti quei casi in cui invece si conosce minuto, ora, giorno, mese ed anno dell’avvistamento, si è sempre potuto risalire ad una origine non misteriosa dello stesso. Ad esempio si è sempre riusciti a capire che si trattava di pianeti luminosi, aerei, palloni sonda, satelliti, meteoriti, ecc…

Valgono quindi le seguenti evidenze:

a) se non c’è una buona determinazione temporale e spaziale dell’avvistamento non è possibile fare “confronti incrociati” con eventuali altri avvistamenti e quindi l’avvistamento costituisce uno scarso indizio di qualche “fenomeno sconosciuto”. In pratica non serve a niente.

b) se c’è una buona determinazione temporale e spaziale dell’avvistamento si riesce a trovare una causa “naturale” o “convenzionale”.

Ma torniamo all’avvistamento UFO oggetto di questo post. La sera del 8 luglio del 2013 capisco cosa avevo visto 28 anni prima. Mentre sto effettuando una sessione fotografica dell’ammasso globulare M15, passano alcuni volatili, probabilmente dei rapaci notturni (ovviamente non ne sono sicuro, non me ne intendo), ad alcune decine di metri di altezza rispetto alla mia postazione. Stanno planando e quindi hanno le ali ferme per diversi secondi e la loro parte inferiore è illuminata dalle luci stradali che conferisce loro un colore giallastro quasi fosforescente. Scivolano nel cielo totalmente silenziosi come dei fantasmi irreali, poi battono le ali e fanno una virata stretta che li porta a scomparire dietro un palazzo.

Il disegno fatto nel 1985 è perfettamente compatibile con un volatile, ma la distanza, la poca luce, la brevità dell’osservazione, non mi consentirono di capirlo e mi diedero l’impressione di qualcosa di “solido” che si muoveva nel cielo.

Se non avessi preso questo appunto e fatto quel disegno, non avrei mai capito che quello era un volatile e, possibilmente, con la normale elaborazione psicologica dei ricordi, avrei ricordato tutt’altro e mi sarebbe rimasta per sempre l’impressione di avere visto qualcosa di strano.

Questa storia ci insegna che se si vogliono indagare dei “misteri”, presunti o reali che siano, bisogna essere il più possibile accurati, perché solo in questo modo siamo in grado di scoprire di cosa si tratta. Anzi, devo farmi una tiratina d’orecchie da solo, perché nell’avvistamento non ho riportato l’orario preciso, cosa che avrei dovuto fare.

La prossima volta che vedete qualche oggetto in cielo che vi sembra strano, non raccontatelo semplicemente a parenti e amici dopo mesi o anni. Prendete appunti! Orario preciso e luogo preciso. Non avete giustificazioni adesso, perché praticamente tutti avete uno smartphone dotato di gps e quindi potete prendere nota di orario, posizione e descrizione dell’avvistamento. In questo modo sarà più facile fare dei confronti incrociati e sarà molto più facile capire cosa avete visto.


Tag di Technorati: ,

giovedì 13 novembre 2014

Fusione nucleare nelle stelle (video)

In questo filmato (durata 45 minuti) viene spiegata come avviene la fusione nucleare nelle stelle. Le stelle brillano grazie alle reazioni di fusione nucleare e quindi si tratta di reazioni che hanno una importanza assoluta per quanto riguarda la struttura dell’Universo conosciuto. La vita stessa sulla Terra dipende dall’energia che proviene dal nostro Sole e quindi, alla fine, dipende dalla fusione nucleare che avviene nel nucleo della nostra stella.

Buona visione della lezione.


mercoledì 12 novembre 2014

Sbarco sulla cometa. Il video (prima parte)

In questo filmato possiamo vedere il rlascio del lander Philae della missione Rosetta sulla superficie della cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko. Si tratta della diretta dell’ESA del mattino del 12 novembre 2014 con commento in italiano delle fasi più salienti.

Per vedere l’altra fase della diretta di questo importante evento (a partire dalle 16:30 del 12 novembre 2014), collegatevi qui.

Buona visione.


domenica 21 settembre 2014

Quando saremo mangiati dalla galassia di Andromeda

La galassia di Andromeda è una delle poche galassie del cielo visibile ad occhio nudo. Nelle belle serate di fine estate o di autunno è possibile rintracciarla nei pressi della stella Mirach sfruttando come punti di riferimento le stelle mu andromedae e nu andromedae. La galassia, catalogata come M31 (o anche NGC 224), è visibile molto vicino alla stella nu andromedae come un fuso luminoso allungato in direzione NE/SW.

Una bella immagine della galassia di Andromeda ottenuta dall’astrofilo Riccardo Cafarelli.

Non tutti sanno che tra cinque miliardi di anni la galassia di Andromeda e la nostra Via Lattea avranno una collisione. La nostra galassia, come tante sua consimili, è cresciuta di dimensioni e di peso anche cannibalizzando intere piccole galassie, e nonostante non vi siano stati recenti banchetti, i resti di queste libagioni sono riconoscibili per gli astronomi.

Fra qualcosa come cinque miliardi di anni la Via Lattea cercherà di addentare la vicina galassia di Andromeda (attualmente a 2,3 milioni di anni luce), ma tecnicamente in realtà sarà lei a mangiare noi, visto che è più grande.

Nel filmato possiamo vedere una simulazione di come sarà questo immane scontro. Negli scontri tra galassie le stelle non si urtano reciprocamente, ma le nubi di gas e di polveri si compenetrano aumentando la loro densità. Questo innescherà nuovamente una intensa formazione stellare.

Buona visione del filmato.


Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...