sabato 23 aprile 2016

Olimpiadi di Astronomia 2016. Le finali a Milano.

Al Museo di Scienze e Tecnologie di Milano si è svolta la XIV edizione delle Olimpiadi italiane di Astronomia. 40 ragazzi erano in finalisti di questa edizione che erano stati selezionati in precedenti gare locali. I quesiti proposti in questa finale hanno riguardato argomenti molto interessanti e anche molto attuali, come ad esempio il calcolo dell’energia prodotta dalla fusione di due buchi neri. Questa domanda fa riferimento, ovviamente, alla recente scoperta delle onde gravitazionali.

Questi i nomi dei “magnifici 10” vincitori della XIV edizione delle Olimpiadi Italiane di Astronomia, emersi tra i 40 ragazzi che sono arrivati alla finale di Milano: Tommaso Frigerio (di Arona), Marco Moretti Adimari – (di Pieve di Cadore), Lorenzo Pica Ciamarra (di Naoli), Vincenzo Sorrentino (di Cittanova), Augusto Giuseppe Suraci (di Reggio Calabria), Pietro Benotto (di Fossano), Mariastella Cascone (di Catania), Jacopo Guoyi Chen (di Velletri), Nikita Deniskin (di Napoli) e Flavio Salvati (di Fiumicino), i primi 5 nella categoria Junior, gli altri nella categoria Senior. Sei di loro rappresenteranno l’Italia alle XXI Olimpiadi Internazionali di Astronomia che quest’anno si terranno a Plovdiv in Bulgaria, dal 5 al 13 ottobre prossimi.

Per maggiori dettagli potete vedere questo video a cura di INAF TV.

Buona visione a tutti.


venerdì 22 aprile 2016

I 10 vulcani più pericolosi della Terra

In questo video vengono presentati i 10 vulcani più pericolosi della Terra, cioè quelli che se entrano in eruzione possono fare più danni materiali e anche mettere in pericolo le vite umane. A questa lista se ne potrebbero aggiungere anche altri, come ad esempio il Vesuvio, che se tornasse in attività, trovandosi in una zona densamente popolata, potrebbe arrecare ingenti danni a cose e persone. In ogni caso qualsiasi lista di pericolosità di vulcani è sempre soggetta a frequenti aggiornamenti e si basa su stime che possono sempre essere messe in discussione. Per sapere i dettagli sui motivi per cui questi 10 vulcani sono considerati i più pericolosi del mondo vi rimando a questo link.

Al 10° posto troviamo il vulcano Llaima (Cile)

Al 9° posto il Krakatoa (Indonesia)

Al 8° posto il Monte Redoubt (Alaska)

Al 7° posto i vulcani di Cascade Range (Stati Uniti)

Al 6° posto il Monte Unzen (Giappone)

Al 5° posto il vulcano del Teide (Canarie)

Al 4° posto il vulcano Colima (Messico)

Al 3° post il vulcano Galeras (Colombia)

Al 2° posto il vulcano Taal (Filippine)

Al 1° posto il Nyiragongo (Congo)

Buona visione del filmato.


giovedì 21 aprile 2016

Le derivate. Definizione di derivata e significato geometrico.

Il concetto di derivata è uno dei più importanti e fecondi dell’analisi infinitesimale, anche per le le sue numerose applicazioni in ambiti diversi da quello matematico (ad esempio in Fisica). In questo filmato possiamo vedere una semplice spiegazione della definizione di derivata prima e del significato geometrico della derivata. In particolare si vedrà come introdurre la derivata a partire dal problema della determinazione del coefficiente angolare di una retta tangente al grafico di una funzione.

Buona visione a tutti.


mercoledì 20 aprile 2016

Terremoti in Italia nel 2015

In questo filmato, a cura dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, possiamo vedere la sequenza di terremoti avvenuti in Italia nel corso del 2015. Un anno è compresso in un solo minuto. Sulla mappa i cerchietti gialli sono i terremoti di magnitudo inferiore a 2.0, i cerchietti arancione da magnitudo 2.0 a 2.9, i cerchietti rossi da 3.0 a 3.9, i quadrati rossi da 4.0 a 4.8. Si noti che la maggior parte dell’attività sismica (nel 2015 sono avvenuti quasi 15000 terremoti) si concentra in alcune regioni, soprattutto lungo la catena montuosa degli appennini e in Sicilia.


venerdì 15 aprile 2016

Cosa rende felice il tuo cervello (e perché devi fare il contrario)–recensione

Da tutte le parti in rete troviamo siti e manuali che promettono miracoli nell’aiutarci a trovare il successo personale o a risolvere i nostri problemi piscologici. Ma questi “guru della mente” sono davvero in grado di compiere tali millantati “miracoli”. Quanto c’è di scientifico nelle loro teorie e nelle loro affermazioni? A questa domanda possiamo rispondere subito: c’è molto poco di scientifico e invece c’è molto “marketing” e molte promesse miracolose che non vengono mantenute.

Ma a livello scientifico c’è qualcosa che si conosce davvero sul comportamento del nostro cervello? Ovviamente sì e con queste conoscenze è possibile indicare delle ricette, stavolta empiricamente plausibili che ci permettono di tenere sotto controllo le deviazioni del nostro cervello.

Perché a volte ci comportiamo in modo avventato e persino un po’ autolesionista? Adesso conosciamo in maniera netta il perché di tutto questo. Il nostro cervello si è evoluto per rilevare e prevedere schemi ricorrenti e che cerca la chiarezza, la semplicità e la coerenza. Tutto ciò è meraviglioso, ma spesso può portare a risultati catastrofici…

Il fatto è che copioni e stereotipi sono dei preziosi strumenti cognitivi che ci permettono comodamente di navigare nel mondo ogni giorno, ma se non vengono applicati nelle situazioni giuste possono diventare delle trappole mortali.

Di cosa tratta “Cosa rende felice il nostro cervello”? Chi legge questo libro non troverà un manuale di self-help, ma uno dei migliori studi sul comportamento umano. Ci sono poche ricette da mettere in pratica in questo testo, nessun rimedio “miracoloso”, ma certamente molti temi su cui ragionare e meditare per conoscere meglio quel meraviglioso strumento che è il nostro cervello.

COSA RENDE FELICE IL TUO CERVELLO (E PERCHÉ DEVI FARE IL CONTRARIO)

Autore: David DiSalvo

Anno 2013

Collana «Nuovi Saggi Bollati Boringhieri»

Prezzo €22,00

336 Pagine.


Gestione del tempo, strategie utili

Quando si svolge qualsiasi tipo di lavoro, ci sono sempre delle attività “parassite” che ci fanno perdere molto tempo. Per fare un esempio, andare spesso a controllare la posta, gingillarsi con lo smartphone, controllare facebook, navigare a zonzo per leggere sciocchezze, stare a pensare ad altre cose, preoccuparci per svariati problemi. Ci perdiamo in molte di queste attività e poi perdiamo il filo del discorso. A questo punto riprendere la concentrazione non è per nulla facile e così si perde altro tempo prezioso. Esistono diversi metodi per risparmiare tempo e non tutti hanno la stessa efficacia.

Poi c’è un altro “nemico” nello svolgere qualsiasi tipo di attività: la procrastinazione. “Questo lo farò domani”, oppure “lo farò quando avrò un po’ di pace”. Alla fine lo si deve fare in fretta e furia quando lo si deve fare per forza. E a volte non si è così fortunati, spesso le cose da fare si dimenticano del tutto.

Esistono anche dei metodi per combattere la procrastinazione.

Nel seguente filmato possiamo vedere un’intervista che spiega a grandi linee cosa è la gestione del tempo e la lotta alla procrastinazione.

Buona visione a tutti.


giovedì 14 aprile 2016

Pannello solare termico fai da te a basso costo (video)

E’ possibile costruire un pannello solare termico fai da te senza usare sofisticate tecnologie? Sì che è possibile! A tal proposito, nel video che vi presento possiamo vedere come costruire in maniera semplice e a basso costo un pannello solare termico (che quindi produce acqua calda, non corrente elettrica). Vedrete che la costruzione è molto semplice e il pannello solare si riesce a completare in pochi passaggi. Basta avere un pannello di legno, un sacco dell’immondizia di quelli neri, un tubo di gomma il più lungo possibile, una pompa e il gioco è fatto. Dalla semplicità si arriva facilmente all’efficienza. Basterà un pannello solare del genere per avere acqua calda senza fare uso della corrente elettrica o del gas. Nell’esempio mostrato in questo filmato l’acqua passa da una temperatura ambientale di 22 °C ad una temperatura massima di circa 40 °C; non male per un impianto del genere, anzi, direi che è quasi sorprendente.

Molto probabilmente il pannello solare presentato nel video è migliorabile dal punto di vista funzionale (magari applicando un tubo più lungo e arrotolato “a girella”) e anche dal punto di vista estetico (montandolo all’interno di un box trasparente), ma il mio parere è che questo modo di progettare e realizzare “minimalista” è davvero interessante e incontra di più i miei gusti personali.

Buona visione del filmato.


Come fare un aspirapolvere usando una bottiglia

Non stiamo parlando di MacGyver, ma di una realizzazione davvero semplice e divertente. Basta una bottiglia di plastica, un motorino elettrico, una batteria, qualche pezzo di cartone e di plastica, un trapano, un pizzico di plastilina e di colla e l’aspirapolvere è fatto. Ovviamente non sarà un aspirapolvere per pulire tutta la casa, ma di quelli che possono aspirare le briciole dentro l’automobile. Se lo si realizza comunque sarà stato un divertimento e potrebbe essere utile proprio come aspiratore per le briciole.

Ma vi lascio al filmato che spiega come fare un aspirapolvere usando una bottiglia.

Buona visione a tutti.


domenica 10 aprile 2016

La tecnica del pomodoro

La tecnica del pomodoro è una tecnica di gestione del tempo sviluppata da Francesco Cirillo nel 1980. La tecnica si avvale di un timer che scandisce il tempo in intervalli di 25 minuti separati da brevi pause (ad esempio di 5 minuti). Questi intervalli sono chiamati pomodori. La tecnica è basata sull’idea che pause frequenti aumentino l’agilità mentale.

Cosa bisogna fare per applicare questa tecnica? Si tratta di 5 semplici passi.

1) Inizia l’attività da eseguire (ad esempio un lavoro in cui non ti puoi permettere di perdere tempo).

2) Si imposta un timer a 25 minuti. Durante questo tempo cerca di lavorare senza distrazioni. Non è difficile lavorare senza distrarsi per 25 minuti. Se qualcosa ti distrae, scrivilo su un foglio di carta, ma poi torna subito a lavorare.

3) Alla fine di questi 25 minuti prenditi 5 minuti di pausa.

4) Dopo 4 intervalli di 25 minuti (4 “pomodori”) prenditi una pausa più lunga di 15-30 minuti.

5) Si torna al punto 2 per un nuovo intervallo di lavoro di 25 minuti. Il conto dei pomodori riprende da 1.

Non sembra difficile, ma se desiderate altri dettagli potete consultare il sito “ufficiale” della tecnica del pomodoro. Qualche altra interessante lettura sull’argomento (stavolta in italiano) la potete trovare nel sito Efficacemente, oppure nel sito MetaDidattica. Buona lettura a tutti.


Come costruire un generatore eolico fai da te

In questo video possiamo vedere come costruire un generatore eolico con motoriduttore di microonde. Una delle cose più interessanti di questa realizzazione è che il progetto è totalmente costruito con materiale riciclato.
Questa è solo la prima parte di questo progetto, a breve seguirà la parte elettrica con accumulatori, regolatore di carica e inverter da 500W continui.

Buona visione a tutti.

 


martedì 1 dicembre 2015

Caricabatterie solare USB fai da te

E’ facile costruire un caricabatterie solare USB fai da te. L’autore di questo video ci avverte che non è difficile, ma occorre avere una minima conoscenza dell’elettronica di base. In questo caso, con pochi componenti è possibile realizzare questo piccolo progetto. Il filmato che segue, in ogni caso, ci guiderà passo per passo alla realizzazione di questo interessante caricabatterie solare USB.

Buona visione a tutti.


Centenario della Relatività Generale

In questi giorni si sta parlando molto della teoria della Relatività Generale che fu formulata da Albert Einstein nel 1915. Si tratta di un centenario importante perché la Relatività Generale è una delle teorie scientifiche che ha più cambiato la nostra visione del mondo e ha introdotto “meraviglie” della natura che nessuno aveva mai osato concepire, si pensi ad esempio ai buchi neri. E’ stata una rivoluzione oltre che scientifica anche culturale e ancora oggi stimola moltissime ricerche. D’altra parte è una teoria che non porta solo certezze ma anche affascinanti domande, infatti è evidente che non è compatibile con il Modello Standard e ancora manca l’osservazione diretta delle onde gravitazionali.

E’ una teoria essenziale perché è in grado di descrivere in maniera meravigliosa la forza di gravità, che tra tutte le forze che governano l’universo, è certamente la più debole e la più misteriosa.

Ancora non sappiamo quali altri meravigliosi risultati produrrà lo sterminato lavoro di Albert Einstein, ma ci rendiamo conto che il famoso scienziato (forse il più famoso di tutti i tempi) ha lasciato per sempre un segno nella storia della scienza e nell’immaginario popolare.

In questo filmato possiamo vedere una interessante lezione sullo spaziotempo di Einstein e le meraviglie della Relatività Generale. Buona visione a tutti.


domenica 29 novembre 2015

Bolle giganti (video)

Come fare delle bolle giganti? Alcuni di questi filmati possono darvi un’idea su come fare bolle giganti in maniera semplice. Le bolle di sapone affascinano da sempre i bambini ma gli adulti non sono affatto immuni al fascino di queste sottili e sferiche lamine di sapone iridescente. Ho visto che ci sono persino dei maestri che insegnano come fare gli spettacoli con le bolle, come si vede nel seguente filmato:

Negli spettacoli con le bolle vengono create bolle giganti e di solito è possibile assistere ad un repertorio con “effetti speciali” dove si vedono bolle concentriche, bolle create dentro a bolle giganti, “bolle di fumo” che vengono forate e il fumo esce gradualmente e tante altre cose sorprendenti. Le coreografie che si possono fare con le bolle sono davvero tante e sono tutte spettacolari e suggestive. Possiamo parlare di “arte” del fare le bolle. Nel seguente filmato possiamo vedere un notevole spettacolo basato sulle bolle di sapone.

Ma se volessimo fare noi delle bolle di sapone? Come potremmo fare? Quali sono le proporzioni giuste di acqua e sapone per fare delle bolle che non scoppiano subito e che sono abbastanza resistenti alle manipolazioni? In questo video possiamo vedere una “ricetta” su come fare delle buone bolle di sapone.


giovedì 26 novembre 2015

Cosa è lo spaziotempo?

O meglio, lo spaziotempo da cosa è fatto? Le ipotesi della Fisica più affascinanti degli ultimi decenni coinvolgono un curioso fenomeno della meccanica quantistica chiamato entanglement. In parole povere non sarebbe altro che una sorta di “azione a distanza” tra particelle separate anche da grandi distanze. Nonostante si tratti di un fenomeno bizzarro esistono centinaia di esperimenti che mostrano che tale fenomeno è assolutamente reale.

Recentemente il fisico Mark Van Raamsdonk della British Columbia University ha elaborato una ipotesi che afferma che la trama dello spaziotempo sarebbe fatta proprio di entanglement quantistico. Una ipotesi che, se confermata, potrebbe essere un passo in avanti per l’unificazione delle due grandi teorie della Fisica più complete che possediamo: la meccanica quantistica e la relatività generale.

Nel seguente video potete vedere un servizio che spiega questa nuova ipotesi. Buona visione e buon ascolto.


mercoledì 30 settembre 2015

Come immaginare 10 dimensioni spaziali

Le teorie della Fisica più moderne funzionano in un “mondo” dotato di 10 dimensioni spaziali (o anche di più) e una temporale. Un esempio di queste teorie è la Teoria delle Stringhe. Ma come facciamo ad immaginare un mondo con un numero di dimensioni spaziali superiore alle 3 che sperimentiamo nella nostra esistenza? Con approfondite conoscenze matematiche e geometriche è abbastanza facile capire come possano esistere “altre dimensioni”, perché le equazioni permettono un livello di astrazione molto grande. Ma se non si possiedono tali conoscenze bisogna riuscire ad “immaginare” questa situazione mediante una analogia.

In questo filmato (dura circa 11 minuti ed ha i sottotitoli in italiano) ci spiega come immaginare 10 dimensioni spaziali mediante una serie di interessanti analogie.

Buona visione a tutti.


venerdì 25 settembre 2015

Breve storia della pizza

Insieme alla pasta, la pizza è uno dei cibi nazionali italiani più noti al mondo. Eppure, la grande popolarità di questo prodotto in Italia non risale certo a tempi remoti, se Carlo Collodi (1826-90), il famoso autore di Pinocchio, in un libro di letture scritto per la scuola nel 1886, così descriveva la pizza:

«Vuoi sapere che cos'è la pizza? È una stiacciata [schiacciata, focaccia] di pasta di pane lievitato, e abbrustolita in forno, con sopra una salsa di ogni cosa un po'. Quel nero del pane abbrustolito, quel bianchiccio dell'aglio e dell'alice, quel giallo verdacchio dell'olio e dell'erbucce soffritte e quei pezzi rossi qua e là di pomidoro danno alla pizza un'aria di sudiciume complicato che sta benissimo in armonia con quello del venditore».

Il fatto è che quando Collodi scrive, la pizza è ancora un prodotto consumato sostanzialmente solo a Napoli e non ha ancora una diffusione nazionale, verificatasi solo nel secolo successivo.

Le origini della pizza si perdono nel passato più lontano. La parola "pizza" deriverebbe, secondo alcuni, dal greco plax ("superficie piana") o dal latino piana, sostantivo del verbo pinsere (che significa "schiacciare" o "macinare"). In entrambi gli etimi emerge il riferimento al lavoro di preparazione della pizza, consistente nell'impastare e nello schiacciare la pasta, fino a ottenere un prodotto ben lavorato e schiacciato. Di cibi di questo genere, fatti di pasta di farina di cereali schiacciata e cotta al forno, è piena di riferimenti tutta la tradizione alimentare greco-romana antica, così come non mancano preparazioni analoghe in altre tradizioni gastronomiche ancor più lontane da noi. In ogni caso la prima menzione di un cibo chiamato "piza" è attestata in un documento scritto a Gaeta nel 997.

Per arrivare a tempi un po' più recenti, sappiamo che i primi negozi, dove si produceva e si vendeva pizza, vennero aperti a Napoli verso la fine del Seicento. Nel Settecento il numero di questi locali aumentò in misura considerevole, diventando uno degli esercizi alimentari più diffusi. Presso le pizzerie, i napoletani del Settecento non andavano a consumare il pasto ma solo a comprare il prodotto già cotto, per portarlo a casa o, più spesso, per mangiarlo camminando per strada. Solo verso la seconda metà del XVIII secolo cominciarono a essere aperti ristoranti-pizzerie in cui si poteva mangiare la pizza seduti a tavola.

Una delle testimonianze più famose sulla pizza degli inizi del XIX secolo è quella scritta nel 1832 da Alexandre Dumas (1802-70), l'autore dei Tre moschettieri:

«È una specie di stacciata, come se ne fanno a Saint-Denis; è di forma rotonda e si lavora con la stessa pasta da pane. A prima vista è un cibo semplice: sottoposta a esame, apparirà un cibo complicato. [...] La pizza è all'olio, al lardo, alla sugna, al formaggio, al pomodoro, ai pesciolini. E il termometro gastronomico del mercato: aumenta o diminuisce di prezzo a seconda del corso degli ingredienti suddetti e della maggiore o minore freschezza».

Da notare che la testimonianza di Dumas è una delle prime in cui si fa riferimento al pomodoro come condimento della pizza; fino ai primi decenni del secolo, infatti, la pizza napoletana, come d'altronde la pasta, non era affatto condita con il pomodoro, a pezzi o in salsa, ma in genere con olio, o altri grassi, e formaggio, verdure o pesce. Dunque non era ancora, in senso stretto la "nostra" pizza.

Perché diventasse un patrimonio comune della gastronomia italiana bisognò aspettare la fine del secolo. In questo caso l'artefice della "nazionalizzazione" della pizza fu la casa Savoia: si racconta che, durante il soggiorno della regina Margherita a Napoli, nel giugno 1889, la consorte del re d'Italia, «stanca della cucina francese», fece chiamare a corte un noto pizzaiolo napoletano, Raffaele Esposito, perché preparasse delle pizze. Delle tre confezionate fu scelta quella con pomodoro, mozzarella e basilico, da allora chiamata "Margherita", che la leggenda vuole fosse stata inventata da Esposito apposta per la regina, scegliendo ingredienti dall'evidente valore simbolico di tipo patriottico.


domenica 20 settembre 2015

Raffreddamento DSLR molto artigianale…

Molti astrofili usano una ventola per pc per stabilizzare la temperatura della propria fotocamera digitale durante le lunghe pose. La ventola ovviamente non è in grado di abbassare la temperatura al di sotto della temperatura ambiente. Su internet ho visto altri che hanno usato delle "cold box" (ad esempio qui) o hanno persino smontato la fotocamera per mettere a contatto il sensore con un "dito freddo" (cold finger) in rame raffreddato da una cella di Peltier che aveva però bisogno di un pesante dissipatore di calore (vedi ad esempio qui).

Mi sono chiesto: non esiste una via di mezzo tra la ventola e il sistema di raffreddamento con cella di Peltier (che tra l'altro richiede anche alimentazione elettrica e quindi ulteriori cavi elettrici)?

Personalmente ho trovato molto utili dei sacchetti di fluido refrigerante (nel congelatore si solidifica) che è possibile mettere a contatto con la parte posteriore della fotocamera (come nelle foto). Questi sacchetti si possono trovare nei supermercati.

CIMG7761

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Con una temperatura ambiente di 26 °C (dentro il mio studio) ho fatto una serie di dark (durata 300 secondi a 800 ISO), prima senza nessun tipo di raffreddamento (nemmeno la ventola) e poi con il sacchetto refrigerante.

- Senza raffreddamento dopo circa 45 minuti si è raggiunta una temperatura di equilibrio di ben 40 °C.

- Con il sacchetto refrigerante dopo 45 minuti si è raggiunta invece la temperatura di 20 °C (6 gradi sotto la temperatura ambiente).

20gradiC

Ho fatto un confronto tra un dark a 40 °C e uno a 20 °C facendo uno stretching delle immagini.

Confronto20e40

La differenza è evidente. Con una ventola non si sarebbe potuto scendere a meno di 35 °C, con il sacchetto refrigerante si è arrivati a 20 °C.

Nei giorni precedenti a questa prova avevo tentato di fare direttamente foto astronomiche con questo sistema di raffreddamento, ma in condizioni diverse. Avevo fatto pose di soli 30 s (senza autoguida) e a 3200 ISO. Temperatura ambientale di 24 °C (all’aperto!). Il soggetto fotografato è l’ammasso globulare M15. Sono solo 34 pose da 30 secondi a 3200 ISO, tutte con una temperatura del sensore di 19 °C. (Celestron CPC-800, f/10).

m15

Come si vede, nonostante i 3200 ISO e la poca integrazione, il rumore a 19 °C è decisamente sotto controllo.

Questa è la nebulosa M76 (“Piccolo Manubrio”). Sono 105 pose da da 30 secondi 3200 ISO a 19 °C (temp. ambientale 23 °C). Celestron CPC-800, f/8,5 (con il riduttore di focale di un rifrattore). Anche in questo caso il rumore è sotto controllo.

m76

Nelle prossime serate tenterò di fare pose più lunghe con autoguida e a 800 ISO (e anche a 1600 ISO), e se mi capita una serata più fresca si raggiungeranno temperature ben più basse!

Osservazioni su questa “tecnica”..

1) Ho visto che a 24 °C di temperatura ambientale il sacchetto resta “solido” per quasi due ore. Se si vuole continuare a fotografare a questa temperatura bisogna sostituire il sacchetto con un altro. Ovviamente se c’è più freddo dura di più.

2) Non è possibile usare i sacchetti in uscite in luoghi dove non c’è corrente elettrica e un congelatore che mantenga i sacchetti ghiacciati.

3) E’ una tecnica più efficiente con tutte quelle fotocamere che hanno lo schermo girevole, perché è possibile poggiare il sacchetto sul dorso della fotocamera.

4) Non è facile ancorare il sacchetto con gli elastici in maniera tale che non si muova durante la sessione fotografica.

5) I sacchetti pesano circa 600 g. Questo peso aggiuntivo potrebbe causare delle torsioni nel treno ottico o problemi di inseguimento durante le lunghe pose.

6) Potrebbe causare problemi di condensa.

Appena faccio qualche altro test vi faccio sapere.


giovedì 10 settembre 2015

Breve storia dell’Universo (video)

In principio, circa 13,7 miliardi di anni fa, tutto lo spazio, tutta la materia e tutta l’energia dell’Universo conosciuto erano contenuti in un volume più piccolo di un bilionesimo della dimensione della punta di uno spillo. Le temperature erano così elevate che le forze fondamentali della natura, che insieme descrivono l’Universo, erano unificate. Per ragioni ignote questo cosmo più piccolo di uno spillo cominciò ad espandersi.

Quando l’Universo aveva la straordinaria temperatura di 1030 gradi, ed era giovanissimo, solo 10-43 secondi, tempo prima del quale tutte le nostre teorie sulla materia e sullo spazio non valgono più e perdono significato.

Affascinante vero? Questa è l’inizio della storia dell’Universo. Vi piacerebbe sentire come continua questa storia? Guardate questo filmato (durata di poco più di 8 minuti) e vedrete quali sono le conoscenze scientifiche attuali sulla nascita e l’evoluzione dell’Universo.


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martedì 1 settembre 2015

Impianto fotovoltaico autocostruito (fai da te)

Un altro interessante filmato dedicato ad un impianto fotovoltaico fai da te. Quasi un mini documentario della durata di poco meno di 15 minuti che descrive in dettaglio tutte la parti di questa bellissima realizzazione. Vi rimando subito al video.

Buona visione a tutti.


martedì 14 luglio 2015

La sonda New Horizons é appena passata vicino a Plutone

La minima distanza di avvicinamento a Plutone della sonda New Horizons è stata raggiunta da alcuni minuti. Alcune foto molto interessanti del remoto “pianeta nano” e del suo satellite Caronte sono già state trasmesse nei giorni scorsi dalla sonda (vedi foto sotto). Nelle prossime ore la sonda orienterà le sue antenne verso la Terra per cominciare a trasmettere i dati raccolti durante il flyby al suo massimo avvicinamento.

Plutone

 

Caronte

martedì 14 aprile 2015

Masha e Orso, un cartone animato per bambini di qualità sorprendente!

Odiate Peppa Pig? Non temete! Già da un po’ di tempo la fama dell’insopportabile maialina è insidiata da un cartone animato che viene dalla Russia. Si tratta di Masha e Orso. E stavolta non ci sono personaggi stupidi, superficiali, antipatici. Masha è una bambina monella e iperattiva, ma ha una profondità d’animo che non si ritrova più nei personaggi dei cartoni animati da molti decenni. Orso è un orso dai modi antropomorfi che non parla, ma suona il pianoforte e faceva il giocoliere in un circo e che vive in una bella casa nel bosco. Tutta la serie animata si svolge in un bosco con tanti altri animali come protagonisti. In questo prodotto di animazione sorprendono anche la qualità eccelsa della colonna sonora. Il successo di Masha e Orso è molto importante ed ha un significato che non bisogna ignorare: i bambini, anche i più piccoli, hanno bisogno di esempi positivi anche nei cartoni animati e i personaggi devono essere degli esempi positivi.

La serie per il momento è trasmessa da Rai YoYo in vari orari.

Per una recensione molto profonda di Masha e Orso, vi consiglio di leggere questo.

Un episodio di Masha e Orso preso da YouTube (in russo).


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Spazio tempo e dimensioni

Cosa si intende in Fisica per spazio-tempo? Cosa significa il termine “dimensioni”? Cosa è la “quarta dimensione”. Questi temi sono molto affascinanti per molti, ma la divulgazione spesso non è sufficiente per renderli chiari. In questo filmato (durata 44 minuti circa) invece questi concetti sono spiegati in maniera semplice ma rigorosa.

Buona visione a tutti del filmato.


Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...