giovedì 1 gennaio 2015

Storia di un avvistamento UFO

Sono un astrofilo con alle spalle circa 33 anni di esperienza osservativa. Negli ultimi 3 anni mi sto dedicando anche alla fotografia (potete vedere le mie foto a questo link). Nel mio diario, in data 12 ottobre 1985 leggo:

“12/10/1985. Serata limpida. Oggetti osservati: Tr. 2, St 23, H1, NGC 381, 136, 7788, 133, 225, 1501, 891, 1444, 253, 288. Durante la serata ho visto un oggetto strano di colore giallastro solcare il cielo a velocità sostenuta.

UFO

C’è anche un piccolo disegno dell’oggetto “misterioso”. Perché è così importante questo avvistamento? Forse perché conferma l’esistenza degli UFO? Lo vedremo presto. In realtà è importante perché è l’unico oggetto “strano” che ho visto nei miei 33 anni di osservazioni astronomiche. E’ stato quindi l’unico che non sono riuscito a identificare, almeno in un primo momento. Non essendo riuscito a identificarlo, per molti anni ho creduto di avere visto un UFO, nel senso di “oggetto volante non identificato”; ovviamente non mi è mai passato per la testa di avere visto una “astronave aliena”.

Due anni fa, però, ho visto qualcosa che mi ha fatto capire cos’era quello strano oggetto…

Prima di svelarvi la soluzione di questo mistero, vorrei far notare una caratteristica tipica degli avvistamenti UFO effettuati da osservatori occasionali. Di solito si tratta di situazioni del tipo:

“Circa 20 (o qualsiasi altro numero, ma sempre molto alto) anni fa, uscivo dal ristorante di sera…”, oppure “Ero in macchina e dal finestrino ho visto…”. Poi le testimonianze continuano generalmente con la descrizione dell’oggetto, ad esempio sfere di luce, dischi, sigari, ecc… e a volte con la descrizione di movimenti rapidi, con curve a gomito “impossibili da eseguire per aerei o elicotteri”.

Il denominatore comune di questi avvistamenti è però uno: la maggior parte dei testimoni fornisce una collocazione temporale (e spaziale) molto vaga, infatti difficilmente ricordano il giorno esatto dell’avvistamento e molti addirittura non riescono a ricordare nemmeno l’anno! Il giorno viene ricordato solo se l’avvistamento avviene a ridosso di date particolari, come matrimoni, battesimi, festività, ecc…

I singoli avvistamenti quindi si possono considerare delle prove dell’esistenza degli UFO? Generalmente no, dato che sono spesso molto “imprecisi”. Ma qualcuno potrebbe pensare: gli UFO li ho visti io stesso, li ha visti mio zio, li ha visti il mio amico, li ha visti mio cugino, li hanno visti MIGLIAIA di persone. Sommando tutti questi avvistamenti (e sono MOLTE migliaia), non si possono avere più avere dubbi: gli UFO esistono con assoluta certezza!

E invece non è così… sommando anche moltissimi avvistamenti di scarsa qualità, non otteniamo affatto una prova di qualità. Perché? Perché non possiamo affatto sommarli. Se non si sa nemmeno l’anno dell’avvistamento, possiamo fare dei “confronti incrociati”? Ovviamente no, ed è proprio per questo che anche se ci sono milioni di avvistamenti “scadenti”, questi non si possono cumulare per determinare una prova valida. In tutti quei casi in cui invece si conosce minuto, ora, giorno, mese ed anno dell’avvistamento, si è sempre potuto risalire ad una origine non misteriosa dello stesso. Ad esempio si è sempre riusciti a capire che si trattava di pianeti luminosi, aerei, palloni sonda, satelliti, meteoriti, ecc…

Valgono quindi le seguenti evidenze:

a) se non c’è una buona determinazione temporale e spaziale dell’avvistamento non è possibile fare “confronti incrociati” con eventuali altri avvistamenti e quindi l’avvistamento costituisce uno scarso indizio di qualche “fenomeno sconosciuto”. In pratica non serve a niente.

b) se c’è una buona determinazione temporale e spaziale dell’avvistamento si riesce a trovare una causa “naturale” o “convenzionale”.

Ma torniamo all’avvistamento UFO oggetto di questo post. La sera del 8 luglio del 2013 capisco cosa avevo visto 28 anni prima. Mentre sto effettuando una sessione fotografica dell’ammasso globulare M15, passano alcuni volatili, probabilmente dei rapaci notturni (ovviamente non ne sono sicuro, non me ne intendo), ad alcune decine di metri di altezza rispetto alla mia postazione. Stanno planando e quindi hanno le ali ferme per diversi secondi e la loro parte inferiore è illuminata dalle luci stradali che conferisce loro un colore giallastro quasi fosforescente. Scivolano nel cielo totalmente silenziosi come dei fantasmi irreali, poi battono le ali e fanno una virata stretta che li porta a scomparire dietro un palazzo.

Il disegno fatto nel 1985 è perfettamente compatibile con un volatile, ma la distanza, la poca luce, la brevità dell’osservazione, non mi consentirono di capirlo e mi diedero l’impressione di qualcosa di “solido” che si muoveva nel cielo.

Se non avessi preso questo appunto e fatto quel disegno, non avrei mai capito che quello era un volatile e, possibilmente, con la normale elaborazione psicologica dei ricordi, avrei ricordato tutt’altro e mi sarebbe rimasta per sempre l’impressione di avere visto qualcosa di strano.

Questa storia ci insegna che se si vogliono indagare dei “misteri”, presunti o reali che siano, bisogna essere il più possibile accurati, perché solo in questo modo siamo in grado di scoprire di cosa si tratta. Anzi, devo farmi una tiratina d’orecchie da solo, perché nell’avvistamento non ho riportato l’orario preciso, cosa che avrei dovuto fare.

La prossima volta che vedete qualche oggetto in cielo che vi sembra strano, non raccontatelo semplicemente a parenti e amici dopo mesi o anni. Prendete appunti! Orario preciso e luogo preciso. Non avete giustificazioni adesso, perché praticamente tutti avete uno smartphone dotato di gps e quindi potete prendere nota di orario, posizione e descrizione dell’avvistamento. In questo modo sarà più facile fare dei confronti incrociati e sarà molto più facile capire cosa avete visto.


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domenica 21 dicembre 2014

La paleontologia

La paleontologia è una scienza che studia gli organismi viventi che hanno abitato il pianeta Terra dalle origini fino ai nostri giorni. Il termine, coniato nel 1825, ha origine greca (palaios on ontos) e significa lo “studio degli antichi esseri viventi”. La paleontologia si suddivide in quattro ambiti di studio: la paleozoologia che studia gli organismi animali fossili; la paleobotanica; la paleoantropologia, che studia i resti umani fossili; la micropaleontologia, che studia gli organismi fossili al microscopio.

Museo di Storia Naturale di Firenze

L’interno del Museo di Storia Naturale di Firenze.

Oggetto di studio primario per la paleontologia sono i fossili, resti, più o meno modificati, conservati nelle rocce. Già a partire dal V secolo a.C., con Erodoto, abbiamo notizia del fatto che i fossili erano considerati tracce di corpi del passato. Come oggetto di studio e analisi, essi esistono quindi prima della paleontologia.

La paleontologia è una scienza vastissima, che comprende il contributo di botanica, zoologia, antropologia e molte altre scienze per ricostruire la forma e le modalità di esistenza primitive. Per farlo vengono analizzati molti altri elementi, quali escrementi fossili, uova fossili, impronte e tragitti di nutrimento.

Attraverso la raccolta di dati come questi, i paleontologi riescono a ricostruire il comportamento e la forma di un animale ormai estinto e a immaginare l’ambiente passato in modo dettagliato.


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sabato 20 dicembre 2014

Chi è Lucy?

Lucy è il nome dato a un ominide fossile (Australopithecus afarensis) i cui resti risalgono a circa 3 milioni di anni fa. Lucy venne scoperta nel 1974 da Y. Coppens, D. Johanson e M. Taieb nella località di Hadar, nell’Etiopia centro-orientale. Lucy era alta poco più di un metro e doveva pesare circa 25 chilogrammi; la sua capacità cranica era di 412 centimetri cubi.

La struttura anatomica di Lucy rispecchia in pieno quella delle Australopitecine. Si deduce che questa ominide avesse postura eretta, leggermente curva in avanti, e che potesse muoversi agevolmente sugli alberi. Si tratta quindi di una forma arcaica di ominide, che visse contemporaneamente ai primi rappresentanti di Homo habilis.

Ricostruzione dello scheletro di Lucy presso il museo di storia naturale di Cleaveland.


venerdì 19 dicembre 2014

E’ tutto sbagliato?

Secondo numerosi “ricercatori indipendenti” la storia dovrebbe essere riscritta, la biologia dovrebbe essere riscritta, la fisica dovrebbe essere riscritta, l’archeologia dovrebbe essere riscritta, la paleontologia dovrebbe essere riscritta, la medicina dovrebbe essere riscritta, in pratica tutta la scienza dovrebbe essere riscritta!

Senza accorgercene, perché i governi e la NASA ce lo hanno tenuto nascosto, siamo stati creati geneticamente da una razza di alieni che ci hanno guidati ad una evoluzione accelerata sin dai tempi più antichi. Ci hanno aiutato a costruire la Sfinge e le piramidi d’Egitto e le loro astronavi compaiono nei dipinti antichi. Cosa vuoi di più? Ma ci sono anche i giganti, le cui ossa sono state fotografate, che sono alti più di 8 metri. E lo sai che uomini e dinosauri convivevano pacificamente e quei cattivoni dei paleontologi ce lo nascondono perché questa cosa va contro le loro convinzioni accademiche? E poi c’è Nibiru, il pianeta degli Annunaki, che gli astronomi non vogliono vedere, o meglio, l’hanno visto, ma lo hanno censurato perché va contro le loro convinzioni accademiche o perché non vogliono seminare il panico in persone che non sono abituate alla vista degli alieni. Nel frattempo qualcuno sta irrorando il cielo con fumi velenosi e, perché no, anche capaci di pilotare la nostra psiche. Ma non le avete mai viste le scie che lasciano gli aerei? Ecco la prova! Per non parlare degli alieni che rapiscono le persone e gli mettono un chip in testa. Attenzione! Anche voi potreste avere uno di questi chip in testa. Non sentite già uno strano dolore? Vi assicuro, per fortuna, che questo dolore di testa potrebbe passarvi subito con un po’ di fiori di Bach, altro che medicine tradizionali con quei fastidiosi effetti collaterali! Potrebbero guarire anche i tumori, peccato che le multinazionali del farmaco non permettono a questi rimedi miracolosi di diventare di dominio pubblico. E poi le medicine ufficiali costano anche un sacco di euro e, come se non bastasse, le banconote che abbiamo non valgono la cifra che c’è scritta, ma solo pochi centesimi! E quindi che stiamo aspettando ad uscire dall’euro? Ma adesso vi lascio, perché devo andare e NON fare vaccinare i miei figli, dato che rischiano di prendere l’autismo…

Tutto quello che dice la “scienza ufficiale” è sbagliato e da riscrivere. Chiaro?

Chi lo dice? Ma lo dicono loro, i nuovi “untori” della rete, che sfruttano le lacune scientifiche dei lettori per diffondere le loro volgari panzane e aumentare le visite dei loro blog e dei loro siti. Ormai lo fanno in maniera così aggressiva e pervasiva da essere diventati un pericolo tangibile (si pensi che riescono a convincere le masse a non sottoporre i bambini alle vaccinazioni).

Ad essere in pericolo non è solo la salute pubblica (sia fisica che psicologica), ma anche l’autorevolezza stessa della scienza e la sua credibilità. Nonostante gli enormi progressi e meriti della scienza, molte persone sono “allergiche” alle discipline scientifiche. Come mai? Dove si è sbagliato? Forse è solo una fase storica che si supererà presto? Speriamo.

Nel frattempo cosa si potrebbe fare per arginare questa marea pseudoscientifica che ci arriva fino al collo? Qualcuno ha qualche proposta?

Io, nell’attesa di qualche idea, vi propongo qualche link a siti che, con grande passione, sono dedicati a “sbufalare” i contenuti pseudoscientifici presenti in rete o presentati in televisione.

Il Disinformatico (Sulle bufale in generale)
http://attivissimo.blogspot.it/

CEIFAN (Immenso sito su tutto ciò che riguarda le pseudoscienze)
http://ceifan.org/index2.htm

Notizie per combattere la disinformazione (Blog generalista sulle pseudoscienze)
http://ilsapienteguardiano.blogspot.it/

Mistero Risolto (Per fare luce sui tanti misteri storici e no che affollano la rete)
http://misterorisolto.wordpress.com/

Medbunker (Da leggere assolutamente, perché è dedicato alle pericolose bufale che riguardano la medicina)
http://medbunker.blogspot.it/

PhotoBuster (Le mirabolanti avventure ufologiche di un fototecnico)
http://photobuster.blogspot.it/

La bufala delle scie chimiche
http://sciechimicheinfo.blogspot.it/


mercoledì 17 dicembre 2014

La Pangea

La Pangea è la massa continentale primitiva che seconda la teoria di Wegener della deriva dei continenti, fino al termine del Paleozoico ha rappresentato l’insieme compatto delle terre emerse. Il termine “Pangea”, di origine greca, significa infatti “tutta la terra”. Secondo quanto afferma la teoria della tettonica a placche, questa massa unica sarebbe nata a seguito di due eventi orogenetici (di formazione delle montagne), che attraverso il movimento delle zolle avrebbero fatto emergere le catene montuose degli Urali e degli Appalachi. Dal suo smembramento sarebbero nati gli attuali continenti a partire dal Triassico superiore. La separazione delle terre sarebbe cominciata prima con una frantumazione in senso parallelo e poi, intorno al Giurassico medio, in senso meridiano.

Pangea


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Cos’è l’ambra?

L’ambra è una resina prodotta da una conifera terziaria (Pinus succinifera) che viveva sulla Terra milioni di anni fa, solidificatasi e fossilizzatasi col passare del tempo. L’ambra ha una colorazione che va dal giallo chiaro al bruno rossiccio (raramente con toni sul blu e sul verde), emette una lucentezza vitrea e a volte è trasparente. Da un punto di vista fisico, l’ambra si elettrizza per strofinio ed è un ottimo materiale isolante. E’ molto ricercata per farne dei gioielli. I giacimenti più noti di ambra sono quelli situati sulle coste baltiche, della Sicilia, della Birmania, del Canada e della Romania, tutti risalenti all’Olocene.

Tutte le gocce di ambra colate dai tronchi o cadute al suolo hanno imprigionato insetti o piccoli resti vegetali (per esempio infiorescenze). In questo modo, molti organismi di piccole dimensioni hanno potuto conservarsi perfettamente sino ai giorni nostri.

Ambra con un insetto all'interno


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sabato 6 dicembre 2014

Caricabatteria cellulare con pannelli solari fai da te

Un caricabatteria fotovoltaico per cellulare è molto comodo in tutti quei casi in cui ci si trova il luoghi dove non possiamo collegarci con la rete elettrica. Questo succede in alta montagna o nei campeggi più fuori mano. In questo filmato possiamo vedere come realizzare questo caricabatteria fotovoltaico riciclando le classiche lampade solari da giardino. Ne bastano tre di queste lampade. Perché costruire da soli un caricabatterie fotovoltaico se lo si potrebbe comprare già pronto? Perché l’autocostruzione è una passione, credo. L’utente che ha postato questo video di YouTube ha scelto la strada dell’autocostruzione perché già possedeva alcune lampade solari da giardino.

Le istruzioni di assemblaggio del caricabatterie sono chiare e semplici. Consiglio di vedere il filmato perché potrebbe essere un ottimo spunto per tutti coloro che sono appassionati di autocostruzione.

Buona visione.


Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...