lunedì 6 febbraio 2012

La tela del ragno. Perché è così resistente?

Sappiamo bene che la tela di un ragno è straordinariamente resistente. Ci chiediamo come fa un filo così sottile ad essere così robusto. Alcuni scienziati hanno studiato la struttura delle ragnatele e hanno capito, da un punto di vista matematico, perché la tela del ragno possiede tali caratteristiche di incredibile resistenza. In questo modo sarà possibile sfruttare la conoscenze acquisite per ottenere dei materiali che presentano lo stesso tipo di caratteristiche.

Nel seguente filmato possiamo vedere un servizio di TG Leonardo che ci spiega cosa hanno fatto alcuni ricercatori per comprendere perché la tela del ragno è così resistente.

Buona visione a tutti.


domenica 5 febbraio 2012

I fluidi non newtoniani (video)

Cosa sono i fluidi non newtoniani? Lo chiediamo al professore Davide Cassi, docente di Fisica della Materia presso l’Università di Parma. Ci mostra alcune proprietà molto interessanti di quelli che vengono chiamati fluidi non newtoniani.

Questo tipo di fluidi hanno la proprietà di avere una notevole consistenza se colpiti con violenza, come se fossero dei solidi, ma se vengono toccati delicatamente conservano una consistenza liquida. Le applicazioni pratiche di questi materiali sono molto interessanti perché possono trovare impiego in tutti quei casi in cui serve un assorbimento degli urti.

Perché si chiamano “non newtoniani”? Perché il loro comportamento dipende dall’intensità della forza applicata, più la forza è intensa e più reagiscono come se fossero solidi.

Un esempio di fluido non newtoniano molto semplice da realizzare anche a casa è quello ottenuto con una combinazione di acqua e amido di mais. Nel filmato si mostrano alcune applicazioni dei fluidi non newtoniani. Guardate almeno fino al minuto 6:18, in cui si può vedere come è possibile camminare sulla superficie liquida di un fluido non newtoniano senza sprofondare, purché il passo sia abbastanza rapido. Se si cammina lentamente si sprofonda rapidamente.

Buona visione del video.


sabato 4 febbraio 2012

Italia al gelo. Quali sono le cause?

Per molti è sufficiente affacciarsi dalla finestra per vedere la neve, qualcun altro (come me che abito in Sicilia) resta stupito dalle immagini televisive e sul web del gelo che in queste ore attanaglia l’intero centro-Italia. Ma quali sono le cause di tutto questo freddo? E’ davvero un evento così raro come si crede?

In realtà è l’intera Europa dell’Est ad essere colpita da freddo intenso e nevicate che creano grossi problemi ai trasporti. Questo perché queste zone geografiche sono direttamente influenzate dalle correnti fredde provenienti dalla Siberia. Tali correnti fredde possono giungere fino a lambire la nostra Penisola. Questo fenomeno non è realmente rarissimo, perché è già successo nel 1956 e nel 1985, ma con fenomeni molto più intensi di quelli che stiamo vivendo adesso.

Per molti il freddo di questi giorni sarebbe una palese confutazione dell’evidenza osservativa del famoso riscaldamento globale. Anzi, si sente qualcuno che afferma che ci stiamo avvicinando ad una nuova era glaciale. In realtà il riscaldamento globale esiste davvero e ormai è stato misurato in maniera sicura. Il freddo occasionale che può capitare in alcuni periodi dell’inverno è solo una normale fluttuazione di un trend di temperature che invece è costantemente in salita in tutto il mondo. Il riscaldamento globale da cosa è causato? Ci sono molte ipotesi per spiegarlo, come l’influenza dell’attività solare o anche dei raggi cosmici. L’ipotesi più logica e più ragionevole è che il riscaldamento globale è causato dall’uomo con le sue attività inquinanti e di distruzione delle foreste.

L’uomo ha creato ampie variazioni climatiche sin dalla preistoria in regioni geografiche più o meno vaste, con azioni di disboscamento e di sfruttamento delle risorse agricole. Con l’industrializzazione per la prima volta si sta creando un cambiamento climatico in tutto il mondo. Se il risultato di tale cambiamento climatico avrà gli stessi esiti di quelli, seppur locali, del passato, non è il caso di restare con le mani in mano… Bisogna impegnarsi in tutti i modi per diminuire le emissioni inquinanti, il disboscamento di vaste aree della Terra, la desertificazione dovuta ad errato sfruttamento agricolo.

Nel frattempo guardiamoci questo servizio, a cura di Tg Leonardo, dedicato alle cause del gelo che in questo momento attanaglia la nostra Penisola. Buona visione a tutti.


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venerdì 3 febbraio 2012

Quanto è alto il K2?

Il K2 è la vetta più alta (8616 metri) della catena montuosa del Karakorum al confine tra il Kashmir pakistano e la Cina. Il K2, dopo l’Everest, è il monte più elevato della Terra e domina da nord il ghiacciaio del Baltoro, in una regione impervia in cui è difficile addentrarsi.

Agli inizi del Novecento partirono le prime spedizioni intenzionate a scalare il K2. Nel 1909 il gruppo guidato dal Duca degli Abruzzi riuscì a risalire lo sperone a sudest, che prese così il nome di Sperone Abruzzi; da allora si susseguirono diversi tentativi, fra cui le tre spedizioni americane fra il 1938 e il 1953, che non riuscirono però a portare a termine l’impresa.

Solo il 31 luglio 1954 la spedizione italiana organizzata dal CAI (Club Alpino Italiano) e guidata da Ardito Desio, riuscì nell’intento; Achille Compagnoni e Lino Lacedelli riuscirono a conquistare la vetta del K2 percorrendo gli ultimi tratti senza l’aiuto dei respiratori a ossigeno.

Per indicare il K2 si utilizza spesso anche il nome Godwin Austen, in onore dell’esploratore inglese che per primo riuscì a misurarne l’altezza.

Nella seguente playlist di YouTube possiamo vedere un documentario che racconta la conquista italiana del K2. Buona visione a tutti.


giovedì 2 febbraio 2012

Posto fisso, che monotonia! Tutti contro Monti.

Di solito non scrivo molti post di politica, ma dopo l’affermazione del Presidente del Consiglio Monti (ha detto che il posto fisso è monotono) anche io ho deciso di buttare giù due righe. Come al solito, però, quando faccio qualcosa del genere, la mia opinione è un po’ controcorrente.

Comincio col dire che Monti ha perfettamente ragione. Il posto fisso è qualcosa di realmente obsoleto nel nostro mondo di internet e dalla tecnologia in continua evoluzione. I tempi cambiano e ormai le rivoluzioni si susseguono in periodi molto più brevi di una vita umana. E’ davvero molto difficile fare sempre lo stesso lavoro per 40 e più anni di seguito. Anche in Italia ci dovremo adeguare a questo nuovo modo di vivere la società.

La cosa che fa storcere il naso ai più è che in Italia trovare uno straccio di lavoro è davvero difficile, se non impossibile. Solo quelli che hanno “amicizie” lo trovano subito e senza sforzo, gli altri restano a secco per anni e anni.

Se in Italia non ci si rende conto che il lavoro non può essere considerato più un “favore” ma è un “diritto”, la civiltà continuerà ad evolversi senza di noi… quindi non resteremo solo indietro, ma potremmo non restare affatto in piedi.

Un’altra critica che è stata mossa a Monti dopo questa affermazione suona così: “ma se non c’è il posto fisso, le banche non ci concedono il mutuo”. Anche le banche quindi dovranno “calare le corna” e concedere mutui e prestiti a chi non ha il posto fisso, altrimenti non ha senso che il mondo del lavoro si evolva in un certo modo.

Stavolta non siamo noi che dobbiamo svegliarci per assecondare il progresso (io lo farei volentieri), ma sono tutte quelle strutture di contorno che hanno il controllo del lavoro.

Speriamo che si sveglino presto, altrimenti per l’Italia sarà davvero un lungo sonno… In ogni caso Monti ha perfettamente ragione, spero che lo abbia capito anche lui!


Imparare Photoshop (video guida)

Come si può imparare a usare Photoshop? Photoshop, come molti di voi già sapranno, è un potente software di fotoritocco. E’ un software di livello professionale, ma le sue funzioni di base sono facili da usare anche per chi non è un esperto. Quindi imparare ad usarlo non è difficile per nessuno, purché non si pretenda di saper fare cose mirabolanti.

Ovviamente, prima di mettere mano a Photoshop sarebbe il caso di avere almeno letto una guida. Su internet si possono trovare moltissime guide, più o meno semplici. Si possono acquistare anche diversi libri sull’argomento oppure partecipare ad un corso. Io credo che, in ogni caso, la migliore guida è l’esperienza diretta. Si provano, ad una ad una, tutte le funzioni possibili e si vede se si raggiunge il risultato desiderato. In questo modo non si diventa dei veri esperti di Photoshop, ma almeno si possono fare molte cose interessanti, sufficienti per i “tipici” usi di Photoshop.

Un punto di partenza ci deve sempre essere, ma partire bene è importante, perché se si ha una impostazione di lavoro errata, si finisce sempre con il lavorare male e si riescono a fare sempre e solo le solite cose.

Per i meno esperti Photoshop offre anche numerose funzioni automatiche che permettono di portare a termine altrettanti semplici compiti. Un esempio tipico è quando si scannerizza una foto antica, ingiallita e si cerca di “restaurarla”. Photoshop è il software perfetto per fare una cosa del genere. Un altro problema classico che si verifica utilizzando le fotocamere digitali durante riprese dentro casa è quello degli “occhi rossi”. Fotografie, altrimenti riuscitissime, vengono rovinate dal fatto che tutti i soggetti umani nella foto sembrano dei vampiri! Photoshop permette con facilità di correggere il problema con un unico passaggio.

La funzione secondo me più utile che offre Photoshop e la funzione dei “livelli”. Ogni immagine con Photoshop può essere organizzata come se fosse costituita da una sorta di “lucidi” sovrapposti e indipendenti. Possiamo scambiare l’ordine dei livelli e la loro opacità. Se vogliamo fare un lavoro “pulito” possiamo creare un livello per ogni “disegnino” o modifica che facciamo. Poiché i livelli sono indipendenti, se facciamo un errore, la abbiamo fatto solo in quel livello e il resto dell’immagine non viene “rovinata”. Alla fine del lavoro, eventualmente, i livelli si possono unire tra loro. Fare buon uso dei livelli è già un buon inizio per capire la logica di uso di Photoshop.

Nel seguente filmato possiamo vedere come utilizzare le funzioni di Photoshop che ho elencato prima e cioè:

1) contrasto, luminosità e colore automatici (per migliorare foto vecchie e ingiallite);

2) correzione occhi rossi;

3) uso elementare dei livelli.

E’ una breve guida (il video dura solo 16 minuti) molto chiara e vi invito a seguirla con attenzione perché può essere un ottimo punto di partenza per imparare ad usare Photoshop. Buona visione a tutti.


lunedì 30 gennaio 2012

Teorema di Lagrange o del valore medio

Se f(x) è una funzione continua nell’intervallo chiuso [a, b] e derivabile in (a, b), allora esiste almeno un punto c interno ad [a, b] tale che risulti:

Dimostrazione.

A tale scopo, scriviamo la funzione ausiliaria:

g(x) = f(x) + kx

dove k è una costante che determineremo in modo che la funzione g(x) verifichi la terza condizione del teorema di Rolle, cioè:

g(a) = g(b)

ossia:

f(a) + ka = f(b) + kb

da cui:

                (1) 

Ora la g(x), ove si tengano presenti le ipotesi fatte sulla f(x), è continua nell’intervallo chiuso [a, b] e derivabile in (a, b), perché somma di funzioni continue in [a, b] e derivabili in (a, b).

Possiamo perciò applicare alla funzione g(x), nell’intervallo [a, b], il teorema di Rolle. Esiste quindi un punto c interno ad [a, b] per il quale è:

g’(c) = f’(c) + k = 0

cioè:

f’(c) = -k

da cui, tenendo presente il valore di k dato dalla relazione (1), si ottiene:

 

Geometricamente il teorema di Lagrange si interpreta dicendo:

Se un arco di curva continua è dotato di tangente in ogni suo punto, esclusi al più gli estremi, esiste almeno un punto interno all’arco nel quale la tangente è parallela alla corda che congiunge i punti estremi dell’arco.

Nell’immagine sotto possiamo vedere quanto enunciato:

Infatti la tangente nel punto c (in viola) è parallela alla corda ab (in verde) che congiunge gli estremi dell’arco di curva (in rosso).

La dimostrazione del teorema fu data da Lagrange nel 1801, che lo considerava tuttavia un corollario della formula di Taylor. La deduzione del teorema di Rolle sembra sia stata fatta per primo da Bonnet (intorno al 1850).


Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...