venerdì 13 gennaio 2012

Luce misteriosa

In questo spettacolare filmato girato con la tecnica del time lapse il 23 settembre 2011 presso Yellowknife (Canada), possiamo vedere un aeroplano, delle nubi ad alta quota e dei raggi di aurora boreale. Ma ad un certo punto spicca una luce misteriosa ben visibile come un filamento sulla destra del campo inquadrato.

Chi è in grado di identificare questa strana luce che passa? Qualcuno ha qualche idea? E’ bene sapere che la luce appare tra le ore 01:31 e 01:45, quindi è stata visibile nel campo per 14 minuti circa. Significa che non poteva essere un meteorite, né un aereo.

Above heaven from kwon, o chul on Vimeo.

Nella foto sotto possiamo vedere anche un fotogramma tratto dal filmato in cui si vede molto bene la luce misteriosa. Io per il momento non ho sono riuscito a formulare nessuna ipotesi che mi convinca.


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giovedì 12 gennaio 2012

Cos’è il tamarindo?

Il tamarindo è una pianta arborea (Tamarindus indica) appartenente alla famiglia delle Cesalpiniacee, originaria del Madagascar e dell’Africa Orientale; è molto diffusa in tutta l’Africa semiarida, in India e in molti paesi tropicali. Gli arabi la chiamavano Tamara hindi, da “tamar” che significa dattero e “hindi” che vuol dire indiano. Notizie riguardanti questo albero si hanno già nel IX secolo: il medico persiano Alhervi e la Scuola medica salernitana ne esaltavano diffusamente le virtù mediche.

tamarindo

Si tratta di alberi sempreverdi, alti fino a 25 metri, con fusto ramificato, foglie formate da 10-20 coppie di foglioline ovali; i fiori sono giallastri variegati di rosso, raccolti in piccoli grappoli. I frutti sono grossi legumi cilindrici con polpa acidula, profumata, ricca di grassi, proteine, pectine, vitamine e minerali (soprattutto, calcio, fosforo, potassio). E’ impiegato in farmacia come lassativo e nell’industria dolciaria per preparare sciroppi da cui si ottengono bevande dissetanti.

Ecco come appaiono i frutti del tamarindo.


Perché l’influenza viene in inverno?

Perché l’influenza viene in inverno? Quelli invernali sono i mesi in cui in quasi tutte le famiglie italiane c’è qualcuno che accusa i tipici malesseri della stagione. Di solito non è facile stabilire quale sia la vera e propria influenza anche perché i virus in circolazione sono molto numerosi. In ogni caso nel mese di gennaio si raggiunge il picco massimo di epidemia per l’inverno.

La domanda più interessante che ci possiamo porre è: come mai il virus dell’influenza è così efficace proprio durante i mesi più freddi?

La spiegazione tecnica è davvero molto interessante. Finora si era sempre pensato che il freddo causasse un abbassamento delle difese immunitarie e che quindi questo preparasse il terreno per l’infezione dei virus. Questa ipotesi, che a prima vista sembra assolutamente ragionevole, in realtà non è mai stata verificata. L’ipotesi infatti non spiegava perché i massimi epidemici si verificano quando, oltre alle basse temperature, c’è anche alta pressione atmosferica e vento. Queste condizioni rendono l’aria molto secca. Ed è proprio questa particolare condizione atmosferica, caratterizzata da bassa umidità, che permette al virus di permanere nell’aria mantenendosi con notevole vitalità. Inoltre predispone le mucose al suo attacco.

Anche l’altra ipotesi che andava per la maggiore, quindi, risulta incompleta, cioè quella che affermava che in inverno l’influenza si diffonde perché si sta molto più a lungo in luoghi chiusi e ciò favorisce il contagio. Questa semmai potrebbe essere un veicolo che potenzia la diffusione del virus, ma non la vera causa.

La scoperta non è recente, infatti risale al 2008 ed è stata fatta da alcuni ricercatori dalla Mount Sinai School of Medicine di New York. In ogni caso è una scoperta davvero interessante. Personalmente sono rimasto molto sorpreso dal fatto che una malattia così diffusa in tutto il mondo come l’influenza abbia avuto una spiegazione in tempi così recenti.

Nel seguente servizio televisivo tutti i dettagli sul perché l’influenza viene in inverno. Buona visione e buon ascolto.


mercoledì 11 gennaio 2012

Folle tango, ma folle davvero!

Il titolo di questo cortometraggio di animazione è Tango. Si tratta del lavoro che diede fama e notorietà al regista polacco Zbigniew Rybczyński (che per fortuna si fa chiamare Zbig, data l’impronunciabilità manifesta del suo nome!). Prima di tutto guardatelo e cercate di contare i personaggi che vi appaiono.

Li avete contati? Non è affatto facile! A parte la curiosità del numero di personaggi presenti, la particolarità di questo cortometraggio di animazione è che ciascun personaggio compie un’azione senza interferire mai con gli altri. Questo presuppone una notevole abilità di regia. Zbig filmò ogni personaggio in maniera indipendente e poi sovrappose le varie pellicole con un ritaglio eseguito fotogramma per fotogramma! Un lavoro certosino e delicatissimo durato quasi un anno, solo per ottenere 8 minuti di filmato. Questo perché nel 1980 non si utilizzava certo la computer grafica. Nonostante tutto il risultato è davvero fenomenale.

Questo è un tango folle, ma folle davvero, in cui i personaggi entrano in scena sempre perfettamente sincronizzati con il ritmo musicale. Poi riappaiono eseguendo svariate volte la stessa azione. Man mano entrano altri personaggi che si aggiungono a quelli precedenti, ma sincronizzati in modo tale da non avere “collisioni” con gli altri. Direi che c’è un rapporto particolare tra lo spazio e il tempo che ha qualcosa di musicale (da cui il titolo di tango, che è anche una danza). In fondo è come una sinfonia di strumenti musicali che suonano insieme, ma senza mai “collidere” gli uni con gli altri.

C’è anche una storia di fondo. Si noti come la narrazione cominci con un bambino che gioca a pallone e finisca con una donna anziana che si porta via il pallone, qui inteso, probabilmente come un simbolo dell’infanzia.

Credo che sia uno dei cortometraggi di animazione più affascinanti che abbia mai visto.


martedì 10 gennaio 2012

Musica in strada

Molti dicono che il vero musicista è quello che suona per strada. Questo pianista l’ho incontrato a Noto (provincia di Siracusa) il 30 dicembre 2011. Devo dire che la musica in strada ha davvero un fascino ineguagliabile. Ascoltare per credere Sorriso.

Il filmato dura poco, ma la magia è assicurata.


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lunedì 9 gennaio 2012

Il primo occhio bionico in Europa

Il primo occhio bionico in Europa è stato “installato” (lo so, non è il termine giusto, ma mi piace moltissimo) all’ospedale di Pisa ad un uomo che è cieco da 40 anni. Dopo una lunga riabilitazione dovrebbe essere in grado di vedere in bianco e nero. Si tratta di Riccardo Santini, attualmente il presidente dell’Unione Italiana Ciechi di Prato. Si è sottoposto a questo “esperimento” per poter vedere il volto della figlia Elena, che non aveva mai visto…

Il sistema visivo adottato è ancora ben lontano da quelli che si vedono nei film di fantascienza, ma è già un ottimo inizio. Il sistema è basato su una telecamera installata all’interno degli occhiali. Il segnale visivo è trasformato in impulsi elettrici che vengono immessi nell’occhio dove c’è un microchip (!) che permette il collegamento tra il segnale digitale esterno e il cervello. Sembra una cosa inaudita (per adesso), ma nel futuro credo che questi sistemi diventeranno molto più miniaturizzati e poco costosi e permetteranno anche una visione di maggiore qualità e a colori. In fondo la fantascienza è stata fonte di ispirazione per realizzazioni del genere. Poi quando gli occhi bionici diventeranno anche più perfetti di quelli umani, ne riparleremo in altri termini! Ma non è il caso di avere paura che un giorno saremo pieni di parti del corpo bioniche, perché in fondo non sarebbe una cosa così inquietante come si crede.

Probabilmente non è lontano il tempo in cui molte persone che hanno perso la vista la potranno riguadagnare in poco tempo con un occhio bionico (e magari anche due…). Sono contento che queste tecnologie siano sempre portate avanti e che anche in Italia si faccia ricerca in questo campo. Ridare la vista alle persone che per qualche motivo l’hanno persa è un “dono” davvero straordinario.

Nel filmato potete vedere una breve intervista a Riccardo Santini, il primo uomo in Europa ad avere un occhio bionico. Buona visione (e buon ascolto) a tutti.


domenica 8 gennaio 2012

Latitudine e longitudine

La latitudine è la coordinata geografica che indica la distanza, misurata in gradi, di un punto della superficie terrestre dall’Equatore, la linea immaginaria che divide la Terra in due emisferi e corre esattamente a metà strada tra i due poli (Nord e Sud): per questo motivo la latitudine può essere “nord” o “sud”.

La longitudine è la distanza angolare, misurata in gradi, di un punto della superficie terrestre dal meridiano fondamentale di riferimento (meridiano di Greenwich). Insieme alla latitudine permette di stabilire la posizione di qualsiasi punto sulla superficie della Terra. Viene calcolata misurando l’arco di parallelo compreso tra il meridiano di Greenwich (che ha longitudine 0°) e il punto da definire; si misura verso est e verso ovest fino a un massimo di 180°. Per convenzione i valori di longitudine si considerano positivi verso ovest: pertanto le longitudini orientali vanno da 0 a +180°. Le linee immaginarie dei meridiani uniscono verticalmente i punti rappresentati dai due poli dividendo la Terra, come un’arancia, in tanti “spicchi”.


sabato 7 gennaio 2012

Cosa sono i calanchi?

I calanchi sono fenditure profonde del terreno provocate dalla forza di erosione dell’acqua. I calanchi sono tipici delle regioni collinari e dei terreni argillosi, si formano lungo i versanti molto ripidi e brulli, dove il terreno è impermeabile e l’acqua che vi scorre sopra finisce per scavarlo.

Anche il clima è un elemento importante per la formazione di calanchi: deve essere caratterizzato da periodi di caldo intenso e secco, alternati a pioggia, con geli nella stagione fredda. Sono diffusi in Italia, soprattutto nell’Appennino emiliano e in Basilicata; i calanchi, da un punto di vista agricolo, sono terreni improduttivi quasi del tutto privi di vegetazione; si cerca di combatterne l’espansione con rimboschimenti, per creare una copertura vegetale che protegga il suolo contrastando l’azione erosiva dell’acqua piovana.

Nell’immagine sotto possiamo vedere un panorama dei calanchi di Bagnoregio, nel Lazio. Come possiamo vedere nella foto, i calanchi si presentano realmente come terreni completamente brulli, soggetti a frane e con scarsa vegetazione.

Calanchi


La fine del mondo nel 2012 e la “crescita spirituale”

In tv stanno parlando di nuovo a sproposito della fine del mondo del 2012. Alcuni dicono che nel 2012 non sarà una vera “fine del mondo”, ma un’occasione per una rinnovata “crescita spirituale”. In effetti io spero che la fatidica data del 21 dicembre del 2012 porti un grande insegnamento all’umanità e cioè che tutti imparino che le previsioni (catastrofiche e non) di veggenti, maghi, credenti nei Maya, credenti in Nostradamus, ufologi improvvisati, sensitivi, sensitivi imbeccati da alieni, sono COMPLETAMENTE SBAGLIATE!

fine del mondo 2012 vignetta

Se l’umanità capisse questo semplicissimo concetto, allora sì che ci sarebbe una vera crescita della consapevolezza! Nel mondo c’è troppa fede mal riposta e troppa poca conoscenza scientifica, troppa creduloneria e troppo poco scetticismo.

In fondo la profezia della nuova era di consapevolezza del 2012 potrebbe realizzarsi, ma solo se si smette di credere a profezie come questa. Un paradosso intrigante…


venerdì 6 gennaio 2012

Forze conservative e dissipative

Il lavoro che compie la forza di gravità dipende soltanto dal punto da cui parte l’oggetto e dal punto a cui arriva. Non dipende invece dal percorso che ha seguito. Per esempio, quando l’oggetto si sposta da A a B passando per C (come si vede nella figura sotto), la forza di gravità compie un lavoro

WA-C-B = WA-C + WC-B = P*h + 0 = P*h (dove P è la forza peso e h è l’altezza rispetto al livello di riferimento).

Forze conservative

da C a B il lavoro è zero, perché la forza è perpendicolare allo spostamento. Andando direttamente da A a B lungo la diagonale, il lavoro è lo stesso, perché è uguale al prodotto della forza P (peso) per h, che è la proiezione dello spostamento AB sulla direzione della forza, che è quella AC:

WA-D-B = P*h

Quando il lavoro che compie una forza non dipende dal cammino, ma soltanto dal punto di partenza e da quello di arrivo, si dice che la forza è conservativa.

La forza di gravità è quindi una forza conservativa.

Una tipica forza dissipativa, cioè non conservativa è, per esempio, la forza di attrito. Poiché è sempre diretta in senso contrario allo spostamento, essa compie un lavoro resistente (negativo). Il valore di questo lavoro è tanto più grande quanto più lungo è il percorso seguito per andare da un punto ad un altro e, nel caso di attrito in un mezzo viscoso (per esempio nell’aria), dipende anche dalla velocità con cui l’oggetto si muove.

In generale il lavoro di una forza dissipativa non dipende soltanto dal punto di partenza e dal punto di arrivo, ma cambia a seconda del tragitto lungo il quale il corpo si muove e della velocità con la quale tale tragitto è percorso.

Forze dissipative

Un altro esempio di forza conservativa è quella prodotta dal campo elettrico. Invece un campo magnetico statico genera una forza non conservativa (ma non è necessariamente dissipativa).

Colgo l’occasione per far notare che il fatto che il campo magnetico genera una forza non conservativa decreta che non è possibile, ad esempio, costruire un motore magnetico.


giovedì 5 gennaio 2012

Frutta secca: fa bene o fa male?

La frutta secca negli ultimi anni è stata al centro di opinioni contrastanti. C’è chi dice che fa bene, ma alcuni la pensano in maniera diametralmente opposta. Come si fa a capire chi ha ragione e perché? In realtà nessun alimento fa davvero male se viene consumato in quantità opportuna. Il pericolo maggiore consiste nel fatto che la frutta secca ha sempre un alto contenuto di grassi, ma, per fortuna, anche un notevole contenuto di proteine, di vitamine e di minerali. Da molti è consigliata delle diete vegetariane e nelle diete di chi fa molto sport.

frutta secca

Alcune ricerche affermano anche che la frutta secca fa bene al cuore perché contribuisce ad un calo del colesterolo. E’ consigliata anche per chi svolge un lavoro intellettuale ma nello stesso tempo stressante. Sembra proprio che la frutta secca debba essere presa in considerazione sia per chi fa sforzi fisici sia per chi fa sforzi intellettuali. Penso che sia ottima anche per chi sta molte ore davanti al computer a lavorare (spesso) in maniera davvero stressante!

E’ naturale che un abuso di frutta secca può essere dannoso perché, ricordiamolo ancora, ha un alto contenuto di calorie e di grassi. Per questo non è certamente consigliata nelle diete dimagranti.

Nel seguente servizio televisivo possiamo ascoltare alcune interessanti informazioni importanti sulla frutta secca.

L’avete trovato interessante? Penso di sì, dato che comunque la frutta secca è davvero buona e io stesso ogni tanto mi concedo il piacere di mangiarla.

Per finire ecco alcune informazioni essenziali sui più diffusi tipi di frutta secca.

Arachidi
Sono i semi commestibili della pianta di arachide e sono oggetto di una notevole attività agricola e industriale. Dalla spremitura dei semi di arachide si ricava l'omonimo olio, qualitativamente adatto all'alimentazione umana. In America le arachidi vengono consumate soprattutto nella forma di una preparazione burrosa chiamata peanuts butter (il famoso burro di arachidi). Questo alimento è poco diffuso in Europa dove si consumano prevalentemente semi di arachide tostati.

Mandorle
Sono uno dei componenti base dell’alimentazione mediterranea: il seme del mandorlo è infatti consumato come frutta secca oppure impiegato nella preparazione della pasta di mandorle o marzapane (“pasta reale” in siciliano), con la quale si ottiene anche una bevanda fresca (latte di mandorla). Sempre con i semi si preparano i confetti, che è tradizione offrire per festeggiare battesimi, lauree, matrimoni.

Pistacchi
I pistacchi vengono coltivati per i loro semi commestibili: possono essere consumati al naturale, dopo essere stati salati e tostati; oppure impiegati in pasticceria, per la fabbricazione di gelati e dolciumi, e per estrarne un olio particolarmente grasso. In Italia il pistacchio è coltivato in Sicilia nelle provincie di Catania, Caltanissetta e Agrigento, a un’altitudine compresa fra i 300 e gli 800 metri, in pistacchieti naturali o artificiali.

Pinoli
I pinoli, o pinocchi, sono i semi commestibili di alcune specie di pino, in modo particolare di quello comune (Pinus pinea); si annidano tra le scaglie legnose dei loro frutti, detti pigne, trovando protezione nel guscio che li avvolge. Le mandorle di questi semi rappresentano i pinoli veri e propri, che si acquistano al supermercato nei pratici sacchettini.

Nocciole
E’ il frutto dell’albero di nocciolo contenente un solo seme. I semi, detti anch’essi nocciole, sono ricchi di olio e sono commestibili. Oltre che come frutta secca, le nocciole vengono largamente utilizzate nell’industria dolciaria, per cui la pianta è coltivata su vasta scala in vari paesi, tra i quali sia annoverano la Turchia, l’Italia e la Spagna. In realtà la Turchia è il primo produttore di nocciole al mondo.

Noci
Sono i semi commestibili dell’albero di noce. Le noci sono un importante supporto alimentare. Oltre che consumata fresca o secca, la noce è utilizzata per ricavarne liquori (nocillo o nocino), e fa parte di alcune preparazioni culinarie: tipica la salsa di noce preparata in Liguria e utilizzata per condire ravioli e trenette.


Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...