martedì 11 gennaio 2011

Abaco

 

L’abaco è uno strumento che permette di eseguire calcoli numerici elementari. L’abaco (o abbaco) può essere orizzontale a tavoletta con scanalature parallele o verticale con asticelle parallele.

abaco

Si utilizzano piccoli oggetti come sassolini, palline, anelli che assumono un particolare valore numerico a seconda della fila e della posizione in cui sono collocati.

Era già conosciuto e usato dalle antiche popolazioni mesopotamiche, dagli Egizi, Greci e Romani. L’abaco (ancora in uso in Estremo Oriente) è giunto fino a noi e a scuola è utilizzato per i primi calcoli e per spiegare la differenza fra unità, decine e centinaia.

Il pallottoliere (immagine sotto) è un’evoluzione dell’abaco nato in epoca romana. Era una sorta di “calcolatrice tascabile” dell’antichità.

pallottoliere


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lunedì 10 gennaio 2011

La molecola

 

Una molecola è una particella che rappresenta la più piccola parte di una sostanza chimica capace di conservare le proprietà chimico-fisiche della sostanza stessa. Una molecola può essere formata da un solo atomo, da due o più atomi di uno stesso elemento chimico (come le molecole di ossigeno, O2, formate da due atomi) oppure, ed è il caso più frequente, da due o più atomi di elementi diversi: in quest’ultimo caso si parla di composti chimici (come per esempio l’acqua, formata da due atomi di idrogeno e da uno di ossigeno: in formula H2O).

Le molecole di grandi dimensioni come quelle di molte sostanze organiche sono dette macromolecole. Il peso molecolare è dato dalla somma dei pesi atomici degli atomi che compongono la molecola.

Gli atomi sono uniti nelle molecole per mezzo di un legame chimico.

In questo documentario (in due parti) possiamo vedere alcune osservazioni ed esperimenti per dimostrare la struttura molecolare della materia.

Buona visione.

Le molecole (prima parte)

 

Le molecole (seconda parte)


Esplode fabbrica di botti a Santa Venerina (CT)

 

Si tratta di una tragedia che si aggiunge alle ormai consuete stragi dei botti di capodanno. Stamattina 10 gennaio 2011, presso Santa Venerina (CT) è esplosa una fabbrica di botti e ciò ha causato due morti e un ferito. Si tratta del romeno Petru Merla, di 39 anni e di Giuseppe Adornetto, di 75 anni, di Mascali. Il ferito è Gaetano Spina, di 45 anni, figlio del proprietario dell’azienda. Il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo ha espresso il cordoglio per le vittime dell'esplosione.

Un evento simile era già successo 13 anni fa, nel 1998, sempre a Santa Venerina. Infatti il 13 maggio del 1998 l’esplosione uccise il proprietario della fabbrica, Maurizio Viola, di 36 anni, sposato e con un figlio di 10 anni, che era subentrato al padre nella gestione dell' azienda; e due suoi dipendenti: Salvatore Costantino, di 65 anni, che due mesi dopo sarebbe andato in pensione, e Gaetano Fichera, di 25.

Inutile dire che queste fabbriche di botti sono un continuo pericolo per tutti coloro che ci lavorano e per coloro che abitano vicino.


domenica 9 gennaio 2011

Il fullerene C60

 

In questo breve filmato possiamo vedere una simulazione 3D della struttura della molecola di fullerene C60. Il fullerene è formato quindi da 60 atomi di carbonio (la sua simmetria è sferica ed ha la stessa struttura di un pallone da calcio, formato dall’unione di superfici esagonali e pentagonali) ed ha delle caratteristiche chimico-fisiche davvero interessanti.

Buona visione del filmato.

Fullerene C60


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Bubble car EN-V: l’auto del futuro è stata presentata a Las Vegas

 

E’ da decenni che ci presentano “l’auto del futuro”, ma è da altrettanti decenni che queste auto non riescono a convincere nessuno. La storia si ripete con questa “automobilina” che fa il suo debutto al Ces 2011, la fiera tecnologica in Nevada. Si chiama EN-V (acronimo di Electric Networked-Vehicle) ed è un mini veicolo elettrico a due posti progettato dalla General Motors. Ha solo 2 ruote, un'autonomia di 65 km e sfrutta la tecnologia dei segway per mantenersi in equilibrio. Il punto forte? E' facile da parcheggiare. Ideale per le città.

In definitiva si tratta di una bubble car, un veicolo che in realtà potrebbe essere più utile in un campo da golf che nelle strade cittadine. Personalmente non mi convince molto, sarà perché ancora la “grande idea” che rivoluzionerà il mondo degli autotrasporti non è venuta a nessuno? Prima o poi verrà Occhiolino ne sono sicuro.

Buona visione del filmato.

EN-V l’auto del futuro


sabato 8 gennaio 2011

Installazione pannelli solari su tetti inclinati con sistema TRI-STAND

 

L’installazione di pannelli solari su tetti inclinati spesso richiede delle strutture abbastanza pesanti e non sempre facili da montare. In questo filmato invece possiamo vedere un sistema di installazione di supporti per pannelli solari fotovoltaici semplice e che richiede poco tempo per essere montato. Si tratta del sistema TRI-STAND dell’azienza TRITEC. Per maggiori informazioni collegatevi a questo link: http://www.tritec-energy.com/it/sistemi-di-montaggio/c-141-sistema-di-montaggio-tri-stand/

Buona visione del filmato.

Installazione pannelli solari su tetti inclinati


Come studiare bene, alcuni consigli utili

 

Per ottenere soddisfacenti risultati di apprendimento in un tempo prestabilito, occorre impadronirsi di una serie di tecniche di lavoro utili per favorire la memorizzazione, la sintesi e la rielaborazione personale dei contenuti. Lo studente che avrà imparato a trarre il meglio dagli strumenti a sua disposizione riuscirà a ottimizzare il proprio tempo e, in definitiva, a trascorrere meno ore sui libri. Questo però è l'approdo finale di un esercizio costante, giornaliero, di applicazione metodica, che all'inizio potrà sembrare forse noioso, ma che non tarderà a dare i suoi frutti.


Prendere appunti

prendere appunti

Una prima operazione, che si raccomanda a tutti gli studenti di non trascurare, è quella di prendere appunti durante le lezioni. Sarebbe opportuno portare in classe un unico quaderno ad anelli con fogli staccabili, in cui raccogliere gli appunti di tutte le materie; a casa poi lo studente si preoccuperà di curare l'elaborazione dei vari quaderni disciplinari. Prendere appunti, infatti, è un esercizio che inizia a scuola, ma che poi continua a casa, perché le note scritte velocemente in classe hanno sempre bisogno di essere riordinate e, talvolta, integrate.

Il quaderno degli appunti è un po' come il diario personale, ed è giusto che la sua organizzazione sia lasciata alla libertà degli studenti: c'è chi si inventa una specie di stenografia fatta di abbreviazioni per scrivere più rapidamente (cmq al posto di "comunque" , x' invece di "perché", a. per "anno", sec. per "secondo" e così via), chi usa pennarelli di colori diversi, chi evidenzia in colore i passi importanti, chi inserisce immagini, grafici e tabelle.

Indipendentemente dalle strategie utilizzate, è importante ricordare che prendere appunti non è un'operazione passiva, ma un vero e proprio esercizio che mette alla prova le abilità dello studente, in modo particolare la capacità di ascoltare in modo attivo e di operare, già durante le lezioni in classe, una selezione e una sintesi dei contenuti. Infatti non è necessario scrivere da forsennati come sotto dettatura, per timore di perdere anche solo una parola di quello che dice l'insegnante; è assai più utile esercitarsi a riassumere il contenuto delle spiegazioni, annotando solo le informazioni essenziali. Naturalmente si può chiedere la collaborazione del professore, che sarà ben felice di venire incontro alle esigenze dei suoi volenterosi allievi rallentando il ritmo dell'esposizione o dando espressa indicazione delle informazioni salienti e di quelle accessorie.

In conclusione, prendere appunti in classe, per annotare i passaggi principali della spiegazione degli insegnanti, è un'ottima abitudine, che aiuta non soltanto a non perdere la concentrazione, ma anche a esercitare le proprie capacità di sintesi e di rielaborazione dei contenuti.


Organizzatori anticipati, riassunti e mappe concettuali

mappa concettuale

Spesso, nei libri di testo, all'inizio di ogni unità di apprendimento si trova una breve introduzione che anticipa allo studente i contenuti che incontrerà. Nel linguaggio della pedagogia, questo tipo di espediente si chiama organizzatore anticipato e serve a fare entrare lo studente nell'ambiente concettuale dell'unità, e a sollecitare la sua curiosità e le sue aspettative.

Anche nel quaderno degli appunti personali potrebbero essere inseriti degli organizzatori anticipati, come breve introduzione (bastano poche righe) ad ogni lezione. Naturalmente non dovranno essere scritti in classe, ma a casa, alla fine dell'attività di rielaborazione degli appunti. Quando gli allievi ripasseranno i contenuti sul loro quaderno, gli organizzatori serviranno a rammentare sinteticamente l'argomento di quella lezione.

Il riassunto è un esercizio un po' trascurato in classe, ma utilissimo per imparare a scrivere, esercitando le capacità di comprensione e di sintesi. Provate ogni tanto (una volta al mese può bastare) a fare un riassunto di un'unità di apprendimento del libro di testo, stabilendone in anticipo la lunghezza: le vostre abilità di scrittura miglioreranno sensibilmente.

La maggior parte dei libri di testo contiene, in fondo a ogni unità, una mappa concettuale, che riassume in modo schematico i contenuti presentati, con l'aiuto di elaborazioni grafiche che visualizzano l'articolazione delle informazioni. Si tratta di sussidi utili, ma ogni studente dovrebbe elaborare le proprie mappe concettuali, questo perché ognuno ha il proprio stile cognitivo e di apprendimento.


Personalizzare il libro di testo

sottolineare il libro

Che noia quei libri di testo nuovi fiammanti, appena usciti dalla cartoleria, con le pagine belle pulite! Perché non renderli "nostri" personalizzandoli con note a margine (come facevano i monaci medievali nei preziosi codici), con sottolineature di colore diverso, con le spiegazioni dei termini difficili?

I libri di testo sono strumenti di lavoro che devono recare le tracce dell'impegno degli studenti, anche perché sono proprio quelle "tracce" a rendere più veloci ed efficaci non solo la memorizzazione, ma anche il ripasso.


venerdì 7 gennaio 2011

Scoperte per caso: la scienza fortunata

 

Molte importanti scoperte scientifiche sono avvenute per caso. Infatti determinati eventi fortuiti (verificatisi cioè al di fuori di ogni intenzionalità) sono stati all'origine di scoperte che hanno contribuito al progresso umano.

dea bendata

Citiamo alcuni esempi.

Hertz notò un giorno che l'apparecchio intorno a cui stava lavorando provocava scintille su un altro che si trovava nello stesso locale, e questa circostanza gli permise di scoprire le onde elettromagnetiche.

Röentgen una volta si dimenticò di togliere uno speciale schermo fluorescente dal tavolo su cui stava lavorando a una lampada a raggi catodici; questa dimenticanza portò alla scoperta dei raggi X.

In fotografia, la proprietà dei sali d'argento di sensibilizzare la carta alla luce fu scoperta da Daguerre e dal suo socio quando si accorsero che un cucchiaio d'argento aveva lasciato la sua immagine sulla superficie metallica iodizzata sulla quale era stato posato. Daguerre non sarebbe mai arrivato alla scoperta del pigmento sensibile alla luce se, per farla, avesse dovuto esaminare una per una tutte le innumerevoli sostanze chimiche conosciute.

Ma la vicenda di Alexander Fleming è davvero straordinaria.

Da giovane, Alexander Fleming non poté seguire gli studi di medicina per mancanza di mezzi. A Londra, mentre era occupato in un'altra attività, gli capitò di partecipare a una partita di water-polo contro la squadra del St. Mary's Hospital. Poi gli morì un parente che, inaspettatamente, gli lasciò un legato: quanto bastava per permettergli di frequentare una scuola di medicina; e Fleming scelse il St. Mary's Hospital, proprio per il breve contatto che aveva avuto in precedenza con la sua squadra di water-polo. Si dette il caso che al St. Mary's Hospital lavorasse il grande batteriologo sir Almroth Wright, che stava studiando le reazioni dell'organismo umano alle infezioni dei batteri e stava elaborando e sperimentando la teoria sulle vaccinazioni. Presto Fleming se ne interessò e si trovò a lavorare nell'ambiente ideale e con il maestro ideale per questo genere di studi. .Durante la prima guerra mondiale, poi, Fleming dovette dedicarsi alla cura dei soldati feriti in combattimento e si rese conto sempre di più della scarsa efficacia dei disinfettanti in uso, nocivi ai tessuti della ferita non meno che ai batteri. Molti anni dopo, coltivando una goccia di muco nasale, notò che questo sembrava arrestare gradualmente la proliferazione batterica. A seguito di questa osservazione, scopri il lisozima, un antibiotico naturale nocivo ai batteri ma innocuo all'uomo. Purtroppo la sua efficacia era molto scarsa.
Fu con questa esperienza all'attivo che Fleming un giorno si accorse che un vetrino di coltura era stato contaminato da una muffa posatasi dall'aria. Capitano tutti i giorni inconvenienti del genere, ma Fleming, invece di buttar via il vetrino, lo esaminò e si accorse che la proliferazione batterica si era arrestata tutt'intorno alla muffa. La straordinarietà dell'evento stava nel fatto che, sebbene il penicillium notatum fosse solo una delle molte centinaia di muffe che potevano posarsi sul vetrino, era tuttavia l'unica ad esercitare quel tipo di azione. Difatti, tutti i tentativi compiuti sfruttando le enormi possibilità della scienza moderna e indirizzati specificamente alla ricerca di altre muffe, non sono riusciti a trovare nulla di altrettanto efficace di questa muffa, messa a disposizione dal caso.
La concatenazione delle circostanze non si era ancora esaurita. Fleming aveva studiato il comportamento della penicillina nelle infezioni del corpo umano ma non aveva sufficienti nozioni chimiche per renderla abbastanza stabile da poterla usare come farmaco. Dovettero passare ancora molti anni prima che, a Oxford, Chaim e altri prendessero l'iniziativa, tutta personale, di studiare l'aspetto chimico del problema. Da questo momento le cose procedettero rapidamente e le necessità impellenti della seconda guerra mondiale trasformarono la penicillina in un antibiotico pratico e di portentosa efficacia.
La partita di water-polo che aveva determinato, da parte di Fleming, la scelta del St. Mary's Hospital, e lo aveva messo indirettamente in contatto con sir Almroth Wright, l'inaspettata eredità, l'esperienza acquisita in guerra, la scoperta del lisozima, il vetrino contaminato per caso dalla più potente delle muffe, la decisione di stabilizzare chimicamente la penicillina, ecco una catena di eventi che non fu il risultato di una scelta logica.


Mancanza di ispirazione? Niente paura, perché…

 

… in tal caso si scrive un post di cazzeggio come questo :-).

Tutti quelli che scrivono hanno sempre dei momenti in cui manca l’ispirazione, ma per un blogger non c’è pericolo: basta scrivere un post in cui si parla del fatto che manca l’ispirazione. La fortuna del blogger è che esiste l’autoreferenzialità. Uno scrittore non ha la stessa buona sorte. Ovviamente potrebbe scrivere un romanzo in cui narra la vicenda di uno scrittore che ha perso l’ispirazione, ma non suonerebbe molto originale e poi non saprebbe come scrivere il finale ;-)

E siccome anche io in questo post non so come scrivere la conclusione, non la scrivo! :-)


mercoledì 5 gennaio 2011

Una bambina di 10 anni scopre una supernova!

 

Si chiama Kathryn Aurora Gray e, con  i suoi 10 anni, è la persona più giovane del mondo ad avere scoperto una supernova. Una supernova è una stella che è esplosa alla fine del suo ciclo vitale e a causa dell’esplosione diventa così luminosa da diventare visibile a distanze galattiche. E’ una condizione transitoria che dura poche settimane, perché dopo l’esplosione la stella diminuisce rapidamente la sua luminosità.

bambina di 10 anni scopre una supernova

Kathryn ha fatto la sua scoperta durante un fine settimana sotto la supervisione di suo padre Paul Gray e con l'aiuto di un amico di famiglia, David Lane, entrambi da molti anni appassionati di astronomia e che sono stati co-accreditati per quanto riguarda la scoperta.

La supernova, di magnitudine 17, è stata osservata nella galassia UGC 3.378 (distante circa 240 milioni di anni luce) visibile nella costellazione della Giraffa.

Sono contento che persone così giovani siano coinvolte in passioni così belle, creative, stimolanti come l’astronomia. Complimenti a Kathryn e che questa sia solo la prima di una lunga serie di scoperte :-)


martedì 4 gennaio 2011

La comunicazione non verbale: i vari tipi di segnali.

 

Nell'interazione comunicativa quotidiana, la comunicazione non verbale completa, accompagna e specifica ulteriormente quella verbale. In questo senso è considerata efficace per trasmettere l'aspetto di relazione: un'apostrofe come «Disgraziato che non sei altro!», proferita con un sorriso, con un tono scherzoso e magari con una pacca sulla schiena, rassicura chi la riceve sulle intenzioni amichevoli di chi la pronuncia.

espressioni del viso

Diverse ricerche hanno mostrato il peso degli elementi non verbali nella ricezione di un messaggio: secondo recenti studi, nell'interpretazione di un messaggio le parole da sole hanno un peso inferiore al 10% e sono molto più importanti altri elementi, quali il tono della voce, i gesti e le espressioni con cui vengono accompagnate.

Sono state tentate diverse classificazioni dei segnali usati nella comunicazione non verbale; sommariamente, possiamo riconoscerne 8 gruppi principali:

segnali prosodici: si trasmettono con la voce e comprendono tutti quegli elementi che creano una sorta di melodia e musicalità del parlato, come la forza vocale, il ritmo, l'intonazione, la velocità di eloquio, l'enfasi (cioè la sottolineatura di una parola o di parte di essa);

segnali paralinguistici: sono componenti vocali della comunicazione verbale non dotati di musicalità, come le pause, le esitazioni, i borbottii, i colpi di tosse, i sospiri;

aspetto esteriore: è il complesso dei segnali che si legano alla nostra immagine, come l'abbigliamento, il trucco, gli ornamenti, le decorazioni del corpo (tatuaggi, piercing), le acconciature;

segnali prossemici: coincidono con l'uso (consapevole o meno) dello spazio nella comunicazione. Si pensi alla distanza interpersonale, all'orientazione dei corpi, alla disposizione e ai movimenti degli interlocutori nell'ambiente.;

segnali posturali: comprendono tutte le posizioni assunte dal corpo durante la comunicazione, ad esempio rigida, tesa, rilassata, con il busto proteso in avanti, con le braccia conserte, frontale, di tre quarti;

espressioni del viso: comprendono tutti i tratti della mimica facciale utilizzabili a fini comunicativi, dal riso al sorriso, alle smorfie di disgusto, al broncio, all'alzata di sopracciglia;

segnali gestuali: si ottengono con movimenti delle mani e del capo. Una qualche forma di gestualità accompagna sempre la comunicazione, ma con intensità e frequenza che tendenzialmente sono legate all'educazione ricevuta e alla cultura di appartenenza: ci sono infatti popolazioni che incoraggiano la comunicazione a gesti, mentre altre la reprimono, considerandola disdicevole;

contatti: sono tutti quei segnali che si avvalgono del canale motorio-tattile come la stretta di mano, l'abbraccio, il bacio di saluto, il braccio intorno alla vita, il gesto di "dare il 5" (diffuso tra gli sportivi) o il, grooming (cioè la pulizia reciproca di pelle e capelli, che da noi non usa, ma che alcune popolazioni praticano per rilassarsi e rinsaldare i rapporti sociali).


Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...