lunedì 15 novembre 2010

Vista dall’alto

 

Nessun posto è bello come casa nostra. Sbirciando dalle finestre della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), l’astronauta Tracy Caldwell Dyson, ammira il pianeta in cui tutti noi siamo nati e in cui lei presto tornerà.

Ad un’altezza di 350 chilometri la ISS si trova ad una distanza sufficiente per poter apprezzare la curvatura dell’orizzonte. E’ possibile distinguere il biancore delle nubi e l’azzurro delle distese del mare. La ISS compie un’orbita completa attorno alla Terra in tempo di circa 90 minuti.

E’ interessante sapere che la Stazione Spaziale Internazionale è anche visibile molto bene da terra come una stella luminosa che si muove nel cielo (anche dall’Italia). Basta conoscere gli orari del suo passaggio che potete trovare qui. Con un telescopio invece è possibile osservarne anche la forma (leggete questo topic su Forumastronautico.it).

Una piccola curiosità: il dott. Dyson (nella foto) canta nella band musicale (formata da astronauti) Max Q (potete vederne una performance qui).

domenica 14 novembre 2010

Il Radon in casa

 

Oltre agli "inquinanti artificiali", direttamente connessi con le attività dell'uomo, occorre prestare una certa attenzione anche agli "inquinanti naturali" di natura chimica, fisica e biologica.

Mi sto riferendo al cosiddetto problema radon, ossia di quell'elemento radioattivo che, unitamente ai suoi discendenti, risulta responsabile di buona parte della radiazione naturale esterna ionizzante.

Il radon è un gas nobile, talvolta chiamato ancora con la vecchia denominazione emanazione, che, per la sua grande volatilità e per la sua inerzia chimica, una volta formatosi relativamente libero nelle rocce più profonde, si diffonde attraverso le fessure e le falde acquifere fino a disperdersi in aperta atmosfera.

In questa immagine possiamo vedere da quanti punti diversi le emissioni di Radon possono entrare in una abitazione. I punti deboli di solito sono i raccordi delle tubature, le crepe dei muri, le falde acquifere, i bacini di pompaggio e persino le finestre.

L'isotopo più significativo per la dose dell'uomo è il Rn222, caratterizzato da un periodo di dimezzamento pari a 3,82 giorni e derivato dalla catena di decadimento dell'uranio 238. La sua presenza in natura dipende principalmente dalla concentrazione del radio 226 da cui deriva direttamente per decadimento alfa. La lunga vita media dei suoi più importanti e famosi antenati (uranio e radio), dispersi in piccole tracce un po' ovunque nella crosta terrestre, garantisce la costante presenza del radon 222 e dei suoi discendenti negli ambienti naturali, in genere con concentrazioni volumetriche trascurabili nei riguardi della salute umana.

Esiste però qualche rischio, specie quando in alcune zone della Terra le strutture murarie delle abitazioni sono realizzate con qualche prodotto o sottoprodotto permeato da un certo tenore di materiale uranifero. Trascorrere, infatti, gran parte della propria esistenza in questi ambienti, sempre più sigillati per la crisi energetica, può, talvolta, provocare qualche danno biologico.

Nei locali poco arieggiati, oltre al radon, tendono inoltre ad accumularsi gran parte degli inquinanti tipici ambientali (polvere, detergenti, vernici, conservanti, ecc.). Se poi, talvolta, si aggiunge anche il fumo di sigarette, sicuro agente cancerogeno del radon in quanto contribuisce a veicolare le molecole radioattive nei delicati epiteli dell'apparato respiratorio, il rischio diventa più consistente.

A causa dell'elevata densità di ionizzazione prodotta dalle radiazioni alfa emesse dal radon e dai suoi discendenti, questi corpuscoli radioattivi, pur essendo scarsamente penetranti, sono caratterizzati a parità di dose assorbita dal più alto e marcato danno.

Le prime indagini mirate a valutare il tasso di radon disperso nelle abitazioni sono iniziate in epoche relativamente recenti solo dopo alcune comunicazioni riguardanti il preoccupante incremento dei tumori polmonari registrati nei minatori addetti all'estrazione del capostipite del radon, rappresentato, come abbiamo detto, dall'uranio.

Dall'esame delle misure eseguite si è visto come il tenore del radon e dei suoi immediati discendenti dipende da molteplici fattori. La concentrazione degli elementi radioattivi inquinanti, spesso alquanto variabile in termini temporali, è infatti direttamente connessa con il contenuto di uranio nel sottosuolo, con la geologia del territorio, con le caratteristiche intrinseche dei terreni (sciolti, rocciosi, fratturati), con l'idrografia superficiale e profonda dell'area presa in esame, con i parametri metereologici, con il ricambio di aria nelle abitazioni e soprattutto con il contenuto dei composti uraniferi allorché questi sono presenti nei materiali di costruzione.

Anche se una semplice misura di concentrazione di radon presente nelle abitazioni non è sufficiente per una valutazione completa del rischio, a causa del ruolo talvolta predominante di altri concomitanti agenti eziologici, possiamo affermare che dai risultati delle misure finora eseguite in Italia la concentrazione dell'inquinante naturale radon non ha mai superato la soglia per la quale si possono manifestare danni biologici sicuramente evidenziabili. Al riguardo osserviamo che, come riportato dai giornali con esagerato allarmismo, anche se alcune misure eseguite nel luglio del 1988 nell'interno della base americana di Aviano hanno evidenziato in alcuni edifici una concentrazione di radon superiore al livello di guardia, considerato pari a 150 Bq/m3 e corrispondente a circa 4 pCi/l, con molta probabilità, quel radon non era di origine naturale, ma dovuto a qualche assemblaggio di materiale radioattivo depositato nella base.

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La sconfitta della Ferrari non va condannata

 

In queste ore si sta discutendo molto (forse troppo) della sconfitta della Ferrari al mondiale di Formula 1. Si è trattato di un errore strategico e non di incapacità di Alonso. C’è stata un po’ di sfortuna perché oltre all’errore strategico di fare fermare Alonso al 13° giro per il cambio gomme, la Ferrari era piuttosto lenta come velocità massima (a causa delle scelte aerodinamiche fatte), quindi non è stato possibile effettuare sorpassi.

Non c’è però, secondo me, nessuna critica da fare alla Ferrari, visto che la Red Bull in realtà è stata sempre più veloce per tutta la stagione, quindi semmai la Ferrari avrebbe avuto solo il grande merito di averla insidiata pericolosamente fino alla fine.

Non posso fare altro, quindi, che fare i miei complimenti alla Ferrari, ai suoi tecnici, ai meccanici e ai piloti per averci fatto vivere una stagione di Formula 1 del 2010 piena di emozioni Sorriso e tanti complimenti anche a Vettel che è diventato il più giovane campione della storia della Formula 1 Occhiolino. Guardate la sua felicità nella foto…

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Come funziona una sinapsi?

 

In questo video possiamo vedere un’animazione 3D che mostra il funzionamento di una sinapsi. Si può osservare l'impulso elettrico che raggiunge l'estremità di un neurone, la stimolazione delle vescicole contenenti i neurotrasmettitori che si liberano nello spazio intersinaptico, l'aggancio di questi a recettori specializzati sulla superficie del neurone postsinaptico e la trasmissione del segnale al secondo neurone. Tutto questo probabilmente è molto più bello da vedere (anche se si tratta di una semplice animazione) che da leggere in un pesante trattato.

Buona visione.

Come funziona una sinapsi

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venerdì 12 novembre 2010

Una breve storia dei combustibili fossili (video)

 

In questo interessante video (in inglese) possiamo vedere 300 anni di storia dei combustibili fossili in soli 5 minuti. Il cortometraggio è stato realizzato dal Post Carbon Institute e mostra una storia divertente di come i combustibili fossili alimentano ancora la maggior parte della nostra vita.

Il filmato è da vedere, nella speranza e nella prospettiva di poter presto abbandonare i combustibili fossili per forme di approvvigionamento energetico meno inquinanti, come l’energia solare o l’energia eolica, oppure la ancora più promettente fusione nucleare.

Buona visione del filmato.

300 anni di combustibili fossili

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Una turbina eolica fai da te… che va a pezzi!

 

All’inizio questa turbina eolica ad asse verticale fai da te sembra avere superato alla perfezione il suo test, ma…

Costruita in legno, con le pale in pvc (probabilmente), non ha la sufficiente robustezza per sopportare qualche folata di vento un po’ più intensa del solito. Questo filmato mostra e insegna che la costruzione di una turbina eolica fai da te non può essere sempre improvvisata, ma occorre un’attenta progettazione che tenga conto anche gli “imprevisti”.

Buona visione del filmato.

Turbina eolica fai da te ad asse verticale

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giovedì 11 novembre 2010

Sonata per pianoforte “la tempesta” di Beethoven

 

Se gli alieni venissero a visitare la Terra e per prima cosa dovessero sentire questa musica potrebbero credere che noi terrestri abbiamo le palle quadrate! Sarebbe meglio non fargliela sentire, così almeno non li inganniamo Occhiolino. Per fortuna ormai la maggior parte delle informazioni si trova su Internet e c’è scarso pericolo che possa “sfuggire” nello spazio con le trasmissioni radio. (In realtà bisogna sapere che le trasmissioni radiotelevisive non riescono a superare una distanza maggiore di un anno luce senza indebolirsi irreversibilmente).

In ogni caso ce la ascoltiamo noi, perché le orecchie e il cervello hanno bisogno di cose belle, almeno una volta ogni tanto.

Si tratta della Sonata per Pianoforte No. 17 in Re minore, Opus 31 No. 2, “La Tempesta”, Terzo Movimento, di Beethoven. Suona Wilhelm Kempff. La registrazione è stata fatta a Parigi nel 1968.

Buon (e stavolta è buono davvero) ascolto Sorriso

Sonata per pianoforte La Tempesta di Beethoven

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Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...