giovedì 17 maggio 2012

Ford C-MAX 2013, prima auto ibrida della Ford

Ecco la prima auto ibrida della Ford che verrà immessa nel mercato europeo, si tratta della Ford C-MAX 2013 e si potrà trovare nei concessionari verso ottobre 2012. La Ford ha annunciato che la C-MAX ibrida 5 posti verrà venduta ad un prezzo iniziale di 25995 dollari, che è 500 dollari in meno della sua più diretta concorrente, la Toyota Prius.

La Ford non ha ancora rilasciato in dettaglio le specifiche di questa nuova “creazione”, ma ci si aspetta che abbia le giuste caratteristiche per un’auto ibrida e cioè che consumi poco e abbia prestazioni decenti.

Le auto ibride sono quelle che montano due motori: uno funzionante con normale carburante, l’altro elettrico. Si tratta di una accoppiata che non rappresenta una novità, ma il mercato non è mai stato molto aperto a questo tipo di soluzioni. Il fatto che la Ford stia presentando questa C-MAX ibrida nel mercato europeo lascia ben sperare per un futuro successo di questo tipo di motorizzazioni che consentirebbero un notevole risparmio di carburante (con conseguente diminuzione delle emissioni di CO2) senza rinunciare alle prestazioni.

Nel caso della C-MAX ibrida a 5 passeggeri verrà montato un motore 2 litri a ciclo Atkinson (4 cilindri) che per la Ford rappresenta il prodotto più sofisticato che possa offrire nel campo dei motori non turbocompressi a quattro cilindri. A questo motore viene accoppiato un motore elettrico alimentato da un sistema a batterie a ioni di litio.

Staremo a vedere che reali prestazioni avranno queste nuove Ford C-MAX ibride quando usciranno sul mercato prima della fine del 2012. Speriamo che soddisfino tutte le aspettative.

Ford C-MAX ibrida


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mercoledì 16 maggio 2012

La legge di Coulomb può essere divertente

La legge di Coulomb può essere spiegata in maniera divertente? Magari con qualche esperienza interessante questa importante legge della Fisica può essere spiegata a “grandi e piccini” senza annoiare senza però perdere in rigore scientifico. Il fisico Rino Milone ci mostra proprio alcuni esperimenti molto divertenti che vengono effettuati in studio e presentati in questo filmato durante il programma Geo & Geo (condotto da Marco Castellazzi).

Un buon motivo per dare un’occhiata a questo filmato non è solo il fatto che è una buona occasione per comprendere meglio alcune delle leggi fondamentali della Fisica, ma è anche un’occasione per capire come trasmettere tali conoscenze agli altri. Uno dei più grandi problemi della divulgazione scientifica è che la scienza in generale e la Matematica e la Fisica in particolare, sono percepite come “noiose” dalla maggior parte delle persone. Anche se sono le materie che “reggono” letteralmente l’edificio della scienza moderna, sono “snobbate” dalla maggior parte dei giovani. Molti addirittura si vantano di non capire nulla di Matematica o di Fisica, come se l’ignoranza rendesse snob e interessanti. Ma l’ignoranza non è mai una cosa positiva. Anche se siamo un po’ tutti ignoranti in qualcosa, l’ignoranza come scelta deliberata è, secondo me, un “delitto”.

La divulgazione scientifica quindi si deve confrontare quotidianamente con questo tipo di problemi culturali. Io credo che la televisione dovrebbe proporre sempre più programmi in cui si parla di scienza e di tecnologia e molti meno in cui si parla di esoterismo, alieni, UFO, fantasmi, complotti e altre corbellerie che poi vengono credute acriticamente da una larga fetta dei telespettatori. Una buona divulgazione scientifica è il presupposto migliore per sviluppare un corretto “senso critico” che è utile per ostacolare la disinformazione che viene proposta in svariati programmi televisivi di dubbia qualità e affidabilità e che vengono visti e assimilati soprattutto dai più giovani.

Intanto vi lascio al filmato sulla legge di Coulomb divertente. Nel seguito del video (della durata di circa 16 minuti) si parlerà anche di ottica. Ad esempio, sapete cosa significa esattamente “essere invisibili”? Per la risposta guardate il filmato. Buona visione a tutti.


martedì 15 maggio 2012

Tutta l’acqua del mondo

Sappiamo che il 70% della superficie terrestre è occupata da oceani e questo farebbe pensare che sulla Terra c’è moltissima acqua. In realtà non è proprio così, perché se potessimo concentrare tutta l’acqua presente sulla Terra in un’unica sfera, questa avrebbe un raggio di soli 700 chilometri. Nell’immagine di questo post possiamo vedere proprio questa situazione. Una sfera del genere è grande meno della metà della Luna, ma è anche molto più grande, ad esempio, di Rhea, un satellite di Saturno. Fa un po’ impressione vedere come tutta l’acqua del mondo concentrata in una sfera sembri solo una goccia rispetto alle dimensioni della Terra. Questo è dovuto al fatto che l’acqua è distribuita in uno strato sottile al di sopra della crosta terrestre (la massima profondità è di circa 11000 metri nella fossa delle Marianne) e quindi il volume effettivo dell’acqua non è molto grande. Ciò ci vede fare riflettere: inquinare i mari e i laghi è un vero delitto, perché la vita nel nostro mondo dipende da quella “gocciolona” d’acqua che vediamo nella ricostruzione mostrata sotto.

L’acqua inquinata non mette a repentaglio solo la vita degli esseri viventi che abitano i laghi e i mari, ma è un enorme pericolo anche per numerose attività umane e per la nostra stessa vita. Per fortuna questa immagine può fare riflettere molte persone (me compreso) e ve la mostro volentieri.

tutta l'acqua del mondo

(Immagine tratta da NASA Apod)


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domenica 13 maggio 2012

Macchia solare gigante e (probabile) tempesta solare

In questi giorni sul Sole è apparso un gruppo di macchie solari da record. La sua lunghezza raggiunge i 100000 chilometri. Si tratta di una formazione spettacolare talmente grande che molti sono riusciti a vederla ad “occhio nudo”. ATTENZIONE! Per occhio nudo si intende, ovviamente, con filtri appositi che proteggono l’occhio e senza l’ausilio di binocoli o telescopi. Se volete tentare anche voi la visione di questa grande formazione di macchie solari vi consiglio di NON usare filtri improvvisati, come negativi fotografici e lastre di raggi X, perché queste schermano la luce visibile, ma non fermano i raggi ultravioletti che sono pericolosi per gli occhi. Il metodo migliore, se avete un binocolo o un piccolo cannocchiale, è quello della “proiezione da oculare”, che potete vedere illustrato in questa pagina.

Anche io mi sono cimentato nella fotografia del gruppo di macchie denominato AR 1476. Molti siti hanno copiato e incollato sempre lo stesso messaggio in cui si dice che questo gruppo di macchie è un “mostro” e che si stanno per scatenare delle tempeste magnetiche che possono creare chissà quali problemi apocalittici. In realtà, trascurando le solite troppo diffuse teorie catastrofiste, potrebbero verificarsi nuovamente delle spettacolari aurore boreali; ma intanto godiamoci la visione di questo spettacolare gruppo di macchie solari che ho fotografato con la tecnica della proiezione da oculare. Telescopio Newton 150/1000 mm, oculare OR 9 mm. L’immagine è stata fotografata sullo schermo di proiezione e ritagliata con Photoshop.

Macchia solare gigante

Ovviamente la qualità dell’immagine in questo modo è abbastanza degradata, ma almeno rende l’idea di come appare un gruppo di macchie solari al telescopio o anche in piccolo cannocchiale.

Ecco il telescopio che ho utilizzato per la ripresa, sull’oculare si può notare il piccolo schermo di proiezione autocostruito in cartoncino.

Telescopio solare


venerdì 11 maggio 2012

Le mie foto astronomiche

Io, come astrofilo, sono sempre stato un “visualista”, cioè uno di quelli che mettono l’occhio all’oculare e cercano di “spremere” il telescopio o il binocolo alla ricerca del minimo dettaglio visibile di pianeti, galassie, nebulose, ammassi stellari. La fotografia, nei miei quasi 30 anni di onorata carriera di osservatore appassionato del cielo, non mi ha mai appassionato più di tanto. Preferisco di gran lunga la “freschezza” della visione all’oculare e credo che il fascino dell’osservazione visuale sia impareggiabile.

Nonostante tutto, ogni tanto, qualche foto cerco di farla. Non ho un’attrezzatura fotografica pregevole, quindi i risultati che ottengo sono parecchio lontani dalle foto straordinarie che riescono a tirare fuori molti astrofili.

Ciò che mi ha convinto a fare qualche foto del cielo è l’estrema facilità d’uso delle moderne fotocamere digitali. Nel 1982, quando ho cominciato a muovere i miei primi passi nel campo dell’astronomia amatoriale (avevo solo 14 anni), fare una foto di un pianeta non era molto semplice. Si doveva aspettare la serata adatta, con un seeing quasi perfetto, per scattare quell’unico fotogramma che non fosse un pastrocchio massacrato dal movimento dell’atmosfera. Oggi con una fotocamera digitale anche in una serata con un seeing medio, si realizza un filmato, si passa il filmato in un software (come Registax 6) che seleziona in automatico i fotogrammi migliori, li sovrappone, cancella in maniera ottimale gli effetti della turbolenza atmosferica e il gioco è fatto! Si possono ottenere foto dei pianeti e della Luna che nell’era pre-digitale era impensabile ottenere se non con telescopi di diametro ben maggiore.

Ancora più semplice è ottenere buone immagini di oggetti del Profondo Cielo (ammassi, galassie, nebulose). Se nel passato era necessario usare delle pellicole di almeno 800-1600 ASA, raffreddate con ghiaccio secco contenuto in appositi contenitori, effettuare massacranti guide al telescopio della durata anche di due ore (foto a lunga posa), adesso le pose possono durare pochi minuti ciascuna, possono essere fatte con guida automatica e i fotogrammi ottenuti possono essere elaborati al computer per sovrapporli ottenendo la “somma” di tutte le pose. Come se la lunga posa fosse durata molte ore consecutive. I risultati che si ottengono possono essere straordinari, se fate una ricerca su internet potete sicuramente trovare foto realizzate da astrofili di nebulose, ammassi e galassie che hanno dell’incredibile!

Io invece sono un principiante assoluto nel campo della fotografia astronomica, ma intanto vi mostro le mie foto astronomiche in questa breve presentazione. Buona visione a tutti.


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giovedì 10 maggio 2012

Nuove fonti di energia: le rocce!

Rompendo le rocce ad altissima pressione avviene una vera e propria reazione nucleare di fissione del ferro. Il ferro si divide in due parti e queste due parti sono gli atomi di alluminio e i neutroni in eccesso che ci sono nel ferro (il ferro ha più neutroni rispetto all’alluminio) vengono emessi. I neutroni vengono rivelati dalla formazione di bolle in alcune provette di gelatina.
Il motivo per cui la roccia reagisca in questo modo ad altissime pressioni ancora non è ben conosciuto. L’esperimento realizzato dal Politecnico di Torino (visibile in questo video) è stato portato a termine anche per convincere alcuni scienziati che studiano la fusione fredda. Sembra infatti che fusione fredda e le reazioni piezonucleari (come quella di questo esperimento) abbiano un legame fisico. Probabilmente sono effetti diversi di uno stesso fenomeno fisico. Se si riusciranno a capire le reazioni piezonucleari, probabilmente si riuscirà a capire anche qualcosa di più della fusione fredda.
Il vantaggio delle reazioni di fissione piezonucleari è che trasforma elementi chimici pesanti (come il ferro) in elementi più leggeri (l’alluminio), ma senza produrre radioattività. Il ferro e l’alluminio infatti non sono radioattivi e quindi l’energia prodotta si può classificare tra le “energie pulite”.
Oltre alla produzione di energia, questo tipo di reazioni nucleari sono interessanti anche per la previsione di attività sismica. Infatti sono reazioni che si producono in presenza di fortissime pressioni delle rocce, come quelle che si registrano nelle faglie sismiche. Sciami di neutroni rivelati dai sensori potrebbero indicare che le pressioni in gioco nella faglia sono molto alte e quindi che un terremoto potrebbe essere imminente.
Nel filmato i dettagli di questo interessante esperimento. Buona visione a tutti.

P.S. Prima di guardare il filmato è bene leggere anche questo: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/03/appello-contro-piezonucleare-lenergia-che-piace-al-pdl-ma-non-agli-scienziati/250015/
In questo post si nutrono parecchi dubbi sulla realtà scientifica del piezonucleare. Potrebbe essere persino una vera e propria frode. Ringrazio il lettore The Q. che mi ha segnalato questo link. Nel blog Il Potere della Fantasia ho sempre cercato di segnalare le più interessanti notizie scientifiche, ma ho sempre cercato di mettere in guardia da ogni tipo di pseudoscienza. Ciò significa che anche le notizie scientifiche che vengono divulgate da fonti autorevoli come RaiScienze possono non essere di prima qualità.



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martedì 8 maggio 2012

Impianto solare termico fai da te con materiali di recupero

In questo video possiamo vedere un impianto solare termico realizzato con materiali di scarto. E’ stato usato un pannello risalente a circa 20 anni fa da restaurare, un boiler da 50 litri in acciaio inox da decalcificare, delle pompe ricavate da vecchie caldaie dismesse. Per la decalcificazione del boiler e la pulizia della serpentina interna del pannello solare è stata utilizzata una soluzione di acqua e acido cloridrico. Poi è stato usato anche del materiale isolante ricavato da vecchie lavastoviglie e un bidone di plastica.

Il costo finale di questo pannello solare termico fai da te è stato di circa 150 euro. C’è da considerare, però, che i tre quarti della spesa sono dovuti ai collegamenti del tubo di rame e alla raccorderia bronzata.

Si tratta di un’altra di quelle interessanti realizzazioni fai da te di quei sempre più numerosi appassionati che riescono a “tirare fuori” degli impianti solari (ma anche eolici) fai da te che funzionano pienamente. Nel filmato di questo post potete vedere questo impianto solare termico illustrato in una serie di inquadrature (purtroppo non ci sono spiegazioni sulla realizzazione) che ne mostrano l’eccellente fattura.

Per chi è appassionato di impianti solari fai da te non è possibile perdere una simile chicca! Spero che sia un ulteriore incoraggiamento per tutti coloro che si vogliono cimentare nel campo del fai da te delle energie rinnovabili.

Buona visione a tutti.


Terapie con la cannabis in Toscana

La Toscana è la prima regione ad avere approvato una legge per l’uso di farmaci a base di cannabis. Un decreto del 2007 ammetteva già in Italia l’utilizzo di preparazioni e derivati dalla marijuana a scopo terapeutico e palliativo. Ma in Italia tali farmaci non esistono; ora con questa nuova legge le ASL toscane penseranno alla fornitura. La norma disciplina l’uso dei cannabinoidi come antidolorifici, antiemetici nella chemioterapia. Inoltre permettono una riduzione della dipendenza dagli oppiacei. E’ davvero da molto tempo che la cannabis viene studiata per uso medico.

La letteratura medica sugli impieghi dei principi attivi estratti dalla cannabis per curare malattie anche gravissime è sconfinata e lunga è la storia delle sue proprietà curative, sia antinfiammatorie, sia antidolorifiche. Nelle antiche civiltà della Cina, dell’Egitto, della Grecia, dell’India, del sud est asiatico e nelle civiltà islamiche medievali. Nel caso del glaucoma, ad esempio, il THC tetraidrocannabinolo, anche in concentrazioni moderate, diminuisce la pressione intraoculare di circa il 25%, riducendo le distorsioni del campo visivo. Una combinazione fra THC e CBD, il cannabidiolo, altro principio attivo ottenuto dalla cannabis, calma gli spasmi muscolari dovuti alla sclerosi multipla, grazie ad una azione neuro protettiva e anti infiammatoria. Nella cura dell’Alzheimer le sperimentazioni hanno evidenziato come il THC prevenga la formazione dei depositi nel cervello che sono all’origine della malattia. Gli accumuli della proteina che inibisce la memoria e la capacità cognitiva nei pazienti.

cannabis

Studi accreditati considerano i farmaci derivati da cannabis una valida alternativa alla chemioterapia nel bloccare la diffusione delle metastasi di forme aggressive di cancro al seno. Il cannabidiolo bloccherebbe l’attività del gene ID1, ritenuto responsabile del meccanismo della metastasi. Questi sono alcuni esempi che possono spiegare il motivo per cui in molti paesi, tra cui Austria, Germania, Repubblica Ceca, Olanda, Spagna, Regno Unito, Stati Uniti, Israele e diversi stati africani, pur essendo vietato l’uso della cannabis come stupefacente, l’impiego nella produzione di farmaci da inalare o da assumere in capsule, o in altre forme, è largamente consentito.

Anche in Italia un decreto ministeriale del 2007, voluto dall’allora ministro della Sanità Livia Turco, consente l’uso farmacologico dei principi attivi contenuti nella cannabis, ma la sua applicazione è stata impossibile, dal momento che questa categoria di farmaci era prodotta soltanto all’estero e non esistevano percorsi sistematici di approvvigionamento da parte di farmacie, ospedali e altre strutture sanitarie.


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lunedì 7 maggio 2012

WiFi gratuito con la pupù dei cani nei parchi del Messico!

Gli escrementi dei cani spesso danno fastidio quando si cammina per strada o al parco. A parte gli escrementi che lasciano i randagi (che sono già un problema non indifferente), i padroni dei cani spesso non hanno la buona educazione di togliere i “ricordini” che i loro amici a quattro zampe lasciano in giro. In Messico hanno trovato una soluzione simpatica a questo inconveniente: fornire nei parchi un certo numero di minuti di WiFi gratis per ogni certa quantità di escrementi che vengono depositati in un apposito contenitore che li “pesa”.

Non ci credete? Allora guardate questo filmato!

Certo, si tratta di un ottimo incentivo per tenere puliti i parchi e le zone pubbliche dagli escrementi dei cani, ma mi chiedo solo una cosa: se nei contenitori che pesano i “ricordini” dei cani si mettono dei sassi o qualunque altra cosa, i minuti di WiFi gratuito vengono assegnati lo stesso? Lo sappiamo bene che siamo in Messico, ma credo che una trovata del genere in Italia avrebbe avuto davvero vita molto breve. Avremmo trovato un contenitore pieno di qualunque cosa, centinaia di persone a navigare gratis con notebook, cellulari, iPad, palmari, tablet e altro… e un parco ricoperto di cacca di cani!


venerdì 4 maggio 2012

Eolico fai da te windbelt: generare elettricità da una videocassetta!

Windbelt! Si tratta di un tipo di generatore eolico che utilizza una “cintura” (belt, in inglese) che viene fatta vibrare dal flusso del vento. La vibrazione meccanica viene poi trasformata in energia elettrica. Se ci sono in giro su internet moltissime guide per realizzare delle turbine eoliche fai da te di ogni tipo (ad asse verticale o ad asse orizzontale o di qualunque altro tipo), è molto più raro trovare guide per realizzare un generatore eolico windbelt fai da te.

Generatore eolico windbelt fai da te

Stavolta però una piccola guida l’ho trovata e ve la presento in questo filmato (durata 12 minuti) che spiega come costruire con una spesa irrisoria proprio un generatore windbelt. L’autore del video ha utilizzato il nastro di una videocassetta per realizzare la “cintura” che viene fatta vibrare dal vento. Certo, noterete che ha simpaticamente usato una videocassetta vietata ai minori, ma è ovvio che un nastro vale l’altro e che si può usare una videocassetta qualsiasi Occhiolino.

Un vecchio hard disk da 2 Gb fornirà invece alcuni suoi componenti per sfruttare la vibrazione del nastro. Due assi di legno di un metro di lunghezza forniranno invece il supporto per il nastro. Secondo me si tratta di una realizzazione geniale, semplice (come tutte le cose geniali…) e che dimostra come con un po’ di ingegno permette di realizzare dei dispositivi “didattici” molto belli.

Buona visione del filmato a tutti .


Un blog da visitare: InfoTech

Oggi vi presento un blog che potrebbe interessarvi. Si tratta di InfoTech. Ecco il suo aspetto grafico.

Infotech

Questo è un blog dedicato quasi esclusivamente alle novità informatiche con approfondimenti, guide, tutorial e video che permettono di capire meglio alcuni concetti. Inoltre vengono pubblicate lezioni di programmazione in linguaggio C/c++ e HTML, lezioni su argomenti di base sulla matematica come le proporzioni. Poi ci sono anche post dedicati alla logica che è un argomento indispensabile per la formazione di un bravo informatico!

Con una grafica semplice, sobria ed efficace, gli argomenti vengono presentati in maniera ordinata e adatta alla rapida comprensione. Si tratta certamente di un blog da aggiungere ai preferiti Occhiolino. Buona lettura a tutti.


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Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...