Ormai ci siamo abituati a sentire sempre le solite notizie. Parlamentari che guadagnano troppo e comuni mortali che non arrivano a fine mese, crisi, sempre più crisi, ancora più crisi. Quando ero bambino mi ricordo che al telegiornale dicevano che c’era la crisi. Era il 1973 e la domenica c’era il divieto di circolazione con mezzi privati (la famosa austerity). Mi ricordo le lunghe passeggiate con i miei genitori per andare a casa di mia nonna.
Tempi andati? Non è vero, la crisi continua e siamo sempre “in bilico”. Per chi, come me, è nato alla fine degli anni sessanta, è stata una crisi sin da quando c’è una memoria consapevole.
Ovviamente non sono stati anni difficili come per coloro che hanno vissuto la guerra, ma sono stati anni di “ansia” e di incertezza. La crisi ci ha aperto gli occhi sulle conseguenze delle nostre azioni? Non completamente credo. Certo, il pericolo dell’olocausto nucleare sembra scampato, ma non sappiamo come finisce con l’inquinamento ambientale, con l’euro e con le ipotesi di fine del mondo .
Le ipotesi di fine del mondo! E’ da alcuni anni che le reti tv e i siti internet più scadenti si portano la testa con le più svariate ipotesi per la fine del mondo. Con buona pace del poveri Maya, che, inconsapevoli, hanno scatenato tutto questo putiferio, devo dire che difficilmente questa tendenza a credere che la fine del mondo è vicina, si indebolirà in maniera significativa, nemmeno dopo il 2012.
Le ipotesi catastrofiste fanno parte della psicologia della società perennemente in crisi. Non ha importanza in cosa consiste e da cosa è causata la crisi, l’importante è elaborare una teoria che la faccia magicamente finire. Potrebbe essere un meteorite, un’invasione aliena, un’eruzione solare, l’inversione del poli, la seconda venuta di Cristo; il risultato è sempre lo stesso: la crisi si risolve(rà) e se ci credi l’angoscia intanto diminuisce. Non è nemmeno importante se si tratta di una fine negativa (catastrofe) o di una fine positiva (una nuova era spirituale), l’importante è avere sempre una scappatoia psicologica che ci tiri fuori dai guai senza il minimo sforzo da parte nostra. Un intervento magico dal cielo, secondo molti, è sempre meglio di uno sforzo concreto da parte nostra.
E se invece ci rimboccassimo le maniche e cercassimo di risolvere ogni crisi, sia personale che sociale con le nostre forze, non sarebbe meglio?
Spero che il 21 dicembre del 2012 sia davvero l’inizio di una nuova era, l’era delle ipotesi e delle azioni costruttive.