I pannelli solari fotovoltaici senza silicio sono un realtà. In questo video (della durata di soli 2 minuti) possiamo vedere una breve descrizione di pannelli fotovoltaici a diodi per lo sfruttamento dell’energia solare che presentano un’efficienza molto maggiore dei pannelli fotovoltaici basati sul silicio.
Un pannello di dimensioni 1600x1000 mm può produrre una potenza di 984 watt con una efficienza del 64%. Inoltre abbiamo un lifetime (tempo di vita) di 50 anni, che è molto più elevato rispetto a quello dei pannelli solari fotovoltaici tradizionali. Nel video è possibile vedere un confronto tra questo nuovo sistema di realizzazione dei pannelli fotovoltaici e quello tradizionale.
I Pilastri della Creazione sono delle formazioni nebulari presenti all’interno del vasto complesso nebulare denominato M16 (nebulosa Aquila). Non difficile da vedere anche con un binocolo nella costellazione del Sagittario, la nebulosa Aquila è una delle più belle del cielo estivo. Per osservare i Pilastri della Creazione, invece, occorre usare un telescopio potente sotto un cielo molto scuro, oppure si possono vedere molto più facilmente nelle fotografie a lunga posa con telescopi non necessariamente molto grandi. La foto sotto mostra i Pilastri della Creazione in una immagine realizzata da me sommando 38 pose da 4 minuti ciascuna.
L’immagine è un dettaglio della seguente, che mostra tutta (o quasi) l’estensione della nebulosa M16. Cliccando sulla miniatura la potete vedere ingrandita e potete leggere anche le informazioni tecniche della foto.
Recentemente il Telescopio Spaziale Hubble ha realizzato un’altra immagine dei Pilastri della Creazione, dopo 20 anni dalla prima che era stata fatta. Nel seguente video possiamo vedere l'immagine astronomica più celebre commentata, per il pubblico di Media INAF, dalla persona che prima al mondo ebbe occasione d’ammirarla: Paul Scowen, l’astronomo dell’Arizona State University che nel 1995, insieme al collega Jeff Hester, coordinò la prima serie d’osservazioni della Nebulosa dell’Aquila con Hubble.
Guardando questo oggetto ciò che vediamo è l’ambiente nel quale si formano le stelle quando si separano dalla loro culla stellare. Si formano nel cuore di una nube molto densa di gas molecolare e spazzano via l’ambiente circostante mano a mano che si accendono ed emettono una radiazione intensa che comincia a scavare un buco all’interno della nube molecolare e quando, alla fine, questa bolla si estende fino a raggiungere il bordo esterno della nube molecolare, esplode, e quello che ora si vede è ciò che noi chiamiamo una nebulosa.
Condivido questo documentario dedicato al Jazz che ho scovato su YouTube e che ho trovato molto completo e interessante. Si tratta di un documentario in 12 parti (qui presento solo la prima parte e se volete vedere le altre seguite i link che riporto). Spero che vi piaccia. Il tutti è stato prodotto da Digiridoo Productions, presentato da Vito Coda Nunziante e Massimo Nunzi, soggetto, musiche originali e testi a cura di Massimo Nunzi, regia di di Elena Somarè.
Buona visione a tutti (Storia del Jazz, prima parte).
Cosa si potrà osservare nelle notti di febbraio 2015? Verso sud si consiglia di osservare i due ammassi aperti M46 ed M47. Venere sarà sempre più facile da osservare nel cielo del tramonto verso ovest. Giove sarà osservabile per quasi tutta la notte mentre Saturno sorgerà nelle ultime ore della notte. La Luna sarà piena il 4 febbraio e nuova il 19.
In questo filmato possiamo vedere una fortunata ripresa di una improvvisa eruzione del vulcano Taturvur (Papua Nuova Guinea). L’interesse di questo filmato consiste nel fatto che è possibile vedere il “bang sonico” dovuto ai materiali vulcanici espulsi dalla bocca eruttiva ad una velocità superiore a quella del suono (nell’aria a 20 °C è di circa 343 m/s).
Facendo attenzione si vede anche l’onda d’urto che si propaga come una sfera con centro nel punto dell’esplosione e che si mostra a causa che sul suo fronte di propagazione produce un vapore di condensa di colore bianco. Dopo alcuni secondi viene registrato il “bang sonico” del tutto simile a quello provocato da un jet che supera la barriera della velocità del suono.
La Teoria delle Stringhe è una delle ipotesi scientifiche (non è propriamente una teoria) più interessanti che siano state formulate negli ultimi decenni. In questo filmato di TEDItalia, Brian Greene, uno dei protagonisti che hanno sviluppato questa grandiosa ipotesi, ci descrive gli aspetti più affascinanti della Teoria delle Stringhe, come le 11 dimensioni e la possibilità di unificare tutte le forze della Natura. Lo scienziato ci descriverà a grandi linee anche un esperimento (realizzabile grazie al grande acceleratore di particelle LHC presente al CERN di Ginevra) che potrebbe determinare se la Teoria delle Stringhe è giusta o sbagliata.
Come posso realizzare un impianto fotovoltaico fai da te? (tratto da qui).
Ecco gli argomenti trattati in questo post:
1) Le autorizzazioni e la connessione in rete.
2) Come realizzare un impianto fotovoltaico fai da te.
3) L’impianto fotovoltaico fai da te con i kit fotovoltaici.
4) Cosa contiene un kit fotovoltaico?
5) Come gestire le pratiche burocratiche nel caso del fotovoltaico fai da te?
6) Realizzare un impianto fotovoltaico fai da te: quali sono i vantaggi?
Le autorizzazione e la connessione in rete
Se i pannelli che si utilizzano sono amovibili non necessitano di nessuna autorizzazione comunale. Se invece i pannelli si fissano sul tetto della casa (senza modificarne la sagoma) avranno bisogno nella gran parte dei casi di una semplice comunicazione preventiva all’ufficio tecnico del Comune. Per i piccoli impianti domestici, in genere, le autorizzazione non sono un problema.
Connettere l’impianto alla rete elettrica non è obbligatorio. Si possono utilizzare i propri pannelli per produrre energia e poi accumularla in batterie, oppure auto-consumarla tutta sul momento. Attenzione: fare un piccolo impianto non connesso in rete non vuol dire che la casa rimane staccata dalla rete Enel. L’utente, ogni volta che ne ha bisogno, continua a prelevare elettricità dalla rete. L’impianto fotovoltaico, invece, non può mai immettere in rete l’energia prodotta.
Realizzare un piccolo impianto autonomo dalla rete ha il vantaggio di essere libero dagli aggravi degli allacciamenti in rete: costi, burocrazia, adeguamenti normativi, ecc… D’altro canto ha lo svantaggio di non poter immettere in rete il surplus produttivo dell’impianto.
Nel filmato è possibile leggere gli altri punti trattati.