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venerdì 7 aprile 2023

Il selfie che Giulio Cesare si è fatto con i suoi generali dopo avere attraversato il Rubicone

Per gli storici il passaggio di Giulio Cesare del fiume Rubicone è stato un vero e proprio spartiacque della storia occidentale. Ma non tutti sanno che quel giorno, l'11 gennaio del 49 a.C, Giulio Cesare scattò un selfie con i suoi più fidati generali per immortalare l'evento. Ecco, quel selfie è stato finalmente ritrovato e ve lo presentiamo in esclusiva in questo blog:


Ovviamente si tratta di uno scherzo e i più informati di voi avranno certamente capito che questa immagine è stata ottenuta con Midjourney, lo strumento basato sull'IA più popolare in questo momento. Sembra che anche le intelligenze artificiali diventeranno uno spartiacque della storia, come lo fu il passaggio del Rubicone di Giulio Cesare, e forse ancor di più...


mercoledì 14 settembre 2016

Congiunzione Giove–Venere del 27 agosto del 2016

La congiunzione stretta tra Giove e Venere del 27 agosto 2016 non è stata osservata e fotografata da molti. Il motivo è che questa congiunzione si è presentata molto bassa sull'orizzonte subito dopo il tramonto del Sole. All'orario di questo scatto (le 20:18, ora locale) questi oggetti erano alti solo 3° dall'orizzonte. Dalle brumose città italiane con l'orizzonte ingombro di palazzi sarà stata un'osservazione quasi impossibile. Io ho avuto la fortuna, in quel momento, di trovarmi nel pressi di monte Soro, sui monti Nebrodi, con alcuni amici del Gruppo Astrofili Catanesi, a circa 1400 metri di altezza, con un bel cielo e con l'orizzonte occidentale sgombro di ostacoli. A occhio nudo è stata una visione affascinante. Vedere i due pianeti più luminosi del cielo così vicini (4 primi di separazione: 8 volte meno del diametro lunare) era davvero impressionante. Per fortuna sono riuscito a fare una foto con il Celestron CPC-800 a cui avevo già montato la Canon 600D. Nella foto si riescono persino a scorgere i satelliti di Giove, come vedere dalle mie annotazioni.

Dati dello scatto.
Scatto singolo a 100 ISO, tempo di esposizione 1 sec. Canon 600D, riduttore di focale Antares f/6,3 + riduttore 0,8x. Elaborazione con Photoshop.

Congiunzione Giove - Venere del 27 agosto 2016


martedì 10 febbraio 2015

I Pilastri della Creazione (video)

I Pilastri della Creazione sono delle formazioni nebulari presenti all’interno del vasto complesso nebulare denominato M16 (nebulosa Aquila). Non difficile da vedere anche con un binocolo nella costellazione del Sagittario, la nebulosa Aquila è una delle più belle del cielo estivo. Per osservare i Pilastri della Creazione, invece, occorre usare un telescopio potente sotto un cielo molto scuro, oppure si possono vedere molto più facilmente nelle fotografie a lunga posa con telescopi non necessariamente molto grandi. La foto sotto mostra i Pilastri della Creazione in una immagine realizzata da me sommando 38 pose da 4 minuti ciascuna.

Pilastri della Creazione

L’immagine è un dettaglio della seguente, che mostra tutta (o quasi) l’estensione della nebulosa M16. Cliccando sulla miniatura la potete vedere ingrandita e potete leggere anche le informazioni tecniche della foto.

Recentemente il Telescopio Spaziale Hubble ha realizzato un’altra immagine dei Pilastri della Creazione, dopo 20 anni dalla prima che era stata fatta. Nel seguente video possiamo vedere l'immagine astronomica più celebre commentata, per il pubblico di Media INAF, dalla persona che prima al mondo ebbe occasione d’ammirarla: Paul Scowen, l’astronomo dell’Arizona State University che nel 1995, insieme al collega Jeff Hester, coordinò la prima serie d’osservazioni della Nebulosa dell’Aquila con Hubble.

Guardando questo oggetto ciò che vediamo è l’ambiente nel quale si formano le stelle quando si separano dalla loro culla stellare. Si formano nel cuore di una nube molto densa di gas molecolare e spazzano via l’ambiente circostante mano a mano che si accendono ed emettono una radiazione intensa che comincia a scavare un buco all’interno della nube molecolare e quando, alla fine, questa bolla si estende fino a raggiungere il bordo esterno della nube molecolare, esplode, e quello che ora si vede è ciò che noi chiamiamo una nebulosa.

Nel filmato tutti i dettagli dell’intervista.

Buona visione a tutti.


sabato 24 gennaio 2015

Civetta, uomo che corre e vortice, tre sorprendenti oggetti celesti

Nel cielo invernale è possibile fotografare molti oggetti celesti davvero sorprendenti. Partiamo da una nebulosa a riflessione e ad emissione nella ricca costellazione di Orione. Si tratta di NGC 1977, chiamata “The Running Man” (l’uomo che corre). Il suo nome è dovuto ai contorni di una nebulosa oscura al suo interno che ricordano una forma umana nell’atto di correre. Ecco la foto che ho fatto la sera del 21 gennaio 2015.

ngc1977maximgrezzo Scaled_elab_small

SCHEDA TECNICA

Telescopi o obiettivi di acquisizione:Celestron CPC-800

Camere di acquisizione: Canon EOS 600D / Rebel T3i

Montature: Celestron HD Pro Wedge

Telescopi o obiettivi di guida: Orion Mini Guidescope

Camere di guida: ZW Optical ASI120MC

Riduttori di focale: Antares f/6.3 SCT

Software: Stark Labs PHD GUIDING 1.14.2, Maxim DLphotoshopO'Telescope BackyardEOS

Risoluzione: 4490x2991

Date: 21 gennaio 2015

Pose: 39x240" ISO800 21C

Integrazione: 2.6 ore

Dark: ~11

Flat: ~15

Dark dei flat: ~15

Bias: ~21

Giorno lunare medio: 0.50 giorni

Fase lunare media: 0.28%

Scala del Cielo Scuro Bortle: 7.00

Centro AR: 83,845 gradi

Centro DEC: -4,784 gradi

Campionamento: 0,726 arcsec/pixel

Orientazione: -177,829 gradi

Raggio del campo: 0,544 gradi


Nel mese di gennaio, a tarda notte, cominciano a farsi vedere le costellazioni tipiche dei mesi primaverili. Anche l’Orsa Maggiore comincia ad alzarsi sull’orizzonte in direzione nord-est per mostrare le sue leggendarie sette stelle principali. In questa costellazione sono visibili numerose galassie e una delle più belle è sicuramente M51, la “Galassia Vortice”, in realtà formata da due galassie molto vicine tra loro. Si tratta del prototipo delle galassie interagenti e in cui è facile vedere gli effetti di marea gravitazionale che deformano il normale aspetto delle galassie. Ecco la foto realizzata la notte del 15 gennaio 2015.

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SCHEDA TECNICA

Telescopi o obiettivi di acquisizione:Celestron CPC-800

Camere di acquisizione: Canon EOS 600D / Rebel T3i

Montature: Celestron HD Pro Wedge

Telescopi o obiettivi di guida: Orion Mini Guidescope

Camere di guida: ZW Optical ASI120MC

Riduttori di focale: riduttore spianatore 0,8x

Software: DeepSkyStackerIrisMaxim DL, photoshop

Risoluzione: 5118x3409

Date: 15 gennaio 2015

Pose: 24x300" ISO800 20C

Integrazione: 2.0 ore

Dark: ~11

Flat: ~11

Dark dei flat: ~15

Bias: ~21

Giorno lunare medio: 23.65 giorni

Fase lunare media: 34.33%

Scala del Cielo Scuro Bortle: 7.00

Centro AR: 202,467 gradi

Centro DEC: 47,242 gradi

Orientazione: -178,370 gradi

Raggio del campo: 0,427 gradi


Sempre nella costellazione dell’Orsa Maggiore è possibile ammirare M97, detta “Nebulosa Civetta” o “Nebulosa Gufo”, una nebulosa planetaria ben visibile anche con piccoli telescopi. Deve il suo nome al fatto di avere due zone più scure all’interno di una forma circolare, queste zone scure sembrano due grandi occhi di una civetta o di un gufo. M 97 dista circa 2600 anni luce da noi. Questa la foto realizzata la notte del 21 gennaio 2015.

M97maximgrezzo Scaled_elab_small

SCHEDA TECNICA

Telescopi o obiettivi di acquisizione:Celestron CPC-800

Camere di acquisizione: Canon EOS 600D / Rebel T3i

Montature: Celestron HD Pro Wedge

Telescopi o obiettivi di guida: Orion Mini Guidescope

Camere di guida: ZW Optical ASI120MC

Riduttori di focale: Antares f/6.3 SCT

Software: Stark Labs PHD GUIDING 1.14.2, Maxim DLphotoshopO'Telescope BackyardEOS

Risoluzione: 4467x2975

Date: 21 gennaio 2015

Pose: 17x240" ISO800 20C

Integrazione: 1.1 ore

Dark: ~11

Flat: ~15

Dark dei flat: ~15

Bias: ~21

Giorno lunare medio: 0.50 giorni

Fase lunare media: 0.28%

Scala del Cielo Scuro Bortle: 7.00

Centro AR: 168,697 gradi

Centro DEC: 55,020 gradi

Campionamento: 0,725 arcsec/pixel

Orientazione: -177,010 gradi

Raggio del campo: 0,541 gradi


mercoledì 17 settembre 2014

Fulmini nel cielo, 16 settembre 2014 (foto e filmato)

La sera del 16 settembre 2014, verso le ore 21, mi affaccio dal mio balcone orientato in direzione sud e vedo qualcosa che mi impressiona moltissimo. Fulmini spettacolari che illuminano il cielo. Questi fulmini sono davvero frequentissimi e sembrano saettare nel cielo in maniera incontrollata. Subito rientro in casa per prendere treppiede e reflex digitale: non posso perdere di filmare e fotografare un simile spettacolo della natura. Mi devo sbrigare, perché non so se il temporale di sta avvicinando velocemente: già qualche debole tuono si comincia a sentire. Dopo due minuti sono già fuori a fare i primi scatti. Nel frattempo mia moglie guarda su internet la mappa dei fulmini e vede che l’attività elettrica è lontana, sul mare, in direzione di Augusta (CT). Fa impressione che quei fulmini sembrino così colossali dal mio punto di osservazione a Pedara (CT).

Ecco alcune delle foto che sono riuscito a scattare.

Fulmine1

Fulmine2

Fulmine 4 bis

Ed ecco il breve filmato.

Dopo un paio d’ore il fenomeno si è esaurito. Nella mia zona non ha neanche piovuto e i tuoni sono sempre rimasti dei suoni lontani. Per fortuna è rimasto solo un bellissimo spettacolo. Ad Augusta invece c’è stato un vero e proprio nubifragio e sono caduti 17 mm di pioggia.


giovedì 11 settembre 2014

NGC 6946: galassia fuochi d’artificio.

Ecco una bella galassia a spirale immersa in un ricco campo stellare. Si tratta di NGC 6946, nota come Fireworks Galaxy, la galassia “fuochi d’artificio”. Perché viene chiamata così? Perché in questa galassia, negli ultimi 100 anni sono esplose ben 9 supernovae! L’ultima esplosione è avvenuta nel 2008.

E’ possibile osservarla nella costellazione del Cigno ed è lontana 10 milioni di anni luce, la sua larghezza è di circa 58000 anni luce. Si tratta di una galassia interessante perché le sua braccia a spirale sono ricche di regioni HII, cioè regioni in cui c’è una intensa attività di formazione stellare.

E’ visibile abbastanza facilmente anche con un grosso binocolo, ma solo con telescopi da almeno 30 cm di diametro è possibile cominciare a scorgere la forma delle braccia a spirale.

Nelle foto a lunga posa la galassia mostra dettagli e colori davvero affascinanti. Il 25 agosto 2014 ho potuto fare questa foto che vi mostro subito:

Dati tecnici della foto:

Telescopi o obiettivi di acquisizione: Celestron CPC-800

Camere di acquisizione: Canon EOS 600D / Rebel T3i

Montature: Celestron HD Pro Wedge

Telescopi o obiettivi di guida: Orion Mini Guidescope

Camere di guida: ZW Optical ASI120MC

Riduttori di focale: Antares f/6.3 SCT

Software: photoshop, DeepSkyStacker

Risoluzione: 5087x3394

Date: 25 agosto 2014

Luoghi: Rifugio "Margio Salice"

Pose: 29x180" ISO800 25C

Integrazione: 1.4 ore

Dark: ~13 Flat: ~21 Dark dei flat: ~21 Bias: ~21

Giorno lunare medio: 28.99 giorni

Fase lunare media: 0.33%

Scala del Cielo Scuro Bortle: 4.00

SQM medio: 21.30

Centro AR: 308,716 gradi

Centro DEC: 60,153 gradi

Orientazione: -179,970 gradi

Raggio del campo: 0,523 gradi


Galassia M74, una perfetta spirale!

La galassia M74 è una bella galassia e spirale visibile nella costellazione dei Pesci. Osservando lo sviluppo delle sua braccia a spirale non si può non notare la simmetria della loro forma, almeno nella parte più vicina al nucleo. La galassia si trova a circa 35 milioni di anni luce ed è larga quindi circa 80000 anni luce. La visione in piccoli telescopi è piuttosto difficoltosa a causa del nucleo piccolo e della bassa luminosità superficiale. Solo sotto cieli poco inquinati dalle luci cittadine è possibile osservare lo sviluppo delle braccia a spirale, purché si abbia a disposizione di un telescopio di almeno 20 centimetri di diametro.

M74 appare in tutta la sua bellezza nelle foto a lunga posa fatte con reflex digitali o con camere CCD. Il 26 agosto 2014 anche io mi sono cimentato nella fotografia di questa galassia e sotto potete vedere il risultato.

Dati della foto:

Telescopi o obiettivi di acquisizione: Celestron CPC-800

Camere di acquisizione: Canon EOS 600D / Rebel T3i

Montature: Celestron HD Pro Wedge

Telescopi o obiettivi di guida: Orion Mini Guidescope

Camere di guida: ZW Optical ASI120MC

Riduttori di focale: Antares f/6.3 SCT

Software: photoshop, DeepSkyStacker

Risoluzione: 5007x3388

Date: 26 agosto 2014

Luoghi: Rifugio "Margio Salice"

Pose: 39x240" ISO800

Integrazione: 2.6 ore

Dark: ~12 Flat: ~21 Dark dei flat: ~21 Bias: ~21

Giorno lunare medio: 0.36 giorni

Fase lunare media: 0.14%

Scala del Cielo Scuro Bortle: 4.00

SQM medio: 21.30

Centro AR: 24,153 gradi

Centro DEC: 15,781 gradi

Orientazione: 179,882 gradi

Raggio del campo: 0,619 gradi


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martedì 12 agosto 2014

Superluna (Supermoon) del 10 agosto 2014.

Negli ultimi anni si è diffusa la “moda” delle notizie sulle “superlune” o delle “bluemoon” e altre amenità del genere. In realtà il 10 agosto c’è stata davvero una superluna. Ma cosa è una superluna? E’ semplicemente una luna piena ad una distanza minima dalla Terra. Il 10 agosto era lontana “solo” 357534 Km dal nostro pianeta. Dal punto di vista astronomico non è un evento molto importante, ma evidentemente dal punto di vista mediatico è diventato un fenomeno importantissimo…

Chissà perché poi è diventato un fenomeno così importante. Dopotutto non è per niente facile accorgersi ad occhio nudo della piccola differenza di dimensione che c’è tra la Luna al perigeo e la Luna all’apogeo. Ma in fondo non mi stupisce più di tanto: siamo nell’epoca delle notizie “vuote” di contenuti, ma ricche di suggestioni. Probabilmente l’illusione di poter vedere una luna gigantesca nel cielo scatena delle emozioni molto profonde.

Luna o superluna, fotografare il nostro satellite naturale è sempre un divertimento. Ed ecco che anche io, sulla scia della suggestione della superluna, la sera del 10 agosto 2014 ho scattato una foto della Luna piena.

Questo è il risultato:

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Spero che vi piaccia.

Per i dettagli tecnici cliccare sull’immagine piccola sotto.


sabato 7 dicembre 2013

L'esagono di Saturno visto in alta definizione

Essendo un pianeta gigante gassoso, quello che Saturno mostra alla nostra vista non è la superficie, ma lo strato più esterno delle nuvole. Tra i vari fenomeni che avvengono  in questa atmosfera turbolenta, uno particolarmente bizzarro, è il cosiddetto esagono di Saturno, una corrente di gas che circola a più di 300 chilometri orari sopra il polo nord del pianeta, descrivendo una forma geometrica, curiosamente regolare e stabile, di dimensioni paragonabili a quelle della Terra.

Più volte la sonda Cassini ha fotografato questo gigantesco uragano e ripreso in dettaglio il furioso vortice che imperversa nel suo centro. Grazie al fatto che in questo periodo il Sole illumina l'interno della tempesta in maniera più favorevole, Cassini ha ora ottenuto una sequenza di immagini dell'esagono (che nel filmato possiamo vedere in falsi colori) con un dettaglio senza precedenti, fornendo per la prima volta una vista totale dell'intero fenomeno, permettendo di distinguere bene le differenze tra l'interno e l'esterno.

Gli scienziati possono usare queste immagini per comprendere meglio le diverse dinamiche atmosferiche di Saturno, ben diverse da quelle terrestri, dove, fatte le dovute proporzioni, una tempesta analoga si sarebbe esaurita in una settimana, mentre questa dura da decenni o forse da secoli.

Una curiosità: l'esagono di Saturno non è difficile da fotografare, accontentandosi di pochi dettagli, anche con piccoli telescopi amatoriali. Anche io ci ho provato con il mio telescopio e ho ottenuto questa immagine:


Sulla sinistra vediamo Saturno come era il 22 giugno 2013, a destra vediamo la proiezione polare della foto. Proprio nella zona del polo nord possiamo intuire la caratteristica forma esagonale della famosa tempesta. Per i dettagli tecnici della foto, vedi qui.

Adesso vi lascio al filmato dell'INAF dedicato alla tempesta esagonale su Saturno. Buona visione a tutti.

sabato 23 novembre 2013

Eruzione dell'Etna del 23 novembre 2013 (foto)

Questa spettacolare foto dell'Etna in eruzione è stata fatta il 23 novembre 2013 dall'astrofilo Riccardo Cafarelli da San Pietro Clarenza (CT) con una fotocamera digitale Canon 1000D, obiettivo 18/55 mm e lieve fotoritocco con Photoshop.

Si tratta di uno dei numerosi parossismi eruttivi dell'Etna che si sono verificati quest'anno dal nuovo cratere di sud-est. Come si può vedere in questa spettacolare ripresa, la colonna di cenere ha raggiunto una grande altezza e si muove verso nord-est.

Nel momento in cui scrivo il fenomeno si è già esaurito.


giovedì 21 novembre 2013

Un ammasso di stelle dai colori vivaci

L'ammasso denominato M37 (visibile nella costellazione dell'Auriga) è molto conosciuto dagli astrofili, perché è un ammasso di stelle (classificato come ammasso aperto) ben visibile anche con un binocolo (e un cielo limpido e buio). Ma la visione di questo ammasso comincia a diventare interessante con piccoli telescopi, da 100 mm di diametro in su, perché si riescono a vedere decine di stelle molto compattate in uno sfondo stellare molto ricco.

Il lato più spettacolare di questo oggetto celeste però si riesce ad apprezzare nelle foto, perché in queste si riesce ad evidenziare il colore delle stelle più luminose.

Le foto astronomiche di oggetti come gli ammassi stellari o le nebulose vengono effettuate con la tecnica della lunga posa. Non viene effettuata solo una posa, ad esempio, di due ore, ma tante pose da alcuni secondi o da alcuni minuti che poi vengono sommate con appositi software. Il motivo di questa somma è che è possibile minimizzare il rumore elettronico e il rumore termico della fotocamera o del CCD che viene usato per fare la foto. Nel mio caso ho sommato 19 pose da 5 minuti ciascuna.

Questo il risultato: ecco la mia foto dell'ammasso aperto M37.

























Dettagli tecnici:

Telescopi o obiettivi di acquisizione: Celestron CPC-800
Camere di acquisizione: Canon EOS 600D / Rebel T3i
Montature: Celestron HD Pro Wedge
Telescopi o obiettivi di guida: Urania C.R.T. Newton 150
Camere di guida: ZW Optical ASI120MC
Riduttori di focale: Antares Antares f/6.3 SCT
Software: DeepSkyStacker, photoshop, Stark Labs PHD GUIDING 1.14.2, Iris
Date: 02 novembre 2013
Pose: 19x300" ISO800 29C
Integrazione: 1.6 ore
Dark: ~7
Flat: ~11
Bias: ~21
Giorno lunare medio: 27.89 giorni
Fase lunare media: 3.02%
Scala del Cielo Scuro Bortle: 7.00
Centro AR: 88,102 gradi
Centro DEC: 32,588 gradi

martedì 17 settembre 2013

Luna, galassie e ammassi stellari

Nonostante tutte le immense difficoltà personali che sto vivendo in questi ultimi mesi (forse ne scriverò qualcosa prossimamente, se me ne viene la voglia), per distrarmi ho voluto continuare la mia attività di “astrofotografo”. Anche se non sono mai dei grandi capolavori, vi propongo le mie foto più recenti.

Cratere lunare Copernicus. Largo 93 km, è uno dei crateri lunari meteoritici più belli e cospicui visibili nel nostro satellite. Ha un’età di 800 milioni di anni e quindi è un cratere di formazione piuttosto recente per i tempi geologici lunari.

(Clicca sull’immagine per vederla ingrandita e per leggere i dettagli tecnici)

 

Cratere lunare Bullialdus. Un altro notevole cratere meteoritico largo 61 km e che sorge in una zona abbastanza “piatta” e questo lo rende piuttosto evidente. Si nota una evidente raggera di materiali espulsi nell’impatto del meteorite che lo ha generato.

(Clicca sull’immagine per vederla ingrandita e per leggere i dettagli tecnici)

 

Ammasso globulare M2. Un magnifico globo di stelle lontano 37500 anni luce, largo 175 anni luce e con una fantastica età di 13 miliardi di anni. Contiene la bellezza di 150000 stelle, ma solo poche centinaia (o al massimo migliaia) sono visibili con telescopi amatoriali. L’ammasso in realtà è facilmente visibile come una macchia nebulosa anche con un piccolo binocolo nella costellazione dell’Acquario.

(Clicca sull’immagine per vederla ingrandita e per leggere i dettagli tecnici)

 

Galassia NGC 891. E’ una bella galassia nella costellazione di Andromeda, distante 39 milioni di anni luce. La sua peculiarità è che questa galassia si presenta perfettamente di profilo, cosicché appare come un lungo fuso luminoso tagliato a metà da una fascia scura formata da gas e polveri galattiche. Uno degli oggetti più belli del cielo.

(Clicca sull’immagine per vederla ingrandita e per leggere i dettagli tecnici)

 

Doppio ammasso di Perseo. Si tratta di due bellissimi e luminosi ammassi aperti visibili nella costellazione di Perseo (anche a occhio nudo). Sono catalogati come NGC 869 ed NGC 884. Sono distanti rispettivamente 7200 e 7500 anni luce.

(Clicca sull’immagine per vederla ingrandita e per leggere i dettagli tecnici)


domenica 28 luglio 2013

Crateri lunari: Schiller, Gassendi e Herschel

Ogni tanto in questo blog pubblico alcune foto astronomiche realizzate da me. In questo caso si tratta di tre bellissimi crateri lunari: Schiller, Gassendi ed Herschel. Il telescopio utilizzato per fare queste foto è un Celestron CPC800, la camera di acquisizione è una ASI120MC ed è stata utilizzata una lente di barlow 2,5x per raggiungere una focale equivalente di circa 5000 mm. Le tre foto sono state fatte il 19 luglio 2013 durante una serata con un seeing abbastanza buono, per questo motivo si è raggiunto un risultato apprezzabile.

Ecco le foto (cliccate sulle immagini per vederle ingrandite e leggere i dettagli):

Cratere Schiller




Cratere Gassendi




Cratere Herschel

venerdì 19 luglio 2013

M 15: un globo pieno di stelle

M 15 è un ammasso globulare visibile nella costellazione di Pegaso. E' un immenso globo formato da decine di migliaia di stelle e lontano 33600 anni luce da noi. Si tratta di uno degli ammassi globulari con il nucleo più denso che si conoscano, forse a causa di un collasso gravitazionale dovuto alla presenza di un buco nero centrale. Sono riuscito ad immortalare questo interessante ammasso stellare con la mia attrezzatura astronomica e la foto la potete vedere di seguito. Spero che vi piaccia. Nei prossimi giorni posterò altre foto di altri oggetti astronomici ben visibili nel cielo estivo.

Buona visione dell'ammasso globulare M15.



(clicca sull'immagine per vederla ingrandita).

martedì 21 maggio 2013

Stelle doppie, galassie, Saturno e Luna (foto)

Negli ultimi tempi mi sono dedicato all'astronomia e alle foto astronomiche. Vi posto un estratto delle mie foto più recenti che (personalmente) ritengo migliori. Per vederle tutte invece potete consultare questo link: www.astrobin.com/users/giusnico/

Vediamo la prima foto. Si tratta di una bella galassia ben visibile per gli osservatori australi, ma un po' difficile da vedere alle nostre latitudini, nelle nostre regioni del sud si vede un po' meglio, anche se resta sempre abbastanza bassa sull'orizzonte. Sto parlando della galassia a spirale M83 (denominata "girandola del sud"), distante 14,7 milioni di anni luce e visibile nella costellazione dell'Idra. Si tratta quindi di una galassia molto vicina.



(clicca sull'immagine per vederla ingrandita).


Veniamo adesso a un sistema stellare multiplo molto noto e ben visibile soprattutto nel nostro emisfero. Si tratta di Epsilon Lyrae, visibile ad occhio nudo nella costellazione boreale della Lyra e molto vicina prospetticamente alla stella Vega, una delle più luminose del cielo. Epsilon Lyrae è spesso chiamata anche "la doppia doppia", perché è formata da due sistemi binari stretti separati da circa 3 primi d'arco. Questo sistema si trova a 162 anni luce da noi. La prima doppia si chiama ε1 (sulla destra nella foto) ed è formata da due stelle separate da 2,35 secondi d'arco. La ε2 (sulla sinistra) è formata da due stelle separate quasi dello stesso angolo.



(clicca sull'immagine per vederla ingrandita)


Il protagonista del cielo primaverile di quest'anno è certamente il pianeta Saturno. In questa mia foto possiamo vedere alcuni dettagli degli anelli, come la divisione di Cassini (il solco scuro) e altri dettagli dell'atmosfera di questo gigante gassoso, come le bande atmosferiche colorate e, nella zona polare, si vede una regione più scura nota come "tempesta esagonale".



(clicca sull'immagine per vederla ingrandita)


Anche la Luna deve avere il suo spazio. In questa foto ho immortalato un panorama lunare nelle vicinanze del cratere Clavius (quello più grande al centro un po' spostato verso sinistra). Clavius è un cratere da impatto meteoritico largo 225 chilometri e che si è formato circa 4 miliardi di anni fa.
   


(clicca sull'immagine per vederla ingrandita)

mercoledì 16 gennaio 2013

L’uomo che corre tra le stelle

Il titolo del post è romantico, ma corrisponde “quasi” a verità. In effetti c’è una nebulosa nella costellazione di Orione che viene chiamata “The Running Man” a causa della sua forma. Si tratta della nebulosa catalogata come NGC 1977 che è una regione nebulare a riflessione e ad emissione associata a numerose stelle blu. La nebulosa è inframezzata da alcune nebulose oscure ed è proprio da queste che NGC 1977 prende il nome “L’uomo che corre”. Stavolta la pareidolia si rende utile Sorriso. Osservando bene la foto, infatti, sembra di vedere un uomo scuro che corre tra le stelle.

Questa bellissima regione nebulare appare facilmente nelle foto a lunga posa con strumenti piccoli o anche visualmente, ma solo in maniera parziale e con telescopi molto potenti. Ecco la foto che ho realizzato io, spero che vi piaccia Occhiolino:

NGC 1977 the running man

Dati dell’immagine:

Telescopi o obiettivi di acquisizione:Celestron CPC-800

Camere di acquisizione: Canon EOS 600D / Rebel T3i

Riduttori di focale: Antares Antares f/6.3 SCT

Software: photoshopDeepskystacker

Pose: 70x40" ISO1600

Integrazione: 0.8 ore

Larghezza del campo: 25.76 minuti d'arco

Altezza del campo: 17.34 minuti d'arco


mercoledì 9 gennaio 2013

12 miliardi di anni luce!

Il quasar APM 08279+5255 si trova a 12 miliardi di anni luce :shock: La notizia più interessante è che questo quasar, visibile nella costellazione della Lince, nonostante l'enorme distanza, è facilmente fotografabile con strumenti da astrofili come il mio. La sua magnitudine, nel rosso, è 15,2 e la sua magnitudine assoluta è di -33,2 :shock: , il che significa che se fosse posto a 10 parsec (32,6 anni luce) da noi, sarebbe molto più luminoso del Sole! 8)
Per giustificare una tale colossale emissione di energia gli astrofisici hanno ipotizzato la presenza al suo interno di un buco nero con una massa di 20 miliardi di volte quella del Sole. Nel 2011 si è scoperto che in questo quasar è presente una enorme quantità d'acqua, visibile nelle osservazioni spettroscopiche. Si tratta di 10 elevato a 18 volte la massa di tutta l'acqua presente nel nostro pianeta.
Davvero incredibile. E tutto questo lo si è potuto scoprire dal puntino luminoso che vi mostro subito:

(Clicca sull’immagine per vederla ingrandita e per leggere le specifiche tecniche della foto).

Anche se questa immagine è l'antitesi della spettacolarità (l’ho convertita in negativo per evidenziare meglio il puntino luminoso), è sempre affascinante sapere che i fotoni raccolti dal sensore della mia reflex digitale sono partiti ben 12 miliardi di anni fa, quando ancora non esisteva né la Terra, né il Sole e forse nemmeno la nostra Via Lattea! Quando l'universo era nato da appena 1,7 miliardi di anni. Meditiamoci! :D


domenica 18 novembre 2012

Foto di Giove - 1 novembre 2012

Questa è una foto di Giove realizzata da me con il mio telescopio e con la mia fotocamera reflex digitale. Non è un’immagine straordinaria, ma mette in evidenza come si possano ottenere delle immagini astronomiche planetarie apprezzabili con attrezzature alla portata di tutti. Il mio telescopio infatti è reperibile (nuovo) a circa 2000 euro, mentre la fotocamera digitale si può trovare a meno di 700 euro. Nel mercato dell’usato, poi, si possono trovare anche a prezzi più bassi.

C’è da fare una considerazione. Con una camera CCD planetaria è possibile ottenere risultati migliori di questi anche spendendo meno, ma la camera CCD planetaria si può usare solo per questo tipo di riprese, la reflex digitale invece è utilizzabile per le foto planetarie, lunari, di oggetti del profondo cielo e anche per le foto delle vacanzeOcchiolino

La foto è stata ottenuta giorno 1 novembre 2012, telescopio Celestron CPC-800, fotocamera reflex digitale Canon 600D, lente di barlow 2,5x. Il seeing era mediocre. Per fare una foto del genere non si scatta un singolo fotogramma, ma c’è un metodo più complesso. Si gira un filmato per riprendere circa un migliaio di fotogrammi e anche di più. Con un apposito software i fotogrammi vengono allineati e sovrapposti per ottenere il risultato “grezzo”. Questa immagine grezza viene elaborata ulteriormente per “tirare fuori” tutti i dettagli possibili. Infine l’immagine può essere ritoccata ulteriormente con software come Photoshop o Gimp per gli ultimi ritocchi “cosmetici”.

Si può ottenere un’immagine ancora migliore con questa attrezzatura? Certamente. Basta che la turbolenza atmosferica sia inferiore. Avevo già scritto che quando ho realizzato questa immagine il seeing era mediocre, ma se fosse capitata una serata con atmosfera più “ferma” si sarebbero mostrati molti più dettagli. Sto ancora aspettando una serata buona, ma durante questo mese di novembre c’è sempre stato maltempo o seeing ancora peggiore, perché il passaggio delle perturbazioni determina una turbolenza molto forte anche quando il cielo è sereno. Si spera che a dicembre si presentino delle serate migliori dal punto di vista meteo e anche del seeing. Il 3 dicembre 2012 Giove sarà in opposizione, quindi sarà visibile per tutta la notte e si troverà alla minima distanza dalla Terra. Un’ottima occasione per riuscire a tirare fuori delle belle foto del gigante gassoso, spero migliori di questa… Occhiolino

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giovedì 15 novembre 2012

Residuo di supernova: crab nebula

I residui di supernova sono delle nebulose che nascono dall'esplosione di una stella giunta alla fine del suo ciclo evolutivo. Si tratta di esplosioni violentissime che possono capitare a stelle che hanno una massa molto maggiore di quella del Sole. Stiamo parlando del fenomeno della supernova.

In questo post vi mostro una foto di uno dei più famosi residui di supernova: la crab nebula (in italiano: nebulosa granchio o del granchio). Nel famoso catalogo di Messier viene catalogata con il numero 1, quindi viene chiamata M1, che sta proprio per Messier 1.

Questa bella nebulosa si trova a circa 6500 anni luce di distanza da noi e si è formata nel 1054 in seguito all'esplosione di una supernova. La brillante esplosione fu osservata nell'anno 1054 da astronomi cinesi che riportarono che fu così brillante che fu visibile per 23 giorni consecutivi anche di giorno e per più di un anno di notte. All'interno della nebulosa nel 1968 fu trovata una pulsar che indica la presenza di una stella di neutroni.

Non potete capire che emozione è stata per me riuscire a fotografare un simile oggetto celeste! Lo ammiravo nei libri di astronomia quando ero bambino. Anche se questa foto è di modestissima qualità rispetto a quelle realizzate da altri astrofili o dai grandi telescopi degli osservatori astronomici, per me è comunque una grande soddisfazione!


 (Clicca sull'immagine per vederla ingrandita)

Ecco cosa ho usato per realizzare questa foto:

Telescopio Celestron CPC-800.
Fotocamera digitale Canon EOS 600D.
Sovrapposizione di 10 pose da 60 secondi ciascuna a ISO 1600, allineate e sovrapposte con il software Iris. Fotoritocco con Photoshop 5.5.

mercoledì 17 ottobre 2012

Le leggi della Fisica sono uguali in tutto l'Universo?

A scuola ci hanno sempre insegnato che le leggi della Fisica sono "Universali" e che pertanto sono le stesse in tutto l'Universo conosciuto e in tutte le epoche. A prima vista questo sembrerebbe solo un semplice postulato: nessuno è stato in tutti i luoghi dell'Universo per controllare se l'affermazione è vera e nessuno ha mai vissuto in tutte le epoche per verificare che le leggi della Fisica non siano cambiate nel tempo nel corso dell'evoluzione cosmica.

Sarebbe bello avere un'astronave per visitare luoghi sperduti dell'Universo e una macchina del tempo per vedere se le leggi della Fisica erano diverse alcuni miliardi di anni fa!

Vi farò una sorpresa, questa astronave e questa macchina del tempo l'abbiamo e ci ha già dato una risposta alla domanda.

L'astronave e, nello stesso tempo, la macchina del tempo è il telescopio, in particolar modo il telescopio spaziale Hubble. Il telescopio ci consente di osservare luoghi lontanissimi, posti a distanza di alcuni miliardi di anni luce e ci consente di avere un effetto "macchina del tempo". Ogni volta che guardiamo lontano stiamo guardando anche indietro nel tempo. Una galassia lontana un miliardo di anni luce la vediamo com'era un miliardo di anni fa.

Ma le galassie più lontane visibili con i telescopi a che distanza si trovano? Si trovano a poco più di 13 miliardi di anni luce (13,2 per la precisione) e quindi le vediamo com'erano 500 milioni di anni dopo il Big Bang (avvenuto 13,7 miliardi di anni fa).

Un esempio spettacolare che ci fa vedere cosa c'era nell'Universo 13 miliardi di anni fa è il famoso Hubble eXtreme Deep Field (XDF). Si tratta della foto di una porzione di cielo molto piccola in direzione della costellazione della Fornace. Ecco cosa si vede in questa meravigliosa inquadratura del cielo:


Si vedono galassie, galassie e ancora galassie, di tutte le forme e di tutte le dimensioni. Le più distanti si trovano a circa 13 miliardi di anni luce da noi.

Cosa significa che a 13 miliardi di anni luce (e quindi 13 miliardi di anni fa) ci sono (c'erano) galassie? Significa che c'erano stelle, ma se c'erano stelle significa che c'erano reazioni nucleari di fusione (che sono le reazioni nucleari che fanno brillare le stelle) e se c'erano reazioni nucleari significa che le leggi della Fisica erano le stesse che ci sono adesso... Perché?

Perché significa che esistevano protoni, e che i protoni dovevano avere la stessa carica elettrica positiva che hanno adesso, esistevano elettroni con carica negativa, che i protoni decadevano in neutroni perché esisteva l'interazione debole, significa anche che la fusione di due nuclei di idrogeno produceva energia e che quindi valeva anche la famosa formula di Einstein E = mc2. E tante altre cose che sarebbe troppo lungo descrivere in questa sede. Se qualche costante fisica, come la massa del protone, la carica dell'elettrone, la costante di Gravitazione Universale, in quell'epoca fosse stata solo di pochissimo diversa da quella attuale, non avremmo osservato né stelle, né, ovviamente, galassie.

La cosa importante è che un'immagine del genere è davvero "potente" e non è solo una dimostrazione della qualità ottica del Telescopio Spaziale Hubble. Essa ci fa capire che già 13 miliardi di anni fa c'erano le stesse leggi fisiche che governano l'Universo attuale. Ovviamente questo non ci dice nulla riguardo alle leggi fisiche che c'erano nei primi istanti dell'Universo subito dopo il Big Bang, ma anche in quel caso, in maniera indiretta, è possibile dedurre che le leggi e le costanti della Fisica dovevano essere le stesse di ora. Solo per l'istante iniziale non si può dire nulla, ma forse non ce n'è nemmeno bisogno...

Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...