sabato 1 gennaio 2011

Buon 2011 a tutti i lettori del Potere della Fantasia

 

Con questo post colgo l’occasione di augurare buon anno a tutti i lettori di questo blog. Comincio così questo 2011 e spero che sia felice e piacevole per tutti voi.

Questo blog ha iniziato ad esistere nel 2007 e fino a questo momento ha percorso molta strada. Questa per me è una grande soddisfazione e spero di poter crescere ancora e di potervi sempre proporre argomenti interessanti e stimolanti.

Buon 2011 a tutti Sorriso

Buon 2011


venerdì 31 dicembre 2010

Le migliori 14 immagini astronomiche del 2010

 

Chiudiamo questo 2010 con una classifica, ma non con una classifica “banale” come quelle che vedrete nei programmi televisivi di oggi, bensì una classifica “importante”. In questo filmato infatti potete ammirare le migliori 14 immagini astronomiche del 2010! (fonte http://blogs.discovermagazine.com/badastronomy/2010/12/14/the-top-14-astronomy-pictures-of-2010/).

Lustratevi gli occhi e stupitevi, perché il 2010 ha portato grandi risultati per l’astronomia e per tutta la ricerca scientifica in generale. Si spera che anche il 2011 sia altrettanto ricco di scoperte astronomiche e scientifiche.

Buona visione delle 14 più belle immagini astronomiche del 2010.

Le migliori 14 immagini astronomiche del 2010


giovedì 30 dicembre 2010

Effetto placebo: funziona anche se i pazienti sanno che stanno prendendo un finto farmaco

 

Alcuni scienziati hanno scoperto che i pazienti possono trovare beneficio da un farmaco fittizio anche se sanno perfettamente che questo non contiene alcun principio attivo. Questo nuovo studio mostra quindi che l’effetto placebo funziona anche nel caso in cui medico non “inganna” il paziente.

pillole

Quando un paziente affetto da un disturbo viene sottoposto ad un rimedio simulato (ad esempio gli viene somministrata una pillola di zucchero) e, nonostante tutto, si riesce a registrare un miglioramento oggettivo della sua condizione, si parla di effetto placebo.

L’opinione più diffusa era che l’effetto placebo può funzionare solo se il paziente crede che il farmaco che gli viene somministrato è davvero efficace, cioè contiene effettivamente un principio attivo. I farmaci “finti” vengono usati per testare i farmaci sperimentali per confronto. Un farmaco, per essere considerato realmente efficace, deve superare il placebo.

Il professor Ted Kaptchuk del Harvard Medical School Osher Research Center, ha diviso 80 pazienti che soffrivano della sindrome del colon irritabile in due gruppi. Il primo gruppo non ha ricevuto nessun trattamento, il secondo gruppo è stato trattato con un placebo. A pazienti di questo secondo gruppo è stata somministrata un piccola fatta con sostanza inerte (zucchero), ma gli è stato detto che alcuni studi clinici avevano dimostrato che questo tipo di pillole aveva mostrato una certa efficacia nella cura della sindrome del colon irritabile attraverso meccanismi di autoguarigione che coinvolgevano il sistema mente-corpo.

Sorprendentemente si è visto che il secondo gruppo ha ottenuto un miglioramento significativamente più alto rispetto al gruppo che non riceveva nessun trattamento. Come dire: meglio una pillola finta (sapendo che è finta) piuttosto che non curarsi affatto!

Si tratta di un risultato molto interessante, perché mostra come il placebo funziona anche se si sa che è un placebo e questo potrebbe essere sfruttato nei trattamenti medici per potenziarne gli effetti. In conclusione, il pensiero positivo funziona Occhiolino.


mercoledì 29 dicembre 2010

L’orario migliore per pubblicare un post su un blog

 

L’orario di uscita di un post su un blog o su un sito può avere degli effetti sorprendenti sul gradimento del nuovo post. Occorre ragionare in questo modo: bisogna essere in grado di rivolgerci alla nostra “audience” quando è più probabile che i singoli navigatori siano davanti al computer. Se, ad esempio, il nostro pubblico prevalente è composto da operatori di borsa, bisogna cadenzare i post in maniera tale che escano prima delle attività delle borse e ovviamente non all’ora di cena. Se invece il nostro blog/sito è dedicato ad argomenti che interessano agli adolescenti, è meglio pubblicare i post nel pomeriggio o comunque dopo l’orario scolastico, solo in estate o durante le vacanze si potranno pubblicare anche di mattina.

orario migliore

Ovviamente i lettori possono visitare il blog in qualsiasi momento, anche alle 4 del mattino se soffrono di insonnia, oppure anche il giorno dopo. Però il massimo risultato si ottiene quanto il post viene pubblicato prima dell’orario del picco di visite. Nel caso di questo blog, osservando le statistiche, il picco massimo di traffico avviene verso le 18, ma ho notato anche un “picco secondario” verso le 11. Per questo motivo, secondo me, la scelta migliore per il mio blog potrebbe essere di pubblicare prima delle 11. Chi non ha avuto la possibilità di leggerlo entro le 11, potrà farlo comunque alle 18. In ogni caso non mi conviene pubblicare post dopo le 19, quando cioè il traffico nel mio blog comincia a diminuire.

Secondo alcuni blogger la questione è più complessa. Infatti i motori di ricerca non sono sensibili all’orario di pubblicazione, perché sono più attenti alla qualità dei contenuti. L’orario di pubblicazione sarebbe più importante per catturare l’attenzione dei lettori abituali che leggono il blog perché lo conoscono già da tempo. Secondo altri blogger invece l’orario di pubblicazione avrebbe un’influenza così trascurabile sul numero di visitatori da essere una cosa che si può tranquillamente ignorare.

In ogni caso farò alcuni esperimenti per vedere se in effetti l’orario di pubblicazione ha degli “effetti misurabili” sul numero di visitatori e fra un mesetto vi farò conoscere i risultati. Buona navigazione :-) Se invece voi avete già fatto degli esperimenti di questo genere, condivideteli nei commenti.


Motivazione: la "molla" dell'agire

 

Motivazione: una possibile definizione

Provate a pensare alle innumerevoli attività che svolgete durante la giornata: mangiate o fate uno spuntino spinti dalla fame o dalla gola; uscite con gli amici o andate in palestra per rilassarvi e divertirvi; ripassate l'algebra o la grammatica per prepararvi all'interrogazione e così via. Ognuna di queste attività scaturisce da una spinta, da un impulso che ci induce a iniziarla, proseguirla e portarla a compimento, vincendo eventuali fattori in grado di contrastarla (ad esempio la fatica, o le distrazioni che potrebbero distoglierci dallo studio). Chiamiamo motivazione questa spinta, e comportamento motivato la sequenza di azioni a cui essa dà luogo.

motivazione

Innanzitutto, è importante osservare che la motivazione non è un'entità statica e immutabile, ma qualcosa di dinamico, che può variare nel tempo conoscendo notevoli oscillazioni: un individuo, ad esempio, può intraprendere un determinato sport con un livello di motivazione molto alto, ma stancarsi dopo un certo periodo di tempo e avvertire l'impulso a ricominciare solo molti anni più tardi.

In secondo luogo, occorre sottolineare che in un soggetto convivono più motivazioni a livello potenziale, e tra queste non tutte concorrono a determinare il suo comportamento: ad esempio, un giovanotto che alla sera ami uscire con gli amici o con la ragazza può anche decidere di rinunciarvi, se proprio quella sera trasmettono in TV un'importante partita della sua squadra del cuore.

Talvolta, inoltre, oscilliamo tra differenti motivazioni, ed è un determinato stimolo ambientale a orientarci in una direzione piuttosto che in un'altra. Ad esempio, se non sappiamo se rincasare o andare al cinema, l'incontro con un amico desideroso di passare fuori la serata può spingerci verso questa seconda soluzione: possiamo allora dire che aver incontrato l'amico ha funzionato da incentivo, cioè da stimolo ambientale in grado di orientare le nostre spinte motivazionali. È bene tuttavia osservare a questo proposito che gli stimoli ambientali funzionano solo se possono fare leva su una spinta ad agire nella direzione tracciata da uno stimolo già esistente. Ad esempio, su una persona che non ha alcuna intenzione di smettere di fumare difficilmente faranno presa l'esempio degli amici che hanno abbandonato il fumo o le campagne pubblicitarie contro il tabacco; o, ancora, per un atleta poco combattivo gli incitamenti del pubblico non saranno determinanti per raggiungere un buon risultato nella competizione.

È utile, a questo punto, sottolineare la differenza esistente tra il concetto di motivazione e quello di bisogno. Con questo termine — che non appartiene solo all'ambito della psicologia, ma anche a quello di altre discipline, come l'economia — possiamo designare un'esigenza biologica dell'organismo, capace di innescare comportamenti adeguati per colmare una situazione di mancanza.

Comunemente si distingue tra:

bisogni omeostatici, che rispondono alla necessità degli organismi viventi di mantenere in equilibrio le proprie condizioni interne (sono di questo tipo bisogni come la fame e la sete);

• e bisogni innati specifici, che sono esigenze modellate dall'evoluzione della specie per facilitare l'adattamento dell'individuo all'ambiente (rientrano in questa categoria, ad esempio, la curiosità, oppure quello che gli psicologi chiamano need for competence, ovvero l'esigenza di mettere alla prova le proprie abilità, spesso per il puro gusto dell'esercizio).

Distinguiamo quindi tra bisogni e motivazioni perché i primi attengono alla sfera biologica dell'individuo, mentre le seconde riguardano la sfera psicologica.

La differenza tra bisogni e motivazioni ci appare più evidente se pensiamo che spesso, tra una necessità biologica dell'organismo e la relativa spinta ad agire (motivazione) che dovrebbe essere innescata da quel bisogno, non c'è corrispondenza immediata. I soggetti con gravi disturbi del comportamento alimentare, ad esempio, hanno nei confronti del cibo spinte attrattive o repulsive che non sono giustificate da reali necessità organiche. E noi tutti, in generale, anche quando crediamo di mangiare semplicemente spinti dalla fame, in realtà sentiamo un'esigenza che passa attraverso la nostra rappresentazione psicologica del cibo, dell'alimentazione e di ciò che il nostro contesto sociale e culturale definisce "mangiabile". Per fare un esempio: nella nostra società, una persona affamata (salvo che in situazioni estreme) difficilmente sentirà la spinta a mangiare carne di topo, di gatto o di altri animali che abitualmente non consumiamo.


Motivazioni intrinseche ed estrinseche

La presenza di una certa motivazione viene solitamente inferita dal comportamento a cui essa dà luogo (ad esempio, se una persona studia cinese, ne deduciamo che sia motivata a farlo). In realtà, uno stesso comportamento (l'atto del mangiare, ad esempio) può avere alla base spinte motivazionali molto diverse (fame, gola, tensione ecc.): un ragazzo può suonare uno strumento musicale o praticare uno sport per assecondare i genitori, mentre un altro può fare le stesse cose spinto da motivazioni differenti o addirittura opposte (ad esempio, per ripicca verso la famiglia, che scoraggia la pratica di attività del genere).

Una distinzione molto importante introdotta a questo proposito dagli psicologi è quella tra motivazione intrinseca e motivazione estrinseca:

• è intrinseca la motivazione dell'individuo che agisce per la semplice gratificazione che scaturisce dal comportamento messo in atto;

• è estrinseca quella del soggetto che tende a una meta "esterna" al comportamento, ma conseguibile tramite esso.

Per esemplificare, è motivata intrinsecamente una ragazza che frequenta una palestra per la soddisfazione di sentirsi in forma e in salute, mentre è estrinseca la motivazione della sua compagna, che pratica questa attività semplicemente per conoscere gli aitanti giovanotti che frequentano il corso di spinning.


martedì 28 dicembre 2010

Un milione di galassie

Le galassie più vicine sono distribuite in maniera casuale? Questa straordinaria immagine è la mappa di oltre un milione di galassie rilevate dalla Two Micron All Sky Survey (2MASS) e ci fa vedere che le galassie non sono affatto distribuite in maniera casuale.
Molti gruppi di galassie sono legate gravitazionalmente per formare degli ammassi (cluster), che si raggruppano a loro volta per formare i superammassi (supercluster). Ma persino i superammassi spesso si allineano per formare strutture ancora più grandi.
L’impressione è che la struttura su grande scala dell’Universo sia simile a quella di una spugna.
La striscia bluastra che solca l’immagine verticalmente è la nostra Via Lattea che con le sue polveri e gas filtra e indebolisce la luce degli oggetti extragalattici.



(clicca sull’immagine per vederla ingrandita)


lunedì 27 dicembre 2010

L’equazione della fine del mondo

 

Perché parlare di fine del mondo proprio in questo periodo di festività? Per non annoiarci, ovviamente :-)

E alla fine ce l’ho fatta, sono riuscito, dopo complicatissimi calcoli e notti insonni, a ricavare un risultato epocale (mi perdoni la Gelmini se uso l’aggettivo epocale anche per la mia scoperta oltre che per la sua riforma): l’equazione della fine del mondo!

Ebbene sì, ecco, vi mostro per la prima volta questa mostruosità matematica:

Le soluzioni di questa equazione sono i numeri 21, 12 e 2012, cioè i numeri che compongono la data 21/12/2012, quella in cui sarebbe fissata la famigerata fine del mondo!

Stupiti?

Qualcuno lo sarà certamente, ma chi conosce un po’ di matematica avrà sicuramente capito che si tratta di una burla e avrà capito anche il metodo, davvero semplicissimo, con cui ho ricavato questa equazione.

Come si fa ad ottenere un’equazione che ha come soluzioni i numeri 21, 12 e 2012? Basta scrivere questa espressione:

moltiplicare i tre binomi tra parentesi, sommare i termini simili, e il gioco è fatto, si ottiene proprio l’equazione mostrata all’inizio del post ;-)

Adesso potete tornare a dormire sonni tranquilli: non esiste alcuna base matematica che dimostri che la data della fine del mondo sia proprio quella :-) Un saluto a tutti e non fatevi suggestionare da quel 666 che compare in uno dei coefficienti dell’equazione (ma io ve l’ho fatto notare proprio perché così vi suggestionate…).


venerdì 24 dicembre 2010

Buon Natale 2010 a tutti i lettori

 

Buon Natale a tutti i lettori di questo blog e un sincero ringraziamento per la vostra “fedeltà”. E prima di immergerci nella festa natalizia vi propongo questo filmato Lego.

Buona visione e ancora buon Natale 2010.


giovedì 23 dicembre 2010

Samsung Blue Earth, il primo cellulare ecologico

 

Il Samsung Blue Earth è un telefonino completamente ecosostenibile. Non ha presa, non ha caricabatteria. Per farlo funzionare basta solo un po’ di luce. Infatti questo cellulare funziona grazie ad un sistema di pannelli solari. Un apparecchio così sarebbe già ecologico, ma in questo caso non ci si è fermati solo all’aspetto dell’alimentazione elettrica.

Infatti Samsung Blue Earth possiede anche i rivestimenti ricavati da materiali riciclati, come le bottiglie di plastica. Inoltre offre anche alcuni strumenti interessanti come l'Eco-Pedometer che misura quanta CO2 si risparmia quando si cammina a piedi invece di camminare con la macchina, e anche l’Eco-Calendar che segnala gli appuntamenti più importanti dal mondo della sostenibilità come l'Earth Day. Persino la confezione è realizzata con carta riciclata!

In questo filmato possiamo vedere tutti i dettagli sul cellulare Samsung Blue Earth.

Samsung Blue Earth

Depressione a Natale

 

Per molti le feste natalizie non sono sinonimo di relax o di vacanze piacevoli. Infiniti studi realizzati da psicologi mostrano che il periodo che va da Natale a capodanno è un periodo in cui c’è un aumento notevole di sintomi di ansia e depressione. Difficile dire qual è il motivo di questa depressione per gli studiosi.

Sarà difficile per gli psicologi, ma non per noi Occhiolino Noi lo sappiamo bene quali sono le fonti di ansia a depressione: sono i parenti Sorriso, cioè il fatto che in questo periodo di feste si passa molto tempo con numerosi parenti. E questo generalmente non è un bene… Sorriso

Adesso che abbiamo svelato il mistero possiamo passare le nostre vacanze da soli, possibilmente partendo per mete lontane.


Eclissi di Sole su Marte

 

Il profilo della luna marziana Phobos si staglia sul Sole in questa inedita eclissi solare su Marte. Questa sequenza di immagini è stata realizzata il 9 novembre 2010 dal rover della NASA Opportunity. Il rover ha eseguito una foto ogni 4 secondi e i fotogrammi sono stati combinati per ottenere il filmato dell’eclissi della durata di circa 30 secondi.

Devo dire che è davvero affascinante poter osservare un’eclissi di Sole in un altro pianeta causata da una luna che non è la nostra! :-)

Buona visione del filmato.


Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...