Gli “ingredienti” della vita, come attualmente li conosciamo, sono stati trovati tra i gas e le polveri della Nebulosa di Orione.
Separando le componenti della luce che ci arriva dagli oggetti astronomici gli astronomi sono in grado di dedurre la loro composizione chimica. Si tratta dell’analisi spettroscopica. Il grafico che vediamo sopra è l’analisi spettroscopica della luce proveniente dalla Nebulosa di Orione. Nei picchi che si vedono è possibile riconoscere l’emissione dovuta a varie sostanze, come il metanolo, l’acqua, la formaldeide, il monossido di carbonio e tante altre, che sono i “mattoni” fondamentali su cui si basa la vita come noi attualmente la conosciamo.
Questi nuovi dati sono stati raccolti dal telescopio spaziale Herschel, lanciato nello spazio l’anno scorso dall’E.S.A. Il telescopio è equipaggiato con uno strumento per la spettroscopia ad alta risoluzione e permette agli astronomi di comprendere qualcosa in più sulla chimica dello spazio.
La Nebulosa di Orione si trova a circa 1500 anni luce da noi ed è una attiva regione di formazione stellare, la più vicina alla Terra che si conosca. Nel catalogo di Messier viene chiamata M42 ed ha un’ampiezza di 45 anni luce.
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