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giovedì 23 gennaio 2014

La supernova nella galassia M82

Ieri sera (22 gennaio 2014) ho avuto la fortuna di poter fotografare la supernova esplosa nella galassia M82. Dalle mie parti è stata una delle rare serate limpide delle ultime settimane e ne ho approfittato per tentare questa ripresa.

Ecco la foto.


Una versione ad alta risoluzione la potete trovare qui.

Questa supernova è la più vicina che sia esplosa dal 1987 ed è abbastanza luminosa da essere visibile con un grosso binocolo sotto un cielo buio. Dalle analisi preliminari si tratta di una supernova di tipo Ia, cioè una esplosione che si è originata in un sistema binario dove una delle due stelle è una nana bianca, che risucchia materia gassosa dalla compagna. Così facendo la nana bianca accresce la sua massa, fino al punto in cui la sua massa sorpassa il limite permesso per una nana bianca (il cosiddetto limite di Chandrasekhar) e si innesca una reazione nucleare esplosiva. Il fatto che tutte le supernove di tipo Ia abbiano origine da stelle con identica massa (fatto dovuto proprio alla natura del processo spiegato) le rende molto interessanti dal punto di vista astronomico. Infatti, possedendo tutte la stessa luminosità intrinseca, è molto facile, con una semplice misura della luminosità apparente calcolarne la distanza. Sono cioè una delle poche categorie di oggetti che possiamo definire "candele standard".

La supernova è stata scoperta da S.J. Fossey il 21 gennaio 2014. Bel colpo!

giovedì 26 dicembre 2013

Perché di notte il cielo è buio?

Perché di notte il cielo è nero? Si sarebbe tentati di pensare che la soluzione sia ovvia: non c'è il Sole! Ma l'unica ragione per cui il cielo appare azzurro di giorno è che la luce del Sole viene diffusa dall'atmosfera; se questa non ci fosse (come sulla Luna), il cielo sarebbe sempre nero, anche quando brilla il Sole. Quindi bisogna riformulare la domanda: perché lo spazio è nero?

Cioè, lo spazio è pieno di stelle, innumerevoli stelle, che splendono tutte almeno quanto splende il Sole, e, in un universo infinito ed eterno, qualunque direzione si scelga, se si guarda abbastanza lontano in quella direzione, vedrai una stella o una galassia. Quindi tutto il cielo dovrebbe essere luminoso come il Sole, giorno e notte!

Dato che questo non avviene, il fatto che di notte il cielo sia nero significa che c'è un punto lontano da noi in cui le stelle e le galassie, semplicemente, finiscono? Un confine tra qualcosa e niente? Esiste quindi un bordo nell'Universo?

Non esattamente. Tutti i dati a nostra disposizione sembrano indicare che lo spazio non ha un bordo, ma l'Universo sì. Non un bordo spaziale, ma un bordo temporale. Infatti l'Universo ha avuto un inizio. 13,7 miliardi di anni fa l'Universo era così minuscolo, denso e caldo che la nozione stessa di spazio-tempo non aveva più alcun senso. Dato che è passato un tempo finito da questo inizio, alcune delle stelle necessarie a riempire il cielo affinché ci sia "luminosità in ogni direzione", sono così distanti che la loro luce non ha ancora avuto il tempo per raggiungerci.

Inoltre, quando osserviamo abbastanza lontano, con i radiotelescopi, arriviamo a vedere anche la luce emessa dal Big Bang, detta radiazione di fondo cosmica. Questa è il "flash" di energia emesso dal Big Bang. Da ciò si deduce che il cielo di notte non è veramente "nero", ma la radiazione delle galassie più distanti e del Big Bang, sono talmente "spostate verso il rosso" dall'espansione cosmica che non cade più nel dominio della luce visibile.

Se i nostri occhi fossero sensibili alle microonde o alle onde radio, il cielo di notte non sarebbe affatto nero.

Tutto ciò che ho scritto (e anche qualcosa in più) lo potete trovare in questo filmato spiegato con bellissime vignette.

Buona visione a tutti.

mercoledì 11 dicembre 2013

Come funziona il Sole? (video)

In questo filmato da un minuto, possiamo trovare una bella spiegazione del perché il Sole riesce a fornirci la sua indispensabile energia.

Lo sapevate che se il Sole fosse alimentato dalla combustione, ad esempio, di benzina o legno, si sarebbe spento in poche migliaia di anni? Come mai invece splende da quasi 5 miliardi di anni? In realtà il Sole è come un grande sottomarino nucleare nel cielo. Infatti è alimentato da reazioni nucleari che fondono insieme nuclei di idrogeno per formare elio e anche altri elementi più pesanti. Queste reazioni di fusione rilasciano enormi quantità di energia. In questo modo il Sole sta lentamente convertendo la sua massa in energia, sotto forma di luce. Ed ha ancora abbastanza carburante per durare altri 5 miliardi di anni.

La cosa più curiosa è che sulla Terra abbiamo bisogno di rendere l'idrogeno 100 volte più caldo rispetto a come è nel Sole per ottenere una reazione di fusione. Come mai sul Sole bastano temperature più basse? Si tratta del famoso effetto tunnel.

L'effetto tunnel consiste nel fatto che esiste una piccola possibilità che gli atomi di idrogeno si fondano lo stesso anche se non hanno abbastanza energia. Il Sole è così grande ed ha così tanto idrogeno che questa piccola probabilità diventa una continua certezza. Ed è questo straordinario effetto quantistico che, alla fine, tiene il Sole acceso!

Nel seguente filmato potete vedere quanto ho appena scritto con delle divertenti vignette. Buona visione a tutti.

Un Sistema Solare in miniatura

Come si può rappresentare un Sistema Solare in miniatura? Non è difficile e qualcuno ci ha provato con ottimi risultati divulgativi con una bella iniziativa. La manifestazione si è svolta sabato 7 dicembre 2013 presso gli impianti del CUS Catania, dove è stato realizzato questo interessante Sistema Solare in miniatura, con ognuno dei corpi rappresentati (il Sole, i pianeti, gli asteroidi e le comete) illustrato da un grande pannello 3D e da un secondo pannello che ne descrive le principali caratteristiche fisiche.

Nel filmato possiamo vedere alcune fasi salienti della manifestazione.

sabato 7 dicembre 2013

L'esagono di Saturno visto in alta definizione

Essendo un pianeta gigante gassoso, quello che Saturno mostra alla nostra vista non è la superficie, ma lo strato più esterno delle nuvole. Tra i vari fenomeni che avvengono  in questa atmosfera turbolenta, uno particolarmente bizzarro, è il cosiddetto esagono di Saturno, una corrente di gas che circola a più di 300 chilometri orari sopra il polo nord del pianeta, descrivendo una forma geometrica, curiosamente regolare e stabile, di dimensioni paragonabili a quelle della Terra.

Più volte la sonda Cassini ha fotografato questo gigantesco uragano e ripreso in dettaglio il furioso vortice che imperversa nel suo centro. Grazie al fatto che in questo periodo il Sole illumina l'interno della tempesta in maniera più favorevole, Cassini ha ora ottenuto una sequenza di immagini dell'esagono (che nel filmato possiamo vedere in falsi colori) con un dettaglio senza precedenti, fornendo per la prima volta una vista totale dell'intero fenomeno, permettendo di distinguere bene le differenze tra l'interno e l'esterno.

Gli scienziati possono usare queste immagini per comprendere meglio le diverse dinamiche atmosferiche di Saturno, ben diverse da quelle terrestri, dove, fatte le dovute proporzioni, una tempesta analoga si sarebbe esaurita in una settimana, mentre questa dura da decenni o forse da secoli.

Una curiosità: l'esagono di Saturno non è difficile da fotografare, accontentandosi di pochi dettagli, anche con piccoli telescopi amatoriali. Anche io ci ho provato con il mio telescopio e ho ottenuto questa immagine:


Sulla sinistra vediamo Saturno come era il 22 giugno 2013, a destra vediamo la proiezione polare della foto. Proprio nella zona del polo nord possiamo intuire la caratteristica forma esagonale della famosa tempesta. Per i dettagli tecnici della foto, vedi qui.

Adesso vi lascio al filmato dell'INAF dedicato alla tempesta esagonale su Saturno. Buona visione a tutti.

mercoledì 27 novembre 2013

Cos'è la materia oscura? La Fisica in un minuto.

Avete mai avuto l'impressione che fuori ci sia qualcosa di più grande, qualcosa che non potete vedere? In effetti c'è e si chiama materia oscura. La materia oscura è sparsa nello spazio e inghiotte la Via Lattea e le altre galassie. E' quattro volte più abbondante della materia visibile e finora non è mai stata vista in maniera diretta.
Come facciamo a sapere che c'è? A causa della gravità. Una galassia è come una gigantesca giostra su cui sono salite tutte le stelle. Per rimanere a bordo, ogni stella deve tenersi stretta (e qui entra in gioco la gravità), altrimenti verrebbe spazzata via nello spazio. Il problema è che la forza di gravità dovuta a tutte le stelle che vediamo non è abbastanza forte per tenere unite le galassie (tutte le stelle dovrebbero sfuggire via dalla giostra). Ma le stelle non sfuggono. E' come se ci fosse una corda invisibile che le aiuta a mantenersi a bordo. I fisici ritengono che questa corda sia la forza gravitazionale dovuta a materia che non possiamo vedere, da qui il nome di materia oscura.
Come facciamo a conoscere la velocità delle stelle appartenenti a galassie lontane? L'effetto doppler (che è la causa del perché la sirena della polizia si sente a toni più alti quando la volante si avvicina e a toni più bassi quando si allontana) funziona anche per la luce. E' così che funziona l'autovelox, ed è così che gli astronomi misurano la velocità di rotazione delle galassie.
La cosa affascinante è che utilizziamo ciò che si può vedere per avere informazioni su ciò che non si può vedere.

Nel seguente video (della durata di poco più di un minuto), possiamo vedere ciò che ho scritto accompagnato da simpatiche vignette.

Buona visione a tutti.

giovedì 21 novembre 2013

Un ammasso di stelle dai colori vivaci

L'ammasso denominato M37 (visibile nella costellazione dell'Auriga) è molto conosciuto dagli astrofili, perché è un ammasso di stelle (classificato come ammasso aperto) ben visibile anche con un binocolo (e un cielo limpido e buio). Ma la visione di questo ammasso comincia a diventare interessante con piccoli telescopi, da 100 mm di diametro in su, perché si riescono a vedere decine di stelle molto compattate in uno sfondo stellare molto ricco.

Il lato più spettacolare di questo oggetto celeste però si riesce ad apprezzare nelle foto, perché in queste si riesce ad evidenziare il colore delle stelle più luminose.

Le foto astronomiche di oggetti come gli ammassi stellari o le nebulose vengono effettuate con la tecnica della lunga posa. Non viene effettuata solo una posa, ad esempio, di due ore, ma tante pose da alcuni secondi o da alcuni minuti che poi vengono sommate con appositi software. Il motivo di questa somma è che è possibile minimizzare il rumore elettronico e il rumore termico della fotocamera o del CCD che viene usato per fare la foto. Nel mio caso ho sommato 19 pose da 5 minuti ciascuna.

Questo il risultato: ecco la mia foto dell'ammasso aperto M37.

























Dettagli tecnici:

Telescopi o obiettivi di acquisizione: Celestron CPC-800
Camere di acquisizione: Canon EOS 600D / Rebel T3i
Montature: Celestron HD Pro Wedge
Telescopi o obiettivi di guida: Urania C.R.T. Newton 150
Camere di guida: ZW Optical ASI120MC
Riduttori di focale: Antares Antares f/6.3 SCT
Software: DeepSkyStacker, photoshop, Stark Labs PHD GUIDING 1.14.2, Iris
Date: 02 novembre 2013
Pose: 19x300" ISO800 29C
Integrazione: 1.6 ore
Dark: ~7
Flat: ~11
Bias: ~21
Giorno lunare medio: 27.89 giorni
Fase lunare media: 3.02%
Scala del Cielo Scuro Bortle: 7.00
Centro AR: 88,102 gradi
Centro DEC: 32,588 gradi

martedì 19 novembre 2013

Nuovi asteroidi da sorvegliare (filmato)

Sono stati scoperti altri 3 piccoli corpi celesti appartenenti al Sistema Solare da sorvegliare. Si tratta di due asteroidi e di una cometa di lungo periodo. Per fortuna questi oggetti non si avvicineranno molto al nostro pianeta e non diventeranno una minaccia importante.

Però sono degli oggetti piuttosto peculiari. Ad esempio l'asteroide 2013 UQ4 ha un'orbita fortemente inclinata e retrograda e ha un diametro di 20 chilometri. Probabilmente non è altro che il residuo di un'antica cometa che ha ormai esaurito il materiale che evapora quando si avvicina al sole formando il fenomeno della coda cometaria.

Nel filmato dell'INAF tutti i dettagli su questi nuovi corpi del Sistema Solare.

Buona visione a tutti.

domenica 17 novembre 2013

Cometa ISON fotografata da me

Giorno 8 novembre 2013 sono riuscito a fotografare la cometa ISON C/2012 S1. Si tratta di una cometa che dovrebbe fare molto "rumore" nei prossimi giorni, perché secondo le previsioni dovrebbe raggiungere la visibilità ad occhio nudo.

Nell'attesa che questa cometa diventi più luminosa man mano che si avvicina al Sole, vi mostro questa mia foto ottenuta alcuno giorni fa (8 novembre).

(cliccare sull'immagine per vederla ingrandita)



Scheda tecnica

Telescopi o obiettivi di acquisizione: Celestron CPC-800
Camere di acquisizione: Canon EOS 600D / Rebel T3i
Montature: Celestron HD Pro Wedge
Telescopi o obiettivi di guida: Orion Orion Mini Guidescope
Camere di guida: ZW Optical ASI120MC
Riduttori di focale: Antares Antares f/6.3 SCT
Software: BinaryRivers BackyardEOS, photoshop, DeepSkyStacker, Stark Labs PHD GUIDING 1.14.2, Iris
Risoluzione: 4192x3028
Date: 08 novembre 2013
Pose: 10x180" ISO800 28C
Integrazione: 0.5 ore
Dark: ~9
Flat: ~1
Bias: ~21
Giorno lunare medio: 4.94 giorni
Fase lunare media: 25.18
Scala del Cielo Scuro Bortle: 7.00

martedì 12 novembre 2013

A cosa serve l'astronomia?

A cosa serve l'astronomia? Ha delle ricadute nella vita quotidiana? La risposta è certamente sì! Recentemente nel sito dell'Unione Astronomica Internazionale è comparso un articolo molto interessante: Why is Astronomy Important? Il titolo sembra pretenzioso, ma si fa notare che le lan WiFI devono la loro esistenza a delle applicazioni astronomiche, oppure che i detector a raggi X che vediamo negli aeroporti furono progettati in origine per studiare i fenomeni violenti dell'Universo. Anche i termometri ambientali come quelli che controllano la temperatura delle culle nei reparti di maternità, il GPS, il CCD e tante altre cose avrebbero un'origine che deriva da applicazioni astronomiche.

Per i dettagli su questo interessante argomento potete guardare questo video (durata poco più di 2 minuti) che ci spiega perché l'astronomia è davvero importante, non solo perché ci permette una meravigliosa conoscenza dell'Universo, ma anche perché ha delle interessanti ricadute tecnologiche nella nostra vita quotidiana.

Buona visione a tutti.

martedì 17 settembre 2013

Luna, galassie e ammassi stellari

Nonostante tutte le immense difficoltà personali che sto vivendo in questi ultimi mesi (forse ne scriverò qualcosa prossimamente, se me ne viene la voglia), per distrarmi ho voluto continuare la mia attività di “astrofotografo”. Anche se non sono mai dei grandi capolavori, vi propongo le mie foto più recenti.

Cratere lunare Copernicus. Largo 93 km, è uno dei crateri lunari meteoritici più belli e cospicui visibili nel nostro satellite. Ha un’età di 800 milioni di anni e quindi è un cratere di formazione piuttosto recente per i tempi geologici lunari.

(Clicca sull’immagine per vederla ingrandita e per leggere i dettagli tecnici)

 

Cratere lunare Bullialdus. Un altro notevole cratere meteoritico largo 61 km e che sorge in una zona abbastanza “piatta” e questo lo rende piuttosto evidente. Si nota una evidente raggera di materiali espulsi nell’impatto del meteorite che lo ha generato.

(Clicca sull’immagine per vederla ingrandita e per leggere i dettagli tecnici)

 

Ammasso globulare M2. Un magnifico globo di stelle lontano 37500 anni luce, largo 175 anni luce e con una fantastica età di 13 miliardi di anni. Contiene la bellezza di 150000 stelle, ma solo poche centinaia (o al massimo migliaia) sono visibili con telescopi amatoriali. L’ammasso in realtà è facilmente visibile come una macchia nebulosa anche con un piccolo binocolo nella costellazione dell’Acquario.

(Clicca sull’immagine per vederla ingrandita e per leggere i dettagli tecnici)

 

Galassia NGC 891. E’ una bella galassia nella costellazione di Andromeda, distante 39 milioni di anni luce. La sua peculiarità è che questa galassia si presenta perfettamente di profilo, cosicché appare come un lungo fuso luminoso tagliato a metà da una fascia scura formata da gas e polveri galattiche. Uno degli oggetti più belli del cielo.

(Clicca sull’immagine per vederla ingrandita e per leggere i dettagli tecnici)

 

Doppio ammasso di Perseo. Si tratta di due bellissimi e luminosi ammassi aperti visibili nella costellazione di Perseo (anche a occhio nudo). Sono catalogati come NGC 869 ed NGC 884. Sono distanti rispettivamente 7200 e 7500 anni luce.

(Clicca sull’immagine per vederla ingrandita e per leggere i dettagli tecnici)


sabato 7 settembre 2013

Un pianeta d’acqua

I filtri ottici sono molto preziosi per determinare la composizione chimica degli oggetti astronomici. Alcuni astronomi giapponesi hanno utilizzato dei filtri per studiare il pianeta extrasolare GJ 1214 b e hanno scoperto un mondo ricco d’acqua. Questo interessante pianeta è classificato come una superterra, cioè un pianeta decisamente più piccolo dei giganti gassosi del nostro Sistema Solare e con una massa di alcune volte superiore a quello del nostro pianeta; una via di mezzo tra i giganti gassosi e i pianeti rocciosi. GJ 1214 b orbita attorno ad una stella nana rossa ed è stato possibile osservare diversi passaggi del pianeta davanti alla stella. Lo studio di questi passaggi ha permesso agli astronomi di stabilire che l’atmosfera di questa superterra è formata principalmente da acqua. E’ probabile che anche le altre superterre finora scoperte abbia una composizione atmosferica molto simile.

Nel seguente filmato possiamo vedere il servizio dedicato a questo meraviglioso pianeta d’acqua. Buona visione a tutti.


Buchi neri spazzini

I buchi neri supermassicci nei nuclei delle galassie potrebbero essere i responsabili dell’impoverimento di gas nelle galassie che impedisce la formazione di nuove stelle. In questa intervista Monica Orienti ci spiega come è stata fatta questa importante scoperta ad opera di un team di radioastronome guidato da Raffaella Morganti, ora in Olanda. Un’altra scoperta che mette in evidenza l’importanza dei buchi neri galattici supermassicci nella formazione ed evoluzione delle galassie.

Buona visione dell’intervista.


domenica 28 luglio 2013

Crateri lunari: Schiller, Gassendi e Herschel

Ogni tanto in questo blog pubblico alcune foto astronomiche realizzate da me. In questo caso si tratta di tre bellissimi crateri lunari: Schiller, Gassendi ed Herschel. Il telescopio utilizzato per fare queste foto è un Celestron CPC800, la camera di acquisizione è una ASI120MC ed è stata utilizzata una lente di barlow 2,5x per raggiungere una focale equivalente di circa 5000 mm. Le tre foto sono state fatte il 19 luglio 2013 durante una serata con un seeing abbastanza buono, per questo motivo si è raggiunto un risultato apprezzabile.

Ecco le foto (cliccate sulle immagini per vederle ingrandite e leggere i dettagli):

Cratere Schiller




Cratere Gassendi




Cratere Herschel

venerdì 19 luglio 2013

M 15: un globo pieno di stelle

M 15 è un ammasso globulare visibile nella costellazione di Pegaso. E' un immenso globo formato da decine di migliaia di stelle e lontano 33600 anni luce da noi. Si tratta di uno degli ammassi globulari con il nucleo più denso che si conoscano, forse a causa di un collasso gravitazionale dovuto alla presenza di un buco nero centrale. Sono riuscito ad immortalare questo interessante ammasso stellare con la mia attrezzatura astronomica e la foto la potete vedere di seguito. Spero che vi piaccia. Nei prossimi giorni posterò altre foto di altri oggetti astronomici ben visibili nel cielo estivo.

Buona visione dell'ammasso globulare M15.



(clicca sull'immagine per vederla ingrandita).

mercoledì 5 giugno 2013

Visita guidata nelle Nubi di Magellano di Swift

La nostra Galassia, detta anche Via Lattea, ha alcune galassie "satelliti". Si tratta quindi di galassie più piccole che sono legate gravitazionalmente con la nostra galassia. In questo filmato possiamo vedere una sorta di "visita guidata" nelle galassie satelliti più grandi del nostro sistema galattico, cioè le Nubi di Magellano, visibili entrambe nel cielo australe. Le immagini sono state ottenute dal satellite della NASA Swift che è in grado di rivelare le radiazioni ultraviolette emesse dagli oggetti astronomici.

Buona visione del filmato.

martedì 21 maggio 2013

Stelle doppie, galassie, Saturno e Luna (foto)

Negli ultimi tempi mi sono dedicato all'astronomia e alle foto astronomiche. Vi posto un estratto delle mie foto più recenti che (personalmente) ritengo migliori. Per vederle tutte invece potete consultare questo link: www.astrobin.com/users/giusnico/

Vediamo la prima foto. Si tratta di una bella galassia ben visibile per gli osservatori australi, ma un po' difficile da vedere alle nostre latitudini, nelle nostre regioni del sud si vede un po' meglio, anche se resta sempre abbastanza bassa sull'orizzonte. Sto parlando della galassia a spirale M83 (denominata "girandola del sud"), distante 14,7 milioni di anni luce e visibile nella costellazione dell'Idra. Si tratta quindi di una galassia molto vicina.



(clicca sull'immagine per vederla ingrandita).


Veniamo adesso a un sistema stellare multiplo molto noto e ben visibile soprattutto nel nostro emisfero. Si tratta di Epsilon Lyrae, visibile ad occhio nudo nella costellazione boreale della Lyra e molto vicina prospetticamente alla stella Vega, una delle più luminose del cielo. Epsilon Lyrae è spesso chiamata anche "la doppia doppia", perché è formata da due sistemi binari stretti separati da circa 3 primi d'arco. Questo sistema si trova a 162 anni luce da noi. La prima doppia si chiama ε1 (sulla destra nella foto) ed è formata da due stelle separate da 2,35 secondi d'arco. La ε2 (sulla sinistra) è formata da due stelle separate quasi dello stesso angolo.



(clicca sull'immagine per vederla ingrandita)


Il protagonista del cielo primaverile di quest'anno è certamente il pianeta Saturno. In questa mia foto possiamo vedere alcuni dettagli degli anelli, come la divisione di Cassini (il solco scuro) e altri dettagli dell'atmosfera di questo gigante gassoso, come le bande atmosferiche colorate e, nella zona polare, si vede una regione più scura nota come "tempesta esagonale".



(clicca sull'immagine per vederla ingrandita)


Anche la Luna deve avere il suo spazio. In questa foto ho immortalato un panorama lunare nelle vicinanze del cratere Clavius (quello più grande al centro un po' spostato verso sinistra). Clavius è un cratere da impatto meteoritico largo 225 chilometri e che si è formato circa 4 miliardi di anni fa.
   


(clicca sull'immagine per vederla ingrandita)

domenica 5 maggio 2013

Foto astronomiche (biennio 2012 - 2013)

In questo filmato ho raccolto le mie foto astronomiche più significative (significative non vuol dire che siano necessariamente belle ;-)) che ho fatto nel biennio 2012 - 2013. Sono realizzate con attrezzature astronomiche e fotografiche senza troppe pretese, ma che mi hanno dato lo stesso grandi soddisfazioni. La passione per l'astronomia non deve mai diventare "competizione" fine a se stessa, una gara alla foto sempre più bella, particolareggiata, spesso anche esageratamente elaborata con photoshop. L'importante è godersi le meraviglie del cielo, fotografando cose interessanti.

Buona visione del filmato.

giovedì 18 aprile 2013

I pianeti più simili alla Terra

L’ultima scoperta del “cacciatore di pianetiKepler, appena annunciata sulla rivista Science, riguarda i pianeti più simili alla Terra che siano mai stati scoperti finora. Sono simili le dimensioni rispetto alla Terra e anche la stella attorno a cui orbitano è simile al Sole. La cosa singolare è che anche la distanza orbitale è simile a quella terrestre. Nonostante tutto la certezza che in questi pianeti ci sia atmosfera e acqua liquida ancora non c’è.

Questo sistema planetario così interessante ruota attorno alla stella Kepler-62, molto simile al nostro Sole. Attorno a tale stella, Kepler ha rilevato 5 pianeti dotati di dimensioni che vanno dalla metà al doppio di quelle della Terra. I pianeti più interessanti sono quelli più esterni, denominati Kepler-62e e Kepler-62f. Il primo orbita ai limiti della cosiddetta zona abitabile, dove la radiazione proveniente dalla stella basta a consentire la vita, ma è anche abbastanza bassa per consentire l’esistenza di acqua allo stato liquido. Kepler-62f, grande 1,41 volte la Terra, si trova nella fascia centrale della zona abitabile, e dalla sua densità si deduce che dovrebbe essere roccioso, come il nostro pianeta. Potrebbe quindi avere, fiumi, laghi, mari e atmosfera respirabile per forme di vita simili alle nostre. Ma ciò non è sicuro, perché Kepler non è in grado di confermare questo tipo di ipotesi perché la stella è troppo lontana.

Dimensioni relative di alcuni dei pianeti orbitanti attorno alla stella (l’aspetto dei pianeti, tranne della Terra, è solo frutto della fantasia del disegnatore). Da sinistra a destra: Kepler-22b, Kepler-69c, Kepler-62e, Kepler-62f, Terra

Per potere essere sicuri di avere davvero scoperto un pianeta simile al nostro, bisognerà aspettare di osservare un sistema planetario di una stella più vicina, oppure attendere ancora per avere a disposizione strumenti e metodi ancora più potenti di quelli attualmente a nostra disposizione.


lunedì 15 aprile 2013

Chi decide il nome di un pianeta?

Ormai conosciamo più di 700 esopianeti e altri 3000 sono in attesa di essere confermati da successive osservazioni. Questo è già un lungo elenco, ma è destinato a crescere ancora, di mondi alieni che vengono chiamati con una sigla. Ma se si volesse dare un nome “vero” a tutti questi pianeti come si potrebbe fare? In questo video si spiega come l'Unione Astronomica Internazionale mette in guardia da siti web che lo promettono ma che nulla hanno a che fare col processo decisionale ufficiale, riconoscendo comunque l'interesse del pubblico ad avere nomi di esopianeti "popolari". In particolare si fa cenno al sito uwingu, che per pochi dollari di proporre il nome per un pianeta e di votare i preferiti. In realtà questa iniziativa non ha nessuna implicazione sul processo di denominazione ufficiale dei pianeti e che si tratta in realtà di una trovata pubblicitaria.


Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...