lunedì 23 luglio 2007

Ma gli U.F.O. esistono?


Come autore di romanzi di fantascienza, non posso non chiedermelo!

In realtà la risposta è banale: la sigla U.F.O. (Unidentified Flying Object) implica la loro esistenza. Non c’è dubbio sul fatto che possano essere avvistati oggetti volanti non identificati, ma non è affatto detto che questi oggetti siano definitivamente non “identificabili”. Potrebbero essere temporaneamente non identificati, ed essere poi identificati con una più attenta analisi. Questa eventualità succede più spesso di quanto si creda: basti pensare a quante volte gli U.F.O. si sono rivelati essere semplicemente dei meteoriti, fulmini globulari, allucinazioni, o addirittura delle burle o imbrogli.

Però quando si parla di U.F.O. si arriva subito a parlare di alieni. La convinzione di molti è che i numerosi oggetti volanti visti da altrettanto numerosi testimoni siano veicoli spaziali di misteriose civiltà extraterrestri. Ci sono persone che hanno visto sia gli U.F.O. sia gli alieni e sono pronte a giurarci sopra.

Tuttavia, nonostante le migliaia di testimoni in tutto il mondo, le prove scarseggiano in maniera sospetta.

Secondo la scienza, la vita sulla Terra non è un caso unico. Sono stati scoperti più di cento pianeti appartenenti a stelle diverse dal Sole e molti altri se ne scopriranno. Solo nella nostra Galassia dovrebbero esistere miliardi di pianeti e milioni tra questi dovrebbero possedere le condizioni ideali per lo sviluppo della vita. Per la scienza, quindi, la vita extraterrestre è un’eventualità tutt’altro che improbabile. Purtroppo ci sono delle difficoltà: le distanze interstellari sono enormi, tali che la luce impiegherebbe centinaia o migliaia di anni per colmarle. Se esistessero civiltà extraterrestri progredite, come farebbero a percorrere tali distanze? A livello scientifico questo è un grosso problema, tanto da minare alla base la possibilità di una reale comunicazione con i nostri ET. Per lo scrittore di fantascienza, invece, non c’è alcun problema: basta inventarsi dei mezzi di locomozione straordinari! Il salto nell’iperspazio, ad esempio; oppure la trasmissione telepatica o tante altre cose (più o meno ridicole, aggiungo io) che si sono lette nei romanzi di fantascienza.

La scienza finora nega la possibilità che sia avvenuto un contatto con civiltà extraterrestri. Tutti gli avvistamenti finora effettuati sarebbero da relegare nella categoria degli errori, delle illusioni e delle burle/imbrogli. Comprese le famose “abductions”, cioè i rapimenti di esseri umani da parte di alieni. Migliaia di persone in tutto il modo credono fermamente di essere state rapite da esseri alieni e condotte a bordo di veicoli spaziali, dove affermano di avere subìto dolorosi esami di tipo medico. Secondo gli ufologi questo tipo di rapimenti avrebbe scopo scientifico, ovvero degli esseri di presunta origine extraterrestre avrebbero utilizzato più volte delle cavie umane (o animali) per condurre degli esperimenti scientifici di natura non meglio precisata.

Dal punto di vista scientifico non vi è alcuna prova che questi rapimenti siano avvenuti nel modo descritto, o tantomeno che siano imputabili ad ipotetiche entità extraterrestri. La comunità scientifica imputa il fenomeno ad altre origini spiegabili, generalmente di tipo cognitivo e in alcuni casi psicopatologico.

Ad ogni modo, per uno scrittore di fantascienza la “leggenda” (o verità) degli U.F.O./alieni è (letteralmente) una vera manna dal cielo, perché permette di costruire storie interessanti e inquietanti, dove in realtà si riflettono in maniera simbolica tutte le paure, le angosce e i disagi della condizione umana.

Nell’attesa che il mistero U.F.O. si chiarisca, alcuni scienziati si sono “messi all’ascolto” dei segnali radio provenienti dallo spazio, nella speranza di captarne qualcuno di origine extraterrestre. Si tratta del Progetto S.E.T.I., acronimo di Search for Extra-Terrestrial Intelligence (Ricerca di Intelligenza Extraterrestre). Il progetto è condotto dal SETI Institute, un'organizzazione scientifica privata, senza scopi di lucro. A partire dal 1999 è possibile aiutare questo progetto facendo uso del proprio computer casalingo. Si tratta di SETI@home: un progetto di calcolo distribuito per Personal Computer, portato avanti dall'Università di Berkeley. Lo scopo di SETI@home è quello di analizzare i dati provenienti dal Radiotelescopio di Arecibo, alla ricerca di eventuali prove di trasmissioni radio provenienti da intelligenza extraterrestre. Con oltre 5 milioni di utenti in tutto il mondo, il progetto è attualmente l'esempio di maggior successo di elaborazione distribuita. Se volete partecipare anche voi, seguite questo link, scaricate il programma, installatelo e farà tutto lui.

Buona ricerca degli alieni e buona lettura dal vostro Giuseppe Nicosia.

1 commento:

Lascia un tuo commento!

Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...