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venerdì 28 dicembre 2018

Il telescopio più adatto per un principiante

Quale potrebbe essere il telescopio più adatto per un principiante? Molti mi chiedono, spesso durante le serate pubbliche, quale telescopio dovrebbero acquistare per cominciare l'osservazione del cielo. Non sempre è facile rispondere a questa domanda nella folla della serata (tutti ti bombardano di domande di tutti i tipi e non sempre pertinenti). Per questo mi sono fatto un'idea di come rispondere in maniera rapida, chiara e concisa.

Di solito dico:

1) cominciare a osservare il cielo a occhio nudo cercando di imparare le costellazioni (è facile procurarsi una buona mappa del cielo), riconoscere i pianeti e i loro movimenti. Per fare questo occorre ovviamente un cielo non troppo inquinato dall'illuminazione pubblica (stare lontano dalle città), altrimenti si vedono troppe poche stelle e le costellazioni diventano difficili da riconoscere.


Un astrolabio, una carta stellare che permette di riconoscere facilmente le costellazioni.


2) in seguito conviene cominciare a osservare con un binocolo, ad esempio un 10x50 e non è necessario che sia di qualità straordinaria, anche un binocolo che già si possiede può andare benissimo. Con il binocolo, lontano dal disturbo delle luci cittadine si possono già vedere molti oggetti di Messier e altri del catalogo di NGC.

Un tipico binocolo astronomico.


3) quando si ha almeno un anno o due di esperienza con il binocolo si può passare ad un telescopio. Io consiglio sempre con un telescopio di tipo dobson che costa poco, ha una buona apertura e una buona trasportabilità.

Dimensioni di alcuni telescopi dobson in commercio.

Molti mi chiedono se possono da subito cominciare a fotografare galassie e nebulose. La risposta è che le foto di oggetti celesti molto deboli richiedono una attrezzatura molto costosa e difficile da utilizzare. Meglio cominciare con l'osservazione visuale.

Il telescopio più grande del mondo (documentario National Geographic)

Questo documentario è dedicato ai grandi telescopi riflettori che hanno fatto la storia dell'astronomia moderna. In particolare si descrive il Large Binocular Telescope, che è, alla data attuale il più grande telescopio operativo del mondo. Questo telescopio, tra l'altro, è per il 25% Made In Italy, perché è stato assemblato in Italia ed è stato trasportato negli Stati Uniti da un'azienda italiana specializzata in trasporti eccezionali.

Buona visione del documentario.


domenica 9 dicembre 2018

La canzone dei pianeti

I bambini sono curiosi ed imparano presto e una canzone è la cosa più adatta per fargli imparare i nomi dei pianeti del Sistema Solare. La speranza è anche quella che finiscano per appassionarsi di astronomia!

Questo è il testo della canzone di questo filmato:

"Siamo I pianeti grandi e tondi
E giriamo intorno felici e contenti
Siamo I pianeti grandi e tondi
E giriamo intorno felici e contenti

Sono il più vicino al sole
Sono Mercurio. Mercurio

Sono il più luminoso
Sono Venere. Venere

Io sono il tuo pianeta
Sono la Terra. Terra

Sono il pianeta rosso
Sono Marte.  Marte

Siamo I pianeti grandi e tondi
E giriamo intorno felici e contenti
Siamo I pianeti grandi e tondi
E giriamo intorno felici e contenti

Sono il pianeta più grande
Sono Giove. Giove 

Ed io il pianeta con gli anelli
Sono Saturno. Saturno 

Io ho 27 lune
Sono Urano. Urano 

Ed io son fatto di gas
Sono Nettuno. Nettuno 

Il più lontano dal sole
Sono io, Plutone. Plutone 

Siamo I pianeti grandi e tondi
E giriamo intorno felici e contenti
Siamo I pianeti grandi e tondi
E giriamo intorno felici e contenti"

Buona visione e buon ascolto.


mercoledì 5 dicembre 2018

Quanto tempo potresti sopravvivere su ogni pianeta?

I pianeti del nostro Sistema Solare hanno atmosfere con composizione diversa, altri non possiedono atmosfera, come Mercurio, mentre altri non hanno una superficie solida (come i giganti gassosi Giove, Saturno, Urano, Nettuno). In questo video possiamo vedere quanto tempo potremmo sopravvivere su ogni pianeta. Attenzione: c'è un bellissimo finale in questo filmato!

Buona visione a tutti.


sabato 1 dicembre 2018

Sirio B, la mia foto

Foto della nana bianca Sirio B. (Leggi qui per avere maggiori informazioni su Sirio B)

La notte del 19 gennaio 2017 è stata una breve pausa del maltempo che ha colpito in parte anche la Sicilia. Ho notato subito un cielo abbastanza limpido, ma la cosa più "strana" era che le stelle brillavano pochissimo. Ad esempio Sirio, che di solito nelle serate invernali con pessimo seeing brilla come se fosse un faretto impazzito (anche con rapide variazioni cromatiche), stavolta sembrava quasi "ferma". Allora ho tentato il "colpo grosso" e ho montato in balcone il mio Celestron CPC-800 con la camera planetaria ASI290MC del Gac Catania. Il risultato lo potete vedere in foto: si riesce a vedere la famosa nana bianca Sirio B. Una foto non facile perché Sirio B è 8200 volte più debole di Sirio A e quindi tende ad essere sommersa dalla luminosità della stella principale.

Dettagli tecnici della ripresa:

Telescopio: Celestron CPC-800 xlt @ f/10
Camera: ASI290MC
Durata del filmato: 62.17 sec.
Frames: 500
Tempo di posa per frame: 124.5 ms
Framerate: 8 fps
Gain: 188
Temperatura del sensore: 16 °C
Frames elaborati: i migliori 50 scelti manualmente.
Software utilizzati: Registax e Photoshop.


Cometa di Natale del 2018

La sera tra il 29 e il 30 novembre 2018 sono riuscito a osservare due comete! La prima è la "famosa" 46P/Wirtanen, nota come la "cometa di Natale 2018" e che promette di diventare luminosa (già in effetti lo è) verso la metà di dicembre 2018. La seconda è la più debole 38P/Stephan-Oterma.

Per l'osservazione ho usato ben quattro strumenti: un Newton 155/1000 mm montato su una base dobson autocostruita, un dobson GSO 250/1250 mm, un binocolo 8x30 Stein Optik e un binocolo Vixen 20x80 BWCF.

Queste sono le descrizioni osservative delle due comete.

Cometa 46P/Wirtanen (mag. 5,9). Visibile a stento con il binocolo 8x30, ma aveva già superato il meridiano e stava “tramontando” dietro il palazzo molto illuminato che faceva perdere l’adattamento all’oscurità. Con il binocolo 20x80 invece si vedeva benissimo e appariva larga con modesta condensazione centrale. La magnitudine indicata è di 5,9 e tutto sommato corrisponde a ciò che ho visto.

Cometa 38P/Stephan-Oterma (mag. 10,58). L’ho cercata prima con il Newton 155/1000 e l’ho trovata senza troppe difficoltà (55x), ma si vedeva solo in visione distolta. Con il dobson 250/1250 invece si riusciva a vedere anche in visione diretta (70x) e si percepiva una condensazione centrale abbastanza compatta circondata da un alone diffuso.

venerdì 13 ottobre 2017

Recensione Dobson GSO Deluxe 10” f/5

Dopo più di tre mesi di utilizzo di questo telescopio possono scriverne una breve recensione. Si tratta del dobson GSO da 10 pollici (254 mm) nella versione Deluxe con una focale di 1250 mm (f/5).

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- Montaggio

Il montaggio di questo dobson non è un problema, ma solo perché su Youtube si può trovare una video guida molto esauriente (relativa ad un dobson Zhumell Deluxe, ma che è esattamente uguale al nostro GSO), perché nella scatola non c’è nessuna guida (!).

Ecco la video guida:

- Dotazione di serie

La dotazione di serie non è molto ampia, ma dato che si tratta di un dobson fatto apposta per essere economico non ci aspettavamo granché da questo punto di vista. Gli oculari sono un Plossl da 9 mm molto economico ma di qualità non disprezzabile e un Erfle da 30 mm con barilotto da 2” di qualità non eccelsa ma che fornisce visioni spettacolari di larghi campi stellari, se non si è troppo infastiditi dalla presenza di coma ai bordi del campo (ricordo ad esempio una bella visione del Doppio Ammasso di Perseo proprio con questo oculare). Un altro accessorio interessante è la ventola di acclimatamento già montata sulla culatta e alimentata da un alimentatore con 8 pile. Il cercatore 9x50 è quello classico montato in tantissimi telescopi e che garantisce una buona visione del campo stellare inquadrato anche sotto cieli non proprio bui. Il focheggiatore è di tipo Crayford micrometrico con rapporto 10:1.

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Il cercatore 9x50.

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Il focheggiatore Crayford.

- Impressioni d’uso

La stabilità della montatura è buona. Con un colpetto parte una vibrazione, ma si smorza in una frazione di secondo. La collimazione è facile con le tre manopole nere sulla culatta (più altre tre bianche di fissaggio), però non sono certo del fatto che questa collimazione tenga molto ad un lungo trasporto. Meglio controllarla sempre con un collimatore laser o meglio ancora con lo star test prima di ogni osservazione.

- Facilità di trasporto

Il telescopio ha un tubo largo 30 cm e lungo 1,2 metri. Entra facilmente disteso sul sedile posteriore di una Fiat Idea. La montatura entra nel portabagagli e resta molto altro spazio per zaini, cassette con accessori ecc… Il tubo ottico pesa circa 15 kg e la base circa 10 kg. Si tratta di pesi e ingombri assolutamente gestibili da una sola persona anche in caso di lunghe trasferte. Un filmato che ho trovato su Youtube, realizzato dall’astrofilo Saverio Falciani, mostra come si potrebbe trasportare questo dobson con facilità:

 

- Prestazioni sul deep sky

Ovviamente un dobson deve avere buone prestazioni nel deep sky dato che è stato inventato proprio per questo. Il GSO Deluxe da 10 pollici non fa eccezione e portato sotto cieli di magnitudine 21 e oltre rende esattamente come deve rendere una apertura da 10 pollici. Presso il rifugio Margio Salice vicino Maniace (ME), sono riuscito ad osservare tutte le componenti del Quintetto di Stephan, ben 71 oggetti deep sky in totale, e una visione spettacolare della Nebulosa Velo con un filtro OIII Baader.

Con il cielo di magnitudine 19 di casa mia riesco lo stesso ad osservare molti oggetti deep sky, basta che non siano troppo deboli o troppi diffusi. Sotto un disegno della nebulosa planetaria NGC 7662, osservata proprio da casa mia in una serata con buona trasparenza e buon seeing:

NGC 7662

- Prestazioni nell’osservazione di Luna e pianeti

Fino a questo momento non ho testato in maniera molto approfondita questo strumento nel campo dell’osservazione planetaria. Il suo rapporto focale è di f/5 con una focale di 1250 mm. Significa che per ottenere alti ingrandimenti occorre utilizzare oculari di corta focale oppure una lente di barlow. Sono riuscito ad osservare Saturno con seeing buono una sola volta e solo per pochi minuti. A 250x (con oculare ortoscopico Celestron 5 mm) mostra la divisione di Cassini su tutto l’anello e si osserva anche una fascia atmosferica. Non ho fatto caso alla presenta dell’anello C o di altri particolari, ho solo notato che l’immagine appariva molto gradevole e contrastata. Giove l’ho potuto osservare solo una volta in condizioni di buon seeing, ma quando ormai il pianeta era basso sull’orizzonte e immerso in un residuo di luce diurna. In ogni caso i dettagli sulle fasce equatoriali erano ben contrastati anche se dal colore un po’ spento. Per test più esaustivi dovrò attendere fino all’anno prossimo per fare osservazioni più lunghe su Giove e soprattutto su Marte. Quando questo sarà fatto aggiornerò questa recensione.

Sulla Luna il contrasto è soddisfacente e i dettagli ben visibili.

- Prestazioni nell’osservazione di stelle doppie

Una delle cose che mi ha stupito di più di questo strumento è la sua notevole capacità nell’osservazione di stelle doppie. Sono riuscito a osservare doppie con una separazione di 0,5” a 390x e persino a 625x, come 52 Arietis con componenti di magnitudine 6,19 e 6,21 con separazione di 0,5” nel 2017.

52 arietisI

Il sistema binario 52 Arietis come l’ho visto in una serata dal seeing eccellente  (a 625x) con il dobson GSO Deluxe da 10”.

In queste osservazioni è stata determinante la stabilità della base e i movimenti molto precisi e dolci di questo strumento. Anche nelle stelle doppie dalla luminosità sbilanciata questo telescopio è riuscito a dimostrare il fatto suo. E’ il caso ad esempio di 1 Delphini con una separazione di solo 0,9” e componenti di magnitudine 6,20 e 8,02 quindi con una differenza di ben 1,82 magnitudini.

1 Delphini (1)

Il sistema binario 1 Delphini con le sue componenti molto vicine e sbilanciate in luminosità, come si riuscivano a vedere a 625x nel dobson GSO Deluxe 10” in rari istanti di seeing eccellente.

Mu1cygni

Un disegno del sistema binario Mu1 Cygni come visto con il dobson GSO Deluxe da 10”.

- Conclusioni

Si tratta di uno strumento economico (circa 600 euro nel 2017, comprese spese di spedizione), dal buon rapporto prezzo-prestazioni, fatto per dare il meglio nelle osservazioni deep-sky, dalla buona meccanica con movimenti fluidi e che permette, se si è molto pazienti e ben addestrati, anche osservazioni ad alti ingrandimenti. L’ho trovato buono anche nell’osservazione planetaria, ma decisamente sorprendente nell’osservazione di stelle doppie anche ad ingrandimenti alti o altissimi. Consigliato anche per principianti per la sua facilità d’uso.

lunedì 7 agosto 2017

Eclisse parziale di Luna 7 agosto 2017

Questo è un breve video per avvertire che questa sera del 7 agosto 2017 avrà luogo una eclissi parziale di Luna. La Luna si vedrà sorgere già con un bel “morso” perché il fenomeno avrà inizio alle 19:25 quando la Luna è ancora sotto l’orizzonte. Noi potremo cominciare a vederla alle 20:12, mentre la fase di massima parzialità è prevista per la 20:20.

Naturalmente la Luna sarà ancora bassa sull’orizzonte al culmine di questo fenomeno, quindi per poterla osservare nelle migliori condizione è consigliabile spostarli in un luogo che abbia l’orizzonte in direzione est il più libero possibile.

L’eclissi sarà visibile a occhio nudo o anche con un semplice binocolo si potrà osservare l’ombra curva della Terra. L’eclissi era considerata anticamente una delle tantissime prove della sfericità della Terra.

Buona visione del filmato.


venerdì 7 aprile 2017

Perché il cielo di notte è buio? Il paradosso di Olbers (video)

Vi siete mai chiesti perché il cielo di notte è buio? La risposta sembra semplice: non c’è il Sole! In realtà non si sta pensando al fatto che nell’Universo ci sono miliardi di miliardi di stelle, ed è questa consapevolezza che genera il paradosso. Se l’Universo fosse infinito e quindi con un contenuto di infinite stelle, il paradosso si esprimerebbe nella maniera più drammatica possibile. Quanta luce fanno infinite stelle? La risposta è facile. E allora come mai il cielo di notte e buio?

 

In questo filmato la spiegazione (in chiave moderna) di questo paradosso…

 

Buona visione a tutti.

 


I vincitori delle Olimpiadi italiane di astronomia 2017 (video)

In questo filmato possiamo vedere una breve intervista ai vincitori dell'edizione 2017 delle Olimpiadi italiane di astronomia. Si tratta di ragazzi che dimostrano grande passione e grande impegno nel campo dell'astronomia. Potrebbero essere loro gli astronomi italiani che un domani ci porteranno a fare grandi scoperte!

Buona visione a tutti del filmato.

giovedì 6 aprile 2017

Fotografare un buco nero con l’Event Horizon Telescope (video)

Si può fotografare un buco nero? In realtà si potrebbe fotografare il cosiddetto “orizzonte degli eventi” che non è altro per quella zona di confine oltrepassata la quale nessun segnale di tipo elettromagnetico può uscire dal buco nero.

Per fotografare l’orizzonte degli eventi occorre utilizzare lo strumento giusto. Per questo gli astronomi stanno usando una rete di radiotelescopi detta VLBI che abbraccia mezzo globo terrestre. In questo modo è come se si avesse un radiotelescopio con un diametro paragonabile al diametro terrestre con grande vantaggio per quanto riguarda la risoluzione dei dettagli degli oggetti osservati.

In questi giorni questa rete di radiotelescopi sarà puntata verso il buco nero nel centro della nostra galassia (Sagittarius A*) “ascoltando” alla frequenza di 230 Ghz. Dal 5 al 14 aprile 2017 si cercherà in questo modo di “vedere” l’orizzonte degli eventi di questo gigantesco buco nero.

Buona visione del video.


sabato 1 aprile 2017

Planet 9: lo potresti scoprire tu!

Nessuno ha mai avuto la fortuna di vederlo. Non è nemmeno sicuro che esista. In realtà numerosi indizi hanno portato gli scienziati a credere che ci sia un pianeta, molto lontano, ai confini del Sistema solare. Lo hanno battezzato Planet 9, il pianeta 9: un enorme mondo misterioso, 10 volte più massiccio della Terra e con un’orbita talmente ellittica e lontana da portarlo a decine, o anche a centinaia, di miliardi di chilometri dal Sole.

E tu potresti essere la prima o il primo a trovarlo.

E come si potrebbe fare? La risposta è semplice: usando lo strumento online Backyard Worlds, i mondi nel nostro giardino: un tool di citizen science che consente a chiunque di visualizzare le immagini raccolte nel corso degli anni dal telescopio spaziale della Nasa Wise alla ricerca di qualcosa di sconosciuto che si muove.

Un artefatto che si sposta seguendo una traiettoria precisa. Compito difficile persino per i supercomputer più potenti del mondo, per il cervello umano risulta facile come se fosse un videogioco. Cosa bisogna fare? Ti viene proposta una sequenza di quattro o cinque immagini di una stessa porzione di cielo osservata a distanza di mesi, o anche anni.
Se si nota un oggetto che sembra rispondere ai requisiti, lo clicchi con il mouse su ciascuna delle immagini. Quando hai finito, il programma ti permette di controllare se l’oggetto che hai individuato è già stato scoperto. E se non è così, ti viene chiesto di compilare un modulo da inviare agli astronomi per ulteriori verifiche.

Chissà se non sarai proprio tu a passare alla storia come colei, o colui, che ha riportato a nove il numero dei pianeti?

Buona visione del filmato.


venerdì 24 marzo 2017

Una stella che cade in un buco nero? Ecco cosa succede.

In questo filmato possiamo vedere cosa succede ad una stella se si avvicina troppo ad un buco nero. L’animazione mostra il gas strappato alla stella dalla forza di gravità del buco nero. Questa materia gassosa si avvicina al buco nero con un’orbita molto eccentrica e poi viene “sparata” via lontano fino a scontrarsi con altro gas che sta arrivando. Questo urto tra nubi gassose produce un enorme aumento della temperatura del gas che è visibile a varie lunghezze d’onda. Dopo un mese la materia gassosa torna nel punto più vicino rispetto al buco nero causando una intensa emissione nei raggi X. Tutto questo avviene in una galassia a 290 milioni di anni luce da noi.

Buona visione del filmato.


venerdì 11 novembre 2016

Superluna da record il 14 novembre 2016

Giorno 14 novembre 2016 la Luna si troverà nella fase di Luna piena, ma sarà anche molto vicina al perigeo (il punto della sua orbita di massima vicinanza alla Terra). La sua distanza sarà di 356511 chilometri. Quando avviene che la Luna piena è un concomitanza con il perigeo si parla di “superluna”. Una superluna così “vicina” non si verificava dal 1948 e la prossima volta avverrà solo nel 2034.

Il fenomeno in realtà non è facile da apprezzare ad occhio nudo, ma le dimensioni lunari apparenti saranno del 12% superiori rispetto a quando è alla massima distanza e la sua luminosità sarà del 30% maggiore.

Ciò che si noterà sarà certamente una Luna piena spettacolare, anche perché il nostro satellite naturale si troverà nella costellazione del Toro e si alzerà molto sull’orizzonte e la sua luminosità risalterà facilmente.

In questa immagine, ricavata dal software Stellarium, possiamo vedere il cielo verso Est la sera del 14 novembre 2016, approssimativamente alle ore 20:00, alla latitudine dell’Osservatorio Astrofisico di Serra la Nave (CT).

superluna16nov2016

Saranno molti gli eventi organizzati dai gruppi astrofili in tutta Italia in occasione di questa superluna. Su tutti vi segnalo questo:

http://www.museodellascienza.com/?page_id=26

Presso il Museo della Scienza Ludum (C.da Cubba Misterbianco (Catania) presso parco commerciale Centro Sicilia).

Buona visione della Luna… anzi… della SuperLuna! Smile


martedì 18 ottobre 2016

Quante galassie ci sono nell’Universo?

Da una recente misurazione ottenuta grazie al telescopio spaziale Hubble abbiamo una nuova stima del numero di galassie presenti nell’Universo. Si tratta di ben 2000 miliardi di galassie, una stima quasi doppia rispetto alle precedenti misure più accreditate.

In questo filmato possiamo vedere qualche dettaglio in più su questa interessante misura.

Buona visione a tutti.


mercoledì 21 settembre 2016

La formazione delle stelle

Le stelle si formano per contrazione di nubi gassose. Si suppone che nella fase iniziale la nube sia notevolmente estesa, rarefatta, e dotata di densità e temperatura basse ed uniformi.
Tra le particelle che costituiscono la nube agisce un'attrazione (gravitazionale) che tende ad avvicinarle. Inizia cosi una lenta contrazione che porta ad un riscaldamento della nube stessa.

NGC 281, nebulosa "Pacman"

(NGC 281 è un tipici esempio di nebulosa in cui si formano nuove stelle)

In accordo con leggi meccaniche e termodinamiche che stabiliscono precise relazioni di conversione tra lavoro e calore, parte del lavoro compiuto dalle forze gravitazionali durante la fase di contrazione della stella viene convertita in energia termica che, a sua volta, determina un riscaldamento della stella stessa.
d'altra parte, poiché viene a crearsi uno squilibrio tra la temperatura dell'ambiente circostante e quello della stella stessa, questa, o meglio, la «protostella», incomincia ad irraggiare.

(La protostella all’interno della nebulosa “Girino”)

Irraggiando energia, la stella tende a raffreddarsi e, con il raffreddamento, le forze gravitazionali incontrano meno opposizione da parte della pressione interna della stella dovuta all'agitazione termica del gas: ciò provoca una progressione della contrazione gravitazionale.
La contrazione fa aumentare ulteriormente la temperatura perché l'energia proveniente dal lavoro gravitazionale compiuto viene nuovamente in parte convertita in energia termica ed in parte irraggiata.

Ci troviamo cosi di fronte ad una situazione per cui più la stella si contrae, più si riscalda. Inoltre, in un certo senso, la sua contrazione progressiva e permessa dall'irraggiamento.
Possiamo sintetizzare questo meccanismo nella paradossale affermazione secondo la quale «una stella irraggiando si riscalda».
Tale realtà, che è paradossale soltanto in apparenza, e valida per tutti sistemi aventi «calore specifico negativo».

Studi generali mostrano che il calore specifico negativo a tipico dei sistemi autogravitanti, cioè soggetti alla contrazione gravitazionale.
Sappiamo che proprietà analoghe possono essere stabilite perfino per sistemi tipicamente «gravitazionali» e molto particolari, come i buchi neri.
La lenta e progressiva contrazione della stella continua per milioni di anni, fino a che le sue regioni centrali non diventano sufficientemente calde perché possano incominciare ad innescarsi ed a svolgersi le reazioni termonucleari.

Tali reazioni sprigionano energia secondo lo stesso processo che ha luogo nell'esplosione di una bomba all'idrogeno. Nel momento in cui si innescano tali reazioni, la nube di gas si stabilizza, Infatti essa si assesta nella situazione in cui l'energia che viene irraggiata dalla sua superficie è compensata dall'energia che viene generata nel suo interno. La stella non ha perciò più bisogno di contrarsi per generare energia termica. Questo è l'istante in cui si può dire che la stella è nata.

Va sottolineato che negli studi sulla formazione stellare viene adottata la Teoria newtoniana della Gravitazione.
Infatti, il campo gravitazionale di una stella è sufficientemente debole perché gli effetti relativistici siano trascurabili e la Gravitazione newtoniana rappresenti un'ottima approssimazione per lo studio di un tale sistema. Nel caso di oggetti come le stelle di neutroni e i buchi neri, intorno ai quali il campo gravitazionale assume un'intensità molto elevata, la Relatività Generale sarà indispensabile per la descrizione della loro situazione fisica.


martedì 20 settembre 2016

Quale telescopio per iniziare?

Molti astrofili hanno scritto qualcosa per spiegare qual è il miglior telescopio per iniziare ad osservare. Anche io vorrei contribuire ad aiutare tutti quegli appassionati di astronomia che desiderano cominciare a fare osservazioni al telescopio a fare una buona scelta.

Ecco i miei 7 consigli:

1) Non avere fretta di comprare

Lo so, spesso i parenti o gli amici ti mettono fretta, perché vogliono regalarti un telescopio per il compleanno o dopo il diploma. Però la fretta è cattiva consigliera. Quasi tutti i telescopi amatoriali in commercio non costano poco e quelli che costano poco sono davvero di bassa qualità. L’acquisto di un telescopio è una spesa impegnativa, quindi non va fatta a cuor leggero. Il pericolo di trovarsi tra le mani uno strumento non soddisfacente è molto concreto.

 

2) Osservate prima con lo strumento di un amico o con gli strumenti di un gruppo di astrofili

Star party

L’osservazione al telescopio può essere deludente per coloro che non sono esperti. I pianeti appaiono come dei minuscoli pallini con qualche macchia e altri oggetti come galassie e nebulose appaiono, nel migliore dei casi, come delle macchioline fosforescenti e, se si osserva da cieli cittadini inquinati dall’illuminazione pubblica, non si vedono affatto. Se non avete nessun amico munito di telescopio, la cosa migliore è recarsi ad uno star party o a una serata osservativa di un gruppo astrofili e osservare con i loro telescopi. Gli astrofili, inoltre, potranno darvi preziosi consigli per la scelta del vostro primo telescopio. Qui potete trovare un elenco dei principali gruppi astrofili in Italia, raggruppati per regioni.

 

3) Quanto ingrandisce?

E’ la prima domanda che fa un non esperto. La risposta è semplice e spiazzante: non ha quasi nessuna importanza! Gli strumenti astronomici funzionano bene in un certo intervallo di ingrandimenti a seconda di svariati fattori, come la dimensione, il tipo di telescopio, e non ultima, la qualità del cielo. Qui potete trovare un interessante articolo che tratta l’argomento del massimo ingrandimento di uno strumento astronomico.

 

4) Il primo telescopio? L’occhio…

In realtà il primo strumento astronomico ce lo portiamo addosso e sono i nostri occhi. A occhio nudo si possono fare interessanti osservazioni astronomiche. Intanto possiamo imparare a distinguere le costellazioni e questa è un’esperienza molto importante. Inoltre ad occhio nudo si possono osservare fenomeni affascinanti come quello delle stelle cadenti.

 

5) Il binocolo

Dopo avere imparato le costellazioni ad occhio nudo, possiamo cominciare ad osservare il cielo con un binocolo, anche con uno di quelli comprati dai cinesi. Questo strumento ci permetterà di “prendere dimestichezza” con gli oggetti visibili in cielo. Inoltre ci farà capire che differenza c’è tra un cielo inquinato di una città e il cielo buio e limpido di zone isolate o in alta montagna. Un binocolo può regalare visioni meravigliose di piccole zone della Via Lattea o di grandi ammassi stellari (come le Pleiadi). Io, ad esempio, prima di comprare un telescopio, ho osservato per più di un anno con un binocolo.

 

6) Al telescopio gli oggetti non si vedono come in fotografia

Sicuramente sarete rimasti affascinati dalle meravigliose foto di oggetti celesti presenti sul web. Quando si accosta l’occhio all’oculare non si vede nulla di tutto questo. L’occhio non è in grado di accumulare la luce raccolta dal telescopio, mentre le foto sono fatte con pose lunghe anche decine di ore. Anche i colori sono visibili con difficoltà ad occhio, se non in poche stelle luminose. Tutto apparirà molto più fioco e di colore grigio. Se volete avere un’idea di come appaiono gli oggetti astronomici al telescopio, potete guardare dei disegni come quelli presenti nel sito deep-sky watch. E ricordatevi che questi disegni sono stati realizzati da un esperto sotto cieli molto bui, quindi voi potreste vedere anche molto meno. Per fortuna la visione telescopica migliora molto con l’allenamento, quindi anche voi, se vi siete esercitati bene ad occhio nudo e poi con un binocolo, quando osserverete con un telescopio sotto un buon cielo avrete visioni simili a quei disegni. Un altro articolo molto interessante sul confronto tra fotografia e osservazione visuale è questo: Cosa si vede con un telescopio amatoriale?

 

7) Ma alla fine, quale telescopio devo comprare?

Se hai avuto la pazienza di leggere fino al punto 6) allora significa che possiamo cominciare a parlare di un telescopio. In realtà, se avete già una buona esperienza di osservazione ad occhio nudo e/o con un binocolo, questo è il vero momento di pensare all’acquisto di un telescopio. A questo punto dobbiamo vedere se preferite:

1) Osservazione deep-sky di oggetti come nebulose, galassie e ammassi stellari.

2) Osservazione di Luna e pianeti.

3) Fotografia (lunare.planetaria o deep-sky).

Se siete attratti dall’osservazione deep-sky, allora significa che avete bisogno di un cielo molto buio, lontano da fonti di inquinamento luminoso e quindi dovete prepararvi a salire a bordo della vostra automobile e allontanarvi da qualsiasi centro abitato. Il telescopio più adatto per questo tipo di osservazioni è il riflettore Dobson.

E’ un riflettore in configurazione ottica Newton, di solito molto leggero (tranne se è proprio di grandi dimensioni), facile da smontare e da trasportare e dal prezzo abbordabile.

Se invece vi piacciono di più le osservazioni di Luna e pianeti, vi occorre un telescopio con lunga focale e buona apertura. Il tipo più conveniente per rapporto qualità/prezzo è un telescopio Schmidt-Cassegrain. La cosa più interessante è che per l’osservazione di Luna e pianeti non è necessario andare dove il cielo è buio, ma le osservazioni si possono compiere anche dal balcone di un condominio in piena città.

Sono telescopi molto compatti e facilmente portatili fino ad un diametro di 20 cm di obiettivo. Di solito questo non è un problema, perché, come dicevo, non c’è bisogno di trasportarli in luoghi lontani.

Ovviamente con un Dobson si potranno osservare lo stesso i pianeti e con lo Schmidt-Cassegrain si possono vedere anche nebulose e galassie, ma non sono i campi di osservazione più congeniali. Con il Dobson non sarà facile raggiungere gli alti ingrandimenti per l’osservazione planetaria (300x e oltre) perché le corte focali di cui sono dotati lo rendono difficile. Con gli Schmidt-Cassegrain invece sarà difficile arrivare a diametri generosi a causa dei prezzi molto alti.

Riassumendo…

1) Conviene cominciare a occhio nudo o con un binocolo.

2) Quando si riescono a distinguere costellazioni e oggetti celesti si può pensare ad un telescopio.

3) A questo punto avrete sicuramente deciso qual è il campo di osservazione che vi appassiona di più.

4) Se vi piacciono nebulose, galassie, ammassi stellari, allora conviene comprare un telescopio Dobson di almeno 20-25 cm di obiettivo.

5) Se amate pianeti e Luna, allora il vostro primo telescopio sarà uno Schmidt-Cassegrain di almeno 20 cm di obiettivo.

Spero di esservi stato utile, e BUONE OSSERVAZIONI Smile


giovedì 15 settembre 2016

Tutti gli oggetti del catalogo di Messier fotografati da me

In 4 anni sono riuscito a fotografare tutti i 110 oggetti del catalogo di Messier. Nonostante possa sembrare un’impresa titanica, è stato un passatempo affascinante e piacevole e per niente uno stress. La maggior parte delle mie foto sono state fatte con tempi di integrazione ridicoli, ma gli oggetti si vedono lo stesso e alcuni anche abbastanza bene. Il catalogo degli oggetti di Messier è importante, non solo perché è il primo catalogo che fu redatto per classificare gli oggetti deep sky, ma anche perché contiene oggetti di vario tipo. Ci sono nebulose ad emissione, oscure, a riflessione, galassie, nebulose planetarie, ammassi aperti e globulari. Una varietà di oggetti cosmici rappresentativi tra tutto ciò che si può vedere con piccoli telescopi.

Ho raccolto le 110 foto di questi oggetti in un filmato che qui vi presento in questo post. Per i dettagli tecnici delle foto, potete collegarvi qui.

Buona visione a tutti.


mercoledì 14 settembre 2016

Congiunzione Giove–Venere del 27 agosto del 2016

La congiunzione stretta tra Giove e Venere del 27 agosto 2016 non è stata osservata e fotografata da molti. Il motivo è che questa congiunzione si è presentata molto bassa sull'orizzonte subito dopo il tramonto del Sole. All'orario di questo scatto (le 20:18, ora locale) questi oggetti erano alti solo 3° dall'orizzonte. Dalle brumose città italiane con l'orizzonte ingombro di palazzi sarà stata un'osservazione quasi impossibile. Io ho avuto la fortuna, in quel momento, di trovarmi nel pressi di monte Soro, sui monti Nebrodi, con alcuni amici del Gruppo Astrofili Catanesi, a circa 1400 metri di altezza, con un bel cielo e con l'orizzonte occidentale sgombro di ostacoli. A occhio nudo è stata una visione affascinante. Vedere i due pianeti più luminosi del cielo così vicini (4 primi di separazione: 8 volte meno del diametro lunare) era davvero impressionante. Per fortuna sono riuscito a fare una foto con il Celestron CPC-800 a cui avevo già montato la Canon 600D. Nella foto si riescono persino a scorgere i satelliti di Giove, come vedere dalle mie annotazioni.

Dati dello scatto.
Scatto singolo a 100 ISO, tempo di esposizione 1 sec. Canon 600D, riduttore di focale Antares f/6,3 + riduttore 0,8x. Elaborazione con Photoshop.

Congiunzione Giove - Venere del 27 agosto 2016


mercoledì 4 maggio 2016

Tre pianeti simili alla Terra attorno ad una stella nana ultrafredda

Una scoperta molto interessante è quella che è stata fatta da un gruppo di astronomi che ha utilizzato i telescopi dell’ESO in Cile. Si tratta della stella nana ultrafredda trappist-1 (distanza 40 anni luce) attorno alla quale orbitano tre pianeti di dimensioni e temperature superficiali simili a quelle di Venere o della Terra. Questo sistema planetario è davvero “mini” e somiglia più al sistema di lune maggiori di Giove piuttosto che al nostro Sistema Solare.

Tuttavia bisogna dire che è certamente un sistema planetario molto interessante perché pianeti del genere potrebbero essere degli ottimi candidati per cercare tracce di forme di vita.

Nel seguente filmato possiamo vedere il servizio dell’INAF dedicato a trappist-1 e ai suoi tre pianeti di “taglia” terrestre.

Buona visione a tutti.


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