lunedì 2 aprile 2012

Cratere Platone

Ecco una foto del cratere lunare Platone (in basso al centro). E’ stata realizzata con un telescopio Newton da 150 mm (focale 1000 mm), webcam Microsoft LifeCam VX-1000 al fuoco diretto. Nella parte alta a sinistra si vede anche il cratere Archimedes. Platone ha un diametro di 109 chilometri e si stima che si sia formato 3,84 miliardi di anni fa. Il suo bordo irregolare in media è 2 chilometri più alto del fondo. Anche in questa foto si possono vedere le ombre proiettate dai costoni rocciosi.

Questo spettacolare cratere è già ben visibile con un binocolo, ma con piccoli telescopi la visione diventa più interessante. Oltre alle ombre dei bordi che si stagliano sul suo fondo piatto, è possibile vedere, quando la turbolenza atmosferica lo consente, alcuni minuscoli crateri da impatto al suo interno.

Platone è diventato famoso anche per i fenomeni lunari transienti che vi sono stati osservati, come, ad esempio, flash luminosi improvvisi, strani colori, aree ricoperte da nebbie. Si ritiene però che questi fenomeni siano dovuti agli effetti della turbolenza atmosferica terrestre combinati con i differenti angoli di illuminazione del Sole.

Cratere Platone

(Questa foto del cratere Platone è stata fatta giorno 1 aprile 2012).


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domenica 1 aprile 2012

Parigi di notte

Parigi di notte. Non è difficile riconoscere la città di questa foto. E’ stata scattata il 25 marzo dal grattacielo di Montparnasse che è alto ben 210 metri. Nella foto è facile riconoscere la Tour Eiffel (ne avete sentito parlare…) e Les Invalides (sulla destra) che è uno straordinario complesso architettonico composto da musei, monumenti, chiese, ospedale e casa di riposo per veterani di guerra.

Un panorama molto bello? Certo, Parigi è bella, ma ancora più bello è ciò che si può ammirare in alto nel cielo. Quasi affogati nel chiarore dovuto al forte inquinamento luminoso della metropoli francese, possiamo scorgere (sulla sinistra in alto) tre astri molto luminosi. La Luna è il più basso e il più luminoso dei tre (si nota la sua falce), più in alto il pianeta Giove e ancora più in alto il luminosissimo Venere.

Il forte inquinamento luminoso delle grandi metropoli sparse per il mondo rende quasi impossibile l’osservazione di astri di debole luminosità anche in zone lontane da questi grandi centri abitati. E’ solo perché la Luna, Giove e Venere sono tra gli astri più luminosi del cielo che è stato possibile vederli (e fotografarli) da una grande città come Parigi.

Bisogna pensare che il grande astronomo francese Charles Messier (1730 – 1817), quando ancora non esisteva l’illuminazione elettrica pubblica, da Parigi riusciva a osservare moltissime comete con i telescopi a disposizione all’epoca (molto meno potenti di quelli attuali) e riuscì a compilare i suo famoso catalogo di Messier, dove elencò una serie di oggetti celesti che comprendono quelle che in tempi successivi sono stati classificati come galassie, nebulose ed ammassi stellari. Il primo oggetto del catalogo di Messier, designato con la sigla M1, fu scoperto il 28 agosto 1758 ed è la famosa Nebulosa Granchio, che è stata oggetto di un mio recente post.

Al giorno d’oggi per potere vedere gli oggetti del catalogo di Messier si è costretti ad usare un telescopio in zone di campagna o di montagna. Questo ci fa capire quante meraviglie del cielo ci fa perdere l’inquinamento luminoso.

Parigi di notte


Lampi gamma dalla Nebulosa Granchio

L’esplosione della stella che produsse la famosa Nebulosa Granchio (M1) fu osservata dagli astronomi cinesi nell’anno 1054. Oggi questa stella è una pulsar, cioè uno dei più estremi e affascinanti oggetti che popolano il cosmo. Ultimamente la pulsar della Nebulosa Granchio è tornata al centro dell’attenzione degli scienziati di tutto il mondo a causa della straordinaria potenza dei raggi gamma che emette, rilevati dall’osservatorio Magic delle Canarie.

Nebulosa Granchio

(La Nebulosa Granchio fotografata con un telescopio amatoriale)

In realtà se non fossero così affascinanti le pulsar dovrebbero essere classificate come dei veri e propri mostri. Le pulsar sono stelle di neutroni con massa simile a quella del Sole, ma così dense da avere un diametro di pochi chilometri.

Le pulsar sorprendono ancora a causa delle recenti osservazioni del singolare telescopio Magic nelle Canarie. Si tratta di un grande telescopio a specchio che osserva i corpi celesti, non nel campo della luce visibile, ma nelle radiazioni gamma. Ultimamente con questo strumento sono stati osservati i raggi gamma provenienti dalla pulsar del Granchio. L’energia di questi raggi gamma è ben sopra i 50 GeV, ma gli astrofisici hanno scoperto alcuni brevi impulsi periodici che si estendono ad energie di 400 GeV. Per comprendere meglio le energie in gioco, dobbiamo sapere che 1 GeV è l’energia necessaria per creare un atomo di idrogeno in base all’equazione di Einstein E = mc2.

(Un’immagine di uno degli specchi dell’osservatorio Magic a Las Palmas, nelle Canarie)

Gli scienziati sono al lavoro per dare una spiegazione a questi potentissimi impulsi di radiazione gamma. La pulsar del Granchio ruota attorno al proprio asse 30 volte al secondo e genera un campo magnetico che è 1000 miliardi di volte più intenso di quella della Terra. Questa pulsar, avvolta dalla Nebulosa Granchio, costituisce il residuo di una supernova esplosa nel 1054 e che fu talmente luminosa da poter essere osservata od occhio nudo di giorno!

Il professor Alessandro De Angelis, dell’INFN, ha spiegato che il periodo di rotazione di una stella di neutroni è sorprendentemente regolare e veloce. Una rotazione completa può avvenire in un tempo che va da un millesimo di secondo fino a una decina di secondi. Le particelle irraggiano dai poli magnetici in gran parte dello spettro elettromagnetico, dalle onde radio alla radiazione gamma. Ogni volta che questo fascio collimato di radiazione attraversa la nostra linea di vista, la sua emissione può essere osservata, proprio come la luce di un faro in lontananza.

(I poli magnetici di una stella di neutroni irraggiano dei fasci di radiazione che, se l’inclinazione dell’asse di rotazione è favorevole, possono incontrare la nostra linea di vista. In questo caso la stella di neutroni viene rivelata come un pulsar).


giovedì 29 marzo 2012

La Danimarca annuncia un piano per produrre il 100% della sua energia da fonti rinnovabili entro il 2050

Beh, era ora che qualcuno pianificasse il passaggio definitivo alle energie rinnovabili. La Danimarca è finora il primo paese al mondo che ha messo in pratica questo proposito. Questa settimana, infatti, il governo danese ha deciso di varare un piano che li impegnerà a produrre il 35% della propria energia entro il 2020 e il 100% entro il 2050, da fonti energetiche rinnovabili.

Si tratta del piano energetico più a lungo termine che sia mai stato varato al mondo. Una cosa del genere in Italia sarebbe semplicemente un'utopia!

Energia rinnovabile in Danimarca


I vantaggi di una simile impresa sono davvero tanti. Basti pensare che le emissioni di gas serra verranno completamente annullate entro i prossimi 40 anni e non bisogna dimenticare nemmeno il progressivo affrancamento dal petrolio e suoi derivati. Una cosa del genere sarebbe salutare anche in Italia, dove il prezzo dei carburanti è talmente elevato che il loro consumo diminuirà necessariamente a causa del fatto che la gente non se li può permettere! I carburanti diventeranno un bene di lusso? Non sarebbe meglio pensare ad una transizione ell'energia solare e a quella eolica?

In un post precedente avevo scritto che l'Europa è già leader nel campo delle energie rinnovabili, con questo annuncio della Danimarca il nostro continente rafforza ancora di più la sua posizione. Si tratta di una cosa molto positiva. Nel post linkato sopra, avevo già scritto che questa rapida transizione (più rapida è e meglio è) alle energie rinnovabili è più un'esigenza che altro, perché solo in questo modo l'Europa, molto povera di petrolio (che è costretta ad importare), potrà affrancarsi dalle enormi spese che riguardano il petrolio.

Si spera che questa iniziativa della Danimarca venga presto seguita dagli altri paesi dell'UE e si spera, soprattutto, che in Italia si possa giungere a varare un piano energetico efficace e a lungo termine. Basta solo un poco di buona volontà e di lungimiranza.

mercoledì 28 marzo 2012

Energie alternative: l’Europa in vantaggio.

La crisi ha ridotto gli investimenti, la voglia e anche la convenienza (soprattutto quest’ultima) di installare pannelli solari fotovoltaici sui tetti delle abitazioni. Nonostante tutto l’energia solare in generale resta uno dei capitoli più importanti per l’Europa, ma non soltanto in Europa. In effetti anche oltreoceano si utilizzano fonti energetiche rinnovabili, ma ci credono molto poco, infatti ricavano solo delle percentuali trascurabili di energia da questo tipo di fonti energetiche.

energie rinnovabili

La marcia verso “l’energia pulita” continua ad essere molto lenta ma, per fortuna, inarrestabile. Lo sfruttamento dell’energia solare e di quella eolica continuano a guadagnare spazio tra le fonti energetiche europee. Anche se la crisi ha in qualche modo rallentato l’installazione di nuovi impianti, nel 2011 sono stati allacciati 27,7 gigawatt provenienti da energia solare e questo ha portato la capacità totale a 67,4 gigawatt. In questo modo la produzione totale di energia dal Sole riesce a coprire il fabbisogno energetico di 20 milioni di famiglie in tutto il mondo. Si tratta di un quadro in cui l’Europa fa la parte del leone, tenendo da sola circa la metà dei nuovi gigawatt di potenza derivanti dal Sole.

Questo è merito anche degli impianti più moderni che hanno accresciuto notevolmente l’efficienza dei pannelli solari aumentando la capacità di concentrazione della radiazione solare.

Purtroppo però la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili non è omogenea a livello planetario. Se l’Europa e, in particolare, la Germania stanno puntando molto sullo sfruttamento di energia solare, non altrettanto si può dire degli Stati Uniti. Solo la scorsa estate, mentre i tedeschi ricavavano dal Sole il 40% della loro energia, gli USA ne ottenevano appena lo 0,5%. Un dato che fa sì che i tedeschi immettano in rete energia solare 80 volte in più degli Stati Uniti.

Il potenziale disponibile, quindi, è ancora molto grande. La riduzione del peso dei combustibili fossili mostra che l’Europa è in grado di effettuare una trasformazione notevole del proprio profilo di consumi energetici. Non stupisce affatto che l’Europa stia puntando molto sulle energie alternative, dato che è quasi priva di petrolio. Si spera che in questo modo ci si possa affrancare dalla famigerata “schiavitù del petrolio”!

Fonte.


lunedì 26 marzo 2012

Le meraviglie del Cosmo: galassie e buchi neri.

A volte c’è bisogno di guardare un bel documentario, ma di quelli che ci lasciano sognanti per le meraviglie che ci mostrano. In un’epoca in cui la televisione ci offre davvero poco che ci faccia pensare o che stimoli la nostra mente, i blog invece possono aiutare a segnalare dei contenuti un po’ più interessanti.

E’ il caso di questo filmato (durata poco superiore ai 49 minuti) che ci mostra straordinarie meraviglie del cielo come le galassie e i buchi neri. L’incipit di questo breve documentario ci mostra come dovrebbe apparire la Via Lattea (la galassia in cui si trova il Sole con i suoi pianeti) da cieli bui e lontani dalle città.

Questo ci fa capire che nei centri abitati, grandi o piccoli che siano, non c’è solo l’inquinamento atmosferico o ambientale, ma anche il fastidioso inquinamento luminoso che impedisce di vedere le stelle dai centri abitati e ostacola gli astronomi nel loro studio del Cosmo. Gli astronomi infatti sono costretti a far costruire gli osservatori astronomici in zone lontanissime dai centri abitati, a grande altitudine o nei deserti.

Ma per il momento non pensiamo all’inquinamento luminoso (ne scriverò in maniera più approfondita in un prossimo post), invece godiamoci questo interessante documentario su galassie e buchi neri.

Buona visione a tutti.


Si può prevedere l’infarto?

E’ possibile prevedere l’infarto? A quanto pare esiste realmente un modo per capire se sta per sopraggiungere un infarto. Se la scoperta fosse confermata potrebbe essere uno dei più interessanti traguardi della cardiologia.

infarto

Il segnale di un imminente infarto probabilmente è contenuto in alcune cellule del sangue che cambiano forma. I ricercatori americani hanno analizzato il sangue di persone vittime di infarto e si sono accorti che le cellule del tessuto endoteliale, cioè quelle che tappezzano la pareti del cuore e dei suoi grandi vasi, diventano più grandi e presentano malformazioni. Si tratta di un indicatore molto preciso e per questo sono già partiti gli studi per mettere a punto un test del sangue che individuino i pazienti a rischio cardiaco o quelli che hanno in atto la modifica delle cellule.

In effetti la possibilità di prevedere se una persona è a rischio di attacco cardiaco è una possibilità molto importante, perché la prevenzione con largo anticipo è l’unico modo per abbattere di molto la percentuale della popolazione colpita da infarto. Speriamo che i risultati di questo studio segnino la strada giusta per arrivare ad una proficua soluzione del problema.

Fonte.


Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...