lunedì 22 giugno 2009

Lasciarsi su Facebook - Manuele d'Amore. Una parodia meravigliosa!

 

In giro per la rete è possibile trovare innumerevoli parodie di cantanti neomelodici napoletani, ma la parodia che vi presento è un vero capolavoro! “Lasciarsi su Facebook” rappresenta lo stato dell’arte in fatto di presa in giro di coloro che, privi di qualunque consapevolezza della tecnologia della rete (e di qualsiasi gusto musicale), se ne appropriano con risultati davvero catastrofici. Lasciarsi su Facebook è una storia della nostra epoca. Realizzato in maniera magistrale dal gruppo The Jackal, è davvero esilarante: non potete perdervi questo filmato!

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La Baronessa di Carini

La Baronessa di Carini è la storia antica di un efferato delitto che, anche se ammantato di leggenda, ha molto da insegnare anche a noi uomini del ventunesimo secolo.

Vi presento alcuni filmati della Baronessa di Carini, musical scritto da Tony Cucchiara. Si tratta di brani davvero stupendi che costituiscono un vero capolavoro della musica contemporanea. Basandosi sull’antica leggenda, il cantautore siciliano, è riuscito a creare una sapiente alternanza di scene cantate, recitate e persino danzate. Dal punto di vista strumentale si fa uso sia di strumenti della tradizione popolare siciliana, sia di strumenti moderni. La gamma di emozioni che i brani riescono a suscitare nell’ascoltatore è davvero straordinaria e si passa dall’allegria, alla tristezza, al furore, alla disperazione e poi alla commozione. E’ sicuramente tutto da ascoltare!

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domenica 21 giugno 2009

L’intervento del caso nella formazione di idee nuove

 

Dobbiamo riconoscere che determinati eventi fortuiti (verificatisi cioè al di fuori di ogni intenzionalità) sono stati all'origine di scoperte che hanno contribuito al progresso umano.

Hertz notò un giorno che l'apparecchio intorno a cui stava lavorando provocava scintille su un altro che si trovava nello stesso locale, e questa circostanza gli permise di scoprire le onde elettromagnetiche. Roentgen una volta si dimenticò di togliere uno speciale schermo fluorescente dal tavolo su cui stava lavorando a una lampada a raggi catodici; questa dimenticanza portò alla scoperta dei raggi X. In fotografia, la proprietà dei sali d'argento di sensibilizzare la carta alla luce fu scoperta da Daguerre e dal suo socio quando si accorsero che un cucchiaio d'argento aveva lasciato la sua immagine sulla superficie metallica iodizzata sulla quale era stato posato.

Questi sono solo alcuni esempi delle molte scoperte nate da accostamenti casuali di oggetti. E spesso riesce difficile immaginare in quale altro modo esse avrebbero potuto nascere. Daguerre non sarebbe mai arrivato alla scoperta del pigmento sensibile alla luce se, per farla, avesse dovuto esaminare una per una tutte le innumerevoli sostanze chimiche conosciute. E sia Roentgen che Hertz non si sarebbero mai orientati verso la scoperta dei raggi X, o delle onde elettromagnetiche, dal momento che ne ignoravano persino l'esistenza.

Oltre che da un evento fortuito isolato, le idee nuove possono scaturire da tutta una concatenazione di circostanze. Da giovane, Alexander Fleming non poté seguire gli studi di medicina per mancanza di mezzi. A Londra, mentre era occupato in un'altra attività, gli capitò di partecipare a Una partita di water-polo contro la squadra del St. Mary's Hospital. Poi gli morì un parente che, inaspettatamente, gli lasciò un legato: quanto bastava per permettergli di frequentare una scuola di medicina; e Fleming scelse il St. Mary's Hospital, proprio per il breve contatto che aveva avuto in precedenza con la sua squadra di water-polo. Si dette il caso che al St. Mary's Hospital lavorasse il grande batteriologo sir Almroth Wright, che stava studiando le reazioni dell'organismo umano alle infezioni dei batteri e stava elaborando e sperimentando la teoria sulle vaccinazioni. Presto Fleming se ne interessò e si trovò a lavorare nell'ambiente ideale e con il maestro ideale per questo genere di studi. -Durante la prima guerra mondiale, poi, Fleming dovette dedicarsi alla cura dei soldati feriti in combattimento e si rese conto sempre di più della scarsa efficacia dei disinfettanti in uso, nocivi ai tessuti della ferita non meno che ai batteri. Molti anni dopo, coltivando una goccia di muco nasale, notò che questo sembrava arrestare gradualmente la proliferazione batterica. A seguito di questa osservazione, scoprì il lisozima, un antibiotico naturale nocivo ai batteri ma innocuo all'uomo. Purtroppo la sua efficacia era molto scarsa.

Fu con questa esperienza all'attivo che Fleming un giorno si accorse che un vetrino di coltura era stato contaminato da una muffa posatasi dall'aria. Capitano tutti i giorni inconvenienti del genere, ma Fleming, invece di buttar via il vetrino, lo esaminò e si accorse che la proliferazione batterica si era arrestata tutt'intorno alla muffa. La straordinarietà dell'evento stava nel fatto che, sebbene il penicillum notatum fosse solo una delle molte centinaia di muffe che potevano posarsi sul vetrino, era tuttavia l'unica ad esercitare quel tipo di azione. Difatti, tutti i tentativi compiuti sfruttando le enormi possibilità della scienza moderna e indirizzati specificamente alla ricerca di altre muffe, non sono riusciti a trovare nulla di altrettanto efficace di questa muffa, messa a disposizione dal caso.
La concatenazione delle circostanze non si era ancora esaurita. Fleming aveva studiato il comportamento della penicillina nelle infezioni del corpo umano ma non aveva sufficienti nozioni chimiche per renderla abbastanza stabile da poterla usare come farmaco. Dovettero passare ancora molti anni prima che, a Oxford, Chaim e altri prendessero l'iniziativa, tutta personale, di studiare l'aspetto chimico del problema. Da questo momento le cose procedettero rapidamente e le necessità impellenti della seconda guerra mondiale trasformarono la penicillina in un antibiotico pratico e di portentosa efficacia.
La partita di water-polo che aveva determinato, da parte di Fleming, la scelta del St. Mary's Hospital, e lo aveva messo indirettamente in contatto con sir Almroth Wright, l'inaspettata eredità, l'esperienza acquisita in guerra, la scoperta del lisozima, il vetrino contaminato per caso dalla più potente delle muffe, la decisione di stabilizzare chimicamente la penicillina, ecco una catena di eventi che non fu il risultato di una scelta logica.
E’ sempre possibile ricostruire a posteriori le grandi scoperte attraverso una sequenza di fatti che, irrilevanti in se stessi, sono diventati importantissimi proprio per la funzione che, nelle grandi scoperte, hanno avuto. Questi fatti dimostrano che il caso è in grado di offrire occasioni di cui diversamente non si sarebbe mai pensato di servirsi.

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[Bibliografia: “Il pensiero laterale, come diventare creativo”; Edward de Bono 1967, Supersaggi Biblioteca Universale Rizzoli.]

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Nube lenticolare sull’Etna il 20 giugno 2009

 

Una spettacolare nube lenticolare (contessa dei venti) fotografata da Pedara (CT) dopo un violento temporale.

Dopo un temporale molto intenso, nel pomeriggio del 20 giugno 2009, c’è stata una schiarita e si è resa visibile questa enorme nube lenticolare in direzione dell’Etna (che non si vede, nascosta da un edificio).

Era davvero spettacolare e dovete pensare che le foto non rendono bene l’idea.

Nube lenticolare 800a

 

Osservate come si estendeva.

Nube lenticolare 800b

Ricordo che le nubi lenticolari, che vengono chiamate anche “contessa dei venti”, si formano sempre in corrispondenza di rilievi montuosi (in questo caso l’Etna) che favoriscono la condensazione delle nubi a causa delle correnti ascensionali che provocano quando vengono investiti da correnti d’aria fortemente umide.

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sabato 20 giugno 2009

Indescrivibile panorama galattico. NGC 4945 in Centaurus

 

La grande, polverosa, galassia a spirale NGC 4945 è visibile quasi di profilo al centro di questo ricchissimo campo stellare. L’immagine riprende un campo largo quasi 2 gradi, quindi circa 4 volte più largo della Luna piena. Ci troviamo dentro i confini della costellazione australe del Centauro. NGC 4945 si trova a circa 13 milioni di anni luce di distanza ed è grande come la nostra Via Lattea.

Le emissioni di raggi X e nell’infrarosso mostrano che nel nucleo di NGC 4945 sta avvenendo una intensa formazione stellare. L’altra piccola galassia in questa immagine, sulla sinistra, è una galassia di forma ellittica designata come NGC 4976. Si trova a 35 milioni di anni luce, quindi la vediamo vicina a NGC 4945 solo per un effetto prospettico essendo in realtà molto più lontana.

(clicca sull’immagine per vederla ingrandita)

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Le meraviglie dell’Etna

 

L’Etna è un luogo meraviglioso. Sicuramente è uno dei posti più belli del Mediterraneo. Ovviamente le descrizioni non possono mai rendere giustizia di tanta bellezza e per ovviare a ciò è meglio gustarsi un bel filmato come quello che vi presento. L’Etna non significa solo eruzioni pericolose, ma anche panorami meravigliosi, grotte, neve, vegetazione incontaminata, lunghe passeggiate nei boschi e tante altre cose.

Ovviamente la cosa migliore sarebbe guardare tutte queste meraviglie di presenza :-)

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venerdì 19 giugno 2009

Euclide

 

Non si sa quasi niente della vita di Euclide; né la sua data di nascita, né quella della sua morte, e neppure la sua nazionalità. Si sa solamente che insegnava matematica nella più celebre “università” dell’antichità: quella di Alessandria.

La sua opera fondamentale, gli Elementi, raccoglie e organizza la matematica conosciuta a quell’epoca. In tredici volumi, con una chiarezza e un rigore notevole, Euclide raccoglie, oltre alle sue idee originali, anche dei risultati dovuti a matematici anteriori, quali Talete di Mileto, Pitagora di Samo ed Eudosso di Cnido.

In particolare la nozione di rette parallele e loro proprietà erano note alla scuola pitagorica. Negli Elementi di Euclide si trova, forse per la prima volta, riconosciuta la necessità di un nuovo assioma per poter svolgere razionalmente lo studio delle parallele.

L’enunciato che noi di solito studiamo nei libri di scuola non è quello originario di Euclide, ma sembra dovuto al commentatore Proclo (V sec. d.C.). Nella storia della matematica, e della didattica, sono state date diverse formulazioni di questo assioma.

“Se una retta che taglia due rette determina dallo stesso lato angoli interni minori di due angoli retti, prolungando le due rette, esse si incontreranno dalla parte dove i due angoli sono minori di due retti.”

Tuttavia, più familiare è senz'altro la forma moderna del postulato:

“Per un punto passa una ed una sola parallela ad una retta data”

Questo fatto non deve generare confusione, ma è utile per riflettere, ancora una volta, su questa fondamentale circostanza: l’ordinamento deduttivo di una teoria non è rigidamente determinato, né è determinata la forma degli assiomi, che esprimono i necessari richiami all’intuizione o all’esperienza. Cioè non sempre una teoria si deve basare su un ragionamento solo razionale, ma molto dipende dalla giusta intuizione e dal richiamo dell’esperienza. La nozione di parallelismo ne è un esempio pratico.

Fin dall’antichità si è sempre avuta una percezione vaga del minor grado di certezza dell’assioma delle parallele rispetto ad altri assiomi della geometria. Così si spiegano i tentativi fatti per quasi duemila anni per dimostrare la proprietà in esso contenuta. Tentativi che finirono con lo sfociare nella creazione della geometria non euclidea.

Secondo la teoria della relatività, la geometria del mondo fisico non è euclidea.

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Poligoni

 

La nozione precisa di poligono appare molto tardi nella geometria. Euclide definisce quelle che chiama figure rettilinee, cioè limitate da rette: se da tre vengono dette figure trilatere, se da quattro quadrilatere, se più multilatere. Usa anche incidentalmente il termine poligono (che si trova anche in Aristotele), fermandosi in modo speciale sui poligoni regolari.

In Euclide il poligono viene sempre considerato come una parte di piano limitata da segmenti rettilinei, mentre esso viene considerato come linea spezzata chiusa (anche intrecciata) soltanto dal XVII secolo in poi (Girard, 1676; Poinsot, 1810).

Lo studio più vasto di sistemi di segmenti di questa natura rientra come caso specialissimo nel quadro della topologia, branca fiorente e importante della matematica contemporanea.

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Guadagno online. I blog che non dicono nulla

 

Quanti di noi blogger abbiamo cercato in giro per la rete nuovi metodi per portare nuove visite al nostro blog, allo scopo di monetizzare tramite i nostri banner pubblicitari? Sicuramente abbiamo trovato numerosi blog che trattano l’argomento.

Qual è la caratteristica peculiare di questi blog? Lo avete mai notato?

La caratteristica è che non dicono mai nulla su come si fa ad aumentare le visite o su come si fa a monetizzare. La cosa “straordinaria” è che, pur non dicendo nulla, con i loro argomenti, riescono a veicolare un traffico davvero notevole e quindi, credo, riescono a monetizzare.

Vuotezza di contenuto, non sempre significa poche visite. La realtà è che frasi del tipo: “come guadagnare con il tuo blog”, “aumenta i guadagni con adsense” e altri di tipo simile, vengono indicizzati rapidamente da Google e attirano molte visite e molti commenti da parte di molti “aspiranti blogger”.

In realtà il consiglio migliore è creare un sito o un blog che parla di guadagno online! :-) Si tratta di una pratica molto “autoreferenziale”, ma da ciò che vedo in giro, funziona perfettamente.

Questo doveva essere un post che non diceva nulla, ma in realtà mi sono accorto che qualcosa la dice e cioè che se un blogger non ha nulla da scrivere, porterà avanti un blog in cui si parla di come guadagnare con Internet, se invece ha qualcosa da scrivere, porterà avanti un blog di argomenti vari o di argomenti “reali”, come informatica, animali, libri, ecc…

Voi cosa ne pensate?

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giovedì 18 giugno 2009

Mitologia greca – Il mito di Narciso

 

La mitologia greca non è più una materia pesante e noiosa se viene spiegata da Luciano de Crescenzo. Egli è sempre stato un divulgatore coinvolgente e molto apprezzato in televisione.

In questi due filmati De Crescenzo spiega, con il suo stile inconfondibile, il mito di Narciso.

 

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Elettricità statica – video documentario

L’ambra è una sostanza che, strofinata con un pezzo di stoffa, acquista la proprietà di attrarre corpi leggeri, come pagliuzze, fili di erba, pezzetti di carta. Per indicare questa proprietà si dice che l’ambra si elettrizza. Il termine elettricità, introdotto dall’inglese William Gilbert (1544 – 1603), deriva da electron, nome greco dell’ambra.

Molte altre sostanze strofinate si elettrizzano e attirano piccoli corpi. Tra queste sostanze ci sono il vetro e molte materie plastiche, come il plexiglass.

Gli oggetti si possono elettrizzare anche senza ricorrere allo strofinio, ma ponendoli a contatto con altri oggetti già elettrizzati.

Due oggetti elettrizzati interagiscono tra loro con una forza di attrazione o di repulsione.

Verso la metà del Settecento il fisico statunitense Benjamin Franklin (1706 – 1790) spiegò questi fenomeni dicendo che, durante lo strofinio e il contatto, una certa quantità di elettricità si trasferisce da un oggetto all’altro. Alla quantità di elettricità si dà il nome di carica elettrica.

Questo è solo l’inizio di una serie di scoperte che rivoluzioneranno la Fisica nel Settecento e nell’Ottocento e che riguarderanno l’elettricità e il magnetismo.

Nel documentario (diviso in due filmati) possiamo vedere una serie di interessanti ed esaurienti spiegazioni che riguardano proprio l’elettricità statica, cioè quei fenomeni elettrici che coinvolgono cariche elettriche che non sono in movimento (statiche).

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Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...