giovedì 6 dicembre 2007

Abdul Yusuf Sifr. Un illuminato, o solo un povero matto? (racconto)

Abdul Yusuf Sifr (1)

Era ormai pomeriggio e anche per quel giorno il sole aveva compiuto il suo implacabile dovere; la sabbia riarsa del deserto sprigionava vampate di calore; unica, effimera, difesa era quella di coprirsi ogni lembo di pelle.

La carovana procedeva stancamente, tutti sentivano il peso di quelle ore passate a lottare contro il rovente ardore dell'Universo.

Abdul Yusuf Sifr se ne stava come al solito, in coda, quasi in disparte insieme all'inseparabile - Benz - un vecchio cammello con cui spesso si intratteneva in lunghi monologhi; il nero della sua veste e il suo viso ghezzo erano interrotti unicamente da denti bianchi come latte di cammella; i suoi occhi baluginavano di tanto in tanto, quando si decideva a schiudere le palpebre appesantite da anni di luce abbacinante.

Per la verità anche per chi sfida ogni giorno le piste sabbiose del deserto non è considerata consuetudine comune parlare per ore col proprio cammello; se a questo si aggiunge che con gli altri non scambiava più di sette o dodici parole nell'arco di un'intera giornata, non c'è da meravigliarsi che il nostro Yusuf fosse considerato un "originale".

Pare che qualcuno dei vecchi della tribù ne avesse parlato come di un grande saggio, ma ciò aveva provocato solamente grande ilarità.

Anche per quel pomeriggio era infine arrivata l'ora della preghiera e gli uomini si stavano apprestando a sistemare gli animali per la pausa; Yusuf come al solito era salito sulla duna più alta che si potesse trovare lì nei paraggi, portandosi dietro Benz.

L'aria era così tersa da far scorgere una volpe a molte miglia di distanza, il sole volgeva ad un tramonto carminio ammantando il paesaggio circostante di fiammeggianti bagliori.

Mentre sistemava il suo logoro tappeto a terra, fu preso a tal punto da quello straordinario spettacolo che trasalì quando i compagni lo richiamarono; già, doveva volgersi a oriente per la preghiera, lasciarsi alle spalle quella sfera infuocata pregnante di energie primordiali, rappresentazione tangibile della forza generatrice dell'Universo, per pregarne il Creatore.

Qual era la cosa più giusta da fare? Lasciarsi condizionare dal richiamo dei compagni, dal senso del dovere o immergersi in quella sinfonia di sensazioni?
Non ebbe alcun dubbio.

(1): Per i pochi che non lo sapessero SIFR in arabo vuol dire ZERO.

Una voce si levò dal gruppo degli uomini:

"Lasciatelo stare - disse - è il solito matto, se noi stessimo a contemplare il tramonto lui si metterebbe a pregare!"

La normale concezione dello spazio-tempo svanì in lui d'improvviso, prima fu la paura, poi lo stupore, poi più nulla. E fu ogni granello della sabbia del deserto, fu ogni particella d'aria del cielo, fu fuoco ardente.

Una candida colomba gli si posò accanto, disse:

"Yusuf vengo per conto di Colui Che E'; la tua consapevolezza è cresciuta e di questo si è preso atto. Orsù, esprimi dunque un desiderio e sarà senz'altro esaudito".

Mai cena più prelibata era stata gustata da Yusuf nel corso della sua vita: quella sera fu a base di carne di colomba.

Per molti e molti anni ancora nella tribù si discusse se Abdul Yusuf Sifr fosse da considerarsi un grande illuminato o un povero matto. Ancora oggi qualcuno cerca una risposta!

(1) Sifr significa "zero"

Bartolo Conti

Articoli di questo blog con argomenti simili:

>> L'affascinante storia del numero Zero. Una storia iniziata oltre 2000 anni fa.

mercoledì 5 dicembre 2007

Il ragno dalla faccia allegra. Si trova nelle isole Hawaii e il suo nome scientifico è Theridion Grallator.

E' stato trovato soltanto sulle isole di Oahu, Molokai, Maui, dell'arcipelago delle Hawaii. Il "ragno dal volto felice", come quello che vediamo in questa immagine mentre sorveglia le uova su una foglia nell'isola di Maui, è noto per l'unicità del disegno che decora il suo pallido addome. Gli scienziati credono che il Theridion Grallator possa aver sviluppato il suo peculiare disegno per scoraggiare gli uccelli predatori.

spider-guarding-eggs-683251-ga

martedì 4 dicembre 2007

Se volete mantenere il cervello in piena forma, bevete cioccolato e fate sesso! L'ultima patetica formula della felicità.

Dimenticate Sudoku, cruciverba e giochi per computer. Se volete che il vostro cervello resti in forma, mangiate cioccolato fondente, praticate il sesso in abbondanza e seguite l'esempio scandinavo di mangiare carne fredda a colazione!
Terry Horne e Simon Wootton dicono che le loro raccomandazioni sono basate su ricerche effettuate da esperti di tutto il mondo.
"Per decenni abbiamo pensato che la capacità cognitiva del nostro cervello fosse determinata geneticamente, mentre è ormai chiaro che si tratta di una scelta di vita. Ciò che mangiamo e beviamo, come si impara a scuola e i nostri stati d'animo sono tutti cruciali", ha affermato Terry Horne, un docente presso la University of Central Lancaster.

I consigli riguardano quindi la sfera dell'alimentazione e la sfera sessuale. E' non infatti che il cioccolato contiene sostanze che migliorano l'umore e evitano di cadere in stati depressivi. Anche le endorfine prodotte dal cervello durante l'attività sessuale e suprattutto dopo l'orgasmo migliorano l'umore e difendono da depressione e da altre malattie dell'organismo.

Secondo molti esperti le capacità mentali dipendono soprattutto dall'umore e dall'ottimismo. Un ottimo umore e una grande fiducia in se stessi sarebbe la migliore arma contro il declino delle facoltà mentali, soprattutto negli over 65.

Ovviamente non credo che questo tipo di ricerche abbiano una qualche serietà, perché, secondo il mio modesto parere l'efficienza del cervello non può dipendere da fattori così banali, come cioccolata e sesso, perché altrimenti molti di noi lettori dovremmo essere i più grandi geni dell'umanità! In realtà l'efficienza del nostro cervello non può non risiedere nel continuo impegno e determinazione nel perseguire dei precisi obbiettivi. Infatti spesso gli over 65 perdono molte delle loro capacità dopo essere andati in pensione. Questo accade perché non hanno più dei precisi obiettivi e "si rilassano".

Il fatto è che il desiderio di fornire delle facili "ricette per la felicità", desiderio che scaturisce spesso dal bisogno di "vendere" i libri in cui sarebbero elargiti tanti saggi consigli, porta a semplificare pericolosamente le cose, fino ad arrivare al ridicolo.

Secondo voi i più grandi scrittori, scienziati, artisti, (spesso attivissimi fino a tarda età) hanno avuto le loro migliori idee mentre facevano sesso, bevevano cioccolata, e si divertivano a fare training di ottimismo? Ma daiii...

Sarebbe bello se la vita fosse così...

 

Non so che origine abbia questa breve lettura, non conosco l'autore; mi è arrivata via mail e ve la riporto così com'era...


La vita dovrebbe essere vissuta al contrario.
Tanto per cominciare si dovrebbe iniziare morendo, e così tricchete tracchete il trauma è già bello che superato.
Quindi ti svegli in un letto di ospedale e apprezzi il fatto che vai migliorando giorno dopo giorno.
Poi ti dimettono perchè stai bene, e la prima cosa che fai è andare in posta a ritirare la tua pensione, e te la godi al meglio. Col passare del tempo, le tue forze aumentano, il tuo fisico migliora, le rughe scompaiono.
Poi inizi a lavorare, e il primo giorno ti regalano un orologio d'oro.
Lavori quarant'anni finchè non sei così giovane da sfruttare adeguatamente il ritiro dalla vita lavorativa.
Quindi vai di festino in festino, bevi, giochi, fai sesso e ti prepari per iniziare a studiare.
Poi inizi la scuola, giochi coi gli amici, senza alcun tipo di obblighi e responsabilità, finchè non sei bebè.
Quando sei sufficientemente piccolo, ti infili in un posto che ormai dovresti conoscere molto bene.
Gli ultimi 9 mesi te li passi flottando tranquillo e sereno, in un posto riscaldato con room service e tanto affetto, senza che nessuno ti rompa i coglioni.
E alla fine abbandoni questo mondo in un orgasmo.

Il primo romanzo di fantascienza fu scritto nel 180 dopo Cristo. Si tratta della "Storia vera" di Luciano di Samosata.

vera Molto fanno iniziare la fantascienza con Giulio Verne, ma in realtà esiste un autore ben più antico, che si può, a buon diritto, definire un autore di fantascienza: si tratta di Luciano di Samosata che scrisse "La Storia Vera". Fin dal prologo Luciano chiarisce i contenuti dello scritto dichiarando che in esso una cosa sola era vera: che nulla di quanto raccontato era vero. Nonostante questa premessa la “Storia vera” è strutturata secondo i criteri storiografici esposti in seguito dallo stesso Luciano nel trattato “Come si scrive la storia”, perciò la fantastica avventura è narrata nello stile di un resoconto di viaggio realmente compiuto. Si pensa che, come sostenuto già da Fozio, la narrazione di Luciano possa essere stata influenzata dal romanzo ”Le incredibili meraviglie al di là di Tule” di Antonio Diogene. In realtà si può pensare che Luciano avesse un intento polemico, cioè volesse criticare gli storici dell'epoca che tendevano a "mitizzare" i loro racconti storici, aggiungendo dettagli esagerati allo scopo di creare maggiore interesse. Un po' come si fa anche in epoca moderna, quando si cerca lo "scoop" a tutti i costi. "La Storia vera" abbonda di dettagli incredibili, surreali, inverosimili, proprio per mettere in evidenza il fatto che anche nelle cronache, che dovrebbero essere oggettive, si tende a lasciarsi prendere la mano, abbandonandosi a fantasie spropositate.

Veniamo subito ad una descrizione dell'opera. La Storia vera è un’opera narrativa in due libri in forma autobiografica scritta da Luciano di Samosata con intento parodico. È uno dei più fantasiosi romanzi prodotti dalla letteratura greca che narra l'avventura di un gruppo di persone, che, capitanate dall'autore, decidono di attraversare le Colonne d'Ercole per vivere avventure strabilianti. È il primo testo in cui viene descritto un viaggio sulla luna.

Primo Libro

Dopo il prologo, l’autore inizia con la descrizione del suo viaggio immaginario assieme a cinquanta compagni oltre le colonne d’Ercole, animato come Ulisse dal desiderio di conoscere cose nuove. Subito l'equipaggio è colto da una tempesta di vento che sballotta la nave per settantanove giorni sinché all’ottantesimo, al termine della tempesta, riescono a sbarcare su un’isola misteriosa. Qui si imbattono in un fiume di vino e in un gruppo di esseri mezze donne e mezze viti. Già in questa prima parte Luciano trasporta il lettore in quell’atmosfera di fantastica parodia che permea tutto il romanzo, rinunciando ad ogni pretesa di verosimiglianza e lasciando viaggiare senza freni la sua fantasia.
Lasciata quest’isola il viaggio procede in maniera ancora più assurda: la nave è nuovamente catturata da un tifone, ma stavolta è trasportata fino a una terra vasta come un’isola, splendente e sferica e illuminata da una grande luce, la luna. Una simile descrizione di viaggio sulla luna non ha alcuna pretesa di essere realistica, ma è significativo che Luciano e i suoi contemporanei abbiano del tutto superato la concezione divina della luna, e la considerino un pianeta simile alla terra, sul quale un giorno l’uomo sarebbe realmente potuto sbarcare. Sbarcati sulla superficie lunare, Luciano e i suoi compagni sono catturati dagli ippogrifi e portati al cospetto del re selenita Endimione, che era impegnato in una guerra contro gli abitanti del sole. Questa “guerra stellare”, combattuta da guerrieri improbabili come i Caulomiceti armati di funghi come scudi e gambi di asparagi come lance, o come i Psyllotoxoti che cavalcano pulci grandi come dodici elefanti, è vinta dall’esercito del sole; Luciano e i suoi compagni, che avevano combattuto alleati con i seleniti sono fatti prigionieri e portati sul sole. La loro prigionia non dura molto, e una volta liberi decidono di tornare sulla terra nonostante Endimione cerchi di trattenerli con se promettendogli grandi onori. Prima di riprendere la narrazione del suo viaggio Luciano decide di concedere altro spazio alla sua immaginazione e di riferire le cose nuove e straordinarie che osservai durante l’intervallo del mio soggiorno sulla luna, iniziando una minuziosa quanto inverosimile descrizione dell’aspetto e delle abitudini dei seleniti.
Il resto della narrazione, dopo che la nave è tornata sulla terra, procede sullo stesso registro fantastico: l’equipaggio è prima mangiato da una balena di mille e cinquecento stadi di lunghezza, poi - attraverso la bocca aperta del mostro marino - avvista dei giganti che utilizzano isole oblunghe come fossero navi.

Secondo Libro

Liberatosi dalla prigionia nella balena, l'equipaggio giunge sull’isola dei Beati, governata dal cretese Radamanto, dove incontra Omero, Ulisse, Socrate, Pitagora e altri famosi personaggi storici e mitologici defunti.

Il romanzo si conclude con la promessa (che molti critici hanno definito l’ultima menzogna di Luciano) di un terzo libro, in realtà mai scritto, contenente le successive avventure negli Antipodi.

Fonte: Wikipedia

Qui potete trovare il testo completo dell'opera.

 

Articoli di questo blog con argomenti simili:

>> Giulio Verne, un autore davvero straordinario che ha anticipato scoperte scientifiche che sono diventate realtà.

lunedì 3 dicembre 2007

Il cacciatore (racconto)

In questo post vi presento uno scrittore esordiente che apprezzo molto. Si tratta di Bartolo Conti di cui, nei prossimi giorni, pubblicherò un altro racconto. Intanto godetevi questo, dal titolo: "Il cacciatore".

Mancava poco al tramonto, quel pomeriggio, il cielo carminio tinteggiava le colline che si ergevano fluttuanti tra le ombre dei vecchi carrubi e dei ginepri coccoloni; l’arrugginita FIAT Uno, parcheggiata sul ponticello sospeso sulla cava, sembrava messa li quasi a monito dell’onnipresenza ingombrante della nostra sgangherata modernità. Arcangelo Tresca se ne stava accovacciato sull’inferriata del ponte, gongolante, contemplando le acrobazie di Scatto, il cirneco dell’Etna che gli avevano regalato cucciolo qualche mese prima. Andare a caccia era il suo passatempo preferito, tuttavia mai aveva toccato un’arma che considerava “cosa sciocca, perché la vita di una creatura non può essere spezzata da uno stupido oggetto che spara pallini di piombo”; forse anche per questo si considerava il migliore tra i cacciatori del paese. Scatto, il suo cirneco, era la sua arma da caccia, ma anche il più sincero tra i suoi amici.

A dire il vero la madre glielo aveva sempre detto che la politica la fanno gli “sperti” e non era cosa per quelli come lui; ma Arcangelo era uno a cui piaceva toccare la fiamma con le sue mani per rendersi conto che il fuoco brucia, così si era tesserato nel partito che “difende gli interessi dei lavoratori”; d’altronde non poteva essere altrimenti visto che i suoi amici militavano tutti da quella parte.

Aprì lo scricchiolante portellone della FIAT Uno e, con un balzo, Scatto saltò dentro scodinzolando vistosamente; bisognava affrettarsi, la campagna elettorale volgeva ormai al termine e il paese doveva esser ripassato perbene in maniera che la gente avesse ben chiaro a chi dare il voto. Trovò il Professore davanti alla porta della sede del partito con un grande block notes in mano,

- Ma dove minchia sei stato tutto questo tempo? E’ più di mezz’ora che aspetto qui come un allocco. Arcangelo non rispose per la sorpresa, abituato com’era a vedere il Professore vestito sempre con una tuta “come quella del compagno Mao” avuta in regalo direttamente dalla Cina, non si sarebbe mai aspettato di vederlo indossare una cravatta arancione su una giacca a quadrettoni con tutti i colori dell’arcobaleno; come se non bastasse un effluvio si spargeva nell’aria tutt’intorno provocato dal terribile miscuglio tra il fumo dell’immancabile toscano e un dopobarba che aveva comprato:

– Dal putiaro quando sono andato a pigghiare la frutta. Che da quando la televisione di Berlusconi ci ‘nfrasca la testa alla gente … bisogna vestirsi eleganti e profumati altrimenti manco ti fanno trasiri in casa.

Un’intera cassa di birra fu caricata a bordo della Uno; una stridente sgommata segnò l’inizio della missione, l’obiettivo era il quartiere popolare del paese. Il compito di Arcangelo era quello di annotare tutte le richieste e le rimostranze della gente, ma prima bisognava “bagnarsi la gola” così le prime due bottiglie di birra percorsero, in breve, le vie intestinali rendendo più fluido il panegirico del Professore. La sera aveva ormai ceduto il passo alla notte, le bottiglie di birra erano quasi tutte vuote ed il block notes era colmo di lamentele, di ambizioni e di sogni.

L’appuntamento con gli altri “cacciatori di voti” era in trattoria davanti ad un abbondante piatto di “bollito”; ciascuno raccontava, a turno, le impressioni degli incontri avuti nel corso della giornata esternando le proprie ricette e teorie politiche che diventavano sempre più complicate man mano che i boccali di cerasuolo si svuotavano. Il vocio si spense del tutto quando il Professore iniziò a descrivere le avvenenti forme di una ragazza di cui avevano fatto conoscenza poco prima; Arcangelo era rimasto particolarmente colpito da quei capelli neri che sfioravano leggermente una pelle luminosa come il chiar di luna, provò emozione e la sua mente si librò nel blu intenso di notti stellate profumate dall’essenza della brezza marina e dai baci al sapor di gelsomino. Poco più tardi la compagnia si riversò lungo i vicoli adiacenti la trattoria dove i fumi dell’alcool si trasformarono in chiassosa manifestazione canora:

- AVANTI POPOLO ALLA RISCOSSA … -

Le complicazioni digestive resero insonne quella notte, ma neppure le dolorose fitte allo stomaco riuscirono a cancellare il ricordo di quella casa che profumava di gelsomino. L’indomani Arcangelo fece appello a tutta la sua audacia e tornò nel luogo dei suoi sogni, entrando si avvide che vicino alle finestre stavano due gelsomini fioriti che conferivano un aspetto gradevole alla piccola “casa popolare”. Quando la porta si schiuse si sentì le gambe pesanti e, a stento, farfugliò che non riusciva a trovare gli appunti con le richieste fatte da quella famiglia; un sorriso attraversò gli sguardi della ragazza e della madre: non vi era stata nessuna richiesta, nessuna lamentela e soprattutto non vi era stato nessun appunto. Ma si sa che a volte le parole e gli argomenti non servono quando a parlare sono gli occhi e il cuore; fu così che Arcangelo ottenne il suo primo appuntamento; quando tornò a casa gli sembrava di essere il “gatto con gli stivali”: ad ogni passo sette leghe. L’intesa tra i due cresceva di giorno in giorno, proporzionalmente l’impegno politico andava scemando con notevole disappunto del Professore che, di sfuggita, una volta gli disse:

- Stai attento alle persone che frequenti -.

Arcangelo non capì cosa volesse dire. Infine arrivò il giorno delle elezioni, era stato iscritto come rappresentante di lista nella sezione n.7, ma era una giornata bellissima e non sarebbe certo stata l’assenza di un rappresentante di lista a cambiare le sorti delle elezioni. In breve i due ragazzi raggiunsero le colline che incorniciavano il paese, Scatto sprizzava gioia correndo da un cespuglio all’altro; le scroscianti fronde dei poderosi carrubi ed i fruscii delle saettanti lucertole tra la vegetazione furono i suoni di un sentimento che i poeti e gli scrittori definiscono, usualmente, “amore”. Arcangelo non si era mai reso conto di quanto un giorno potesse essere breve, era ormai notte ma troppa era la gioia per non essere condivisa con tutti gli amici; pensarono di andare alla sezione del partito; trovarono facce scure e musi lunghi che mugugnavano davanti al televisore commentando la pesante sconfitta, non una risposta al festoso saluto di Arcangelo, solo il Professore si voltò distogliendo lo sguardo dalla TV:

- Ma dove sei stato tutto il giorno? Ci hanno bastonato come cani, non abbiamo preso manco un seggio -.

Non fece in tempo a rispondere che una voce si levò dal gruppo:

- Ma dove vuoi che sia stato? Se l’è spassata tutto il giorno con quella sporca fascista -.

Una sensazione di gelo attraversò le vene di Arcangelo, fece appena in tempo a voltarsi per vedere un sogno dalle sembianze femminili guadagnare l’uscita; il tempo sembrò rallentare, vide il Professore urlare contro uno del gruppo, dopo degli attimi lunghissimi, le sue gambe corsero fuori dove trovò solo il buio della notte rotto dalla luce artificiale dei lampioni.

Il Professore aveva fumato un paio di toscani senza profferire una sola parola standosene appoggiato sull’argine del torrente che attraversava il paese come un lungo serpente bianco, Arcangelo era lì accanto con il volto rigato da qualche lacrima scintillante.

- Ho preso delle informazioni nei giorni scorsi, devi sapere che il nonno di quella ragazza era un gerarca fascista, uno che ha preso parte alla Repubblica di Salò ed è morto nel campo di prigionia per fascisti di Coltano, anche il padre della ragazza è un fascista che in passato è stato in odore di terrorismo, qualcuno sostiene che lo sia diventato perché i partigiani gli hanno violentato la madre. Purtroppo è duro dire queste cose, ma qualche bestialità la hanno fatta anche i nostri. Tutto questo non giustifica certo quello che hanno fatto stasera, gli avrei spaccato il muso a quell’idiota. Forse perché è troppo tempo che faccio politica o forse perché ne ho viste sin troppe di storture, penso che gli uomini non si debbano distinguere per il colore politico ma per quello che serbano nel loro cuore; questa nostra storia è una grande stronzata, ragazzo mio, il rosso, il bianco e il nero l’abbiamo nell’anima: ho visto fascisti galantuomini e cattivi comunisti; ho visto dei compagni soffrire, durante la guerra, e nel loro volto la morte che si specchiava trasportata dalle maledette pallottole tedesche; ho anche visto dei ragazzi, poco più che adolescenti, in camicia nera, con lo sguardo fiero, morire trafitti dalle nostre pallottole al grido di “viva Mussolini”-.

Alcune grosse lacrime percorsero le rughe che solcavano il suo coriaceo volto, i suoi occhi brillavano come due lucciole.

- La verità è che quella maledetta guerra l’abbiamo persa un po’ tutti, nessuno si illuda, non c’è stato nessun vincitore! -

Si abbracciarono.

Ormai Arcangelo Tresca non fa più politica, quando vi capiterà di passare sul ponticello sospeso sulla cava, lo troverete lì insieme a Scatto, il suo cirneco, e alla sua compagna dai capelli neri e dalla pelle color del chiar di luna. Il Professore un giorno sicuramente busserà anche alla vostra porta, indossando la “tuta come quella del compagno Mao”, verrà con il suo block-notes a raccogliere le vostre lamentele, le vostre ambizioni e i vostri sogni.

Bartolo Conti

Articoli di questo blog con argomenti simili:

>> Scritto il primo manuale di Cold Reading, l'arte in cui si crea l'illusione di sapere tutto della persona che ci si trova davanti.

>> La poesia sulla Pace scritta da mio nipote. Non sempre i bambini della nuova generazione sono superficiali.

>> Due romanzi di fantascienza nati dalla fantasia di un autore italiano (che sarei io...).

Italiani nel Mondo... che bella figura!

 

Si importano ottime "parolacce"! ;-) Ma che fine ha fatto questo genio?

 

domenica 2 dicembre 2007

Spettacolare filmato di un'aurora boreale.

L'aurora polare, o anche semplicemente aurora, spesso denominata boreale o australe, a seconda dell'emisfero in cui si verifica, è un fenomeno ottico caratterizzato principalmente da bande luminose di colore rosso-verde-azzurro (detti archi aurorali). Le aurore possono comunque manifestarsi con un ampia gamma di forme e colori, rapidamente mutevoli nel tempo e nello spazio.

Il fenomeno è causato dall'interazione di particelle cariche (protoni ed elettroni) di origine solare (vento solare) con la ionosfera terrestre (atmosfera tra i 100-500 km). Tali particelle eccitano gli atomi dell'atmosfera che in seguito diseccitandosi emettono luce di varie lunghezze d'onda. A causa della geometria del campo magnetico, le aurore sono visibili in due ristrette fasce attorno ai poli magnetici della terra, dette ovali aurorali. Le aurore visibili ad occhio nudo sono prodotte dagli elettroni, mentre quelle di protoni possono essere osservate solo con l'ausilio di particolari strumenti, sia da terra che dallo spazio. Le aurore sono più intense e frequenti durante periodi di intensa attività solare, periodi in cui il campo magnetico interplanetario può presentare notevoli variazioni in intensità e direzione, aumentando la possibilità di un accoppiamento (riconnessione magnetica, vedi avanti) con il campo magnetico terrestre.

La mafia affascina e crea successi televisivi e letterari. Forse perché la mafia crea ferite che difficilmente possono guarire.

La storia della mafia è legata alla storia del potere e della prevaricazione, due comportamenti forse inestirpabili della natura umana.

Da molti anni si scrivono libri, si girano film, si mettono in onda telefilm che puntualmente hanno un successo incredibile. Ho pensato molto, nelle ultime settimane al grande successo del serial televisivo "Il capo dei capi" che racconta, in maniera peraltro abbastanza romanzata, le vicende del famoso boss mafioso Totò Riina. Tutte le persone con cui ho parlato ammettono di essere state "prese" dalla storia del protagonista e dalle vicende degli uomini e delle donne attorno a lui. Io non credo che ciò sia avvenuto perché Riina è stato trasformato in un eroe, ma semplicemente perché si trattava della storia di un uomo "potente". Anche la storia di un re, di un imperatore, di un faraone, di un uomo d'affari affascinano, non ha importanza se sono buoni o cattivi. E' la storia del loro potere che tiene tutti con il fiato sospeso. Altrimenti non si spiegherebbe tutto l'interesse attorno alla figura di Hitler, ad esempio. Non era buono, ma tutti si sentono interessati alla sua figura oscura. Le personalità più forti in lui vedranno un monito per il futuro: che la storia non si ripeta. Le personalità più deboli vedono un idolo da adorare.

Per i boss mafiosi è esattamente la stessa cosa. Bisogna aggiungere però che la mafia ha aperto delle ferite difficili da rimarginare. I morti a causa della mafia sono molti, moltissimi, e ancora la giustizia non è stata in grado di punire adeguatamente coloro che hanno perpetrato tanti omicidi.

Una mafia subdola ed affascinante, che ha collusioni con la politica, che si insinua come una "piovra" all'interno del tessuto sociale e che è indistinguibile dalle persone "perbene"! In fondo, la politica (quella che ben conosciamo in questo paese) non è una sorta di mafia, con i privilegiati che sono tutti alleati tra loro?

sabato 1 dicembre 2007

La Tromba di Torricelli (o di Gabriele) è un oggetto davvero strano: si può riempire, ma non si può pitturare!

trombaditorricelli L'oggetto matematico che si ottiene dalla rivoluzione intorno all'asse x (rotazione completa di 360°) della funzione y=1/x sull'intervallo [1, ∞) ovvero con x≥1 pur avendo un'estensione infinita ha una superficie di area infinita e un volume finito!!! In altri termini il volume di un ipotetico liquido contenuto in questo strano contenitore è finito, mentre la quantità di vernice necessaria per pitturare la sua superficie è infinita, dunque è un recipiente che si può riempire ma non si può pitturare! Questo oggetto fuori dal mondo è stato studiato da Evangelista Torricelli (1608-1647) ed è noto come Tromba di Torricelli o Tromba di Gabriele. Ecco come si è espresso un matematico dell'epoca su questo risultato paradossale: Per comprendere il significato di ciò, non si chiede che un uomo sia un geometra o un logico, ma che sia matto. Thomas Hobbes (1588-1679) .

Windows XP si traveste da Windows Vista

E' stata rilasciata la nuova versione del Vista Transformation Pack, che riesce a far vestire al buon vecchio Windows XP, la grafica del recente Windows Vista, compresa la schermata iniziale (Boot Screen). La nuova versione, la 8.0.1, è molto più stabile rispetto alla precedente.

Questi i link per scaricare il file:

http://www.divshare.com/download/2937396-e78

http://rapidshare.com/files/72954876/vtp8.rar

http://www.mediafire.com/?9i1z1snm9wz

E' importante sapere, prima di installare Vista Transformation Pack 8.0, che potrebbe apportare delle modifiche irreversibili al vostro S.O. e quindi potrebbe danneggiare completamente i file originali Microsoft. Occorre quindi effettuare un backup completo dei propri dati e creare un punto di ripristino.

Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...