giovedì 12 aprile 2012

Scienza e fede

Siamo nel Terzo Millennio e gli uomini vivono tra scienza e tecnologie pervasive e non solo resta spazio per Dio, ma Dio è ovunque. Così esordisce un numero speciale del NewScientist, una delle più importanti riviste scientifiche del mondo. Si tratta di un numero speciale intitolato The God Issue (la questione Dio). La rivista indaga su dove e da quanto tempo risieda nel cervello umano l’idea o il bisogno di religiosità. Un pensiero, una sensibilità costante, probabilmente insopprimibile, occupa i pensieri dei filosofi, ma anche di tutte le persone che si dicono laiche o che professano l’ateismo.

(La copertina del numero speciale del 17 marzo 2012 della rivista NewScientist, dedicato alla questione Dio).

L’indagine del NewScientist non potrebbe non procedere in modo scientifico. Lo psicologo e antropologo sostiene che la mente nasce con uno spazio interno dedicato a Dio o all’idea o al bisogno di Dio o di divinità o di religione che dir si voglia. Da un punto di vista più antropologico un’altra parte del saggio disamina l’idea di Dio insieme alla nascita dell’uomo dagli albori e qui afferma che l’idea di Dio è stata decisiva per generare la civilizzazione. E’ così insita nella mente e nella psicologia l’idea di Dio che in suo nome sono state però alzate bandiere di guerra e organizzate invasioni ed eccidi contro gli altri, spesso colpevoli solo di essere fedeli ad un altro Dio.

NewScientist fa parlare poi Alain de Botton, divulgatore e filosofo svizzero il quale in libro recente, Religion for Atheists (titolo italiano: Del buon uso della religione. Una guida per i non credenti), dice in sostanza che non è tema posto in genere dagli uomini in termini razionali e che dunque non gli interessa. Egli aderisce piuttosto al pensiero di Richard Dawkins, etologo e biologo dell’evoluzione, secondo cui il senso di Dio è una manifestazione di limitatezza di vedute.

Non potevano non chiedersi quelli di NewScientist se l’ipotesi di Dio sia verificabile e allora vi si dice che la maggior parte dei membri dell’Accademia delle Scienze USA non crede a una divinità. Comunque è importante citare che l’Accademia ha affermato ufficialmente che la scienza non dice nulla sul soprannaturale e quindi si dichiara neutrale sull’argomento.

C’è da dire però che, involontariamente, la scienza nella storia ha spesso ricondotto alcuni fatti ritenuti soprannaturali a fatti perfettamente spiegabili scientificamente. E’ una neutralità non del tutto neutrale…


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