martedì 28 giugno 2011

Il rasoio di Occam

Anche la scienza ha la sua estetica. La "bellezza" di una teoria è data in gran parte dalla sua semplicità. Una teoria semplice che spiega molte cose è preferita a una complicata che ne spiega poche, anche se, a prima vista, potrebbe non esserci alcuna ragione particolare per ritenere che la teoria complicata sia meno esatta di quella semplice.
Questo importante principio è chiamato "rasoio di Occam" . Il nome viene da Guglielmo di Occam, un frate francescano nato intorno al 1285. (Dottrine molto simili erano state proposte in precedenza da Duns Scoto e da Oddone di Rigaud.) Figura controversa coinvolta in dispute con papi e antipapi, Occam fu uno dei più influenti pensatori medievali. Morì, probabilmente di peste, nel 1349. Occam è noto soprattutto per qualcosa che forse non ha mai detto: Entia non sunt multiplicanda sine necessitate, ovvero "gli enti non vanno moltiplicati senza necessità". Lo spirito, se non la lettera, è suo. Egli intendeva dire che non bisogna fare ricorso a nuove supposizioni o ipotesi (enti) tranne quando è necessario. Se un'impronta sulla neve può essere spiegata con la presenza di un orso oppure con la presenza di una creatura antropomorfa mai scoperta prima d'ora, viene favorita l'ipotesi dell'orso.

rasoio di Occam

Il principio può essere male interpretato. Non si tratta di scegliere la spiegazione meno sensazionale. Si favorisce l'orso rispetto all'abominevole uomo delle nevi solo quando le prove (come un'impronta mezza sciolta) sono così scarse che tanto la teoria dell'orso quanto quella dello Yeti danno una spiegazione valida.
Il rasoio di Occam è fallibile. Ha spesso favorito un'ipotesi errata. La Terra è rotonda? Le malattie sono causate da minuscole creature viventi? Sappiamo ora che queste ipotesi spiegano molto bene le osservazioni, ma in un certo momento il principio del rasoio di Occam le fece accantonare. Un noto caso di scetticismo mal riposto (spesso citato dai sostenitori di fantasmi, UFO e altre credenze attualmente non accettate) è il prolungato rifiuto dell'Académie Française di accettare la realtà delle meteoriti. In conseguenza delle più raffinate opinioni scientifiche, decine di meteoriti furono gettate via dai musei europei perché vestigia di superstizioni.

E qui arriviamo a uno dei punti più controversi della teoria della dimostrazione. In ogni scoperta scientifica vi è una fase in cui due teorie opposte danno una spiegazione altrettanto accurata delle osservazioni. Vi è spesso un'ipotesi più semplice, A, che tutti ritengono corretta da tempo, e un'ipotesi nuova, B, che postula qualche nuovo "ente", per dirla con Occam. La teoria A potrebbe essere la credenza che la Terra sia il centro dell'universo, e B potrebbe essere la teoria eliocentrica di Copernico. O, per fare un esempio meno palesemente a favore di B, A potrebbe essere che gli UFO non esistono e B che esistono. Quando le prove giustificano il nuovo ente?

È difficile dare una risposta assoluta, poiché tutti noi crediamo in molte cose sulla base di poche prove a favore. Se date un'occhiata alla copertina di una rivista scandalistica e leggete che una famosa attrice è fuggita, probabilmente lo riterrete un fatto accertato. Se la stessa rivista la settimana dopo dice a caratteri altrettanto vistosi che gli UFO hanno rapito una donna in Arizona, probabilmente non ci crederete. Come fa notare l'astronomo Carl Sagan, interviene qui un'importante ma solitamente inconscia regola di dimostrazione: più l'ipotesi è strampalata, più prove sono necessarie per dimostrarla.

La ragione fondamentale è che un'ipotesi banale è parzialmente confermata da tutte le nostre conoscenze precedenti riguardo a eventi simili. Un'ipotesi incredibile no. Questo però fa nascere la possibilità di essere portati a credere erroneamente a una serie di ipotesi banali errate piuttosto che a una verità meno banale (come nel rifiuto delle meteoriti da parte dell'Académie Française). Vi sono per esempio molte prove a favore dell'esistenza dei fantasmi. Molte migliaia di persone hanno detto di averli visti, e non si tratta solo di pazzoidi; vi sono perfino alcune fotografie sfocate. Non vi è una spiegazione categorica delle visioni di fantasmi (se non che i fantasmi esistono). Si sostiene che vi è sempre una "spiegazione logica", ma questa spiegazione è in un caso un ramo che batte contro una finestra, in un altro un'allucinazione, in un altro i topi in soffitta, in un altro ancora uno scherzo. In altri casi ancora non si può offrire nessuna di queste spiegazioni, ma si sostiene comunque che esiste una qualche causa che non riguarda il paranormale.
In termini di pura quantità, le prove a favore dei fantasmi sono probabilmente maggiori di quelle dell'esistenza dei fuochi fatui, quelle strane luci che si vedono sopra le paludi. Tuttavia la scienza crede nei fuochi fatui e non nei fantasmi. In ultima analisi, vi sono più teorie confutate dalla scarsa qualità delle loro prove che non da prove contrarie. Di solito c'è qualcosa che non va in una teoria che ha molte "prove" a sostegno, e tutte dubbie. Questo sembra essere il caso della teoria secondo cui i fantasmi esistono. Invece, alcuni fuochi fatui sono visibili da tutti.


Bibliografia: “Labirinti della ragione”, di William Poundstone. Edizione Club, 1991.


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