giovedì 29 maggio 2008

Il caso e l'origine della vita

Ponetevi una semplice domanda: nelle condizioni della Terra di 4 miliardi di anni fa, che probabilità c'erano che nascesse la vita?
La risposta «La vita era inevitabile perché noi siamo qui» non funziona. È ovvio che la vita ha avuto origine e la nostra stessa esistenza è qui a dimostrarlo. Ma doveva necessariamente avere origine? In altri termini, la nascita della vita, da un brodo chimico o da qualunque cosa fosse, era inevitabile purché passassero milioni di anni?
Nessuno conosce la risposta. L'origine della vita può essere stata un puro e semplice colpo di fortuna, il frutto fortuito di un processo chimico straordinariamente improbabile, un evento così inverosimile che non capiterà mai una seconda volta nell'intero universo. Oppure potrebbe essere stata un evento banale e predeterminato come la crescita di un cristallo di sale. Come facciamo a sapere qual è la visione giusta?
Diamo un'occhiata alla teoria del colpo di fortuna chimico. La vita sulla Terra si basa su una serie di molecole molto complesse, con strutture accuratamente modellate. Anche negli organismi più semplici il DNA contiene milioni di atomi e la loro esatta sequenza è cruciale. Non si può avere una sequenza casuale, perché il DNA è il manuale di istruzioni in base al quale si sviluppa l'organismo; è sufficiente cambiare pochi atomi perché la struttura dell'intero organismo sia a rischio. Se ne cambiano troppi, l'organismo non si forma affatto.
La situazione è simile alla sequenza di parole di un romanzo. Se si cambia qualche parola a caso qua e là, è facile che il testo ne esca stravolto. Se si rimescolano tutte le parole, con ogni probabilità quello che viene fuori non è più un romanzo. Esisteranno altri romanzi con parole simili in combinazioni diverse, ma l'insieme delle sequenze di parole che riconosciamo come romanzi è una frazione infinitesimale di tutte le sequenze di parole possibili.
E' difficile immaginare le fantasmagoriche probabilità che vanno contro l'eventualità di ottenere una molecola proteica con una data sequenza accozzando amminoacidi a caso. E ciò vale già per una singola proteina. La vita, come la conosciamo oggi, richiede centinaia di migliaia di proteine specializzate, per non parlare degli acidi nucleici. Le probabilità contrarie alla sintesi puramente casuale delle sole proteine sono circa 1040.000. Ciò significa 1 seguito da 40.000 zeri, un numero che, scritto per esteso, occuperebbe decine di pagine di un libro. Al confronto, ottenere un poker 1000 volte di fila è un gioco da ragazzi. È nota l'osservazione dell'astronomo britannico Fred Hoyle, secondo cui le probabilità che un processo spontaneo metta insieme un essere vivente sono analoghe a quelle che una tromba d'aria, spazzando un deposito di robivecchi, produca un Boeing 747 perfettamente funzionante!
Alcuni ritengono che qualcosa di così fondamentale come la nostra esistenza non possa essere liquidata come un capriccio della chimica e che nascondere il problema sotto l'etichetta di «evenienza fortuita» non è che un pretesto per non affrontarlo. A volte si fa appello al principio di mediocrità: il posto che occupiamo nell'universo non ha niente di speciale o di eccezionale. La Terra sembra un tipico pianeta che ruota intorno a una tipica stella in una tipica galassia. Perché, allora, la vita su questo pianeta non dovrebbe essere un fenomeno tipico?
Ma tale argomento, sfortunatamente, non regge. La nostra stessa esistenza è, di per sé, un'eccezione alla regola che ciò che noi osserviamo non è nulla di eccezionale. Se c'è un solo pianeta nell'universo in cui esiste la vita, deve essere il nostro! Ovviamente, non potremmo trovarci a vivere in un pianeta privo di vita, per definizione. Quindi la Terra non è un pianeta preso a caso in un campione cosmico, perché noi stessi, con la nostra esistenza, lo abbiamo selezionato.
Malgrado questo dato innegabile, il compito degli scienziati è pur sempre di provare a spiegare il mondo, quanto più è possibile, in termini di leggi e di principi. Nessuno si accontenterebbe di sentirsi dire che gli anelli di Saturno si sono formati per l'associazione casuale di particelle che si muovevano in modo indipendente. Il ricorso ai capricci del caso deve essere l'ultima risorsa. Questo non vuol dire che gli eventi fortuiti non si verifichino mai o non possano avere ruoli importanti. Può darsi che la nascita della vita sulla Terra sia stata un colpo di fortuna, ma dovremmo fare almeno il tentativo di spiegarla come un normale processo fisico.

(Bibliografia: Da dove viene la vita, Paul Davies; Edizione Mondolibri)

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2 commenti:

  1. Leggete questa pagina: davvero fa riflettere

    http://www.creationism.org/heinze/italian/HeIta05.htm

    A metà pagina c'è un'analisi statistico-scientifica della probabilità dell'evoluzione

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  2. Quale è la probabilità di vincere al superenalotto? Le probabilità vanno sempre condite con il numero di soluzioni che possono essere valutate in parallelo (lo spazio di ricerca). Se io gioco al superenalotto ho una probabilità di 1 /n di vincere, se giochiamo in sei miliardi di persone la probabilità non è la stessa ;)

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